Ultimo aggiornamento: 8 Luglio 2015
Il racconto di una ragazza che è andata e ha lavorato come barista in Nuova Zelanda. Come funziona, come si vive…
Nuovo corso nuovi incontri e nuove prospettive di vita e di lavoro. All’ultimo corso di tostatura, fra i partecipanti, una simpaticissima e poliedrica ragazza toscana, ma toscana, almeno di ritorno, da poco, visto che ha trascorso un lungo periodo di lavoro in Nuova Zelanda. Elena, questo è il suo nome, è arrivata nel paese degli antipodi soprattutto per una esperienza di vita, senza particolari competenze di lavoro al bar (anzi, è una bravissima grafica, di cui vi invitiamo a vedere i lavori sul suo sito) arrivata però “down under” come dicono gli australiani, si è resa conto che, anche in Nuova Zelanda ”l’ospitalità” è il settore dove è più facile lavorare, e ha scoperto una nuovissima realtà…
Ciao Elena, intanto perché così lontano?
Lontano lontano, nella terra più lontano dall’Italia. Ammetto di essere una viaggiatrice, ma una viaggiatrice stanziale. Prima di andare fra i “kiwi” avevo trascorso cinque anni in Svezia, poi, l’idea di conoscere l’altra parte del mondo mi affascinava veramente…
Sono arrivata a Wellington, in Nuova Zelanda con un visto, una VISA che molti ragazzi conoscono: il Working Holiday. Questo visto viene dato con facilità fino ai 31 anni di età e permette di andare per un anno, trascorso il quale è relativamente facile rimanere con una situazione lavorativa stabile.
Ecco, la situazione lavorativa, com’è in Nuova Zelanda?
Allora: mentre l’Australia è piena di italiani, la Nuova Zelanda lo è molto meno, e questo anche perché questa terra di montagne e mare freddissimo è più povera dell’Australia, con una valuta anche meno pregiata. Vi si sta comunque mediamente bene e trovare lavoro non è difficilissimo, inoltre i Neozelandesi sono molto disponibili. Se la ragazza che era con me ha trovato lavoro in una libreria, io ho provato in una caffetteria, e nonostante partissi veramente da zero, mi hanno comunque accolto e “fatta crescere”…
Fatta crescere in una caffetteria. Com’è il movimento caffè in questa terra così lontana?
Eh, voi scherzate (Elena ci prende in giro, ma non troppo N.D.R.) ma sapete bene che questa nazione è all’avanguardia nella cultura del caffè (verissimo!). Quasi ovunque ci sono caffetterie che propongono le loro miscele, spiegate nei dettagli, e che tostano il loro caffè direttamente nel negozio. Potrei dire che in questa terra ho scoperto quel pianeta caffè che in Italia assolutamente non immaginavo.
Dove lavoravi esattamente?
Di fatto era solo un piccolo localino specializzato in take away, quindi un sacco di latte da montare e gran bicchieroni di carta, ma tutti con qualità…
Sono famose, nel mondo anglosassone, le preparazioni che mixano caffè e latte, ci fai un riassunto?
Certo, ci sono:
Elena, che consiglio potremmo dare sulla Nuova Zelanda?
Di andare! I neozelandesi sono favolosi, lenti, tranquilli e ospitali. Incontri persone che non sono mai uscite da quella nazione, sono curiose, ci si sente in un mondo davvero diverso, a testa in giù!