Ultimo aggiornamento: 15 Aprile 2021
E’ una delle tasse più aborrite e più bizzarre ideate dalla burocrazia italiana, e, se in certi casi ci è capitato di dire che anche l’estero, in molti casi, non è il paradiso, dobbiamo ammettere che la cosidetta “tassa sull’insegna” è una idea del tutto Italiana.
NORME SULLE INSEGNE IN GIRO PER IL MONDO.
A conferma di questo, un recente reportage pubblicato dal quotidiano”La Stampa” di Torino, che metteva in rapporto costi e tempi richiesti dalla burocrazia per aprire un locale in Francia (a Nizza) o in Italia (a Genova) e che potete trovare in questa pagina, non riportava alcun costo per l’insegna (anche se probabilmente ci si riferisce a costi diretti, a tasse o diritti da pagare; è possibile che ci siano costi indiretti, quelli relativi alla preparazione della documentazione…). Parlando sempre di insegne in giro per il mondo poi, c’è da ricordare una curiosa esperienza in Cina, dove potemmo vedere, nella documentazione di una caffetteria, un fascicolo dedicato al modo in cui l’insegna era stata costruita e collocata, ma sopratutto per valutare la possibilità che l’insegna si staccasse durante i tifoni che battono l’area…
Nel provare a descrivere la documentazione, le adempienze e i costi legati alla tasse sulle insegne bisogna, come sempre quando si parla di burocrazia in Italia, specificare che questi elementi possono variare da comune a comune; il caso che descriviamo, che riporta il regolamento del comune di Firenze, non può quindi che essere indicativo. Le norme precise per il vostro progetto potrà darvele soltanto l’ufficio comunale preposto nel comune dove aprite l’attività.
I REQUISITI
Quando si vuole montare una nuova insegna, o si vuole sostituirne una vecchia, a Firenze si va a compilare una SCIA, attenzione: lo stesso meccanismo vale anche per vetrofanie e targhe su immobili ubicati in zone non sottoposte a vincoli ambientali, paesaggistici e culturali (in questo caso servirà il parere di un ente preposto alla tutela del paesaggio e delle belle arti).
Se dovuto, sempre per quello che abbiamo potuto vedere, è previsto il pagamento del canone d’installazione dei mezzi pubblicitari (CIMP), questo canone viene conteggiato in base a tabelle che si basano sulle dimensioni dell’insegna e perfino sul fatto se essa sia luminosa o no. Qui sotto vi abbiamo messo quella inerente le insegne di locali.
Il regolamento, peraltro, specifica che l’insegna è strettamente legata all’esercizio e essa non può essere posta distante dallo stesso.
COSA SI DEVE FARE
Per mettersi in regola con la installazione della nostra insegna, nel nostro ideale locale a Firenze, dobbiamo quindi presentare la SCIA di cui abbiamo detto sopra (e che si può scaricare in questa pagina) che può essere presentata per mail al SUAP. La SCIA deve però essere corredata dalla seguente documentazione
I costi indiretti invece sono quelli per produrre la documentazione richiesta, di solito con l’aiuto di un grafico, un geometra o un architetto; la legge non lo chiede espressamente, ma, a meno che non si abbiano competenze specifiche è difficile farne a meno. questi costi dipenderanno quindi dalle parcelle dei tecnici coinvolti.