Fra i requisiti per aprire un locale, ma perfino per lavorarci, c’era l’obbligo ad avere, e a rinnovare anno per anno, il libretto sanitario.
Su questo documento facciamo tre affermazioni che poi andare a ragionare in questo post: il libretto sanitario non esiste più a livello legale, sostituito dai requisiti igienico sanitari e dal sistema di autocontrollo HACCP, ma viene ancora reinterpretato come bizzarro concetto e sembra già diventato archeologia.
Cominciamo dal fondo. Prima di scrivere questo articolo, che diremo dopo perchè ci siamo decisi di postare adesso, abbiamo cercato e frugato fra le vecchie carte, per vedere se trovavamo uno dei nostri vecchi libretti sanitari per poterlo fotografare e allegare all’articolo, ma sono tutti spariti. Siamo anche in rapporti con un paio di locali abbastanza grandi, con diversi dipendenti e esistenti da molti anni, e anche lì abbiamo chiesto, solo per sentirci dire che li hanno buttati; abbiamo infine frugato la rete, ma nessun barista o cameriere o cuoco italiano dei vecchi tempi ha sentito il bisogno di fotografare il proprio libretto sanitario; tutti, insomma, noi compresi, abbiamo sentito il bisogno di liberarsi, catarticamente, di questo librettino grigino, con uno spazio per la foto e i dati anagrafici, che una volta all’anno ci costringeva a recarci alla ASL per il rinnovo, pratica che spesso si concretizzava solo con un timbro e una cifra da pagare.
Questo documento non esiste più, ed è stato superato come concetto dalla filosofia di autocontrollo dell‘HACCP, poco tempo fa però, ad un nostro corso di caffetteria e latte art, è arrivato Daniele, un simpaticissimo ragazzo di Chieti che ci ha raccontato di come nella sua zona il libretto sanitario esista ancora e goda di ottima salute, dal tentativo di derimere questa bizzarria è nato questo post.
Naturalmente gli abbiamo chiesto lumi su questa anacronistica bizzarria e Daniele ci ha confermato che ogni tre anni (non ogni anno, almeno quello) è necessario recarsi alla ASL e rinnovare il proprio libretto. Daniele ci ha anche inviato il documento con cui si fa domanda di partecipazione al corso che porta al rinnovo del libretto e che trovate qui “tessera sanitaria Chieti“.
E’ stato proprio questo documento a farci capire come in realtà la ASL di Chieti non abbia restaurato il libretto, ma lo ha interpretato diversamente. Quello che viene rinnovato ogni 3 anni infatti è l’attestato obbligatorio HACCP, obbligatorio in ogni regione; ma mentre in altre regioni questo attestato può essere rinnovato anche presso strutture private o addirittura all’interno del locale stesso, con la formazione tenuta dal proprio responsabile, la ASL abruzzese sembra “suggerire” in maniera più o meno obbligata di tenere il corso presso le loro strutture, con un costo fisso di 40€…
3 Comments
Il libretto sanitario era efficace , le nuove normative dovevano affiancarlo non sostituirlo, forse con l’aiuto di mia figlia , se vi interessa ve ne manderò qualche immagine.Oggi si è molto meno tutelati di 20 – 25 anni fa non è un opinione è un fatto, certo i mercati e le merci hanno lavorazioni e origine complesse e innumerevoli, questo non significa nulla, un gestore di fatto è responsabile sulla parola ,la propria, già questo è risibile , i corsi sono, guarda caso, a pagamento
il libretto era una tutela condivisa con un medico , terzietà ,ma , guarda caso, a pagare era il sistema sanitario. Insomma , per ora un saluto.
luigi
io possiedo un libretto di idoneita’ sanitaria rilasciato nel 1980 dal comune ufficio igiene e sanita’
qualcuno sa’ come era il regolamento di condotta da parte del gestore del bar per quanto riguarda il controllo del personale da parte delle autorita’. se esisteva un registro in cui veniva annotato il personale che lavorava ne l bar?
Anche io nel 1989 facevo il rinnovo annuale del libretto sanitario. Ricordo che oltre a pagare mi davano 3 pastiglie ma non ricordo per cosa…. Qualcuno ricorda a cosa servivano?