Ultimo aggiornamento: 15 Settembre 2021
Periodicamente ritornano. Periodicamente ai nostri corsi di gestione bar arrivano studenti con una domanda ben precisa: ha senso aprire un bar all’interno di un circolo ricreativo, come associazione privata? Quali sono i vantaggi di questa forma di associazione? Quali gli svantaggi? Come si apre un circolo ricreativo con bar?
A indirizzare queste persone verso l’idea di apertura di un locale in forma legale di circolo è il miraggio dei forti sgravi fiscali di cui godono questi locali, sgravi fiscali che sono però loro consentiti proprio perché non devono essere dei locali, dei bar propriamente detti, ma solo delle strutture accessorie di supporto ad un’altra attività.
Complicato? Cominciamo dall’inizio.
Prima di vedere come si apre un locale in un circolo vediamo di capire cos’è veramente un circolo. Esso può essere definito come segue:
Un circolo associativo è una struttura che non ha per scopo una attività commerciale, di profitto o di lucro, ma solo la divulgazione, la pratica e la condivisione fra i suoi soci di una attività benefica, culturale o di carattere sportivo, da cui non viene ricavato alcun profitto.
E il bar? Il bar, o qualsiasi struttura destinata a creare introiti avrà solo la funzione di finanziare il vero scopo del circolo, quello culturale o correlato. Per fare un esempio pratico, in un circolo di musica jazz i proventi del bar andranno a pagare il cachet della serata al sassofonista che viene a suonare, chi gestisce il bar lo farà solo per amore della buona musica.
Per legge i circoli associativi possono essere inquadrati in tre macro categorie:
I circoli che rientrano nelle categorie che abbiamo elencato sopra hanno effettivamente diversi vantaggi rispetto ad un normale bar o ristorante aperto “per scopo di lucro”. Infatti, in considerazione delle finalità benefiche per cui sono aperti lo stato consente loro uno “status privilegiato”. Fra i più importanti vantaggi:
Ancora, è spesso possibile ottenere convenzioni sulle piattaforme Tv come SKY o Dazn e facilitazioni dalla SIAE.
Tutti vantaggi che fanno sicuramente gola. E che fanno gola lo sanno anche i funzionari addetti ai controlli, che staranno molto attenti a verificare che il circolo sia tale, e non soltanto un bar travestito. Per i loro controlli verificheranno sia le tessere associative degli avventori, sia le attività del circolo sia i libri contabili e lo statuto.
Se non posso guadagnarvi nulla, perché dovrei aprire un circolo con il bar? Vero che amo la musica e il mio quartiere, oppure che sono un grande tifoso della squadra di pallavolo della mia zona, ma devo pur vivere di qualcosa no?
Il fatto che un circolo sia aperto senza fini di lucro non vuol dire che non vi si può guadagnarvi da vivere. Nello statuto potremo infatti dichiarare che i soci che vi prestano la loro opera potranno avere un compenso, uno stipendio che risulterà come “uscita” dal bilancio del circolo. L’importante sarà che eventuali utili di bilancio vengano riversati sulle attività dell’associazione.
Un circolo non si apre quindi per fare soldi, se non per il compenso, il motivo (sociale, culturale, sportivo) per cui lo apriamo sarà quindi il primo elemento che dovremo chiarire per avviare la procedura di apertura di un circolo, sia a noi stessi sia alle autorità.
Per definirlo chiaramente e per spiegarlo alle autorità dovremo preparare uno statuto, un documento che illustra in maniera dettagliata lo scopo del circolo e le attività che porterà avanti.
Potete trovare un fac simile di uno statuto, a cui fare riferimento per scrivere il proprio, a questo link.
Questo statuto dovrà essere accompagnato da un atto costitutivo. I documenti dovranno anche individuare un presidente della associazione e il nome di almeno altri 6 soci fondatori (una associazione deve essere, è chiaro, un gruppo di persone che condividono uno scopo).
Con questi documenti ci recheremo alla Agenzia delle Entrate dove registreremo la associazione. In questa sede richiederemo anche il codice fiscale e pagheremo la tassa di registro. E in questa fase che incontriamo gli unici veri costi per aprire un bar in un circolo:
Sarà anche necessario, o perlomeno molto utile, affiliarsi ad ente nazionale di promozione. Fra questi l’ARCI è sicuramente la più nota. Questa affiliazione (immaginatela come una specie di Confcommercio per i circoli) permetterà di godere di numerose convenzioni e vantaggi.
Se questi sono i passaggi per l’apertura del circolo altri sono i passi per l’apertura del bar interno, vediamoli nel prossimo capitolo.
Come abbiamo visto, l’attività di somministrazione all’interno di un circolo può essere aperta senza il problema della licenza e ancora più importante, senza il vincolo della destinazione d’uso; di fatto si potrebbe aprire un circolo anche in casa propria.
Si potrebbe, ma non è così facile, perché la legislazione che vige per un normale bar come per un circolo è quella sanitaria, e gli spazi dove si va ad aprire devono risultare perfettamente a norma come superfici, rivestimenti, attrezzatura e tutto quello che concerne l’HACCP.
Per l’apertura del locale dovremo quindi preparare una SCIA, che contenga tutte le informazioni di carattere edilizio, di sicurezza, di impiantistica, igienico sanitari e perfino legate ai requisiti personali. Trovate tutte le informazioni sulla SCIA in questa pagina.
Secondo diverse fonti poi, il bar interno di un circolo ha anche altre limitazioni: non può avere un accesso diretto alla strada, non può avere insegna e nella sua comunicazione l’attività di ristorazione deve sempre risultare in sott’ordine rispetto a quella culturale. Queste limitazioni hanno spesso delle deroghe di carattere locale.
Ultimo vincolo: tutti i clienti che entrano devono essere soci muniti della tessera rilasciata dal circolo stesso, altrimenti sono dolori, che possono arrivare fino alla chiusura del circolo.
Anche se abbiamo detto che un circolo non è un bar o ristorante, di fatto un circolo E’ un bar o un ristorante; quindi dovrà confrontarsi e fare (e subire) concorrenza con attività di questo tipo.
Poter aprire un circolo bar (o un ristorante) ci darà, è chiaro, subito un certo vantaggio competitivo, visto che avremo una tassazione più favorevole che potremo usare per abbassare i prezzi di vendita dei prodotti.
Di per contro, dovremmo poter accettare solo i clienti che hanno la tessera del nostro circolo, e dovremmo accettare diverse limitazioni in promozione e pubblicità.
Continuo ad usare il condizionale, perché in realtà vediamo spesso circoli, magari aperti anni prima, che le attuali limitazioni fossero introdotte, che hanno accessibilità e visibilità da attività vera e propria.
Come ultima considerazione diciamo che chi si reca in un circolo spesso si aspetta (ed è disposto ad accettare) un servizio più “alla buona” (a meno che non sia un circolo ufficiali!) ma di solito si aspetta anche prezzi un po’ più bassi della media. Teniamone conto, la percezione vuole la sua parte!