Ultimo aggiornamento: 26 Giugno 2017
I prezzo del caffè espresso al bar, come il quotidiano di una volta, rappresenta per molti italiani il vero benchmark, il riferimento del costo della vita. Ogni aumento, sia pur di pochi centesimi, e probabilmente influente per non più di pochi Euro sul nostro bilancio mensile, è vissuto da molti clienti come un insopportabile affronto, che può portare il cliente perfino a cambiare bar.
E’ un atteggiamento bizzarro questo, che rende l’Italia una delle nazioni più impenetrabili ai caffè di alta qualità, i cosiddetti coffee specialty (potete scoprire cosa sono in questa pagine). Diciamo che se gli Italiani non hanno difficoltà a capire che una bottiglia di vino può costare tanto o poco a seconda della sua qualità, attribuiscono invece il prezzo del caffè al bar unicamente all’onestà del barista, e non certo alla qualità del caffè stesso (che nella maggior parte dei casi è bassa…).
A portarci oggi a parlare di questi argomenti è una ricerca dell’ufficio Studi di FIPE (Federazione italiana pubblici esercizi) di Confcommercio, che ha comparato il prezzo della tazzina in varie città italiane.
In questa analisi vediamo come il prezzo della tazzina vada da un massimo di 1,08 euro a Bologna a un minimo di 0,75 euro a Bari. Fra le altre città troviamo Torino (1,04 euro a tazzina), Venezia (1,02 euro), Firenze (1,01 euro), Genova (un euro netto). E poi, Milano (0,99 euro di media come prezzo finale, abbastanza curioso per una città del nord), Palermo (0,92), Roma e Napoli (con 0,86 euro).
L’analisi si spinge fino a valutare i momenti di consumo del caffè espresso al bar. La grande maggioranza delle consumazioni, come prevedibile, avviene durante la colazione con il 49,3% delle consumazioni. da aggiungere che il 19% degli italiani infatti a colazione beve solo un espresso». Il caffè è poi protagonista dei momenti di pausa, con il 37% delle consumazioni.
E’ una domanda a cui abbiamo risposto in maniera strutturata in questo post molto completo (lo trovate in questa pagina) Per riassumere diamo questi dati:
E il resto è guadagno? Magari! C’è IVA, affitto, elettricità, mano d’opera e…