Ultimo aggiornamento: 3 Maggio 2017
All’estero il bancone di un bar si riduce spesso ad una “stazione di servizio” in cui il cliente ordina e paga per poi portarsi via, al tavolo o per strada, il proprio cappuccino. In Italia, caso quasi unico al mondo, il bancone è il vero centro di riferimento del bar, quello in cui i clienti si accalcano per ordinare e per consumare. Questo aspetto “sociale” va tenuto presente quando si pensa alla costruzione.
Nel momento in cui eleggiamo il bancone del bar come punto di riferimento di tutto il locale, capiamo come per questo sarà decisivo avere i giusti spazi espositivi, le giuste vetrine e la giusta altezza. Inoltre, più importante che mai, dovremo calcolare che sarà sottoposto ad una intensa usura…
La vetrina della pasticceria, dei panini e del food in generale è l’ elemento fondamentale del bancone, quello su cui, secondo alcuni studi americani, si focalizza la maggiore attenzione del cliente, fin dall’esterno (avete letto il nostro post sulla location ideale?). La vetrina può essere calda (di solito per la pasticceria della mattina o per i piatti caldi del pranzo) fredda (per gli alimenti, come panini, che al freddo si conservano meglio) o neutra. Negli ultimi tempi una azienda come Frigomeccanica ha lanciato anche vetrine che si possono regolare dal freddo al caldo a seconda del momento della giornata e del tipo di preparazioni che vi si espone.
Se abbiamo rilevato un bar, e stiamo pensando ad una ristrutturazione, possiamo pensare ad un tipo di vetrina molto in linea con le attuali tendenze, le “drop in” (vedete la foto che accompagna l’articolo) quelle incassate nella struttura stessa del banco, quelle, in pratica, dove il cliente prende il caffè sul vetro stesso della vetrina. Per quello che riguarda le dimensioni, esse possono variare da un metro ad un metro e mezzo per un bar non specializzato, fino a tre metri e più (fino a 8/10 metri) nelle pasticcerie “alto vendenti”. Bisogna pensare che questo tipo di vetrine “drop in” hanno una superficie di esposizione ridotta rispetto alle classiche vetrine (non hanno gli scaffali) e quindi, se installate in pasticcerie che vendono molto, dovranno essere ragionati con personale che “ricarica” spesso la vetrina di pasticceria e pezzi salati.
Al consumo, allo assorbimento di energia elettrica da parte delle attrezzature da bar abbiamo dedicato un articolo molto completo in questa pagina. Da questo post possiamo desumere come, al di la delle attrezzature che vi appoggiamo sopra (macchina da caffè, macinino etc.) il consumo del banco frigo stesso non è molto alto, intorno a 0,5/0,7 Kw.
Invece, quando s’installa una vetrina nel nostro bar o quando si valuta la vecchia vetrina di un bar che stiamo ristrutturando, stiamo attenti alla motorizzazione, alla potenza del motore che la riscalda o la raffredda. Due consigli al volo
I consumi di una vetrina non sono enormi, a consumare molto sono le vetrine dei banchi da gelateria, a temperatura fortemente negativa, che possono arrivare a consumare fino a 2,5/3 KW.
La scaffalatura alle spalle del banco, la bottiglieria appunto, è un classicissimo elemento del bar italiano. All’estero la divisione fra “coffee shop” (locali diurni che si occupano soprattutto di caffetteria) e bar o “American bar” (locali dove si bevono alcolici e si fa miscelazione) rende questo tipo di arredo meno consueto. Esso è spesso sostituito, negli American bar, da “gradini” dove trovano posto le bottiglie. Questa tendenza si sta facendo strada anche in Italia, e la struttura, la scaffalatura della bottiglieria si fa più rara nei nuovi bar. Anche per ragioni di risparmio, si tende a sostituirla con semplici mensole fissate alle pareti.
Nei banconi di una volta i cannotti erano i buchi del banco dove si infilavano le bottiglie di cedrata o di vermouth per tenerle in fresco. Questi elementi sono però quasi scomparsi, sia perché non visti di buon occhio dal punto di vista igienico (ma da quello che ne sappiamo non sono vietati) sia perché possono diventare un ingombro su uno spazio di lavoro che più è libero meglio è. Nei banchi moderni i cannotti vengono sostituiti da cassetti refrigerati, che ormai si trovano anche in versione alta, capace di contenere anche bottiglie molto alte, come le bottiglie di bibite in plastica da due litri.
Non sempre modificare vuol dire buttar via e ricostruire. Se il bancone del bar che abbiamo comprato è in decenti condizioni e come struttura ci piace abbastanza, possiamo decidere di rivestirlo. In questo caso la spesa si abbasserà di moltissimo e le idee non mancano, visto che molte aziende si sono sbizzarrite, rivestendo banconi grezzi con materiali di recupero, tappi di sughero segati a metà, vecchie cornici e altro, fino ad arrivare all’idea dei banconi rivestiti da pellicole adesive, che vedemmo tempo fa nella video intervista che trovate qui sotto:
Dopo quel che abbiamo detto qui sopra, perché non rimodernare il proprio banco da soli, con un bel lavoro di bricolage? Per farlo sono necessari:
Di quest’ultimo elemento poi non ne serve nemmeno troppa, visto tutti gli spunti che ci arrivano dal mondo dei locali. Basta pensare a quelli, semplicissimi e molto comuni all’estero, costruiti con i pallet…
3 Comments
desideravo conoscere i contatti della ditta presente nel video
https://www.frigomeccanica.com/
Buongiorno, e’ possibile avere i nominativi di aziende che propongono rivestimenti per i banconi dei bar(adesivi, laminati…).Grazie