Ultimo aggiornamento: 15 Maggio 2021
Una fra le cose complicate che ci si trova a dover imparare quando si lavora o si possiede un bar è il cosiddetto “fare il sale alla macchina del caffè”. Complicata? Più nell’idea che nella realtà; le recenti innovazioni tecnologiche hanno reso in realtà molto semplice questa operazione fondamentale.
Molto semplice ma non nella definizione, che a volte crea invece confusione. Cosa c’entra il sale con il come fare la depurazione della macchina del caffe? E, controsenso ancora più grosso: perché si dice “Come fare il sale all’addolcitore?” Da quando in qua il sale addolcisce?
Facciamo chiarezza.
L’acqua che viene immessa nella macchina da caffè non ha bisogno di essere depurata da sostanze inquinanti o tossiche, non dal cloro che viene riversato negli acquedotti pubblici per abbassare il rischio di proliferazioni batteriche. O meglio, alcuni sistemi più evoluti fanno anche questo, ma il punto principale è che l’acqua in ingresso nella macchina da caffè da bar (ma anche nel ferro da stiro, nel bollitore da casa e perfino nei termosifoni) ha bisogno di essere privata/depurata dagli ioni di calcio e magnesio, che combinati in acqua a temperatura elevata tenderanno ad aggregarsi, a precipitare e a formare il famigerato calcare.
La depurazione non serve quindi a rendere più “buona” l’acqua, ma solo a far si che la nostra macchina da caffè al bar non sia intasata dal calcare nel giro di pochi mesi.
La tecnologia più diffusa abbiamo detto, ma in realtà non più l’unica. Vediamo qui sotto come fare la depurazione della macchina caffe da bar con il classico sistema a sale, ma anche con i più evoluti metodi a cartuccia oppure a osmosi inversa.
Come ci spiega Bruno Neri, specialista del trattamento delle acque, il concetto dei depuratori a sale si basa sulla capacità di alcune resine, dette zeolitiche, di intrappolare gli ioni di calcio e magnesio, responsabili del calcare, rilasciando in cambio ioni di sodio.
Ma come funzionano in pratica?
I sistemi di addolcitori a sale per macchine da caffè da bar sono essenzialmente due:
Il primo metodo è l’incubo di molti baristi. Richiede una ben precisa sequenza di operazioni che se sbagliata rischia di:
L’apparecchio che permette l’operazione è composto di una bombola di acciaio con installate alcune levette e tubicini che aprono e chiudono i canali di “lavaggio” dell’acqua.
Questo impianto non viene quasi più installato, ma è ancora possibile trovarlo, magari in qualche vecchio locale (io ad esempio l’ho trovato recentemente in una scuola alberghiera).
Se vi capitasse di doverlo usare, potete trovate la sequenza di tutti i passaggi qui sotto, grazie al sito di LF ricambi.
Stesso processo, ma molto più semplice da gestire per il barista, è quello automatico, o a timer.
Questo sistema si presenta molto diverso rispetto alla bombola di acciaio. E’ infatti composto da una “scatola” di plastica o vetroresina con un semplice coperchio.
L’interno di questa scatola contiene il filtro a resine che provvederà allo scambio ionico. Rispetto al sistema a levette lo farà però in automatico, senza bisogno di operazioni complesse e seguendo gli orari che abbiamo impostati sul timer, magari in piena notte quando la macchina e il bar non sono in funzione (quindi senza interrompere il lavoro). Nostro unico compito sarà versare nella scatola, più o meno una volta a settimana, il sale.
Ma quale sale si deve usare per depurare la macchina da caffè? Troverete in commercio sacchi di sale da depurazione, di fatto sale grosso con un più basso grado di purezza (quindi contenente anche altri minerali che di solito lo rendono più amaro al gusto) altrimenti del normale sale da cucina (cloruro di sodio) andrà benissimo.
Negli ultimi anni anche questo settore ha conosciuto importanti evoluzioni, soprattutto tese a facilitare il compiti del barista.
Una delle più rilevanti è costituita dai sistemi a cartuccia.
Adottando un sistema del genere, un vero e proprio depuratore automatico per macchina caffè, ci potremo proprio dimenticare di avere un sistema di depurazione per la macchina da caffè del nostro bar, perché non dovremo fare praticamente nulla.
O meglio, quasi nulla, ci sarà infatti richiesto, una volta l’anno circa (dipende sempre dai volumi di consumo) di cambiare la cartuccia, cioè la parte alta della bomboletta che viene installata e che vedete qui sotto.
I pro di questo sistema sono:
I contro sono:
Negli ultimi anni sono stati portati avanti, nel mondo del caffè, numerosi studi sull’interazione fra acqua, i minerali disciolti in essa e il caffè.
In seguito a questi studi sono stati sviluppati sistemi molto evoluti, come quelli a osmosi inversa, capaci di togliere tutti i minerali dal caffè, per poi re-imetterne solo una certa percentuale e un certo tipo, e, perfino metodi in cui l’acqua viene “costruita” partendo da un’acqua demineralizzata e aggiungendovi quindi minerali in bustina da disciogliervi
Il futuro è con noi, ma non dimentichiamoci che “fare il sale alla macchina” è solo uno dei passi della manutenzione della macchina da caffè al bar. Stiamo attenti, la qualità del nostro prodotto parte da qui.
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