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QUANTI BAGNI OCCORRONO PER IL PUBBLICO DI UN BAR O DI UN RISTORANTE?

Il numero di toilette in un bar o ristorante dipende dal numero di posti a sedere per i clienti e dalle dimensioni; vediamo come funziona questo normativa…

 

Brilliant-toiletI bagni diventano obbligatori anche per il pubblico, quando si apre un’attività di somministrazione (al pubblico, appunto) di alimenti e bevande come i bar, i ristoranti, le pizzerie, e tutte quelle attività ove E’ PREVISTA LA SOSTA. Viceversa per i locali, come le pizzerie da asporto e in generale i locali dove si vende un prodotto artigianale del proprio ingegno (come un gelato) ma non c’ solo ospitalità, bensì un consumo immediato o l’asporto, il bagno non è obbligatorio per il pubblico in quanto si presume che il/i bagni presente/i sia di esclusivo uso del personale dipendente. In queste attività, ovviamente non vi dovrebbero essere ne tavoli ne sedie, ma solo piani di appoggio per il consumo immediato. Contemporaneamente è anche sottointeso che è da escludersi ogni servizio ai tavoli (almeno in forma esplicita con personale di servizio e menù).

Qualora sia prevista la sosta, i bagni devono essere due e distinti per sesso, più il bagno degli disabili che in molte situazioni, viene integrato ad un bagno già presente, spesso quello per donna. Da non dimenticare che la larghezza dell’ingresso deve essere superiore a 90 cm.

E’ da notare che per i centri storici generalmente sono previste deroghe che variano da Comune a Comune.Dato che quanto riportato può essere opinabile e non rispondente ai requisiti minimi che possono variare da Regione a Regione come da Comune a Comune, il consiglio è sempre quello di sentire i pareri della ASL della propria zona.

Questa è la parte obbligatoria, di legge,  ma altri post li abbiamo dedicati ad aspetti più creativi, come le esperienze di un architetto per creare bagni per disabili, e un sacco di post di idee per rendere il bagno del vostro bar o ristorante il più bello di tutti.

 

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  • bagni
  • 198 Comments

    1. mimmo ha detto:

      Ciao Claudia,
      sinceramente non ho mai sentito parlare di “bagno chimico”, per un locale pubblico e credo proprio che non sia una cosa a norma ed anche se lo fosse a livello d’immagine, per una gelateria e pasticceria, non farebbe sicuramente un bell’effetto.
      Se veramente vuoi subentrare in questa nuova attivita’, devi fare tutto il possibile,per essere a norma e quindi di trovare il modo di fare anche il bagno.
      Saluti. mimmo

    2. Giovanni ha detto:

      Ciao a tutti!
      innanzitutto complimenti per il sito e grazie tante per aiutare noi comuni mortali a trovare qualche piccola soluzione in questa odiata burocrazia.
      Insieme a un gruppo di amici sto aprendo un bar (solo somministrazione di bevande) a Palermo e, ovviamente, stanno sorgendo i problemi relativi al numero di bagni all’interno del locale (premetto che la nostra è un’associazione di promozione sociale).
      Siamo andati un paio di volte all’asl di competenza ma le loro risposte sono molto vaghe a riguardo. Stiamo così facendo tutto a norma: wc uomini, wc handicappati+donne, antibagno ecc. il locale è inoltre provvisto di un bagno al piano inferiore da utilizzare come bagno del personale (anche se manca di un lavabo, ma leggendo il forum, da quanto ho capito, secondo il regolamento CE n. 852/04 non ce ne sarebbe addirittura bisogno).
      Adesso arrivano i problemi, perchè struttralmente la parte destinata a diventare bagno ha un’altezza di 2 metri, mentre da quanto ci hanno detto l’altezza minima deve essere di 2,40 metri.
      Stanno inoltre sorgendo dubbi relativi alla larghezza delle porte per il bagno dei disabili perchè il D.P.R. 384-78 parla di minimo 85 cm, ottimale 90 cm(art. 12 e art. 14) mentre il D.M. 236-89 parla di 80 cm; oltre che di quello per gli uomini di cui non abbiamo ancora ben capito e nn ci è stato ancora detto di quanto debba essere la sua larghezza.
      Le mie domande quindi sono:

      – è vero che l’altezza dei bagni deve essere di 2,40 m? se sì, quale decreto o altra disposizione lo regola? esiste la possibilità che, essendo strutturalmente così e inmodificabile l’altezza, non ci creino poi così tanti problemi?
      – cosa dobbiamo seguire per la larghezza delle porte?
      – quanto deve essere larga l’apertura della porta del wc uomini?
      grazie mille e complimenti ancora!!!

      • Alex ha detto:

        Ciao Giovanni,
        per quanto concerne la norma da applicare, in genere vale il fatto che la più recente cancella la precedente. Devo però precisare che il D.P.R. 384/78 ha campo si applicazione differente rispetto al D.M. 236/89, in quanto il primo decreto è rivolto espressamente a strutture pubbliche dove con tale denominazione si intende: tutte le costruzioni aventi interesse amministrativo, culturale, giudiziario, economico, sanitario e comunque edifici in cui si svolgono attività comunitarie o nei quali vengono prestati servizi di interesse generale. Personalmente non credo che il tuo bar – per quanto importante – possa rientrare in questa tipologia. C’è, comunque da fare una considerazione di tipo logico. Per le strutture pubbliche, per le quali è previsto un uso intenso da parte di molte persone, anche contemporaneamente, appare corretto dimensionare in modo “generoso” un po’ tutte le strutture comuni quali corridoi, ascensori, scale, ecc. Viceversa per le parti nelle quali si fa un uso “personale” e non collettivo, come ad esempio un bagno (non credo che per la porta debbano passere contemporaneamente molte persone), non ha alcun senso maggiorare le dimensioni. Così, se per il D.M. 236/1989 – che è rivolto all’edilizia residenziale – una carrozzina per persone con limitate capacità motorie, può attraversare una porta da 75 cm, non vedo perché tale misura debba essere superata. Non avrebbe alcun senso. Preciso che gli 80 cm di cui parli tu sono riferiti al portoncino d’ingresso e non alle porte dei servizi e degli ambienti interni. Del tutto priva di pregio è anche la norma che preveda obbligatoriamente l’apertura verso l’esterno. Non da nessun vantaggio ma, anzi, può creare una situazione di pericolo in quanto la porta si aprirebbe in una zona di transito. Direi che sarebbe meglio prevedere porte scorrevoli che sono anche molto più comode per una persona che si muove su sedia a ruote (provare per credere). Per quanto concerne il lavabo nel bagno del personale, direi che questo è indispensabile e la sua assenza potrebbe pregiudicare il buon esito della pratica. La sua presenza – anche se nel regolamento comunitario non è espressamente citata all’interno dei servizi, appare del tutto logica, dal momento che servirebbe a prevenire forme di contaminazione oro-fecale.
        Passiamo alle altezze. I 2,4 m sono espressamente riferiti alle abitazioni nel D.M. del 5/7/1975 del ministero della sanità. Più precisamente tale decreto modifica le istruzioni ministeriali del 1896 per la compilazione dei regolamenti locali. Viene da se che esso non trova diretta applicazione sul cittadino ma deve essere “recepito” da una norma avente la forma di regolamento locale, così com’è il regolamento edilizio della tua città. Detto ciò, se le misure indicate nel decreto non fossero espressamente richiamate nel regolamento edilizio, ne deriva che esse potrebbero non essere applicate. In particolare, non essendo il bar un’abitazione, nel regolamento dovrebbe essere espressamente indicato quali altezze altezze debbano essere rispettate nei locali diversi dalle abitazioni. Perciò controlla il regolamento edilizio, nonché quello di igiene (anch’esso regolamento locale).
        Per concludere, devo precisare che i lavori che stai eseguendo nel locale da destinarsi a bar non è detto che si configurino come una “ristrutturazione” anche se gergalmente siamo portati ad utilizzare questo termine tecnico che ha un suo preciso significato. In base al D.P.R. 381/2001 si ha infatti la seguente definizione: “interventi di ristrutturazione edilizia”, gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Mentre, normalmente, i lavori di sistemazione necessari per la realizzazione di un bar sono riconducibili a lavori di manutenzione straordinaria (in alcuni casi anche semplicemente ordinaria) definiti in questo modo: “interventi di manutenzione straordinaria”, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso. Da notare che il cambio di destinazione d’uso non c’è se, per esempio, il locale era già di tipo commerciale. La differenza tra “ristrutturazione” e “manutenzione” non è secondaria in quanto per la prima sono richiesti gli stessi requisiti previsti per le nuove costruzioni. Perciò, ammesso e non concesso che i bagni debbano avere 2,4 m secondo i regolamenti locali della tua zona, tale valore deve essere rispettato unicamente quando si realizzano nuove costruzioni o ristrutturazioni. Se prima dell’entrata in vigore della norma (nel nostro caso i regolamenti locali) i bagni avevano altezza inferiore a 2,4 m, possono rimanere tali. Almeno sino a quando l’edificio non sarà ristrutturato.
        Spero di essere stato chiaro.
        Alex

        • Giovanni ha detto:

          Buona sera Alex, e grazie tantissimo per i tuoi consigli riguardo tutta questa situazione; mi viene sempre più difficile accettare il fatto che persone incaricate a dire tutte queste cose (vedi funzionari asl) se ne freghino altamente, non capendo che in gioco c’è il futuro e più delle persone che hanno davanti!

          Detto ciò mi riferisco in particolare a 2 cose da te dette; la prima riguarda ancora il bagno del personale perchè, una volta fatti i bagni a norma per il pubblico, c’è davvero bisogno di farne un altro per il personale?

          l’altra cosa riguarda proprio tali bagni; in pratica stiamo creando dal bagno già presente gli altri due , rispettando quelle che sono le sue dimensioni (dovremo allargare semplicemente una parete ma non toccando nessun elemento strutturale); tutto questo rientra quindi da quanto ho capito in una “manutenzione straordinaria”. Il cambio di destinazione d’uso c’è già stato prima e in pratica i lavori cominceranno con il locale già catastato c1 (precedentemente era un c2) e quindi con il bagno di queste dimensioni (°soprattutto altezza 2 mt).
          Alla luce di tutto ciò, se ho quindi capito bene riallacciandomi all’ultima parte del tuo discorso, il fatto che l’altezza sia di 2 mt dovrebbe andare bene.

          Mi sa che faremo porte da 90 per tutto (ingresso bagno, ingresso wc disabili e ingresso bagno uomini-a proposito, di quanto dovrebbe essere quest’ultimo ingresso?- ) in modo da non aver nessun problema e anche perchè, in questo modo, rispettando al max tutte quelle che sono le norme igienico sanitarie, magari al fatto che il soffitto sia alto 2 mt neanche ci fanno caso.

          grazie ancora per le tue delucidazioni.

          Giovanni

          • Alex ha detto:

            Ciao Giovanni,
            perdona la tardività e la pochezza della mia risposta ma sono sopraffatto dagli impegni e non posso trovare il tempo per risponderti in modo completo.
            Vorrei, però, precisare che i cambi di destinazione d’uso da un punto di vista urbanistico non hanno molto a che fare con quelli catastali. Ciò significa che due differenti categorie catastali potrebbero rientrare nella medesima categoria urbanistica. Per esempio uno studio professionale (A10) e un’abitazione (A2). Perciò ciò che dovresti verificare è la destinazione d’uso “urbanistica” del tuo immobile e non solo quella catastale. Ma qui la cosa si fa molto tecnica e dovresti farti aiutare da un tecnico.
            Per quanto concerne le dimensioni delle porte, credo che le porte troppo larghe a battente siano di intralcio alle persone con limitate capacità motorie e perciò non posso che sconsigliarle vivamente, consigliandoti, invece, quelle scorrevoli.
            Se leggi i miei post, troverai che io sostengo che non sia necessario – per quanto ciò possa essere comodo e/o opportuno – prevedere un bagno in più per il personale che, sino a prova contraria, può facilmente utilizzare il medesimo bagno degli avventori. Credo, però, che sarebbe opportuno prevedere dei sistemi – per quanto non obbligatori – che consentano la migliore pulizia dei servizi che dovranno restare il più puliti possibile. Ritengo, infatti, che non ci sia nulla di più squalificante per un locale pubblico di un servizio brutto, sporco e non in ordine.
            Saluti.
            Alex

        • emanuele ha detto:

          ciao alex, se permetti vorrei approfittare anch’io della tua competenza in materia: sono anch’io di palermo e sono in procinto di aprire un bar situato all’interno di un centro commerciale. vorrei sapere se il regolamento per i servizi igienici è lo stesso di un bar situato nella pubblica via o se, considerato che il centro commerciale ha già i servizi igienici, posso solo tenere il bagno per il personale ?
          ti faccio presente che, i bagni del centro commerciale sono ubicati all’interno dell’area delle casse, mentre il bar sarà ubicato fuori l’area delle casse, ma sempre all’nterno della stessa struttura.
          ciao e cordiali saluti !!!

          • Alex ha detto:

            Ciao Emanuele,
            se leggi quanto scritto in precedenza potrai trovare parziale risposta ai tuoi quesiti.
            In particolare preciso che – almeno a livello nazionale – non esiste un regolamento dei servizi igienici e neanche per l’esercizio dell’attività di bar. Esistono dei regolamenti locali (Regolamento edilizio, norme igieniche, ecc.) che sono quelle alle quali dovresti far riferimento per trovare la risposta che cerchi. Uno dei metodi è anche quello di rivolgerti direttamente agli uffici competenti (ASL, SUAP, Ufficio Tecnico) ai quali – come spesso consigliato anche da Mimmo – sarebbe meglio chiedere risposta scritta.
            In base al mio parere personale – ma non conosco il regolamento di Palermo – direi che essendo una struttura unica già dotata di servizi, non dovrebbe essere necessario introdurne degli altri. Il progettista, in fase di redazione degli elaborati progettuali, dovrebbe aver tenuto conto dell’uso della struttura, dimensionandola (compresi i servizi) in base alle dimensioni, al numero e al tipo di esercizi commerciali contenibili all’interno e al pubblico e al personale che è in grado di ospitare. I bagni dovrebbero essere già tutti dimensionati in base alla normativa sull’accessibilità.
            In ogni caso ti consiglierei di affidarti a un tecnico che sia in grado di sbrigare anche le pratiche burocratiche. La cosa è abbastanza semplice e non dovrebbe essere costoso l’impegno del professionista al quale ti consiglierei di chiedere preventivamente l’importo degli onorari onnicomprensivi.
            Ciao.
            Alex

    3. Sara Pepe ha detto:

      ciao, mi chiamo Sara, ho 25 anni,e vorrei aprire un piccolo laboratorio di pasticceria,per la produzione di torte e dolci da vendere a ristoranti e bar. Ho un box vicino casa mia. Volevo chiedervi se è possibile trasformarlo da box a laboratorio, se sono costretta a fare il bagno,visto che il locale è piccolo e ci abito affianco,e se ce una metratura minima su cui basarsi.

      • Alex ha detto:

        Ciao Sara,
        intanto complimenti per lo spirito di iniziativa.
        Mi sembra di aver capito che per box intendi un box per il parcheggio delle auto.
        In pratica vorresti trasformare un parcheggio in attività artigianale. Per saperlo dovresti esaminare il regolamento edilizio della tua città e vedere che adempimenti sono previsti per questo cambiamento di destinazione d’uso e se ciò è possibile. Se fosse possibile dovrebbe essere oneroso perché non solo non stai fornendo parcheggi di pertinenza all’attività ma addirittura ne stai eliminando!
        Per quanto concerne la presenza e la tipologia dei bagni devi sempre fare riferimento al suddetto regolamento e al regolamento d’igiene che da le prescrizioni per le attività artigianali che hanno per obiettivo la manipolazione dei cibi.
        Io direi che non mi sembra indicato non realizzare un servizio igienico anche qualora non fosse espressamente prescritto. E – sinceramente – non mi sembra neanche una bellissima idea trasformare un garage in pasticceria. Ma di questi tempi ben vengano queste iniziative imprenditoriali. Se poi hai deciso di affrontare questo impegno significa che devi essere una brava cuoca.
        Ciao.
        Alex

        • Dani ha detto:

          Ciao ho visto e letto molte cose interessenti in queste discussioni e quindi mi sono chiesto se qualcuno di voi,avrebbe potuto darmi una mano.Vorrei aprire una pizzeria-bisteccheria nel comune di Cagliari,ho qualche perplessità nel dover fare i servizi igienici,perchè non si capisce per bene cosa chieda l’asl di competenza e le leggi non riesco a trovarle.Nel mio progetto naturalmente è presente il bagno per i disabili,con annesso antibagno che adibirò anche per l’uso delle donne,in più ho sistemato il bagno per gli uomini,anch’esso con antibagno per un volume totale di mq 2,6 circa.Oltre a questo ho collocato un bagno per il personale delle stesse dimensioni con antibagno.Mi è stato detto che il bagno per il personale deve avere oltre naturalmente l’aerazione forzata o non,anche u wc ed un piatto doccia,in più l’antibagno deve contere un armadietto con doppio scompartimento per ogni lavoratore..Ma è mai possibile una cosa del genere???In più vorrei sapere se fosse possibile che dimensioni deve avere il bagno adibito agli uomini.
          Sperando in una vostra risposta vi ringrazio.

    4. MONICA ha detto:

      buonasera…..avremmo bisogno di sapere se ci sono delle deroghe per ovviare al problema dei parcheggi in centro storico….Dovremmo aprire una caffetteria in un locale dove precedentemente c’era un negozio di articoli da regalo.Lo scorso anno questa attività commerciale cambiò destinazione perchè il locale fu usato come studio professionale per avvocato.Ora al comune ci riferiscono che, qualora s’intenda riconvertire la destinazione del locale in commerciale, occorre garantire i parcheggi affinchè la richiesta per la ceffetteria possa essere accolta…..MA COME è POSSIBILE GARANTIRE QUESTO?????Come e dove possiamo appigliarci????esiste qualche legge che ci può venire incontro?????Grazie tante….Monica da Cagliari

      • Alex ha detto:

        Ciao Monica da Cagliari,
        Il primo consiglio che posso darti è quello di andare a parlare con le persone giuste presso gli uffici comunali rappresentando il problema e senza metterci nulla che possa fuorviare chi ti ascolta. In particolare ti consiglierei di NON usare la parola “ristrutturazione”. Ciò perché da un punto di vista tecnico questa parola ha un significato specifico che non corrisponde al linguaggio parlato. La persona giusta cui rivolgerti è il funzionario (ingegnere) che si occupa dell’area. Le iniziali del nome e del cognome sono S. F.. Ti sconsiglio di perdere tempo con il geom. R. D., non capisce assolutamente nulla (è ottuso e incompetente, per quanto affabile e simpatico).
        Entrando più nel tecnico, ammesso che ci sia stato il cambiamento di destinazione d’uso da commerciale a studio professionale, nel caso non fosse possibile reperire i parcheggi necessari, puoi sempre pagare una specie di tassa che compensi il fatto che non puoi fornire i parcheggi. Questa tassa ha la funzione di creare una somma da utilizzarsi per la realizzazione di parcheggi pubblici. Quanto sto dicendo puoi trovarlo nelle norme di attuazione dei Piano Quadro del Recupero del Centro Storico di Cagliari. Il fatto principale che però dovresti verificare è se effettivamente ci sia stato un cambiamento di destinazione d’uso. E’ possibile che se ciò è avvenuto si sia verificato solo “formalmente” presso il catasto e non presso il comune. Ciò significherebbe che da un punto di vista urbanistico non c’è stato nessun cambiamento e perciò non sarebbe necessario reperire parcheggi per il soddisfacimento degli standards. Prima di tutto, perciò, verifica l’effettiva destinazione d’uso presso il comune (magari fai un salto al piano ottavo della sede del comune di via Sonnino, dov’era l’annona per verificare questa situazione), quindi procedi a seconda di quanto riesci a trovare. Se non c’è stata alcuna variazione di destinazione d’uso (che si sarebbe dovuta richiedere o perlomeno comunicare), allora puoi procedere tranquillamente presso il SUAP presentando la tua DUAAP con progetto o senza progetto se non devi fare opere edili. In caso contrario, restando in ambito SUAP, vai al primo piano degli uffici di via Sauro (edilizia privata) e vai a parlare col geometra V. B. (che dipende direttamente dal funzionario di cui sopra) ed esponi il problema con i termini corretti. In ogni caso, se non sei un tecnico, ti consiglierei di trovartene uno bravo e poi spero che potrai offrirmi un caffè nella tua nuova caffetteria…
        Alex

        • Martina ha detto:

          Cial Alex, avrei bisogno di un aiuto. Vorremmo aprire una caffetteria/bar nel centro storico di Cagliari. Riguardo ai servizi igenici per disabili la mia domanda è: dev’esserci il bagno disabili anche se l’ingresso del locale presenta una scalinata per accedervi?? L’architetto nel progetto ha previsto il bagno disalibi pero l’accesso al bar prevede una scalinata… mi sembra un po un contro senso!
          Dove possso trovare la normativa che vige in questi casi?

          Grazie mille!

    5. MONICA ha detto:

      ciao Alex
      volevo chiederti scusa per non essere stata chiara sulla destinazione in cui vorremmo aprire questa caffetteria, che non è proprio a Cagliari città ma a 20 km: Ussana..”Il tecnico” del comune ha esplicitamente detto che SENZA PARCHEGGI non si apre nessuna attività…i I geometri che abbiamo consultato ci dicono che è “lei” che si sta ostinando e vuole interpretare la norma a modo suo…In centro storico come FACCIO AD INVENTARMI I PARCHEGGI???e non VUOLE ASSOLUTAMENTE CONCEDERE QUELLI PUBBLICI DIETRO PAGAMENTO DI UN’IMPOSTA…Non conosco le leggi in merito e non so a cosa appigliarmi….esiste qualcosa?
      Comunque, se riuscissimo ad aprire, sarai il benvenuto!!!!
      Grazie per tutte le informazioni.Monica

      • Alex ha detto:

        Ciao Monica,
        conosco il nuovo ingegnere capo di Ussana, ero amico del defunto marito, eccellente persona e tecnico a dir poco bravissimo.
        Mi è stato detto che M. L. – contrariamente alla vita privata – è un tipo duro e so di molte persone che si sono lamentate di un suo eccessivo rigore.
        Vale in ogni caso quanto ho scritto in precedenza e cioè che occorre verificare se è stato realmente eseguito un cambio di destinazione d’uso da parte del professionista che ha detenuto il locale durante lo scorso periodo. Probabilmente ciò non è stato fatto e pertanto il locale che t’interessa è sempre a destinazione commerciale. Ciò taglierebbe la testa al toro.
        Però devo anche farti notare che mentre per le zone “B” (di completamento) e “C” (di espansione), nonché per altre zone omogenee del territorio di Ussana è prescritto in modo inequivocabile quanti e come devono essere realizzati i parcheggi (leggi le Norme di Attuazione del PUC), ciò non avviene per le zone “A” del centro storico. Perché? La risposta è ovvia e dovrebbe fornirtela la stessa Marirosa! Spero che lo faccia consentendoti di aprire, perché non può fare altrimenti. Ma c’è dell’altro. Il fabbricato che ti interessa, essendo in centro storico, dovrebbe esser stato realizzato prima dell’entrata in vigore, non solo della legge Tognoli (la L. 122/89) che stabilisce le quantità di parcheggi necessari per le nuove costruzioni, ma anche prima della legge urbanistica nazionale (L. 1150 del 1942). Ciò significa, che non avendo le due citate norme carattere di retroattività, non devono (e non possono) essere seguite per fabbricati precedenti all’entrata in vigore della norma. Ciò significa anche che non sarebbero applicabili per i fabbricati precedenti all’entrata in vigore della norma posti al di fuori del centro storico.
        Ti rinnovo il consiglio di rivolgerti ad un tecnico capace, intendendo con questo, che sia in grado di difendere le tue posizioni utilizzando le norme, non chiedendo “pareri” all’ingegnere capo del comune (e tanto meno al sindaco che è il fratello).
        Il tecnico del comune, se sostiene una tesi, lo deve fare con una giustificazione normativa. Deve perciò produrre un documento che dice che per aprire la tua caffetteria in centro storico sia necessario disporre di parcheggi. Tra l’altro in un comune microscopico come Ussana non c’è di certo il problema di parcheggiare la macchina, tanto più se si considera che, praticamente, dove finisce il centro storico inizia la periferia…
        Potrebbe esserti utile una sentenza del TAR del Piemonte (1194/2003) che ha dato ragione ad una persona che si trovava in condizioni simili alle tue, pur in presenza di un regolamento che disciplinava la realizzazione di parcheggi anche in centro storico.
        Ti saluto con la speranza di poter venire ad Ussana a gustare un buon caffè.

    6. MONICA ha detto:

      Ciao Alex,
      volevo solo dirti che sei un ANGELO!!!!!mi stai fornendo tante informazioni che nessuno mi ha dato!!!!E la cosa che mi sorprende è vedere che hai “centrato” alla perfezione il problema!!!!GRAZIE, GRAZIE….Hai capito con chi ho a che fare!!!!!!
      Spero di poterti inviare prossimamente l’invito ufficiale nella caffeteria della mia city!!!!Ciao

      • Alex ha detto:

        Ciao Monica,
        vorrei aggiungere a quanto scritto ieri, che potrebbe essere determinante anche che tipologia di intervento edilizio devi eseguire nel locale.
        In base all’art. 10 della legge regionale 4/2009 (nota anche come Piano casa) gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che non interessino parti strutturali possono essere eseguiti in assenza di titolo abilitativo, sempre che non aumentino gli standard urbanistici. Se per caso il tuo immobile è sempre a destinazione commerciale – e sinceramente non credo che il precedente inquilino avesse interesse per fare delle variazioni presso il comune – non ci sono problemi e puoi fare i lavori con una semplice comunicazione senza chiedere il permesso a nessuno. Questa possibilità è ribadita anche nella legge nazionale n. 73/1010 (art. 5).
        In ogni caso (leggi l’art. 19 della L. 241/90) puoi fare a meno del titolo abilitativo seguendo la cosiddetta SCIA di cui ho già parlato tante volte in questo forum.
        A presto allora.
        Alex

    7. MONICA ha detto:

      Alex,
      scusa se ti stresso ancora…Ho paura di essermi affidata ad un geometra poco aggiornato e privo di iniziativa nel seguire la mia pratica..Potresti indicarmi un geometra a cui posso affidare questa pratica?Mi sto documentando su tutto attraverso le tue informazioni ma, come dici tu, ci vuole un valido tecnico che mi rappresenti e difenda le mie posizioni….Non posso affrontare Marirosa da sola.
      P.s.: in tutto questo pasticcio, fortunatamente, non sono previsti lavori di interventi edilizi…..Grazie comunque per l’informazione
      A presto.
      Monica

    8. Alex ha detto:

      Ciao Monica,
      non preoccuparti nessun disturbo. Più che di un geometra, forse avresti necessità di un ingegnere. Posso darti due possibilità: nella zona est del centro abitato (vicino al campo sportivo) c’è una nuova lottizzazione. Il tecnico che si è occupato sia della progettazione che della realizzazione è un ingegnere molto esperto e che conosce benissimo il comune, potresti provare a rivolgerti a lui. Le iniziali di nome e cognome sono “E” e “C”; in alternativa potresti andare presso un ingegnere che lavora al comune, credo part time, e chiedergli il mio numero di telefono. L’ingegnere è una ragazza le cui iniziali sono “A” e “B”. Se riuscirai a metterti in contatto con me, potrei o vedere direttamente io come risolvere il problema, oppure potrei metterti con il tecnico della lottizzazione di cui sopra. Nel frattempo evita di innervosire l’ing. Capo!
      Alex

      P.S.
      l’assenza di lavori edilizi semplifica tutto. Prova a scoprire se a Ussana è stato istituito il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive). Potrebbe essere anche a Monastir o in qualche altro centro limitrofo, visto che Ussana fa parte di un’unione di comuni…

      • MONICA ha detto:

        Alex
        scusa di nuovo, purtroppo ti devo confermare che c’è stato un cambiamento di destinazione d’uso da commerciale a studio professionale r l’ufficio pone questo problema come se l’attività stesse iniziando ora, senza porsi il problema del centro storico.

    9. MONICA ha detto:

      Lo sportello SUAP esiste (fortunatamente!)….Sono veramente in imbarazzo per tutte le informazioni che ti ho chiesto…e ti ringrazio per essere stato sempre così tempestivo nel rispondermi…Provvedo subito a rintracciare i nominativi che mi hai dato…Questa situazione è veramente stressante….Non pensavo d’incontrare tante difficoltà!Ciao….
      Spero d’inviarti notizie positive. Monica…

    10. guido ha detto:

      Gentile Alex,
      Ti scrivo per chiederTi un consiglio.
      Sto per ristrutturare un bar in una zona abbastanza centrale di Milano.
      Attualmente lo stesso è dotato di un bagno solo e, non ha le dimensioni necessarie per soddisfare un utente disabile.
      Vorrei capire se, in caso di ristrutturazione totale posso mantenere quel bagno oppure è necessario che mi conformi a quanto prescritto dalle normative igienico-sanitarie del Comune di Milano.
      Il bar in questione ha una superficie sotto i 50 mq, a quanto risulta non ci sono stati problemi con gli ultimi controlli della Asl.
      Inoltre, il regolamento prevede almeno 2 servizi, uno per il pubblico ed uno per i dipendenti, ma è necessario? E poi, qualora fosse necessario, esistono deroghe in tal senso e se del caso, dove posso trovarle?
      Grazie
      Sara

      • Alex ha detto:

        Ciao Sara,
        la normativa igienico-sanitaria è una norma locale e in quanto tale ha valore di legge. Significa che se non è in contrasto con normative di più ampio respiro come quelle regionali o nazionali, deve essere applicata e a questa ci si deve attenere.
        Io non conosco le norme del comune di Milano, però posso darti la definizione di “ristrutturazione” che, forse tu usi in modo improprio. Questa definizione la trovi nel d.p.r. 380/2001 che all’art. 3 (lettera d del comma 1) dice: interventi di ristrutturazione edilizia”, gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell’edificio, l’eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica.
        Perciò tale termine si riferisce a lavori piuttosto radicali nell’ambito dell’intero edificio, tant’è che la “ristrutturazione” è assimilata a “nuova costruzione” per ciò che concerne il rispetto delle norme e dei vincoli.
        Ben altra cosa sono i lavori di manutenzione (ordinaria o straordinaria) la cui definizione la trovi sempre all’art. 3 del testo unico suddetto. Testualmente si ha: a) “interventi di manutenzione ordinaria”, gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti;
        b) “interventi di manutenzione straordinaria”, le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso.
        Nel tuo caso, mi sembra, che sino a oggi il locale sia sempre stato utilizzato come bar e perciò come locale commerciale. Ciò significa che non c’è cambiamento di destinazione d’uso e i lavori che devi fare sono considerabili come – al massimo – di manutenzione straordinaria.
        Ciò comporta come conseguenza che i lavori che devi eseguire, non sono assoggettabili alla normativa vigente che, invece, è applicabile alle nuove costruzioni o in caso di ristrutturazione.
        Esiste, però, la possibilità che nei regolamenti locali che io non conosco ci possano essere delle prescrizioni anche per i lavori di manutenzione.
        Il doppio o triplo bagno NON sono previsti in normative nazionali.
        Ciao.
        Alex

      • Alex ha detto:

        Ciao Sara,
        ho verificato il regolamento di Milano e, sinceramente, non capisco dove sia il problema.
        Al punto 4.5.7.1. – Subingressi negli esercizi di cui all’art. 4.5.7. (BAR) – c’è testualmente scritto che in caso di cambio di titolarità negli esercizi di cui all’art. 4.5.7., dovranno essere rispettati, relativamente ai servizi igienici, i seguenti requisiti minimi:
        a) esercizi con superfici dei locali di somministrazione fino a 60 mq:
        si accettano le situazioni autorizzate;
        b) esercizi con superfici dei locali di somministrazione oltre i 60 mq:
        2 servizi igienici di cui 1 ad uso esclusivo del personale.
        In definitiva, nel tuo caso (sup. inferiore a 60 mq) non devi modificare il numero dei bagni.
        Per quanto concerne la trasformazione in bagni per disabili, tutto dipende dalla tua propensione a rendere il locale accessibile a tutti. Visto che non credo che si tratti di una ristrutturazione edilizia, come da definizione di legge, non sei tenuta a rispettare delle norme che sono entrate in vigore dopo la realizzazione dell’edificio (attenzione alla parola). Ritengo che il tuo locale – con tutto il fabbricato che lo contiene – sia stato realizzato in epoca precedente all’entrata in vigore della L. 13/89 che fissa – con il decreto applicativo – i requisiti che devono avere i bagni per essere considerati accessibili ai disabili. Come detto, per opere di manutenzione non sarebbe necessario modificare l’accessibilità dei servizi, a meno che – com’è auspicabile – non lo voglia fare tu.
        Tieni presente che bagno accessibile non significa bagno brutto con sanitari inguardabili. Per essere accessibile è sufficiente che siano rispettate le misure di legge. Per questo punto ti consiglio di leggere i miei precedenti post.
        Alex

        • sara ha detto:

          mi hai datto degli ottimi consigli, per quanto riguarda il bar, la ristrutturazione prevede demolizione pavimento, massetto, rivestimenti, mobile bar, impianto elettrico e probabilmente anche quello idraulico, ed effettivamente credo si possa far rientrare queste voci in manutenzione straordinaria.

          Un ultima, ma importante domanda: l’autorizzazione attuale (che ho fatto in tempo a intravedere) non segnava la parte di cortile esterno, e quì mi è venuto il dubbio, non è che mettendo in regola la parte di somministrazione stagionale, il locale supera i 60mq e sono richiesti i 2 wc?
          attualmente il cortile è utilizzato pienamente, ricoperto da tendone e riscaldato da funghi.

          grazie ancora

          • Alex ha detto:

            Ciao Sara,
            mi fa piacere esserti stato utile.
            Per ciò che riguarda il tuo ultimo quesito, direi che la logica che prevede la quantità dei bagni tenga conto del numero degli avventori possibili per il locale. Perciò più è grande il locale, più sono le persone che esso può contenere, maggiore deve essere il numero dei bagni. A rigor di logica, ciò dovrebbe avvenire anche qualora i clienti avessero una sistemazione come quella da te descritta.
            Si deve, però, tenere conto anche degli spazi necessari per realizzare i bagni che in un locale di 50 mq, sono relativamente ridotti.
            Per quanto sopra credo che la migliore applicazione della norma la si abbia valutando oltre a quanto previsto per i bar, come indicato nel post precedente, anche quanto previsto per i chioschi, essendo questi la cosa maggiormente assimilabile alla tua struttura precaria. Il punto 4.3.16 del regolamento locale, dice che i chioschi – adibiti alla vendita di prodotti rientranti tra quelli di un bar – debbano essere dotati di servizio igienico.
            Ora, viste le ridotte dimensioni del locale (e nel punto 4.5.7.1 fa esplicito riferimento ai “locali”) e visto che il tuo è dotato di servizio igienico, direi che potrebbe essere sufficiente l’attuale dotazione per soddisfare i requisiti di norma.
            Potrebbe.
            Certo, se mostrassi un po’ di disponibilità nei confronti di tutti, fornendo un servizio “accessibile” a tutti, anche a scapito delle dimensioni del locale, credo che la soluzione non potrebbe essere censurabile.
            Saluti.
            Alex
            P.S.
            ma poi sei sicura di poter esercitare l’attività nel cortile se non espressamente scritto nell’autorizzazione?

            • sara ha detto:

              stiamo appunto verificando che la parte esterna sia compresa nell’autorizzazione, perchè in caso contrario si andrebbe incontro ad una situazione totalmente diversa.
              Sono d’accordo sul fatto di andare verso un’accessibilità sempre maggiore, ma in questo caso, come minimo, per la particolare disposizione, si perde quasi un terzo del locale apportando le modifiche necessarie;

              grazie ancora

    11. Alex ha detto:

      Ciao Monica,
      il quesito sul cambio di destinazione d’uso, non è esattamente se ci sia stato o meno. Davo per certo che ci si stato. Chiedevo solo se era “catastale”, per regolarizzare l’immobile da un punto di vista fiscale o “urbanistico”. In questo secondo caso l’avente titolo, avrebbe dovuto fare richiesta al comune ma non ne vedo il vantaggio. Perché mai avrebbe dovuto farlo?
      Alex

    12. MONICA ha detto:

      Ciao Alex
      Ho un altro problema,il tecnico a cui mi sono rivolta ha sistemato la questione del parcheggio, però adesso mi ha messo davanti a un nuovo problema, il documento che certifica l’impatto acustico.
      Vorrei sapere se questo documento e relative opere come isolamento acustico e la relazione da parte di un tecnico fonico è obbligatorio per una caffetteria come vorrei realizzare io, dove come apparecchiature rumorose, se così si vogliono chiamare, c’è un banco frigo e una pompa di calore, niente tv.
      Grazie

      • Alex ha detto:

        Ciao Monica,
        sono contento che abbia risolto il problema dei parcheggi.
        Non sono molto esperto di normativa che si occupa di disturbi acustici relativamente ai locali pubblici.
        In linea di principio direi che non dovrebbe essere necessaria un’apposita certificazione anche perché – se non sbaglio – la legge si occupa di isolamento acustico passivo dei fabbricati e non potrebbe essere applicata in un locale in centro storico.
        Piuttosto direi che le apparecchiature che dovrai utilizzare (specie l’unità motocondensante della pompa di calore) dovresti sceglierle il più silenziose possibile in modo tale da non arrecare disturbo al vicinato. Queste apparecchiature dovrebbero essere conformi all’uso “esterno” secondo dichiarazione scritta del costruttore. Per un lavoro fatto in passato in un grande bar a Cagliari, abbiamo “incapsulato” unità esterne e compressori dei banchi frigoriferi perché un po’ rumorosi. In sostanza la differenza tra la rumorosità di fondo (quel rumore che c’è sempre a determinate ore) e la rumorosità con le apparecchiature accese, superava una determinata soglia (misurata dai tecnici della ASL) e perciò abbiamo dovuto provvedere come detto sopra.
        A presto.
        Alex

    13. Luca da Gorizia ha detto:

      Buongiorno, vista la competenza pongo un paio di domande. Ho intenzione di aprire una birreria/cicchetteria in centro storico a Gorizia. La location è disponibile ma ho il problema dei bagni. Il bagno è da creare da zero, precedentemente il locale era adibito a negozio d’abbigliamento con servizi esterni (verrà utilizzato per il personale).
      1- Volevo sapere se bisogna obbligatoriamente fare i bagni separati per gli utenti (ho sentito che per metrature di locale basse le cose possono cambiare), o creando un bagno per disabili questo può essere utilizzato da tutti?
      2- E’ obbligatorio l’antibagno o non è indispensabile?
      3- La zona interessata ai bagni ha una larghezza massima di 3 mt e profondità 1,5 mt max 2 mt.

      Grazie

      • mimmo ha detto:

        Ciao Luca,
        purtroppo il problema dei bagni in un pubblico esercizio situato nei centri storici e’ sempre stato diffuso, perche’ ogni comune a dei regolamenti a se’.
        Io senza perdere troppo tempo, ti consiglio di rivolgerti all’ASL e poi dal geometra comunale.
        In bocca al lupo. mimmo

      • Alex ha detto:

        Ciao Luca,
        come giustamente consigliato da Mimmo, è indispensabile che t’informi sui regolamenti locali che sono variabili da città a città.
        In linea di massima per ciò che concerne i regolamenti nazionali, non esistono obblighi particolari nè sulla quantità, né sulla tipologia dei bagni.
        Per ciò che concerne l’accessibilità a persone con ridotte capacità motorie, io ti consiglierei di prevederla per quanto non sia obbligatorio in un fabbricato del centro storico che non sia soggetto a totale ristrutturazione (il fabbricato, non il tuo locale che, peraltro sarebbe sottoposto a semplice manutenzione straordinaria per “trasformarlo” da rivendita di abbigliamento a birreria);
        L’antibagno sarebbe per lo meno opportuno realizzarlo, in ogni caso la sua presenza potrebbe essere prescritta nei regolamenti di cui sopra.
        Buon lavoro.
        Alex

    14. claudio ha detto:

      salve,sono titolare da 3 anni circa di un bar-gastronomia pizzeria d’asporto,con qualche tavolino all’interno,il locale dispone di un bagno con antibagno,adesso sto per vendere la mia attivita’,il nuovo gestore trattandosi di un subentro e obligato ad adeguare i bagni alle nuove normative oppure puo’ continuare a lavorare nelle condizioni esistenti ?
      grazie

      • mimmo ha detto:

        Ciao Claudio,
        le normative per i bagni in un pubblico esercizio, sono tra le piu’ svariate ed ogni comune ha un regolamento a se’. Ti consiglio di chiedere info all’ASl della tua zona.
        Saluti. mimmo

    15. Sara ha detto:

      Salve a tutti, dovrei aprire una caffetteria-pasticceria con tavolini nella provincia di Benevento(Campania)e mi ritrovo col solito problema riguardo ai servizi igienici. Premettendo che non ho laboratorio, ma solo punto vendita, il tecnico dell’asl competente (non so quanto!)mi chiede due WC, uno per il privato e l’altro per il pubblico, senza disposizioni per i disabili;mentre l’ingegnere che deve presentarmi il progetto dice che mi occorre un solo bagno, con antibagno separato, che rende possibile in contemporanea l’accesso al wc, ma anche qui senza accesso per i disabili. Ora, non so se sono stata molto chiara, ma a chi devo dare ascolto? Aiutatemi!

    16. annalaura ha detto:

      salve. mi occorre un’informazione inerente l’obbligatorietà o meno dei bagni per il personale e per il pubblico in prossimità di un chiosco in sardegna, provincia porto torres, che effettua somministrazione di alimenti e bevande. potrei sapere quale legge descrive l’argomento? grazie annalaura

    17. mimmo ha detto:

      Ciao Annalaura,
      abbiamo consumato fiumi d’inchiostro per parlare delle problematiche sui bagni per un pubblico esercizio e purtroppo, nonostante ci siano delle normative ben precise, ognuno le interpreta a modo suo. Mi dispiace molto non poterti aiutare, ma se ti posso dare un consiglio e’ di rivolgerti direttamente all’ASL della tua zona e chiedere quali interventi dovresti effetuare, per essere in regola.
      Mi raccomando di farti rilasciare un’autorizzazione scritta,onde evitare che in futuro qualche altro responsabile,interpreti le normative a suo piacimento.
      Saluti. mimmo

    18. manu ha detto:

      Alex,
      ciao ti vedo molto preparato, avrei bisogno di un paio di informazioni, vorrei aprire una scuola di danza (associazione culturale di piccole dimensione) e non riesco a reperire informazioni riguardanti il numero necessario di bagni, docce, lavabi e le autorizzazioni neceessarie da parte di Vigili, Asl etc etc
      Mi puoi aiutare ? Grazie

    19. Alex ha detto:

      Ciao,
      in generale per le attività aperte al pubblico esistono dei regolamenti locali nei quali ci sono tutte le prescrizioni da seguire.
      Nel tuo caso, a prescindere dalle prescrizioni di legge, dovresti seguire criteri di funzionalità sfruttando gli spazi al meglio. Normalmente una buona progettazione, coerente a tutti i criteri di cui sopra, è conforme anche alle prescrizioni di legge. Queste ultime, infatti, non sono fatte a caso tanto per mettere in difficoltà i gestori e progettisti.
      Non mi sono mai occupato di sale per scuole di danza e non sono in grado di fornirti dei consigli precisi. Posso solo dirti di cercare un buon progettista che si informi sulle prescrizioni contenute nei regolamenti locali.
      Alex

    20. Andrea ha detto:

      Alex,
      ho anche io una domanda di natura burocratica per l’apertura di un bar. Io ho una tabaccheria ricevitoria dentro la quale vorrei aggiungerci una caffetteria da asporto (non avendo il bagno pubblico) quindi ritengo che non debba ritenersi cambiata la destinazione d’uso, ci sono procedure particolari che dovrei seguire? Grazie fin d’ora per il tuo interessamento.

    21. walter favilla ha detto:

      può una pasticceria artigianale diventare bar con tavoli all’aperto senza un bagno pubblico?

    22. mimmo ha detto:

      Ciao Walter,
      non hai letto i nostri post con i numerosi commenti, dove abbiamo trattato un’infinita’ di volte il tema bgni pubblici, quindi ripeto che trasformando il laboratorio, in pubblico esercizio si e’ obbligati ad avere anche il bagno per i clienti.
      Buon lavoro. mimmo

    23. walter favilla ha detto:

      ho parlato con un funzionario dell’ASL di Grosseto e ha detto che se una pasticceria con tavoli fuori se non effettua servizio ai tavolii e i clienti consumano ai tavoli non c’è bisogno del bagno pubblico. cosa ne pensa? Grazie

      • mimmo ha detto:

        Ciao Walter,
        la parola di un funzionario ASL, vale sicuramente piu’ della mia, ma ti assicuro che cio’che ti ha riferito, non l’ho mai sentito dire al mondo.
        Saluti. mimmo

        • gigi ha detto:

          Ciao mimmo, anch io so che se nn si effettua servizio al tavolo nn è obbligatorio avere i bagni per il pubblico. un chiosco in spiaggia che vende solo prodotti confezionati(bibite chiuse,patatine,gelati etc.) ma ha pure una zona d ombreggio con tavoli, nn ha bagni per il pubblico. Che ne dici?
          grazie..

          • mimmo ha detto:

            Ciao Gigi,
            come gia’ avevo risposto precedentemente a Walter,non conosco la normativa, quindi anche a te, consiglio di rivolgerti all’ASL.
            Saluti. mimmo

    24. walter favilla ha detto:

      a chi devo chiedere per risolvere questo problema?Grazie ancora

      • mimmo ha detto:

        ….Walter,
        se il funzionario ASL ti ha confermato che non e’ necessario avere un bagno pubblico devi solamente farti rilasciare un documemto scritto.Nel caso in cui venga effettuato un controllo sara’ lui a risponderne.
        Ciao. mimmo

    25. attilio ha detto:

      ciao mimmo, avrei bisogno di un parere esperto e disinteressato, ho acquiststo un bar in centro storicoa Palermo, nel marzo del 2010,tramite subentro da una vecchia licenza dell’82., il locale è molto piccolo, ha un solo bagno per il personale,in quanto non ho posti a sedere e non c’è alcun modo di adeguarsi ad alcuna nuova norma.la licenza comunque rimane di somministrazione di cibi e bevande.quando ho acquistato, ho espressamento indicato nel contratto notarile che sarebbe stato nullo se non venivano rilasciate tutte le autorizzazioni, cosa che è avvenuta quindi libera il cedente.ora viene un tecnico, che per una serie di pratiche va asl dove gli viene detto che il bar non è assolutamente in regola,e se passa un controllo posso chiudere e resto con un pugno di mosche in mano, anzi di debiti.può cambiare una norma in un’anno?ti risulta ne siano uscite di nuove?asl mi hanno consigliato di non informarmi altrimenti potrebbero fare un sopralluogo e farmi chiudere subito.al rilascio della prima autorizzazione tramite subentro, mi hanno detto che ero in regola purchè non avessi posti a sedere e che non cambiassi nulla nel bar.così è stato. adesso però non so come procedere. grazie in anticipo

      • mimmo ha detto:

        Ciao Attilio,
        le normative a riguardo i bagni dei pubblici esercizi, nei centri storici, ogni comune le applica in maniera diversa. Anche io penso di non interpellare nessuno e nel caso in cui venisse effettuato un controllo, troverai un accordo, per eventuali lavori da effettuare per mettere il locale in regola. Tutto puo’ accadere, ma difficilmente al primo controllo, ti fanno chiudere il locale.
        In bocca al lupo. mimmo

    26. AGATINO ha detto:

      SALVE AVREI ALCUNE DOMANDE DA PORVI IN QUANTO STO PRENDENDO IN CONSIDERAZIONE L’APERTURA DI UN BAR:

      1 IL LOCALE IN AFFITTO CHE DESTINAZIONE D’USO DEVE AVERE?
      2 COME FUNZIONA LA REGOLAMENTAZIONE PER I BAGNI QUANTI DEVONO ESSERE E SE CI SONO LIMITAZIONI

      • mimmo ha detto:

        Ciao Agatino,
        come ho gia’ ripetuto numerose volte, ogni comune ha dei regolamenti a se’, quindi ti consiglio di rivolgerti all’assessore al commercio per la destinazioned’uso, per le normative sui bagni,rivolgiti all’ASL.
        Saluti. mimmo

    27. Donato ha detto:

      Salve,
      ho una domanda da porre:
      Mio padre mi ha ceduto l’attività di pizzeria d’asporto(MI),vorrei risistemare un pò il tutto e creare una saletta con qualche tavolino per eventuale somministrazione,il negozio non è grande(circa 70mq)di cui 15mq tra cucina bagno(non per disabili)e un ripostiglio.
      Vorrei sapere se su una superficie destinata al pubblico inferiore a 60mq, nel mio caso 50mq scarsi, è obbligatorio avere quanti bagni?
      Il ripostiglio al catasto è tuttora un bagno,ma non comunque in regola con misure per disabili.
      Non ho la possibilità di creare altri bagni,cosa posso fare?
      Il bagno destinato al personale è obbligatorio?
      Purtroppo le leggi ci mette in condizioni di trasformare, quel poco di spazio che resta, in bagni (manco fossimo rivenditori sanitari!)
      Spero in un aiuto
      Cordiali Saluti e complimenti per il sito!! 🙂

    28. mimmo ha detto:

      Ciao Donato,
      non puoi immaginare quanti gestori ci scrivono per le problematiche dei bagni. Ogni ispettore o comune, interpreta le normative a modo suo, pertanto ti consiglio di rivolgerti direttamente all’ASL con una mappa catastale e planimetria.
      Saluti. mimmo

    29. filippo ha detto:

      ciao e complimmeti per il vostro sito
      vorrei sapere se in 25 mq circa posso aprire una caffetteria d’asporto mi dite i requisiti minimi? il bagno e obbligatorio per disabili? posso servire il caffe al banco?
      grazie dell’aiuto

      • mimmo ha detto:

        Ciao Filippo,
        senza farti perdere troppo tempo, per evitare di fare lavori inutili, ti consiglio di farti fare un sopralluogo da un responsabile ASL.
        Saluti. mimmo

    30. Manuela ha detto:

      Buongiorno a tutti mio fratello ha un bar in centro a roma ebbene,ieri purtroppo è successo un fatto increscioso un passante è entrato e senza mezzi termini mi ha chiesto il bagno io gli ho detto ke era occupato e se nel frattempo voleva un caffe o altro costui ha dato in escandescenze mi ha preso a parolacce e ha chimato i vigili che sono venuti nel frattempo si era liberato il bagno ma io nn ho avuto difesa alcuna sono venuti e mi hanno controllato licenza prezzi tavoli ( mio fratello ha pagato 1800 euro di suolo pubblico) insomma ero sola avevo paura e sono stata vessata senza diritto di replica perche ? Ma è possibile? Vi ringrazio in anticipo . Ps i vigili
      I hanno detto ke i vespasiani nn ci sono piu e i bagni dei bar li hanno sostituiti quindi dobbiamo secondo loro comprare carta iginica scottex e sapone varecchina per pulirli tutto a perdita? Visto ke nn c’è l’obbligo di consumazione sempre secondo i vigili ?

      • mimmo ha detto:

        Ciao Manuela,
        questa e’ l’Italia. Purtroppo non esiste nessuna legge che obbliga il cliente a consumare per poter andare in bagno, quindi se credi nel tuo lavoro, in questi casi, tira un grosso respiro, mantieni la calma per cercare di andare avanti.
        Ti faccio gli auguri per un nuovo anno migliore.
        Saluti. mimmo

    31. Ivan ha detto:

      Ciao Alex,
      grandissimi complimenti per il tuo impegno e solerzia nel tenere aperto un sito cosi’ importante per chi cerca di avviare un’ attivita’! Ti espongo il quesito che mi attanaglia sperando che tu possa darmi un consiglio utile:
      Ho trovato un locale molto piccolo, ( 29 mq ) ma in una zona perfetta, visto le ridotte dimensioni, immagino che un locale di aperitivi non sia possibile da aprire, ma volevo sapere se potevo almeno aprire una caffetteria senza bagno per il pubblico ( su internet mi sembra che si chiami bar dove non e’ prevista la sosta ), ti preciso che la licenza di somministrazione gia’ l’ho presa, ma non so se posso aver i requisiti base almeno per poter fare i caffe’ essendo una zona quella trovata, a mio avviso ottima!
      Ti ringrazio se avrai voglia di consigliarmi e spero di avere presto tue notizie….

      • Alex ha detto:

        Ciao Ivan,
        contrariamente a quanto scritto in questo stesso forum, anche nell’articolo di introduzione a firma del dott. Cesare Martino, non mi risulta che esistano norme generali che impongano la presenza di bagni per il pubblico. Nè mi risulta che esistano delle specifiche dimensionali che questi debbano avere. Esistono, però, i regolamenti locali che hanno – contrariamente alle direttive comunitarie – forza di legge. Preciso che le direttive comunitarie perché possano essere applicate devono preventivamente essere adottate in uno strumento legislativo del nostro Paese, quali leggi o decreti. Assolutamente prive di valore sono le raccomandazioni – soprattutto se non motivate – rilasciate da funzionari comunali o delle ASL. In particolare non ha alcun valore una direttiva interna a un determinato ufficio. Questa direttiva, infatti, deve obbligatoriamente essere seguita esclusivamente dall’ufficio che l’ha emessa e non dagli altri. Gli altri, cioè tu per esempio, hanno l’obbligo di seguire la legge, non le direttive o le circolari. Perciò il mio consiglio è questo. Chiedi agli uffici comunali e alla ASL se nella tua città esiste un regolamento d’igiene o altri regolamenti (che devono essere approvati dal consiglio comunali e non devono essere in contrasto con la legge), poi esponi il tuo problema in forma scritta e attendi un parere sempre in forma scritta. Molto spesso potrai avere risposte del tipo: “in base a quanto previsto dalla legge sarà necessario predisporre…” senza precisare quale sia la legge. Altre volte sarà citata la legge ma una volta letta emerge che non c’è scritto nulla di quanto prescritto dall’ufficio competente, anzi, spesso c’è scritto esattamente il contrario. Altre volte ti può capitare di avere delle prescrizioni di fantasia, quali quelle delle porte con larghezza 90 e che sia aprano verso l’esterno, probabilmente confuse con quelle antipanico delle strutture pubbliche…
        Buona fortuna.
        Alex

    32. ANNAMARIA ha detto:

      CIAO!DEVO APRIRE UN BAR ROSTICCERIA ENTRO MAGGIO,I LAVORI NON S0NO ANCORA INIZIATI ,PENSATE CHE QUESTI 4 MESI SIANO SUFFICIENTI? DEVO INIZIARE ANCORA I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE. PER RISTRUTTURAZIONE INTENDO FARE I BAGNI,IMPIANTO ELETTRICO,CAMBIARE DELLE VETRINE,RIFARE I PAVIMENTI E PITTURA.VOLEVO SAPERE SE SONO OBBLIGATORI 2 BAGNI X I CLIENTI PIU’ 1 PER I DIPENDENTI,SE NEL BAR E ANCHE OBBLIGATORIO UN DEPOSITO X I PRODOTTI .

    33. mimmo ha detto:

      Ciao Annamaria,
      dipende tutto, da come riuscirai a coordinare i lavori ed accordare tutte le imprese. Un consiglio che ti posso dare, e’ di seguire di persona, tutti coloro che vi lavoreranno.
      Certo, qualche intoppo potrebbe anche sorgere, ma in tre mesi,credo che ce la dovresti fare.
      Se il locale e’ ex novo, e’ obbligatorio,che i bagni siano a norma, sia per i clienti, per i dipendenti e per disabili.
      Il deposito( magazzino), non e’ obbligatorio, ma e’ indispensabile, per un’attivita’ come la tua.
      In bocca al lupo. mimmo

      • ANNAMARIA ha detto:

        CIAO MIMMO GRAZIE X LA TUA RISPOSTA!VOLEVO SAPERE SE 2 BAGNI X I CLIENTI SONO OBBLIGATORI,PERCHE’DOPO ESSERMI RECATA USL X AVERE DEI CHIARIMENTI,NELL’UFFICIO DOVE ERANO PRESENTI DUE DOTTORI ALLA DOMANDA SONO NECESSARI 2 BAGNI X I CLIENTI MI VENIVA RISPOSTO DAL PRIMO DOTTORE SI! E DAL SECONDO NO! E CHE DOVEVA ESSERE UNA MIA DECISIONE IN MERITO A QUEL CHE VOLEVO FARE NEL LABORATORIO.NEL LABORATORIO INTENDO FARE DELLE PIZZE IN TEGLIA,DEI CALZONI PREPARARE PATATINE,ARANCINI CROCCHE’TUTTO CIO’ CHE POTRO’ PREPARARE X GLI APERITIVI.PREMETTO CHE IN BASE AL PROGETTO VERRANO MESSI ANCHE 4 TAVOLINI PER POTER MANGIARE QUESTI PRODOTTI CHE PREPARERO’.

    34. mimmo ha detto:

      Ciao Annamaria,
      in merito alla questione bagni pubblici, ogni comune sembra che usi un regolamento a se, quindi ti consiglio di farti rilasciare un’autorizzazione scritta, dall’ASL e procedere con i lavori,che secondo loro rispettino tutte le normative vigenti.
      Saluti. mimmo

      • ANNAMARIA ha detto:

        GRAZIE X LE TUE RISPOSTE!VOLEVO SAPERE QUANTO TEMPO PRIMA CREDI CHE DEBBA RICHIEDERE LE AUTORIZZAZIONI E LE LICENZE? ED E’ VERO CHE SI POSSONO RICHIEDERE ANCHE VIA TELEMATICA?PENSI CHE SI DEBBANO FARE ULTERIORI PRATICHE VISTO CHE IN QUESTO LOCALE PRIMA C’ERA UN GOMMISTA?

    35. mimmo ha detto:

      …Annamaria,
      le varie autorizzazioni o permessi per gestire l’attivita’,puoi gia’ farne richiesta da ora. Alcuni comuni gia’ operano per via telematica, ma sono ben pochi.
      Se il fondo era adibito per un gommista, e’ chiaro che lo dovrai mettere a norma per un pubblico esercizio.
      Visto i tuoi numerosi dubbi, ti voglio consigliare di leggere il libro di GABRIELE CORTOPASSI;APRIRE E GESTIRE UN BAR(hoepli ed.)
      Buona lettura. mimmo

    36. Claudio ha detto:

      Buona sera e grazie infinite per l’ottimo servizio,per l’impegno e la passione profusa nel rispondere a tutti!
      Ho un piccolo bar-gelateria, 30 mq,privo di servizi igienici annessi, in un centro storico del beneventano,dove non è prevista la sosta del cliente ma il consumo avviene al di fuori dello stesso.
      Il locale ha un bagno con antibagno in un vicoletto posto di fronte al locale stesso (bisogna attraversare la strada,circa 20 metri )a disposizione dei clienti.
      Ha regolare Autorizzazione Sanitaria ,rinnovata nel 2006,ed il regolamento comunale prevede ,riporto così come scritto “….che i bagni non devono per forza essere annessi al locale commerciale….”
      Vorrei dare in fitto la mia attività ma all’Asl competente mi dicono che la nuova gestione non otterrebbe la registrazione sanitaria in quanto lo stesso non è a norma (bagno distaccato).
      Vi chiedo gentilmente un aiuto e se le leggi nazionali possono prevaricare il regolamento comunale vigente.
      Grazie e buona serata

      • Alex ha detto:

        Ciao Claudio,
        ti do il mio parere ma credo che ti resteranno non poche difficoltà per risolvere il problema.
        Il regolamento comunale, laddove si presenti più restrittivo e non in contrasto con la normativa generale, è valido e non sarebbe perciò derogabile. Il problema è un altro. Se dovessi realizzare oggi una nuova attività in un nuovo fabbricato o in uno ristrutturato (dove con questo termine è da intendersi quanto disposto dal d.P.R. 380/2001 all’articolo 3)che equivale a uno nuovo, allora saresti obbligato a rispettare la normativa vigente oggi. Questa, però – e questo vale anche per quelle generali – non può essere retroattiva. Per farti capire meglio il punto, fai questa considerazione. Oggi se costruisci un nuovo fabbricato devi attenerti a certe regole per quanto concerne gli impianti, le strutture, l’accessibilità, ecc. Se non rispetti queste regole, contenute nelle vigenti norme, non puoi realizzare l’edificio e, anche se lo realizzassi lo stesso non sarebbe agibile. Ma significa ciò che tutti gli altri edifici realizzati precedentemente all’entrata in vigore dell’attuale normativa non siano agibili? La risposta mi pare ovvia ed è questo che dovresti cercare di spiegare ai funzionari.
        Del resto, credo che i permessi siano ormai estinti. Chi è interessato all’acquisto, dovrebbe passare dal SUAP e, autocertificazioni e dichiarazioni varie, dovrebbe poter gestire l’attività senza avere l’agibilità ai sensi dell’attuale normativa ma semplicemente con quella da te acquisita a suo tempo che è anche più che sufficiente..
        Alex

    37. mimmo ha detto:

      Ciao Claudio,
      purtroppo le leggi in materia di bagni, ogni ASL le interpreta a modo suo e ne’ io ne’ i miei colleghi siamo mai riusciti a capirci qualcosa. A me risulta che una gelateria da asporto, non abbia l’obbligo di avere nessun bagno pubblico, ma e’l’asl che decide.
      Saluti. mimmo

    38. Giuseppe A ha detto:

      Buongiorno,
      scrivo perchè riuscire a trovare una risp nella giungla delle norme non è cosa semplice..
      Sono in procinto di aprire un’attività ludica con annesso bar di circa 70mq.
      Il capannone è degli anni 80,credo. Non riscaldato, destinazione c/3 (stiamo valutado se circolo privato o cambio destinazione).
      Attualmente ha 2 bagni (1.46×1.5) entrambi con antibagno.

      La questione è:
      -devo adeguare un bagno per i disabili?
      -devo fare 2 bagni divisi per sesso + bagno dipendenti?

      -riscaldamento, posso ovviare al problema della certif energetica se installo apparecchi con un tot Kwh<15

      Scusate le domande, ma io davvero spero che un giorno tutta questa burocrazia sia altrettanto chiara!

      Ciao,
      Giuseppe

    39. mimmo ha detto:

      Ciao Giuseppe,
      purtroppo in Italia, la difficolta’ piu’ grossa, non sta nel lavorare a avere a che fare con la burocrazia.
      Per quanto riguarda i bagni, ne abbiamo parlato un’infinita’di volte, dicendo che ogni ASL interpreta le leggi a modo suo, quindi devi farti rilasciare un’autorizzazione scritta dall’ASL della tua zona.
      Per il riscaldamento, per fortuna, non esistono normative specifiche per pubblici esercizi, quindi ti devi attenere alle norme CE, come per qualsiasi stabile.
      Saluti. mimmo

    40. enzo ha detto:

      salve vorrei aprire un laboratorio di gelateria più negozio annesso ho un laboratorio c3 su due piani uno seminterrato con vetrina sulla strada.
      volevo chiedere alcune cose
      1 si può variare il seminterrato da c3 a c1?
      2 mi hanno detto che l’altezza da rispettare è 3,5 mt il mio è 3 mt ci sono scappatoie?
      3 volendo iniziare con il laboratorio l’altezza è sempre 3,5 mt?
      4 se non possibile fare negozio giù ,ho uno spazio giardino , è possibile mettere sedie tavoli senza avere il negozio ma solo cucina per preparazioni coppe , naturalmente facendo anche i bagni.
      grazie in anticipo

    41. mimmo ha detto:

      Ciao Enzo,
      conosco le normative per quanto riguarda, i pubblici esercizi e le attivita’ commerciali in genere, ma ti consiglio di presentare il progetto e la planimetria, in comune e all’ASL, perche’ogni comune applica un regolamento a se’. Quindi onde evitare di spendere soldi inutilmente, fatti rilasciare le autorizzazioni scritte.
      Per poter mettere i tavoli esterni, e’ abbligatorio avere non solo il laboratorio, ma anche uno spazio(e licenza) con i requisiti di un’attivita’ commerciale.
      SAluti. mimmo

    42. paolo ha detto:

      buon giorno devo preparare 1 locale per pizzeria da asporto e con servizio tavoli ho 2 bagmi 1 atrezato a norma per disabili e laltro semplice vanno bene .

      • mimmo ha detto:

        Ciao Paolo,
        abbiamo trattato tantissime volte i problemi simili al tuo e purtroppo non siamo riusciti nessuno a capire come funzionano le normative sui bagni.
        Rivolgiti all’ASL e fatti rilasciare una dichiarazione SCRITTA.
        Saluti. mimmo

    43. alessandro ha detto:

      ciao io mi chiamo alessandro vi scrivo dal piemonte e vorrei sottoporvi un quesito. Ho intenzione di aprire un bar pasticceria nella mia città ma stò trovando parecchi problemi da parte dell’asl competente. Il problema più grande riguarda i bagni disabili che io vorrei fare al piano interrato. Premetto che ho dato massima disponibilità all’abbattimento delle bariere architettoniche. Infatti ho presentato un progetto dove demolisco una parte di soletta per ricavare lo spazio necessaruio ad una scala (larghezza 120 pedata da 30) con annesso servoscala. Nonostante questo continuano a richiedermi il bagno al piano. Il locale che io vorrei affittare ha un piano interrato di 90 mq accatastati come locale commerciale, non potendoli occupare ne per la somministrazione ne per i laboratori, mi trovo nella spiacevole situazione di pagare affitto per spazzi che non posso utilizzare. La mia domanda è: “se questi bagni li rendo ACCESSIBILI a tutti possono vietarmi comunque di farli al piano interrato?”

    44. mimmo ha detto:

      Ciao Alessandro,
      io ti potrei rispondere che potrebbe essere una cosa fattibile,ma il problema e’ che io non ho mai incontrato un responsabile ASL, che interpreta le normative allo stesso modo di un collega di un’altro comune,quindi sara’l’ASL della tua zona a decidere.
      Saluti. mimmo

      • alessandro ha detto:

        Ciao Mimmo grazie per la risposta. Vorrei porti un’altra domanda: secondo te la legge di riferimento e’ il D.M. 286/89? Ci sono state modifiche o aggiunte nel tempo? Grazie per l’interessamento e complimenti per il forum

        • mimmo ha detto:

          Ciao alessandro,
          per quanto riguarda il tuo caso, la legge D.M.286/89, i locali quando superano i 250 mq di superficie utile devono prevedere almeno un servizio igienico accessibile a disabili e non mi risulta che vi siano state modiche, ma ti dico che ogni edificio, molto spesso ha un regolamento a se, quindi devi cercare di trovare un accordo, con un resposabile ASL.
          Saluti. mimmo

    45. […] locali sono già creati ad hoc e di solito non ci sono sorprese. Naturalmente non vi è obbligo dei bagni per i clienti (che useranno quelli del centro, anche se serve comunque un bagno e antibagno per i dipendenti. […]

    46. Michele Disabato ha detto:

      Gentile Alex, sono un neo rappresentante di commercio di vini vorrei adibire un mio locale cat. c3 di mq. 20 in piccolo deposito di vini. Il locale è dotato di un bel bagnetto, mi è stato detto che ci vuole un antibagno per avere l’autorizzazione. Posso ovviare installando all’interno del bagnetto una porta scorrevole?.

    47. Francesco ha detto:

      Buona sera. io ho un ristorante, una osteria e adesso ho aperto un wine bar è tutto comunicante con la cucina centrale ma tre ingressi indipendenti. Mi fanno obiezione che il wine bar non ha il bagno, ma io ne ho tre entrando a dieci passi in osteria . Ora io mi chiedo :perchè non posso avere i tavoli al winw bar nonostante io ho chiesto un ampliamento di licenza? e perchè ci sono altri locali nello stesso paese che non hanno un bagno ma hanno i tavolini? la ringrazio

    48. alessandro ha detto:

      salve ho un bel negozio di moto a sassari, vorrei inserire un bar dentro ma riesco a trovare soluzioni per via del mio comune che a mille leggi d’ apertura … qualcuno mi puo dare una mano? grazie

    49. alessandro ha detto:

      buongiorno vorrei chiederle una delucidazione
      stò progettando con na collega un bar sito a napoli..il bar presenta all’ingresso 8 gradini…abbiamo trovato il modo per far accedere i diversamente abili….nel momento di disegnare i servizi igienici per il pubblico sono nate discussioni…il regolamento sanitario campano non è chiaro e il proprietario è andato a chiedere all’ asl…hanno disegnato un solo bagno(unito per maschi e per femmine) di 1.00mt x 1.20 mt e antibagno 1.00 mt x 0.85 mt….ora volevo sapere ma se il bar è con sosta non dovrebbero essere divisi maschi e femmine e inoltre io so che per i diversamente abili deve essere 1.8 mt x 1.8 mt….e allora cosa faccio??? sembrano abbiano disegnato il bagno per un bar di passaggio…grazie in anticipo

      • mimmo ha detto:

        Ciao Alessandro,
        questo e’ sempre stato un dilemma, non solamente per te ma per tutti noi del blog. Purtroppo nessuno conosce un regolamento vero e proprio, ma se vuoi evitare di fare inutili lavori, fatti rilasciare una dichiarazione scritta da un responsabile ASL,che in base al progetto presentato, i bagni sono a norma.

    50. Carmelo ha detto:

      Ciao Mimmo, sono in trattativa per una bottega dove vorrei aprire una piccola caffetteria. La bottega è di circa 26 mq e si trova nel centro storico di Catania e precisamente a 10 mt dal duomo. Nel retro della bottega, separato da una parete c’è un bagno di piccolissime dimensioni che è praticamente impossibile ingrandire.
      Quindi escludendo il bagno per disabili con un solo bagno di piccolissime dimensioni è possibile ottenere le varie autorizzazioni?
      Ovviamente niente tavoli ma semplicemente servizio al banco o comunque takeway.
      Qualcuno mi diceva che l’unica attività realizzabile è un chiosco bar con bancone all’ingresso.
      Grazie e complimenti per tutto.
      Saluti
      Carmelo

      • mimmo ha detto:

        Ciao Carmelo,
        devi presentare la planimetria del locale, all’ASL che decidera’ se sarai in regola, oppure dovrai effettuare delle modifiche, per essere a norma.

      • walter favilla ha detto:

        ciao vorrei sapere se un bar senza bagno pubblico può servire bibite e caffè in bicchieri di vetro e tazze di porcellana o deve usare bicchieri e tazze monouso in plastica e carta grazie

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