Ultimo aggiornamento: 4 Novembre 2022
Arabica dagli arabi oppure scoperta dagli Etiopi? Ma dove? In Etiopia o… Il caffè è Brasiliano? No, vi è arrivato molto dopo, in tempi “quasi recenti”, e nascosto, sembra, in un mazzo di fiori… E la macchina da caffè espresso? è stata davvero inventata in Italia?
Il caffè ci sembra da sempre un prodotto affascinante, è per questo abbiamo deciso di dedicarvi una serie di video, che comincia da oggi, e che cercherà di seguire la storia del caffè. O meglio, non la storia della pianta di caffè, che sarebbe antichissima e avrebbe più a che fare con video di scienza che di storia, ma con il rapporto, il consumo, la produzione, il commercio del caffè
La prima puntata di questa storia riguarda una fase storica forse data troppo presto per scontata, il fatto cioè, che il caffè sia stato scoperto nella attuale Etiopia da viaggiatori arabi e in seguito commercializzato. Ma è andata davvero così? Forse la storia del caffè è un po’ diversa, e forse sono stati gli etiopi, in guerre di conquista, a portare il caffè in Arabia, o meglio, a sud delle Penisola araba, nello Yemen.
Se preferite non leggere, ma ascoltare e guardare questa storia, potete guardarvi il video qui sotto, altrimenti, di seguito, la storia la scriviamo!
Allora, cominciamo dall’inizio. In molti post in rete, libri di divulgazione, perfino manuali di scuola alberghiera (che spesso trattano il caffè in modo un po’ troppo superficiale) la storia del caffè è trattata in trafiletti (ma ci sono anche bellissimi libri al riguardo, come “The history of coffee” di Mark Pendergast) e più o meno ci dicono che il caffè è stato scoperto da viaggiatori arabi intorno all’anno 1000, quindi 11° secolo, in Etiopia, e si è quindi diffuso nel mondo arabo, soprattutto come “corroborante” per i momenti di preghiera. per stare svegli.
Sempre gli arabi sarebbero poi stati coloro che cominciarono a commercializzare il caffè, anche in Europa dove divenne subito molto diffuso.
Ora che il caffè, come genere coffea, sia originario dell’Africa non ci sono dubbi. In africa il caffè è endemico, spesso cresce nella foresta allo stato selvaggio. Sappiamo anche per certo che cresce anche in molte diverse specie, e che la specie di coffeea che oggi definiamo come “arabica” è originaria dell’Etiopia, probabilmente della zona sud occidentale, quella tuttoggi più vocata alla produzione del caffè, come vediamo dalla mappa qui sotto.
Questa specie, la arabica, è appunto una delle circa 30/130 specie di caffè conosciute (sono vago? Si, in effetti molte fonti, anche molto autorevoli, sono estremamente discordanti al riguardo) specie a sua volta divisa in molte varietà che, molto spesso e proprio in Etiopia, crescono selvagge e non mappate a livello genetico. Qui sotto vi metto una celebre immagine delle varietà di caffè, la cui storia seguiremo in questa serie di puntate dedicate alla storia del caffè.
Che non ci siano dubbi sul fatto che il caffè venga dall’etiopia ce lo dicono anche le numerose leggende e tradizioni orali. La più famosa, la più narrata, è probabilmente quella di Kaldi, un pastore di capre, che un giorno porta a pascolare in una zona riccai cespugli della pianta di caffè.
Alla sera Kaldi vede le sue capre più eccitate del solito e deduce che questo comportamento è dovuto alle ciliegie rosse e alle foglie del cespuglio che le capre hanno brucato. Kaldi è probabilmente un ragazzo intelligente e anche abbastanza coraggioso, perché lui stesso prova a mangiare le ciliegie, dolci, della pianta misteriosa, e lui stesso si sente rinvigorito. A quel punto porta le piante al copto più vicino, dove i monaci provano anch’essi l’energia data dalla pianta, e pensano quello che ci aspetteremmo da dei monaci: questo è un frutto del demonio!
Ma nel distruggerlo ne fanno la ricchezza, infatti lo gettano nel fuoco per bruciarlo, e nel farlo lo tostano, provando per primi il suo delizioso aroma.
Questa, appunto, è leggenda, ma ci sono anche elementi storici storici. Infatti, vedendo come il caffè è adesso consumato in Etiopia, possiamo dedurre che veniva all’epoca antica consumato in modi abbastanza bizzarri rispetto a quelli attuali. Per esempio ne venivano fatte bollire le foglie producendo quello che potremmo definire come un tè verde abbastanza amaro. Oppure ancora le ciliegie del caffè venivano pestate e mischiate a farina e grasso animale, per farne una specie di focaccia, che veniva mangiata durante le traversate nel deserto.
Leggenda quindi, fino al punto in cui si cominciano a trovare tracce storiche. Il primo documento in cui si fa menzione del Qahve (come lo chiamano gli arabi) è del 1091.
Per la cronaca, il primo trattato europeo in cui si descrive il caffè, scritto dallo scienziato Prospero Alpino, arriva 5 secoli più tardi, e lo trovate qui sotto.
A questo punto gli arabi ne sarebbero rimasti affascinati, ne avrebbero capito la portata economica, e cominciato a commercializzarlo.
Ma se il nostro pastore non fosse stato etiope, bensì arabo o meglio yemenita? Il nome Kaldi infatti non sembra affatto un nome etiope, mentre il nome, molto simile, Khalid, è molto frequente a sud della penisola araba… viene quindi il dubbio che la leggenda abbia perso, nei secoli, un po’ la via di casa…
Lo Yemen, come vediamo dalla mappa sotto è uno stato posto a sud della penisola arabica, con una cultura molto diversa da quella araba; basti pensare che anche negli anni ‘60 era praticamente l’unica nazione socialista dell’area
Anche nel medioevo europeo lo Yemen era una terra ricca e appetibile, contesa fra il regno Sasanide, persiano, e quello Aksumita, etiope, con gli etiopi che controllavano l’area fino al 575 DC circa.
Ora, c’è da immaginare che i soldati etiopi, controllando lo Yemen, cominciarono a cercarvi e portarvi quello che erano abituati a usare e consumare nella propria terra. Perché quindi non il caffè?
Ce lo direbbe il buon senso, ce lo direbbero alcune fonti storiche yemenite, ce lo direbbe perfino il fatto che i primi documenti arabi parlano del caffè come di “qawah” termine che dovrebbe essere riferito, in arabo, a qualcosa di fermentato e quindi alcolico (la polpa del caffè, come tutte le sostanze organiche zuccherine, può fermentare producendo alcool.)
Alcool quindi, che a quel punto, nel 1091 sarebbe stato proibito agli islamici (il corano dovrebbe essere stato redatto nel 609 DC) ma permesso in aree copte e di lingua amarica, come poteva essere lo Yemen dopo la dominazione Etiope. Insomma, il caffè è si etiope, ma in arabia probabilmente è stato portato dagli etiopi stessi!
Arabi poi che anche in seguito fecero pochi sforzi per diffondere il consumo del caffè. pochissimi.
Dopo Maometto, forti della unione sociale, se non politica data dalla nuova religione comune, i popoli arabi iniziarono infatti una forte politica di conquiste arrivando nel 638 a Gerusalemme, nel 640 in Egitto, nel 700 in Marocco e nel 711 addirittura in Spagna e nell’827 in Sicilia, eppure non ci sono tracce storiche del consumo di massa del caffè in sicilia nel tot secolo o in spagna nel 1300, il caffè alla araba, il dallah, o il caffè turco del czver non fa parte della cultura spagnola…
Insomma, fra gli arabi del primo periodo islamico, di caffè si parla poco, non di consumo diffuso sicuramente, ma solo di consumo legato alla religione, o ai molto ricchi.
A portarlo in Europa ci pensarono i turchi, che non erano, naturalmente, arabi, ma a questo arriveremo la prossima volta…