Ultimo aggiornamento: 29 Maggio 2017
Sono venuti a fare un corso, per aumentare la loro professionalità e competenza. Professionalità e competenza che, dalle loro parole, capiamo debba essere vastissima se si vuole aprire una attività di catering, di organizzazione rinfreschi, banchetti ed eventi. Con Costanza e Francesco, che portano avanti a Firenze un’impresa che si occupa, appunto, di catering, abbiamo avuto modo di fare una chiacchierata su questo settore dell’ospitalità che non si svolge fra le solite quattro mura ma si muove, spesso in location suggestive.
Ma partiamo dall’inizio: cos’è, precisamente, il catering?
Tecnicamente il concetto nasce con la necessità di rifornire di cibi e bevande mezzi in movimento, come navi o treni; ormai però il concetto viene allargato a tutti quei contesti in cui c’è bisogno di servire cibo (a comunità, non per un pic nic!) in un contesto diverso di quello in cui il cibo è stato preparato. Il concetto di catering viene però ormai suddiviso in due aree:
Bene, una volta definito che cos’è, vediamo di seguire passo per passo la sua attività.
Attenzione, non è una domanda che ha a che fare con burocrazia o requisiti di legge, è una domanda quasi filosofica!
Gestire una attività di catering richiede competenze ben più spiccate e complete rispetto ad una ristorazione “stabile” infatti dovremo essere in grado di:
Ci sentiamo pronti? Allora partiamo!
I requisiti e i permessi per aprire una attività di catering sono gli stessi che bisogna ottenere per aprire un locale. Si parte quindi da:
Su quest’ultimo punto, di cui abbiamo spesso parlato, c’è da dire che una attività di catering ha spesso difficoltà in più, maggiori punti critici rispetto ad una classica attività di ristorazione.
Pensiamo infatti che noi dovremmo cucinare in un contesto, di solito quello della nostra cucina professionale (che dovremo avere) quindi trasportare i cibi, in furgoni a temperature controllate per mantenere la catena catena del freddo o del caldo, e farlo arrivare nella destinazione del catering o del banchetto, a volte riscaldandolo, assemblandolo e in alcuni casi perfino cucinando sotto tensostrutture preparate per la bisogna. Il tutto riuscendo a evitare contaminazioni fra i vari passaggi.
Sono questi tutti punti che andranno chiariti e circostanziati nel nostro piano di autocontrollo e che, nella loro esecuzione, presupporranno una notevole organizzazione e capacità di gestione, quelle di cui parlavamo all’inizio del nostro post.
Eccoci arrivati ad un aspetto importante del nostro percorso: dove trovare i soldi per aprire l’attività di catering.
Attenzione: come avrete capito dall’inizio e come potete leggere nell’intervista qui sotto, se vogliamo partire con un vero catering con prospettive di successo, gli investimenti non saranno piccoli. Tanto per fare un elenco incompleto, dovremmo pensare a finanziare:
Gli investimenti sono quindi cospicui, e non si può partire per metter su una attività di catering con pochi investimenti. Per finanziare una attività di questo tipo potremmo pensare di rivolgerci ai classici canali con cui si finanzia una attività.
Ok, tutto pronto: abbiamo organizzato tutto e trovato i finanziamenti, ma dove trovo i clienti? Beh, i clienti di un catering sono individuabili con una certa facilità:
Nel caso 1, dovremo scrivere e cercare di incontrare le aziende, proponendoci a loro con un listino, i servizi che siamo in grado di offrire e tutta la nostra flessibilità, tutti elementi fondamentali per le aziende.
Nel caso 2 dovremmo proporci nel mondo delle cerimonie, con un sito internet e sopratutto con tanto passa parola, come potete vedere nell’intervista sotto.
Nel caso 3 dovremo probabilmente partecipare ad aste e concorsi pubblici per aggiudicarsi, di solito con una offerta al ribasso, l’appalto per il catering.
Veniamo adesso alla nostra intervista…
Costanza e Francesco, come si parte con una attività di catering e banchetti?
Con fatica, e per due motivi. Per prima cosa bisogna farsi conoscere. A volte ci vogliono anni, si lavora bene sperando sul passaparola, che secondo noi è ancora il miglior modo per promuoversi, così, man mano si trovano clienti. Il secondo motivo è spesso origine di un malinteso. Leggiamo spesso, anche su internet, che aprire una attività di catering costa meno che un ristorante, ma in realtà può essere vero il contrario. Se lo si vuol fare bene ed essere competitivi alla lunga, è necessario un investimento importante; in cucine, attrezzature, piatti, posateria, tovagliati, furgoni e strutture. Tutto questo si può noleggiare, ma questo alla lunga diminuirà i ricavi.
Potete darci una idea di questi costi?
Possono variare moltissimo, ma sicuramente siamo sull’ordine di varie decine di migliaia di Euro
Costi di personale?
Se il personale, camerieri, barman e altri, per il banchetto vero e proprio ha contratti a chiamata, sicuramente dobbiamo aver assunto almeno un cuoco e un aiuto cuoco, a meno che non siamo noi stessi ad avere queste competenze.
Facile capire che sia una domanda impossibile da rispondere, ma per dare una idea ai lettori, con una struttura così quanti eventi bisogna organizzare all’anno per “andar bene”?
Dovendo rispondere “a cazzotto” direi una sessantina, qualcosa in più di uno a settimana, e considerate che l’autunno e l’inverno si lavora sempre un po’ meno.
Noi pensiamo a matrimoni, ma certamente fare catering non è solo questo…
Certamente, ci sono mille altri contesti dove si può aver bisogno di organizzare una forma di ristorazione “smontabile” ad esempio cresime, battesimi e comunioni, ma anche pensionamenti, cene di lavoro, cinquantesimi, e perfino cene a tema (in effetti abbiamo partecipato anche noi di Aprireunbar ad una recente cena a tema caffè) e, in certi casi, forniture per mense.
E l’organizzazione del catering stesso? Da dove si comincia?
Si comincia anche mesi prima, prendendo in considerazione ogni dettaglio; dettagli che raramente vengono focalizzati dal cliente, ad esempio sul tipo di tovagliato, tipi di piatti, strutturazione del buffet, oltre ai piatti che saranno serviti e allo svolgimento dell’evento. La giornata stessa poi ci vede montare tutto nella villa, nella location scelta. Se la villa non ha una cucina, si può provvedere anche al montaggio di una tensostruttura.
Quali sono le tendenze?
Si riduce la classica cena al tavolo, si fa ancora, ma buona parte dell’evento è dominato, all’inizio, da un megabuffet, in stile grande aperitivo.
Come si diventa migliori nel catering, come ci si distingue?
Con la professionalità e nell’approccio con il cliente, essendo flessibili e dando opzioni, venendo incontro ai loro desideri, suggerendo soluzioni alternative, permettendogli di costruirsi ogni dettaglio di quello che spesso, per lui, sarà una giornata straordinaria…
L’evento più strana che avete organizzato?
Una ragazza, neo sposa, voleva una apparecchiatura tutta nera, really dark!
Possiamo contattarvi?
Certo, per esempio scrivendoci a: [email protected]