Ultimo aggiornamento: 10 Ottobre 2018
In questo periodo di fine anno scolastico alcune scuole alberghiere ci hanno invitato, con la nostra scuola di caffè, a tenere alcuni corsi, alcune lezioni di caffetteria e latte art presso le loro sedi. Per noi non poteva non essere un’esperienza interessante, per vedere il bar dal punto di vista del ragazzo che, fin da giovanissimo, vede nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità la sua professione.
Avendo avuto come primo contatto i professori che ci hanno chiamato, siamo stati davvero colpiti proprio da loro, dai professori, persone che pur muovendosi in un ambiente che vogliamo definire classico ma che potremmo chiamare vecchio, fatto di attrezzature e approcci purtroppo spesso superati, sanno tenere d’occhio un mondo che cambia, chiamando professionisti esterni e non perdendo occasione per trovare nuovi stimoli per i loro ragazzi. Forse non saranno tutti così, ma così sono stati quelli con cui siamo entrati in contatto, tanto da mettersi in gioco loro stessi, insieme ai ragazzi, imparando nuove abilità e competenze.
Ciò detto però, dobbiamo rimarcare che la scuola alberghiera è un istituto professionale, deve avviare ad una professione, c’è, per questo possibilità di ingresso nel mondo del lavoro? La scuola alberghiera aiuta nell’ingresso nel mondo lavorativo? Lo abbiamo domandato ai professori stessi.
“Per chi vuole e ha le capacità” ci dicono “gli sbocchi di lavoro ci sono eccome, le catene alberghiere di livello mondiale sono piene di ragazzi svegli usciti dalle scuole italiane. Certamente, come in ogni professione, per emergere è necessaria passione, alcune attitudini caratteriali alla disciplina e al lavoro in comune (in cucina si lavora in “brigata” e all’estero il lavoro in team è considerato fondamentale) e tanto tanto impegno. Se si è disposti a questo (e non è facile) la scuola alberghiera può essere una bella piattaforma dove cominciare a costruire il proprio futuro, sia in sala, che in cucina, che nella parte reception/management”.
Peraltro, da alcuni anni è attivo il sistema di “alternanza scuola lavoro” che permette, andando avanti con gli anni di scuola, di avere accesso ad un sistema di stage per lavorare in bar e ristoranti, e in cui il futuro professionista comincerà a misurarsi con il vero mondo del lavoro. Per le quarte e quinte classi, il sistema prevede anche periodi all’estero, altro elemento fondamentale per costruire una professione che, per sua natura, ci porrà a contatto con persone, colleghi o clienti, da tutto il mondo.
Il che aggiunge un altro tassello che dovremmo obbligatoriamente porre nella nostra formazione: le lingue! L’inglese e almeno un’altra lingua straniera dovranno essere fluenti, e ogni altra conoscenza più che basica di ogni altra lingua sarà un’importantissimo mattoncino che aggiungeremo al curriculum.
Diciamoci la verità, nel 99% dei casi, la scuola, anche alberghiera, rimane una strada percorsa e percorribile da parte di chi ha seguito un normale iter scolastico, difficilmente frequentata da persone adulte (anche se sarebbe possibile!) o perfino da ragazzi e ragazze ventenni o trentenni. E quindi? Per chi volesse lavorare nel mondo dell’ospitalità, ma ha perso il treno della istruzione “istituzionale”? Come possiamo fare esperienza per lavorare nei locali?
Beh, prima abbiamo parlato del progetto di alternanza scuola lavoro, e proprio questo prenderei come riferimento. Con tre step:
Una curiosità finale, come saprete la scuola alberghiera si divide in tre grandi settori, cucina, sala e ricevimento, con un rapporto fra le iscrizioni, in questi tre settori, di 5 -2 – 1, questo rapporto, con molti ragazzi che si dedicano alla cucina, non sembra essere dovuto, secondo gli insegnanti con cui abbiamo parlato, alla esposizione alla cucina mediatica e agli chef televisivi di questi ultimi anni… Viva Carlo Cracco!
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[…] avevamo parlato qualche tempo fa di una nostra esperienza nel mondo della scuola alberghiera, bene, oggi siamo felici di ospitare un contributo del Professor […]