Ultimo aggiornamento: 25 Maggio 2021
Molte cose, viste da lontano, sembrano più semplici di quelle che sono. Non la burocrazia, che, a mio parere, è invece più complicata vista da fuori che da dentro. Una volta che si entra nel bizzarro “modo di ragionare” delle scartoffie, questa diventa più comprensibile.
Questa regola vale, a mio avviso, anche guardando ai requisiti che servono per aprire un bar e risponde bene anche alla classica domanda: che attestati servono per aprire un bar?
Bene: gli attestati necessari sono 3, ma forse anche solo 2, ma forse anche nessuno,
Una risposta un po’ confusa (come la burocrazia quindi?) ma che in realtà parte dalla necessità di definire che tipo di attività apriremo e che ruolo vogliamo ricoprire nel nostro locale.
Chiaro che se leggiamo questo post il ruolo a cui puntiamo sarà quello di imprenditore, la nostra idea sarà quella di aprire un nostro bar ed esserne quindi capo supremo e responsabile in tutto e per tutto.
Anche da imprenditore si può però decidere (soprattutto se si hanno dipendenti) di delegare. Potremo decidere per esempio di essere o meno referenti per alcune aree del locale, come responsabile per area igienico sanitaria (HACCP) o per l’area antinfortunistica (responsabile Rspp). Sarà inoltre da vedere se vorremo essere il detentore dei cosiddetti “requisiti professionali” o se preferiremo avvalerci di un preposto.
Ma andiamo con ordine. I tre tipi di attestati che possono servirci per aprire un locale sono:
Vediamoli uno per uno
Uno dei passi fondamentali per l’apertura di un locale sarà la preparazione e l’invio al SUAP della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) il documento con cui dichiariamo che l’attività che ci apprestiamo ad aprire è conforme alle normative e che quindi può aprire; una autodichiarazione insomma.
Fra le tante voci, planimetrie e allegati che compongono la SCIA due voci ci riguardano da vicino, ci verrà infatti richiesto se abbiamo i requisiti morali e quelli professionali per aprire un bar.
Ai requisiti morali (si, si chiamano così) abbiamo già dedicato un post. I requisiti professionali possiamo invece dimostrare di averli in diversi modi.
A queste alternative abbiamo dedicato un post dettagliato.
Se non abbiamo tutto questo dovremo invece passare attraverso un corso per ottenere un attestato SAB.
Questo attestato si ottiene partecipando ad un corso della durata di 120/150 ore e dal costo che sul mercato si aggira dai 500 agli 800€. Il corso è organizzato da numerose associazioni come Confersercenti, o dalle Camere di Commercio.
Se il corso SAB può essere evitato avendo studiato, lavorato etc, non potremo invece evitare di prendere parte ad un corso HACCP. in realtà questo corso si può meglio definire come parte di un percorso, che ci accompagnerà in ogni giorno di vita del locale.
In questo percorso l’attenzione è focalizzata sugli aspetti igienico/sanitari, quindi sull’evitare contaminazioni e pericoli dovuti a alimenti scaduti o scarse condizioni igieniche e di conservazione dei cibi.
Il corso e il relativo attestato lo dovranno prendere tutti quelli che nel locale hanno a che fare con il cibo, quindi anche il cameriere part-time. Si tratta ti un corso meno impegnativo di quello SAB. La durata è infatti di sole 4-12 ore, a seconda della mansione (e della regione in cui abbiamo il locale). Il costo del corso, che viene massicciamente proposto anche online, si aggira ormai in poche decine di Euro.
Attenzione però, se il SAB, come il diamante, è per sempre, così non è per il corso HACCP, che deve essere rinnovato ogni 2/ 5 anni, sempre a seconda dei regolamenti regionali.
Questo corso non può essere evitato, ma non è detto che il responsabile dell’area (che dovrà sostenere un corso più lungo e che sarà chiamato alle responsabilità del piano di autocontrollo) debba essere il proprietario. Negli alberghi, ad esempio, il responsabile è quasi sempre il direttore o il food and beverage manager.
La certificazione di partecipazione al corso HACCP nostra e di tutti i dipendenti andrà tenuta all’interno del locale e mostrata in caso di controlli.
Molto di ciò che abbiamo detto per l’HACCP vale anche per l’area di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Anche in questo caso il corso devono farlo tutti quelli che lavorano nel locale e va periodicamente “rinfrescato”.
La figura del responsabile, che anche in questo caso non deve essere necessariamente il proprietario, viene denominata RSPP, cioè “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione”.
Importante differenza rispetto all’HACCP, questa figura è obbligatoria solo se nel locale c’è almeno un lavoratore dipendente, o un lavoratore ad esso comparabile (un familiare o coniuge).
Il corso che porta all’attestato RSPP ha una durata di 16 ore (quando si parla di livello di rischio basso, il più tipico nel mondo dei bar/ristoranti. Questa durata sale a 32 o 48 ore nel caso di rischio rispettivamente medio e alto di solito legato ai locali che fanno intrattenimento, come le discoteche.
All’interno del corso si lavoro per individuare e valutare i fattori di rischio, si segue (di solito con il supporto di un tecnico esterno) i programmi di formazione dei dipendenti e i piani di sicurezza aziendali.
Riguardo ai costi dei corsi per la sicurezza bar abbiamo fatto un po’ di ricerche in rete, trovando costi abbastanza vari, da 130 a 300€
Con questo corso termineremo la nostra formazione, e avremo completato tutti gli attestati che servono per aprire un bar. La nostra avventura può cominciare!