Cosa copiare da Starbucks? Al di là della diffidenza italiana per questo tipo di modelli quali sono gli spunti che possiamo prendere per aprire la nostra caffetteria o rilanciare gli incassi del nostro bar?
Starbucks, come altre catene di successo, ha stuoli di consulenti e studi di marketing, copiarlo su alcuni aspetti può essere importante!
Difficile fare un viaggio in Europa o in estremo oriente e non imbattersi in una delle 27.000 o forse più, caffetterie Starbucks, o in una delle altre centinaia di coffee shop realizzati copiando, a volte in maniera sfacciata, le intuizioni di Haward Schultz, il fondatore della celebre catena americana, un vero e proprio Bill Gates del caffè.
Se poi negli Stati Uniti questo tipo di caffetterie sono davvero uno ad ogni angolo, anche, l’Italia, da poche settimane, può vantarsi di avere il suo negozio con la sirena verde sull’insegna. L’apertura del locale di Piazza Cordusio a Milano è stato infatti l’evento del settembre 2018, anche se il locale che la catena americana ha aperto è molto diverso da un classico Starbucks, lo definiremmo anzi “Il museo dell’esperienza Starbucks“.
Non è improbabile che questo “museo” sia solo il punto di partenza della colonizzazione dell’Italia da parte del colosso americano. C’è da dubitare che questo cancellerà il classico espresso italiano, in fin dei conti l’arrivo (negli anni ’60) dei ristoranti cinesi non ha cancellato la cucina regionale italiana! Diciamo che probabilmente offrirà finalmente un po’ segmentazione al mondo del caffè, che non sarà più solo e solamente espresso!
Veniamo però al punto di questo post. Le caffetterie Starbucks sono un concentrato di idee, e sopratutto sono supportate da enormi studi di marketing, sulle location, sui target e sulle preparazioni, che vengono testate, prima di essere introdotte, su veri e propri panel di consumatori.
Per questo, visto che il semplice bar non dispone di questo supporto manageriale ma deve basarsi sul semplice intuito del proprietario, potremmo provare ad individuare e copiare idee da Starbucks, vediamo quali!
- I cappuccini aromatizzati. Se anche in Italia si stanno diffondendo, poco alla volta, gli espressi con cioccolata o nocciola o altro, sono ancora quasi assenti i cappuccini aromatizzati con sciroppi. Che ne direste di proporre alla signora che viene a fare colazione da voi un cappuccino aromatizzato alla nocciola o al caramello? Credo che la sorprendereste…
- Una scelta di dolci e salati diversa dal solito. I brownies al cioccolato li conoscono e li apprezzano ormai in molti, e azzardare dei piccoli cheesecake in porzione singola da affiancare in vetrina accanto alle classiche millefoglie? Se non possiamo farli da soli (basta un fornettino da pasticceria senza canna fumaria) possiamo cercare nelle pasticcerie che riforniscono bar, anche loro si stanno aggiornando. Quanto ai salati si rimane spesso fermi a prosciutto cotto e fontina, perché non osare delle striscioline di pollo passate in padella con un po’ di olio piccante? E i cosidetti wrap, diffusissimi all’estero?
La vetrina food dello Starbucks di Mosca: piccola, fitta e con preparazioni che spaziano dai muffin alle torte di frutta…
- Sedute diverse. È vero che spesso nei bar italiani non c’è posto a sedere, ma l’ormai massiccio arrivo dei pasti consumati a mezzogiorno ha fatto si che molti bar di nuova apertura prevedessero uno spazio per le sedute. Perché, se lo spazio lo consente, non prevedere diversi tipi di sedute? Un paio di poltrone vicino alle vetrine per sedersi comodamente a chiacchierare, tavoli normali per mangiare un piatto di pasta, una mensola con sgabelli alti per un panino veloce.
- Preparazioni frozen di caffetteria. D’estate, quando un cappuccino o una cioccolata perdono attrattiva, caffè, latte, ghiaccio (magari tritato) e sciroppi possono fare miracoli, come vediamo durante i nostri corsi di caffetteria. Anche in questo caso saremo probabilmente noi a dover proporre, ma difficilmente il cliente ne sarà deluso, e un po’ alla volta…
I frappuccini di Starbucks, preparazioni che andrebbero benissimo per l’estate Italiana…
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3 Comments
Pienamente daccordo! Ed un altra cosa che possiamo imparare da colossi della caffetteria come Starbucks è sicuramente l’arte della comunicazione! Cartellonistica, menù, visual merchandising! Perchè è importante fare cose nuove ed originali, importantissimo farle bene ma ancora più fondamentale è farlo sapere ai nostri possibili clienti.
Starbucks??????????? Loro non fanno caffè, fanno pseudo-caffè.
Niente come il caffè all’italiana e non lo troverai di sicuro nelle caffetterie statiunitensi (non dire americane/i perchè America è un continente, con tante nazioni:Canada, Messico, Colombia, Cile, Argentina, ecc….).
Sono daccordo un po con Simone e un po con Roby.
Con Simone mi accomuna il pensiero che il loro merchandising sia imbattibile, sono abilissimi pubblicitari e il oor modo di porsi al pubblico è decisamente accattivante.
Sono daccordo con Roby, per la mia epserienza a NY, che Starbucks in particolare non venda propriamente Caffè ( e non parlo di metodo Espresso in questo caso che non menziono) ma più bibite elaborate con una base Caffè.
Però vorrei anche aggiungere una cosa che non mi trova proprio daccordo con il vostro articolo.
Sinceramente non vedo un grande sviluppo qualitativo in tutti quei sciroppi e topping che le catene menzionate ci offrono, vedo solo artificialità e apparenza.
Mentre per le proposte alternative anche da mangiare sono daccordo, così come per rinnovare gli arredi di molti bar che sono ormai obsoleti.In questo si Starbucks fa scuola, ma non solo lui, basta vedere le caffetterie in NY che offrono un Espresso di grande qualità, un posto “COOL” e ottime proposte anche decorative di alto livello. Questo si che è da copiare!!! 🙂