Ultimo aggiornamento: 3 Novembre 2020
Se sono molti i post dedicati a come si apre un distributore di benzina (uno per tutti, molto ben fatto, lo trovate in questa pagina) molti meno sono invece i post dedicati a come aprire un bar in un distributore di benzina, o in una stazione di servizio che dir si voglia.
Non staremo qui a scrivere come si rileva un distributore di benzina, post come quello di cui abbiamo detto sopra lo fanno comunque molto meglio, diciamo solo che una operazione di questo tipo viene di solito condotta in due modi.
Nel primo caso avremo il vantaggio di un logo che a volte ha convenzioni con alcune categorie (car sharing, flotte aziendali) nel secondo potremo comprare di carburante che rivenderemo in maniera più libera, trovando a volte occasioni migliori dai vari grossisti rispetto al prezzo imposto dalla grandi compagnie.
In ogni caso, il nostro guadagno sul litro di benzina versato nel serbatoio dell’auto di passaggio sarà davvero marginale, pochi centesimi (secondo i calcoli più precisi che abbiamo trovato da 1 a 4 centesimi al litro).
Insomma, anche da alcune interviste che abbiamo avuto modo di fare (peraltro un nostro collaboratore ha gestito per anni una stazione di servizio) sembra proprio che lo sforzo nella gestione del distributore di benzina, con orari lunghissimi e perfino con i rischi correlati (soprattutto in passato i benzinai avevano le tasche piene di contanti) non valga la pena; il guadagno che ci da la benzina non è mai sufficiente.
La benzina no, pensiamo però che un distributore è un potente polo di attrazione, molte persone vi si fermano e spesso queste persone hanno bisogno di altri servizi. Oltre alla benzina quindi potremo vendergli molto di più, in termini di beni e servizi, realizzando il nostro vero guadagno!
Questi servizi hanno spesso a che fare appunto, con la vendita di prodotti e servizi legati all’auto. Per esempio i litri d’olio, le spazzole per i tergicristalli, l’autolavaggio etc, ma anche quelli legati al guidatore: le sigarette, il giornale, un piccolo market e, naturalmente, un bar…
Ma si può fare? Come si apre un bar in un distributore?
Le normative per aprire un bar in una stazione di servizio non sono diverse da quelle per l’apertura in un centro cittadino. L’apertura di un distributore di benzina dovrà sottostare alle sue proprie regole, legate all’urbanistica e ai sistemi di sicurezza; il bar che vi è collegato seguirà invece le consuete norme che già conosciamo per l’apertura di bar (e che trovate qui riassunte).
Punto di partenza sarà la fondamentale scelta fra acquistare o prendere in gestione un bar già esistente (esistono anche casi in cui la gestione del bar e quella della pompa di carburante sono separate) oppure costruirne uno ex novo.
Nel primo caso un semplice contratto di acquisto o di affitto d’azienda segnerà il passaggio. Tutte le regole per condurre bene e senza errori pericolosi questo delicato passaggio le trovate su questo post.
Il cosiddetto affitto d’azienda (che trovate qui) è anch’esso una strada interessante anche per operazioni di questo tipo, e può permettere di evitare grossi investimenti iniziali.
Da sottolineare infine, se vogliamo comprare un bar in una stazione di servizio, che questa attività potrebbe essere posta un locale costruito seguendo i vecchi criteri per le licenze, e che potrebbe non essere facile procedere a lavori edili per trasformarlo e modificarlo, pena il doverlo riportare interamente in linea con le nuove normative (con costi che crescono parecchio!). Ricordiamoci che, in questo senso, la legge permette di eseguire rinnovi e rimaneggiamenti degli spazi soltanto se questi non modificano la pianta del locale. Nessun problema quindi per un tavolo nuovo o per rivestire il bancone, ma no ad un muretto divisorio in cartongesso.
Se invece vogliamo costruire un bar in una stazione di servizio, un bar nuovo che prima non c’era? Il percorso è quello solito. Come primo passaggio sentiremo un tecnico, un geometra o simile, spiegandogli il nostro progetto.
Con il suo supporto prepareremo un progetto da presentare al SUAP e alla ASL. Questi uffici ci daranno il loro assenso e ci richiederanno modifiche al progetto. A questo punto costruiremo la struttura e tramite presentazione della SCIA procederemo alla apertura del locale stesso.
Naturalmente, per tutti e due i casi, avremo bisogno dei vari corsi/percorsi come HACCP, Sicurezza sul Lavoro e eventuale SAB.
Il percorso per l’apertura, l’abbiamo visto, ricalca quindi quello di un normale bar, ma lo fanno anche gli incassi che ci possiamo aspettare?
I nostri lettori più accaniti sapranno bene che numerose statistiche riportano come circa 320/350€ al giorno l’incasso medio di un bar Italiano. Stiamo naturalmente parlando di incasso, non di guadagno.
Lo stesso calcolo statistico medio, che prenda però in esame solo i bar legati ad un’area di servizio, vede l’incasso medio alzarsi fino a poco più di 500€ al giorno. Un salto statistico giornaliero di 150€!
Da un bar di questo tipo possiamo quindi aspettarci risultati migliori, almeno in termini di incasso, rispetto al classico bar da marciapiede.
Aspettiamo però a cantar vittoria, sia perché possiamo bene immaginare che fra incassi e utili ci sia molta differenza (per esempio gli affitti di gestione sono spesso molto alti per questo tipo di locali) sia perché ci sono comunque molti bar/market nei distributori di benzina che vedono entrare due clienti al giorno quando va bene.
Per cominciare, a fare una grossa differenza è la posizione, che in locali di questo tipo è davvero determinante. La clientela del nostro bar sarà probabilmente proporzionale a quella della pompa di benzina; se questa sarà collocata su una strada di forte passaggio, il nostro bar avrà clientela, altrimenti sarà un guaio.
Abbiamo già adocchiato una location e vogliamo sapere quanti clienti possiamo aspettarci? Passiamo qualche giorno davanti ad un altro distributore di benzina, cerchiamo di contare (magari con un contapersone, ci sono anche app da cellulare) quante macchine passano e quante entrano nella stazione di servizio. Poi mettiamoci davanti a quello che diventerà il nostro distributore, contiamo le macchine e applichiamo la percentuale che abbiamo dedotto. A questo punto dovremmo sapere quanti saranno gli automobilisti che si fermeranno da noi. Non sarà una operazione precisissima, ma un’idea ce la darà.
Anche i servizi che offriremo faranno una grande differenza. A far alzare lo scontrino medio sarà l’offerta food, che in certi caso arriva a quella di un vero e proprio ristorante, magari self service. Se la posizione e gli spazi del locale lo permettono sarà quindi opportuno puntare su questo aspetto, ricordandoci che scelte di questo tipo di porteranno anche a costi maggiori sia in termini di personale e di food cost sia in termini di investimento iniziale.
Servizi collegati come giornali, sigarette e gratta e vinci e correlati saranno senz’altro importanti, non tanto per l’incasso in se (anche in questo caso i margini sono ridotti) ma per il loro potere di attrazione.
Su questo argomento e sui tanti dettagli che devono contraddistinguere il modello avevamo fatto tempo fa una piccola intervista ad una brillante imprenditrice, la vedete qui sotto.