Ultimo aggiornamento: 3 Agosto 2017
Giornata di lavoro in giro, necessità di mangiare qualcosa al volo in una zona di Firenze che conosco un pochino meno, incontro con un localino che serve panini meravigliosi. Non so se basta questo scenario parecchio casual per individuare di nuovo due trend di cui abbiamo parlato spesso, in varie forme, negli ultimi tempi:
A segnare un altro punto a favore di questa tesi è la scoperta, in un angolo del Oltrarno fiorentino, di una piccolissima panineria di non più (almeno così ci dicono i proprietari) di otto metri quadrati. Dentro in pratica c’è spazio solo per il bancone, mentre se vogliamo sederci per mangiare i panini dobbiamo sperare che sia libera la minipanchetta interna o i quattro strapuntini piazzati sul marciapiede. Altrimenti il marciapiede stesso…
Mangiare vuol dire panini (buonissimi, caldi sfornati, passati con l’olio d’oliva e spolverati con sale, gnum) riempiti con tutta la tradizione toscana, dai salumi, al pecorino, la finocchiona e un sacco di altre prelibatezze incluso il mitico lampredotto (per i non fiorentini: si tratta di una specie di trippa bollita che, messa in un panino, costituisce da sempre il pranzo di un sacco di abitanti di Firenze e di turisti). ah, dimenticavo: bere, che vuol dire i buoni rossi che le colline del Chianti regalano.
Questo minilocale, l’ennesimo di un trend molto in voga a Firenze e in altre città, ha portato alcune di queste microimprese a fatturati pazzeschi, addirittura nell’ordine dei milioni di Euro all’anno (non stiamo scherzando, le fonti ci sono) ottenuti, potete immaginarlo, con costi di gestione bassissimi, visto che l’affitto di locali piccoli è senz’altro più basso così come le tasse sui rifiuti e come i costi di gestione, e visto anche che in un locale mignon il costo del personale è per forza basso (se ci sono troppe persone dietro il banco non ci si gira!). Tenete poi presente che in locali come questi non si fa ospitalità, per cui non servono bagni e altre strutture...
Per aprire una attività di questo tipo un certo movimento turistico aiuta. Se siamo un po’ decentrati cerchiamo di lavorare sulla qualità (e perfino quantità, un bel paninone aiuta a godere di più) e sulla comunicazione (bottega di una volta, davvero con i salami appesi al soffitto e tanta aria di genuinità) per compensare una locazione infelice.
Cibo di strada? Quello dei nostri nonni, quello locale, meraviglioso e saporito, e che sopratutto entra in un panino…
Se poi andate a vedere questo locale, in Via San Niccolò, 69R a Firenze, e ci andate in estate, vedrete delle buste piene di acqua appese all’ingresso. Non sono per qualche bel gavettone, ma i proprietari ci dicono che tengono lontane le mosche…
1 Comment
Buongiorno,
vedendo il locale mi viene un dubbio.
A Torino i locali devono avere un bagno con antibagno, un area magazzino per i viveri, lo spogliatoio. Come sono inquadrati questi loclai codici ateco?
Perchè a vederlo così il locale non sembra a norma.
Inoltre ho notato che alcune paninerie famose a firenze pur non facendo somministrazione servono vino in bicchieri di vetro cosa che in teroria sarebbe vietata.
A Torino chi fa vendita senza somministrazione può solo vendere bevande in bottiglia chiusa e bicchieri usa e getta.
Forse gli altri locali che servono non sono compresi negli 8 mq.
Grazie e Crodiali Saluti