LAVORARE IN UN BAR
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LA VELOCITA’ DEL BARMAN

Come annunciato nell’ultimo post il nostro blog sta ricevendo dei contributi che ci sembrano più che utili. Il primo di questi arriva dalla Federazione Italiana Barman nella persona di Massimo Santucci, Responsabile della formazione dell’organizzazione. Possiamo sentirci un po’ orgogliosi? Fateci sapere che ne pensate…

Per lavorare in un bar e ancora più per lavorare come barman in una discoteca la velocità del barman diventa l’elemento primario da valutare nell’economia del lavoro. Non importa se sono colazioni o drink della notte, quando c’è da essere veloci non si può andare tanto per il sottile. Rimanendo fuori da compromessi assurdi, vedi alcuni “colleghi” che non si fanno problemi a prendere il ghiaccio con le mani, certamente bisogna ottimizzare il tutto.
Inutile fare le corse dietro il banco, è fondamentale sapersi organizzare ed avere tutti i prodotti di maggior utilizzo a portata di mano.
Ordine delle bottiglie al bar: le bottiglie vanno rimesse subito al loro posto, l’ordine e la pulizia dietro il banco oltre a rendere il posto di lavoro pulito danno un servizio più veloce.
Rapporto con il cliente al bar: Quando c’è tempo per scambiare due parole con il cliente, si fa volentieri, ma se non c’è tempo basta un bel sorriso e lui capirà al volo, ci saranno serate migliori.
Inutile perdersi in discussioni con i clienti maleducati, con fermezza facciamo valere le nostre ragioni, poi si continua da subito il normale lavoro senza perdere tempo prezioso e far aspettare oltre gli altri clienti.
Le movenze del barman affascinano se possiedono stile ed eleganza. I movimenti devono essere fluidi e non a strappi. Eccedere in preziosismi è un limite, muoversi rapidi ed efficaci è sinonimo di classe pura.
Eliminare tutti i passaggi superflui è un risultato da ricercare con l’affinamento della tecnica di servizio. Passare la bottiglia da una mano all’altra per più volte, prendere lo shaker in maniera non corretta, collocare lo strainer in un recipiente che è distante dallo spazio di lavoro, avere le fettine d’agrumi in coppe troppo alte, usare pinzette poco pratiche, sono solo alcuni aspetti che non andrebbero sottovalutati.
Ripercorriamo tutti i nostri passaggi al rallentatore, sicuramente ne verranno fuori movimenti superflui. È interessante fare un’indagine di questo tipo. Utile può essere anche l’osservazione d’esperti barmen, troveremo sicuramente delle differenze rispetto al nostro modo di servire.
La continua osservazione è sinonimo di studio e potrà dare una successiva possibilità di crescita del bagaglio personale.
Mi piace il barman che è veloce ma composto. Chi si affanna dietro un banco, salta, si scompone, non dà esempio di professionalità.
Il professionista ha una velocità celata, non ha spazi morti, ogni movimento è preciso ed essenziale. La fluidità è una dote meravigliosa, innata, ma sicuramente con spazi di miglioramento.
Noterete che in alcune serate essa manca, è come uno stato di forma che a volte non c’è. Bisogna conoscersi per muoversi in ambiti corretti.
La serenità personale inficia sulla scioltezza articolare, come ben sappiamo, i problemi vanno lasciati al margine dell’ambito lavorativo.
Queste sono alcune piccole riflessioni sul tema del bello e concreto riguardo alla tecnica di miscelazione.
Avete qualche aneddoto personale? Qualche vostro punto di vista? Consigli da dare?

Massimo Santucci

F

 

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