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LA TASI, TARES, TARSU E IMU PER I BAR E RISTORANTI

Con le nuove tasse sugli immobili anche bar e ristoranti in affitto sono chiamati a pagare, vediamo come.

melangeSono fra le sigle più odiate dagli italiani, le tasse sugli immobili che da anni danno materia di discussione e polemiche a tutta la nostra politica. Stiamo parlando delle tasse locali donominate TASI, TARES, TARSU e IMU, tasse che colpiscono, ci mancherebbe, anche la categoria dei baristi e dei ristoratori, compreso quelli, la maggioranza, non proprietari dell’immobile.

L’IMU, lo ricorderete, è la tassa cancellata, almeno per le prime case, un paio di anni fa; cancellata, ma rimpiazzata e anzi inglobata dalla TASI, una tassa che non fa leva sul possesso puro e semplice di una abitazione o di un fondo, ma sui cosiddetti “servizi indivisibili” servizi che supportano una’abitazione e/o un contesto cittadino, come lo smaltimento dei rifiuti o l’illuminazione pubblica.

Come detto l’IMU è stata cancellata sulle prime case, ma, nel farlo è stato neccesario tener conto del fatto che l’operazione andava fatta, come dicono i giornali, a “saldo zero” cioè senza che diminuissero gli introiti per gli enti pubblici. La soluzione è stata quella di aumentare la pressione fiscale sulle particelle immobiliari rimanenti: le seconde case e i fondi commerciali, compresi quelli adibiti a bar o ristoranti. Nell’aumentare questa forma di tassazione si è deciso di scorporarla in due parti. La TARI, che è una tassa sui rifiuti, e la TASI, che è, come dicevamo prima e come recita l’acronimo, una tassa sui servizi indivisibili.
La TARI è una tassa che copre il costo di smaltimento dei rifiuti e che colpisce maggiormente le strutture che dovrebbero, almeno in linea teorica, produrre più rifiuti, ad esempio le famiglie numerose (che in altre nazioni vengono aiutate e da noi bastonate) e le attività come bar e ristoranti, che fra rifiuti alimentari, bottiglie magari in plastica e tovagliette, di rifiuti ne producono davvero molti. Se le ultime modifiche non hanno cambiato questa tassa, un’altra è stata introdotta: la TASI. Questa risulta essere una aggiunta, una addizzionale, della vecchia IMU; le due tassazioni (TASI e IMU) e le loro aliquote complessive vengono infatti sommate fino ad un massimale de 1,14% del valore catastale dell’immobile (non avete le idee chiare su cos’è un valore catastale? Leggete questa pagina) il valore della Tasi, sarà quindi relato alla percentualeIMU nel nostro comune: più è alta l’IMU nel nostro comune, meno sarà aumentabile la TASI.

In un post di pochi giorni fa abbiamo visto come la maggior parte di bar e ristoranti sono in affitto, e, se non sarebbero stati quindi colpiti dall’IMU, una tassa sul possesso, lo sono dalla TASI, tassa sui servizi. Anche gli inquilini sono così chiamati a pagare dal 10 al 30% di questa imposta (anche qui saranno i singoli comuni a decidere), rispetto a quanto pagato dal proprietario.

Abbiamo ripetuto diverse volte in questo post di come questa tassa sia comunale; in questo senso c’e da segnalare come alcuni comunì, come quello di Vicenza, abbiano deciso di non far pagare la TASI agli esercizi commerciali, dichiarando di non voler pesare su attività già pesantemente colpite dal periodo sociale…

Volete fare due conti per capire quanto vi costeranno TASI e IMU, simulatele su questa pagina.

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