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CERCARE LAVORO COME BARISTA ALL’ESTERO

Come trovare lavoro in un bar o ristorante all’estero? Cosa serve per lavorare in un ristorante a Londra o in Australia? Consigli burocratici, tecnici e (anche) umani su come ripartire all’estero, da barista.

 

Trovare lavoro come barista all'estero

Una barista della catena americana Starbucks.

Raffaella e Andrea per un progetto comune in Australia, Simone e, poche settimane dopo, Giulia per Londra, Eva per Berlino, Samuele per New york e altri ancora, sono sempre di più i ragazzi che vengono ai nostri corsi di caffè e cappuccini con il progetto di cambiare nazione, trasferirsi all’estero e cercare lavoro come barista in Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Spagna o in Nuova Zelanda (a proposito, volete leggere la nostra intervista su come trovare lavoro in un bar o ristorante in Nuova Zelanda? Leggete qui). Ma come muoversi per cercare lavoro all’estero in un bar, come barista o come cameriere?

LA BUROCRAZIA PER LAVORARE ALL’ESTERO

Il primo aspetto da curare, banale a dirsi, e il capire se potremo rimanere, e sopratutto lavorare, nella nazione dove pensiamo di andare. Ogni nazione ha diverse regolamentazioni sull’immigrazione e se praticamente in tutte, noi, come membri della comunità europea, non abbiamo problemi a recarvisi come turisti, non è detto che ci sia permesso cercarvi lavoro. Fra le nazioni più battute, l’Australia ha diverse soluzioni di periodi di lavoro-vacanza e di lavoro vero e proprio; il sito più attendibile dove trovare notizie su come trasferirsi in una nazione che, al momento, non sembra davvero conoscere la parola crisi, è proprio quello del governo australiano, lo trovate qui. Lavorare come barista negli Stati Uniti non è facile, sono assai restrittivi negli ingressi, con quote stabilite annualmente, al riguardo potete trovare molte info qui. Lavorare in un bar o ristorante a Londra è la mitica esperienza (Londra, lo sapete, è strapiena di Italiani) anche perché non è affatto difficile, per i cittadini europei, potervi rimanere (ora con la brexit vediamo…). Ben altra cosa, sembra, è invece trovarvi lavoro, se una volta era facilissimo, adesso il mercato si è molto ristretto, anche perché, chi si è recato a Londra, avrà davvero visto, come luogo comune vuole, che è piena di Italiani… Un’idea da spendere: la catena di caffetterie “Caffe Nero” fa in modo di avere in ogni Shift, ogni turno, almeno un italiano, per marcare il suo core di caffè all’italiana.

Queste le nazioni classiche, ma se domandaste a me non avrei dubbi a dirvi che le nazioni giuste per cercare lavoro sono adesso quelle dell’estremo oriente, il viaggio è lungo e ci si sente molto stranieri, ma la Cina o le nazioni vicine sono dei veri calderoni ribollenti di opportunità! per chi volesse lavorare in Cina per esempio (ma perché non Singapore o Hong Kong per esempio) può trovare info qui.

COSA SAPER FARE PER LAVORARE IN UN BAR ALL’ESTERO

Oltre a quello burocratico c’è da considerare il punto di vista tecnico, quello delle competenze; cosa bisogna saper fare per trovare lavoro all’estero? E’ finito, purtroppo, l’era in cui bastava essere italiani per essere automaticamente i migliori baristi del mondo; adesso molte nazioni sono decisamente molto avanzate in questo settore, come leggiamo in questo post sui bar di Londra, quindi, per cercar lavoro all’estero come barista dobbiamo metterci in testa di lavorare bene. Per chi non ha molta esperienza naturalmente fare qualche corso di barista per l’estero, qualche full immersion di cappuccino può aiutare molto, magari corsi barista in inglese! (Si trovano anche in Italia, in questa scuola). E, sopratutto per le nazioni anglosassoni, potrebbe aiutare fare una certificazione SCAE come barista.

Abbiamo parlato nel post di Caffè nero, una catena inglese, ed è bene ricordare come, lavorando all’estero, troveremo in molte nazioni che il mondo delle catene, alla Starbucks maniera, per intendersi, può coprire anche il 50% del mercato del caffè;  queste catene hanno una standardizzazione molto alta, e cominciare a lavorare per loro comporta in genere manuali da studiare e un training che talvolta può essere lungo anche un mese, in parte in aula e in parte nel punto vendita, training che, vale la pena di saperlo, è generalmente pagato in maniera corretta.  Infine e da considerare come molte di queste nazioni, e molte di queste catene hanno una mobilità sociale molto alta, un ragazzo sveglio e con voglia di fare bene, può ritrovarsi in pochi mesi a passare dal ruolo di ultimo dei camerieri ad un ruolo di manager di bar, e poi più su….

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2 Comments

  1. Vincenzo ha detto:

    Mi piacerebbe Continuare il mio lavoro di Barista, ma non piu in Italia, bensì all’estero .
    Attendo vostre risposte =)

  2. maria90 ha detto:

    Sono maria ho 23 anni e amo il mio mestiere faccio la barista responsabile da 10 anni mi piacerebbe farvi assaggiare il mio caffe napoletano doc ho tanta voglia di lavorare aiutatemi

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