Ultimo aggiornamento: 20 Maggio 2017
Piatto povero, piatto di pessimo livello, piatto da gourmet, questo il percorso fatto nella storia della cucina dall’hamburger. Vediamo alcune idee per proporlo nel nostro locale di ristorazione veloce…
Era stato screditato prima (la vecchia, dolorosa “svizzerina”) dalle cucine di refettorio, delle scuole, asili o ospedali. Era poi diventato sinonimo di ultimo gradino della catena della qualità del cibo, vero simbolo del junk food alla Mc Donald. Era, perché sempre più, in questi anni, l’hamburger sta riguadagnando punti e, in molti casi, perfino nobiltà, fino a rientrare a pieno diritto nella cucina di livello, a volte perfino di alto livello.
Alto livello, alti prezzi, alta nobiltà, se ormai la cucina viaggia sui binari del territorio e delle sue eccellenze, tutto questo vale anche per la nobile macinata dell’hamburger, che abbiamo ormai trovato con carne angus argentina, di fassona piemontese o di chianina toscana, con prezzi in linea alla qualità della materia prima, visto che un hamburger, al ristorante, non si trova mai a meno di 12/13€ e non è difficile vederlo in carta a 18/20€
E per il nostro locale? Se questo è un ristorante forse avrete già preso in considerazione, o già state servendo questo piatto, ma se avete un bar chissà che, come piatto da pranzo o da spuntino pomeridiano, non possiamo far godere i nostri clienti di questa delizia tutta americana.
Se vogliamo servirli a pranzo questi potrebbero avere una dimensione sui 130/150 grammi, non troppo piccoli per non farci pranzo e non troppo grandi per non far appesantire, ma soprattutto per non farli costare troppo; infatti, lo sappiamo bene, il budget di chi viene a pranzo (e magari paga con buoni pasto) è risicato, e dovremmo riuscire a servire l’hamburger con un insalatina e il classico pane tostato (ma possono essere, tostate, anche fette di pane normale, magari integrale con una salsa) a non più di 7/8 Euro, un prezzo più alto difficilmente verrebbe digerito…
Esporlo o scriverlo su un menù? Scriverlo, esposto crudo sa di macelleria, cotto, magari nel piatto già composto, sa di self service di basso livello, e un hamburger è difficile da scaldare sia nel microonde sia nella piastra dei panini. Chi ce lo chiede, dovrà aspettare un attimo, e magari lo inviteremo il giorno dopo a prenotarcelo con una telefonata, con una mail o con un Facebook…
Aperitivo? L’hamburger all’ora classica dell’happy hour sta benissimo, in versione mignon (questa volta esposto magari con uno scaldavivande sotto, e contornato da minipanini al sesamo (wow) e da una selezione di salse con cui accompagnarli, senza dimenticare una ciotolona di patatine!!!
Per cucinare gli hamburger puo essere fondamentale una piastra, o comunque una bella padella, ma in ogni caso servirà una canna fumaria, o, se la ASL lo permette, una cappa aspirante a filtri. Abbiamo anche trovato una ricetta per cucinare l’hamburger nel microonde, ma a vederlo non sembra troppo attraente…
2 Comments
[…] nuove glorie di un piatto denigrato, l’hamburger, avevamo già dedicato questo post, e oggi siamo di nuovo qui, a parlare di una categoria che, come […]
Caro Gabriele,
Ho trovato molto interessante questo articolo sulle numerose declinazioni dell’hamburger. Mi appresto ad aprire una birreria a Milano, e sto considerando l’hamburger come linea principale del mio menù. Premettendo che ho la possibilità di ristrutturare in toto il banco e di installare agevolmente una canna fumaria, volevo sapere come devo approntare lo spazio di preparazione e cottura degli hamburger, evitando di dovermi costruire una cucina separata dal bancone.
Grazie mille