Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio 2015
Alcuni bar hanno un macinacaffè più piccolo per il decaffeinato. Conviene usare più macinini? E che caratteristiche devono avere?
Ormai, anche da clienti, ci siamo abituati. Quando chiediamo un decaffeinato (caffè da sfigati? Ma quando mai!) nei bar più attenti non ci aprono una bustina dalla dose dubbia e dal risultato deludente, ma macinano il caffè direttamente, al momento, da un macinacaffè più piccolo di solito posto di lato a quello più grande, principale.
Questi macina caffè che potremmo definire mignon (nome adottato proprio per un prodotto di questo tipo da una azienda italiana costruttrice di macina caffè) sono nati per affiancare le macchine da espresso da casa, e con il tempo, e con l’avvento massiccio del pianeta capsule sul mercato domestico, sono cresciuti sia in prestazioni sia in raggio d’uso, fino a rientrare proprio dalla porta dei bar.
Complice di questo percorso è stato anche un approfondimento della cultura del caffè, anche in Italia, e sempre meno baristi trovano strano (ma alcuni lo trovano ancora stranissimo) disporre e gestire una batteria di macinini, in modo da offrire alla clientela non solo un decaffeinato di qualità (ma attenzione, la qualità non si fa solo con il macina caffè, ci vuole anche una miscela decaffeinata all’altezza) ma anche caffè in miscela e in monoorigine (non miscelati) alternativi a quello principale, per permettere alla clientela di compiere un viaggio nelle divesità, affascinanti, del caffè.
Le caratteristiche che potremmo chiedere a questi macinacaffè sono, almeno a nostro avviso.
I prezzi? Per i modelli davvero affidabili si va da 300€ in su, ma se proprio dovete chiedere le attrezzature alla torrefazione…