Ultimo aggiornamento: 15 Aprile 2021
La legislazione italiana, nel articolo 2 bis della legge 75 del 24 aprile del 2002 chiarisce che una insegna è “Una scritta in caratteri alfanumerici realizzata e supportata con materiali di qualsiasi natura installata nella sede dell’attività o nelle pertinenze accessorie dell’attività stessa”
Su queste insegne, come strumento pubblicitario, si paga una tassa, chiamata “Imposta comunale sulla pubblicità”. Questa tassa viene naturalmente declinata in molti modi, a seconda del mezzo pubblicitario e di cosa promuove (dal manifesto per lo spettacolo teatrale all’annuncio di “affittasi” per una abitazione) nel caso di un negozio, bar o locale sarà fatto un “calcolo superficie insegna pubblicitaria” si misureranno cioè i metri quadrati dell’insegna, e a seconda della sua estensione si pagherà la tassa.
In questo stesso post abbiamo riportato, per diversi anni, abbiamo potuto rispondere molto ottimisticamente ad una classica domanda “Quando non si paga la tassa sull’insegna del negozio?”. Le fonti che avevamo infatti segnalavano che questa imposta sulla insegna non era dovuta se questa misurava meno di 5 metri quadrati.
Il testo qui sotto, in corsivo, è quello che riportavamo prima. Dopo aver spulciato alcuni regolamenti comunali, la realtà sembra adesso diversa.
L’imposta comunale sulla pubblicità è dovuta per insegne superiori ai 5 metri quadri e viene calcolata sulla superficie totale dell’insegna, comprensiva di cornici, quindi per un’insegna di 7 metri quadrati con una scritta di due metri quadri si pagano comunque per 7 metri.
C’è da dire che le superfici fra i 5,50 e gli 8,50 metri sono sottoposte ad una maggiorazione del 50% sulla tariffa base e quelle di oltre 8,50 metri pagano invece una maggiorazione del 100%, la stessa maggiorazione è richiesta per le insegne luminose. Sono sottoposti a pagamento anche i cassonetti luminosi della pubblicità, per esempio, del caffè, quando questi appaiono insieme all’insegna dell’attività.
Cosa fare? Il gestore del bar, prima di iniziare la pubblicità deve presentare al comune la dichiarazione dei mezzi pubblicitari utilizzati riportante superficie e grafica dell’insegna. Stessa operazione deve essere fatta in caso di variazione di una insegna esistente.
L’esempio pratico del canone annuo di un’insegna luminosa di 5.75 MQ può essere il seguente:
Totale imposta per 6mq (arrotondato al mezzo metro superiore) 204,42
Come detto, quello sopra in corsivo è il vecchio testo. Dobbiamo aggiornarlo, soprattutto tenendo conto che le imposte sulle insegne sono, appunto, comunali, e a livello comunale viene deciso il loro ammontare.
Per fare un esempio pratico del calcolo della superficie di una insegna pubblicitaria e della relativa imposta, pensiamo ad un’insegna illuminata (ma non retroilluminata, quindi con un faretto che la illumina ma non su uno scatolato con luce interna) di 3 mtq, e vediamo a che I.C.P. (Imposta Comunale Pubblicità) essa viene sottoposta nelle varie città italiane.
La lista non è sicuramente esaustiva, vuole soltanto dare un’idea delle tariffe generalmente applicate.
Importante chiarire che i metri quadri sono riferiti alle misure complessive di tutte le insegne, qualora ve ne fossero più d’una, e/o di tutte le facce delle insegne (per esempio nel caso di un’insegna “a bandiera”. Se quindi una insegna misura 3 mq e un’altra insegna anche, pagheremo per 6 mq.
Ma come funziona la procedura per installare l’insegna di un bar? Anche qui la procedura varia da un comune all’altro, ma grosso modo segue questo percorso.
Abbiamo comunque preparato questo post completo su “quanto costa l’insegna di un bar e come si installa”.