Ultimo aggiornamento: 13 Luglio 2014
Alla cassa del nostro locale ci troveremo ad emettere sia scontrini fiscali che scontrini parlanti che fatture. Vediamo le differenze, e quando un cliente può aver bisogno dell’uno e dell’altro.
Nelle fasi di apertura del nostro locale dovremo preoccuparci, oltre al miliardo di cose che possiamo immaginare, anche di metterci in condizione di emettere documenti fiscali per i clienti che acquisteranno beni e servizi nel nostro bar. In un bar, pub e locale in genere, i documenti fiscali che di solito sono emessi sono tre: lo scontrino fiscale, lo scontrino parlante e la fattura. Nel caso di un ristorante ci potremmo trovare ad emettere anche una ricevuta fiscale.
Quattro tipi di documenti quindi, ma, cominciando a ragionare sulle differenze fra questi documenti vediamo che le categorie sono due: quelle con IVA esposta e quelle senza. Abbiamo già visto in questo post cos’è l’IVA, l’imposta sul valore aggiunto; esporla vuol dire scorporarla dal totale ed evidenziarla sul documento fiscale. A questo scopo risponde appunto la fattura, mentre lo scontrino e lo scontrino parlante non espongono la fattura.
La fattura viene richiesta per poter detrarre l’IVA, generalmente quando si fanno acquisti di beni e servizi per la propria attività (come baristi potremmo chiedere la fattura proprio quando compriamo le ricevute fiscali o quando acquistiamo generi alimentari che ci serviranno per il nostro bar).
Alla cassa del nostro locale ci capiterà spesso di sentirci chiedere la fattura, ma, magari solo chiedendo, potremmo capire che il nostro ha solo bisogno di un documento per documentare una spesa, magari per farsela rimborsare. In questo caso basta uno scontrino parlante, vale a dire un normale scontrino fiscale riportante però i dati del cliente, e soprattutto il suo codice fiscale; in pratica, così facendo, lo scontrino sarà di sicuro attribuibile a quel singolo cliente.
Lo scontrino semplice non conterrà invece ne i dati fiscali ne esporrà l’IVA, e potrebbe perfino non riportare le singole voci degli acquisti, potrebbe andar benissimo, come in molti casi accade, diciture come il classico “pasto completo”.
E’ da notare che la differenza per noi esercenti sta solo nella fatica (peraltro molto modesta) che ci richiederà la compilazione di un documento come una fattura o uno scontrino parlante, ai fini fiscali non cambierà assolutamente niente.
3 Comments
[…] che questo problema sarà più sensibile per i bar che per i ristoranti, che generalmente emettono scontrini e ricevute di valore ben più alto, ma sarà più che opportuno […]
scusate se non commento in quanto sono perfettamente daccordo sulla emissione degli scontrini fiscali. IO PERO’ VORREI FARE UNA INTERPELLANZA in quanto sono una tabaccheria e l’ufficio delle entrate mi contesta in quanto nel2010 vendevo una bottiglietta d’acqua da 1/2 litro a 0,50 cent.anziche’ ad un euro ,cosa che secondo loro non produceva reddito,ed in piu’ asseriscono che presumevano che io non emettessi scontrini fiscali.La cosa mi sembra assurda in quanto io per quel genere di prodotto li ho sempre emessi comprese caramelle e cioccolati (si vuole oltretutto informare che l’incidenza di tali prodotti sul mio utile e’ del’1%) cosa che a me serve per attirare la clientela per l’acquistodel tabacco lotto slot gratta e vinci . FACCIO PRESENTE CHE OGGI NEL 2015 VENDO L’ACQUA A 0’70 .GRADIREI SE POSSIBILE UNA RISPOSTA DA PARTE VOSTRA COME COMPORTARMI VISTO CHE SAREI ANCORA SANZIONABILE
GRAZIE Carlo monti
La mia Email e’ quella sopra indicata
che tipo di carta si usa per scontrini e fatture?