Ultimo aggiornamento: 24 Maggio 2022
Immaginiamo di avviare una nostra attività in uno dei luoghi che più ci piace: il mare! Poter lavorare a contatto con il pubblico durante il caloroso clima estivo sembra bellissimo. L’estate e le vacanze piacciono a tutti, ma lavorare sulla spiaggia durante il periodo estivo può rivelarsi rischioso per vari motivi che andremo ad osservare in questo articolo. Nonostante ciò, se un gestore sa fare bene il suo lavoro, la sua attività può prendere il decollo e diventare un punto di ritrovo gradevolissimo e, perchè no, anche una buona fonte di guadagno. Scopriamo in questo articolo come aprire un chiosco sulla spiaggia, come dirigere uno stabilimento balneare e come gestire un bar al mare.
Aprire un chiosco sulla spiaggia è il sogno di molti. Come ogni inizio di un’attività però ci sono vari step da rispettare per avere ottimi risultati. Prima di entrare nel vivo della questione affrontiamo il lato burocratico, vediamo cosa occorre per aprire un chiosco sulla spiaggia e quale tipologia di chiosco fa al caso nostro.
Quali sono le autorizzazioni che bisogna richiedere per aprire un chiosco sulla spiaggia?
In primis dovete ottenere la concessione. Le spiagge e gli arenili sono in Italia proprietà del demanio, cioè dello stato, e non possono essere né acquistati né affittati. Per trovare una porzione di spiaggia in cui collocare il proprio chiosco sarà necessario aggiudicarsi una concessione di questo tipo. Per ricevere informazioni dettagliate sulle modalità e la procedura da seguire consigliamo di rivolgersi al Comune in cui si desidera ottenere la porzione di spiaggia in concessione, questo perchè ogni Comune ha le sue regole riguardo costruzioni e permessi.
Differenze tra un chiosco stabile e un chiosco ambulante?
Il chiosco stabile si può gestire come un normale bar in muratura collocato nei pressi della spiaggia. Al contrario, se opti per il chiosco ambulante potrai trattare con molti più clienti, poichè sarai tu che ti potrai muovere andando a cercare i clienti che desideri. Inoltre un chiosco ambulante non necessita di alcuna concessione di posteggio, bensì sarà necessaria solo una licenza specifica, ovvero la licenza itinerante che consente, utilizzando un chiosco, di spostarsi per il territorio.
Quali sono i requisiti burocratici per aprire un chiosco sulla spiaggia?
Gestire uno stabilimento balneare significa avere a che fare con una clientela vastissima e trasversale. Moltissimi clienti e bagnanti attratti dal mare che da mattina a sera acquistano bevande, panini, pizza e gelati. La spiaggia attira una grande varietà di persone: famiglie, bambini, anziani, giovani coppie e gruppi di adolescenti. Ognuno di loro sarà interessato ad aspetti differenti dell’esperienza in spiaggia. Per alcuni potrà essere un buon modo per rilassarsi in pace, per altri per socializzare e per altri ancora un buon luogo dove divertirsi con gli amici. La spiaggia può regalare esperienze completamente diverse, tutto sta nella gestione degli spazi e delle attività.
Gestire lo spazio e renderlo confortevole per ogni esigenza è una caratteristica che il gestore di uno stabilimento balneare, come Dario Pardini, conosce bene. “Io amo il mio lavoro e questa è la cosa più importante” sono le parole di Dario Pardini, direttore del “Bagno Lido” di Torre del lago Puccini. Egli con la sua lunga esperienza nel settore ci darà qualche suggerimento.
Da quanto tempo sei gestore di uno stabilimento balneare?
“Da circa 20/25 anni sono il gestore. Prima lo gestivano i miei genitori e poi sono subentrato io, quindi già da 45 anni sono nel settore.”
Com’è gestire uno stabilimento balneare?
“Potrebbe sembrare una cosa semplice ma non è così, gestire il personale e gli ordini è assai impegnativo. Inoltre dobbiamo tenere presente uno degli ostacoli più grandi di questo mestiere: il meteo. Le giornate di pioggia sopratutto durante i weekend rischiano di compromettere la stagione lavorativa. A parte questo è un bel lavoro, la maggior parte delle persone che vengono in spiaggia cercano di mettere da parte i propri problemi e ci si ritrova a contatto di persone solari e felici.”
Da cosa è nata la tua passione per il mare?
“La mia fortuna è che sono nato al mare, e quindi ce l’ho dentro il sangue. Per dire, questo inverno ho avuto problemi di salute e per mesi non ho potuto vedere il mare, durante quel periodo mi è mancato proprio il sapore del mare, i tramonti sulla spiaggia e le onde che si infrangono sulla riva.”
Quanto rende un bar sulla spiaggia?
“Dipende innanzi tutto dal tipo di clientela che abbiamo. Se la clientela è del posto oppure se viene da lontano. Ad esempio i clienti del luogo, spesso si portano dietro il pranzo e le bibite. Al contrario clienti che percorrono 70/80 km per venire in spieggia sono consumatori maggiori. Poi dipende tutto da come uno se la gioca con: aperitivi, pranzi, colazioni. Bisogna impegnarsi ma poi i risultati si vedono.”
Come far volare un’attività affollata di gente che si sta rilassando al sole, divertendo nei campi sportivi in spiaggia o che semplicemente si sta godendo le vacanze? Gli stabilimenti balneari hanno una clientela assolutamente trasversale per cui in questi casi non vale la regola di individuare un target preciso di riferimento. La chiave del successo sicuramente è: differenziare l’offerta. Per questo motivo un bar sulla spiaggia deve riuscire ad adattarsi alle diverse richieste, variando nell’arco della giornata e andando incontro alle più disparate esigenze. Ad esempio una delle attività che per molti anni ha proposto Pardini è Zumba. Una lezione settimanale gratuita di Zumba in spiaggia. Sia per adulti che per bambini.
Riesci a trovare personale?
“Fino a qualche anno fa lavori come il bagnino e l’aiuto bagnino erano ambitissimi. Negli aultimi anni invece sta diventando un problema trovare personale anche al bar. Per queste ragioni credo sarebbe meglio avere una propria attività più piccola da poter gestire in famiglia.”
Cosa ne pensi dei lavori stagionali?
“I lavori stagionali hanno i loro pro e i loro contro. A sfavore hanno che lavori un tot di mesi al massimo delle ore e senza neanche un giorno di pausa. A favore hai mesi liberi da dedicare come meglio credi. Quindi se durante i mesi che lavori guadagni bene, gli altri mesi te li puoi godere al massimo.”
C’è molto turismo? Avere un personale che padroneggia le lingue straniere è necessario?
“Il turismo straniero c’è sempre, sia nelle città d’arte che sul mare, quindi è bene avere un paio di persone nel proprio locale che parlano l’inglese e magari anche il Tedesco. Questo perchè nella mia zona (Torre del Lago, Viareggio) giungono il più delle volte Tedeschi e Olandesi. Mentre Francesi e Spagnoli pochissimi, forse l’1%.”
Il turismo italiano invece come procede?
“Parlando di turismo italiano, negli ultimi anni sono cambiate parecchie cose. Prima, negli anni ’60 e ’70 la permanenza delle persone era più duratura. Adesso invece si concentrano tutti durante il weekend e dal lunedì al venerdì ci sono pochissime persone, si potrebbe quasi stare chiusi.”
Come cominciare con il piede giusto? Sappiamo tutti che chi ben comincia è già a metà dell’opera. Per questa ragione fare fin dall’inizio le scelte giuste aiuta moltissimo sia nella preparazione che nella gestione della propria attività. Vedere un proprio progetto avanzare a gonfie vele è il desiderio di qualsisi imprenditore! I consigli di Pardini :
Consiglieresti a qualcuno di intraprendere un percorso lavorativo come il tuo?
“Sono molti anni che sono in questo ambiente e rispetto al passato sono cambiate troppe cose. La gestione a livello burocratico e legale è molto impegnativa, ogni anno ci sono nuovi corsi e regole. Spesso viene da pensare che sarebbe meglio lavorare come dipendente e non come imprenditore, però una volta arrivati in fondo alla stagione se tutto è andato bene e non si sono prese multe il gioco ne vale la candela. La burocrazia in Italia è più tosta rispetto all’estero.”
Che tipo di multe si possono prendere con la tua attività?
“Ci sono sempre molte regole, scartoffie da compilare, corsi per il personale, comunicazioni da fare alla capitaneria oppure al comune per le aperture e le chiusure. Consiglio di tenere un calendario in cui scrivere tutte le scadenze e le comunicazioni da fare.”
In quali casi è rischioso aprire una propria attività stagionale?
“Può essere rischiso, bisogna stare attenti e valutare parecchie cose per non perdere soldi in investimenti che possono rivelarsi un buco nell’acqua. Bisogna porsi delle domande: Come mai prima di adesso nessuno ha aperto in quel luogo? Quel locale che voglio rilevare perchè ha chiuso? Se è un’attività di montagna e quell’anno non nevica? Oppure se apro un’attività sulla spiaggia e su 100 giorni la metà piove?”
Qualche suggerimento per avere successo?
“Per avere successo bisogna avere tanta passione, perchè in Italia fanno di tutto per farti smettere di lavorare. La chiavre per il sucesso è FAR SENTIRE A CASA I PROPRI CLIENTI e avere sempre il sorriso pronto anche se stai male, i problemi personali devono rimanere a casa in modo da creare un ambiente gradevole ascoltando tutto quello che i clienti hanno da dirti e raccontarti.”