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Cos’è e Come si Prepara la SCIA per Aprire un Bar

Un documento semplice semplice ma che ha bisogno di molto lavoro. Scopriamo cos’è, come si prepara la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività necessaria per l’apertura di un locale, ristorante o bar.

Come si prepara la SCIA per aprire un bar? Quanto costa?

Il post qui sotto è la trascrizione del video sulla SCIA preparato per il nostro canale YT, e speriamo che sia quindi abbastanza leggibile. Chi volesse vedere il video può trovarlo qui:

Il nostro video su come si prepara la SCIA

La precisazione riguarda un pronostico su chi guarderà questo video o leggerà questo post:: pochi, perchè anche se il documento, e la procedura che ne consegue, cioè gli argomenti di cui parleremo oggi, sarà fondamentale per l’apertura della nostra attività, noi finiremo per saperne abbastanza poco, affidando tutto ad un tecnico, che al massimo ci chiederà, di riflesso, qualche informazione.

Come vi dicevo però è una procedura fondamentale, e riguarda il nostro progetto, il nostro sogno che diventa realtà, quindi seguiamolo con cura.

Filosofia, che poi è il terreno, l’humus dove nascono le leggi, i regolamenti.

La filosofia che guidò i passaggi che portarono alla SCIA si chiama semplificazione

Diciamo che da tempo immemore si dice come in Italia la burocrazia schiacci qualsiasi slancio imprenditoriale, e da anni si pontifica su quanti passaggi bisogna fare, quanti uffici bisogna visitare (e con cui bisogna discutere) per ottenere i permessi per aprire il nostro locale.

La politica della semplificazione, negli anni ‘90, ha portato, fra l’altro, a due sigle

  • SCIA Segnalazione Certificata di Inizio Attività
  • DIA  Denuncia di Inizio Attività

Ambedue i documenti erano e sono comunque delle autocertificazioni, dei documenti in cui l’imprenditore, colui che apre l’attività, dichiara, sotto la sua responsabilità, che può farlo, che il locale è in ordine, che tutte le normative sono state rispettate e che lui stesso ha i requisiti per aprire quella attività.

Agli enti preposti starò poi, entro un certo tempo, l’onere di controllare se quanto autocertificato corrisponde a realtà.

Semplificazione quindi nella autocertificazione e semplificazione nel fatto che, stando alla legge l’onere del controllo, l’imprenditore può andare avanti nel suo lavoro senza aspettare i tempi biblici dei controlli.

E’ comunque il momento di concentrarci sul tema del nostro video, cos’è sta benedetta SCIA? Normativa alla mano, è la dichiarazione che consente alle imprese e alle ditte individuali di autocertificare e comunicare l’inizio, la modifica o la cessazione di un’attività produttiva di tipo Artigianale, Commerciale o Industriale.

All’atto pratico è un piccolo documento, elettronico e scaricabile da internet dal sito del comune dove si vuole aprire l’attività, che dovrà essere compilato e corredato, ove richiesto, da allegati.

Diciamo che, pur essendo la SCIA, pur essendo una autocertificazione, è un documento che, esplicitamente, non è pensato per essere compilato dal imprenditore, ma da un tecnico che lo supporti (ingegnere, architetto, geometra, perito…) .

COME È COMPOSTA LA SCIA

Fisicamente parlando, la SCIA è un documento non brevissimo né lunghissimo, probabilmente è questione di percezione. Per darvi un’idea abbiamo trovato e usato per questa analisi due SCIA.

La prima è quella del comune di Torino, che consta di 26 pagine e di cui in descrizione  trovate dove è scaricabile.

Quella del comune di Viareggio, che consta di 23 pagine. Quest’ultima l’abbiamo scaricata dal sito www.impresainungiorno.gov.it/ su cui si può trovare la modulistica di molti SUAP Italiani, lo sportello unico attività produttive di cui parlavamo prima.

Innanzitutto vedremo che questi documenti sono spesso divisi fra zone non tutelate, a livello paesaggistico o ambientale, e zone tutelate, in questo ultimo caso, potrebbe essere anche il centro storico di una città d’arte, le norme saranno notoriamente più stringenti.

troveremo poi la sezione anagrafica, con i dati di chi presenta la SCIA, dichiarante fisico, ditta o azienda, eventuale amministratore delegato. 

Ancora una sezione “anagrafica” che richiede indirizzo, dati catastali e orari di apertura della attività. questi potranno essere variati in seguito presentando una “SCIA di variazione”. 

La sezione successiva ha a che fare con la eventuale trasferibilità dell’attività. Diciamo che io potrei rilevare una attività sita ad un indirizzo e spostarla ad un altro. Quest’ultima è una operazione a volte usata in aree dove non si possono aprire nuovi locali.

La sezione successiva è peculiare, perché non è focalizzata sul locale, ma sull’imprenditore stesso. Gli sarà infatti richiesto il possesso “sine qua non” dei requisti professionali e morali.

I requisiti professionali hanno a che fare con il corso SAB. non ne parliamo qui, avendoci già dedicato un video molto completo, che trovate in descrizione. I requisiti morali invece hanno a che fare con il fatto che chi presenta il documento non si sia macchiato di alcuni “reati” 

soprattutto di carattere finanziario o di frode alimentare, o ancora, non sia stato dichiarato “delinquente abituale”.

La sezione “altre dichiarazioni”  è piccola ma cattiva, ci chiede infatti se abiamo rispettato le varie norme, di carattere ambientale, edilizio o igienico, e andrà corredata da planimetrie e render che confermino la nostra dichiarazione. 

i Documenti da allegare, a corredo, sono elencati in seguito e, come vedete, sono molti e variegati, arrivando a richiedere anche i dati anagrafici dell’eventuale preposto, figura di cui abbiamo parlato nel video SAB di cui parlavamo in precedenza.

E’ in questa sezione che troviamo la richiesta che sia un tecnico, un professionista abilitato, a dichiarare la conformità tecnica della SCIA e dei suoi allegati.

Rispondere a questa sezione richiederà tempo, preparare gli allegati, richiederà tempo, e di fatto sarà il vero cuore della SCIA stessa.

Ancora, una sezione potrebbe essere, in alcune regioni, dedicata ai parcheggi, magari privati e riservati ai clienti

Alcuni altri elementi saranno legati a elementi vari e a volte bizzarri, come la presenza di fasciatoi, la presenza di cartelli che indichino la nocività dell’alcool la presenza di WI fi etc. Queste tipo di richieste fanno parte di quelle che una volta si chiamavano licenze a punti, licenze che venivano rilasciate, appunto, all’otttenimento di un certo numero di punti, che si acquisivano, appunto, anche mettendo a disposizione fasciatoi e wi fi..

Le sezioni finali sono dedicate a eventuale valutazioni sui vincoli architettonici o artistici e, ancora, sulle eventuali barriere architettoniche che potrebbero costiturire un problema per i disabili, e alle azioni messe in atto per abbatterle pedane di accesso, bagni con accesso facilitato etc.

Queste norme, in particolari casi che possono essere dichiarati nella SCIA possono essere derogate presentando la documentazione relativa.

QUANTO COSTA LA SCIA?

Il costo della SCIA in termini di diritti richiesti dal comune variano di molto, li abbiamo trovati in rete da 125 a 800€ a seconda di complessità, vincoli e tariffe del comune stesso.

Il costo maggiore però non sarà questo, ma quello del tecnico che ci seguirà nella preparazione di modulistica, planimetrie e certificazioni, Questo costo può variare, come è immaginabile, a seconda della complessità, ma difficilmente sarà sotto i 500/800€ in su.

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