Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre 2019
Quella di aprire un’attività, un bar italiano o un locale in America è un’opportunità interessante e affascinante, specialmente nel settore della ristorazione e a livello più generale nel food&beverage. Negli ultimi cento anni, gli Stati Uniti hanno continuato a incorporare i più diversi stili e generi culinari, arrivando ad essere il paese con il più alto tasso di concentrazione di ristoranti etnici e di specialità tipiche. Gli USA sono uno di quei paesi dove la cucina italiana non passa mai di moda ed è anzi un classico senza tempo, e negli ultimi quindici anni anche la cultura del bar e della caffetteria (spesso di alto livello) ha visto un notevole incremento di popolarità tra la popolazione.
Gli Stati Uniti mostrano peraltro, anche adesso, una congiunzione economica positiva e relativamente desiderabile per chiunque voglia decidere di mettersi in proprio e aprire un’attività come imprenditore, ciononostante aprire un locale in America vuol dire sottoporsi a tutta una serie di attività burocratiche, istituzionali e fiscali che devono essere svolte per ottenere i permessi necessari a lavorare sul suolo americano ed essere perfettamente in linea con la legge.
Premettiamo che le procedure che regolamentano l’apertura di un locale commerciale in America non sono molto complicate, e nella maggior parte dei casi sono veloci e poco costose. Vediamo quali sono i punti principali da seguire per aprire un’attività negli USA:
Nel caso in cui si intenda trasferirsi in America per aprire un locale e lavorare (che si tratti di un bar, un ristorante o una caffetteria), la prima cosa da fare è ottenere l’apposito visto lavorativo, che nel caso di attività rivolte al food&beverage è quasi sempre il visto E-2, temporaneo e non permanente. Vi è anche la possibilità di richiedere il visto EB-5, destinato ai grossi investitori, e quello L-1, che è indicato nel caso si sia stati assunti come manager di un ristorante. La scelta del visto non è immediata ed è necessario consultare il consolato o l’Ambasciata USA in Italia per essere sicuri di quale iter seguire.
Al momento della richiesta del visto E-2 occorre specificare che tipo di investimento si vuole compiere a livello commerciale, e tale investimento deve essere ritenuto “substantial”, ovvero idoneo a far presumere la buona riuscita del progetto. Non è stabilita una soglia minima di investimento, ma è molto improbabile che venga accolta una domanda di visto se l’investimento risulta inferiore agli $80,000 / $100,000.
In aggiunta, possono beneficiare del visto E-2 sia gli investitori del locale sia i loro dipendenti, purchè abbiano la stessa nazionalità dell’investitore e ricoprano posizioni di tipo manageriale o specialistico. Il visto E-2 ha una durata iniziale di 5 anni, ma può essere rinnovato senza limitazioni purché continuino a sussistere le condizioni iniziali.
Una volta ottenuto il visto lavorativo E-2, il primo presupposto per aprire un’attività è creare una società commerciale di diritto americano, essenziale per poter stipulare tutti quei contratti commerciali finalizzati all’apertura del locale, come il contratto di affitto (commercial lease agreement) e le varie polizze assicurative.
Secondo la legge americana, chiunque ha il diritto di aprire un’attività in suolo americano, a prescindere dal possesso della cittadinanza o meno. In alcuni Stati, ad esempio in Nevada, la procedura è ancora più semplice, visto che dopo un solo anno dall’apertura dell’attività è possibile richiedere e ottenere la cittadinanza.
Al momento di creare una società, è indispensabile ai fine legali scegliere il nome e la struttura legale di cui vogliamo dotarci. La forma societaria più indicata per aprire un’attività improntata sul food&beverage è la LLC (Limited Liability Company), che equivale alla nostra società a responsabilità limitata. Per aprire una LLC è sufficiente aver scelto il nome legale dell’attività, ovvero quello del proprietario o degli eventuali soci, dopodiché è necessario ottenere l’EIN, il codice identificativo che si ottiene dal fisco americano.
Una volta gettate le basi per costituzione della propria società, i primi due step burocratici da tenere presenti riguardano il profilo fiscale e sono:
Per quanto riguarda la scelta del nome del proprio bar negli USA, è importante assicurarsi che il nome che si ha intenzione di usare non sia già usato da altre aziende. Per esserne sicuri,è possibile fare una ricerca online digitando la parola GreenBook, consultare il database del Patent and Trademark Office (l’ufficio brevetti americano) o, in alternativa, recarsi presso l’apposito ufficio della città in cui si intende lavorare. Accertato che un determinato marchio è libero, si può procedere con la registrazione presso l’ufficio brevetti.
Una volta sostenuto tutto l’iter burocratico richiesto a chiunque desideri aprire la propria attività, prima di poter aprire il proprio locale e dare inizio agli affari è essenziale presentare domanda per ottenere tutti quei permessi e licenze necessari per gestire un locale orientato al food&beverage, che si tratti di un semplice bar, un’osteria tipica o una catena di ristoranti. Mentre alcune licenze sono obbligatorie per tutte le attività, altre dipendono dalla struttura e dal tipo di servizi che vengono forniti. Ecco tutti i permessi o licenze previsti dalla legge americana:
L’iter legale, commerciale e burocratico da seguire per aprire un locale negli Stati Uniti non è tra i più semplici o veloci, principalmente a causa di tutta la sequela di permessi e licenze che devono essere richiesti e ottenuti per poter avviare il business senza correre il rischio di incorrere in multe, sanzioni o penalità.
Tuttavia, una volta intrapresi i primi step, gran parte delle operazioni saranno automatiche e di facile approccio: gli Stati Uniti possono infatti contare su un livello di efficienza burocratica molto alto, dato dal fatto che è il singolo Stato di riferimento (quello in cui si è deciso di investire con la propria attività) ad occuparsi individualmente della questione.
Avviare un locale nell’ambito food&beverage in un paese straniero, specie se vasto come l’America, richiede comunque un’attenta analisi dei costi/benefici e delle reali opportunità di successo dell’attività.
Come sempre suggeriamo a chi è interessato ad aprire un bar o un ristorante all’estero, il nostro primo consiglio è quello di fare una ricerca su internet sostanziosa e prepararsi a visitare il posto (magari con la scusa di una vacanza) in modo da poter fare un sopralluogo preliminare e valutare elementi quali possibile clientela, attività concorrenti, possibilità di investimento, costi e riscontri attesi. In America più che in altre parti del mondo, la scelta dello Stato e della città in cui aprire il proprio locale avrà delle conseguenze molto importanti, dal momento che Stati diversi offrono benefit, opportunità e iter burocratici diversi.
Dopo tanti elementi burocratici poi, potete leggere una esperienza vera, scritta da chi ha davvero aperto un locale in America, la trovate su questa pagina.