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GLI SPEAKEASY, I LOCALI SEGRETI

Potremmo chiamarli circoli privati, ma non si può negare che abbiamo più fascino. Sono gli speakeasy, i locali segreti, e nascosti da altri locali…

 

please-don-t-tell-pdtIl passato torna sempre, perfino quando questo stesso passato era nato per necessità, per sfuggire alla legge. La legge del proibizionismo, nel caso specifico, che portò gli americani, negli anni ’20 a non poter più bere alcool. La necessità aguzza l’ingegno naturalmente, e gli statunitensi dell’epoca dei gangster cominciarono a creare locali invisibili, nascosti da una porta segreti e con ingegnosi sistemi, e in cui si entrava con una parola d’ordine. Erano i locali “Speakeasy”, termine che letteralmente significa “parlare tranquillamente” e tipologia di locali tornati di moda, trovando i suoi campioni, per fare qualche nome, nel “Please don’t tell” di NewYork, nell’East Village, un locale a cui per accedere si deve andare in una specie di paninoteca, il “Crif Dogs” in St.Market Place, entrare nella cabina telefonica e dire alla cornetta la parola d’ordine.

L’Italia non ha conosciuto il proibizionismo, ma ha cominciato, recentemente a conoscere gli speakeasy, come ad esempio il “1930” di Milano, in cui si entra da un piccolo alimentari e che riporta, in tutto e per tutto negli anni ’20, con mobili d’epoca e drink , classici si, ma anche super innovativi

Aprirne uno? Visto che il locale è nascosto potremmo davvero optare per la formula del circolo culturale, che come sappiamo non deve avere un ingresso diretto dalla strada (vedi post), altrimenti potrebbe essere la stanza più o meno nascosta (più è nascosta più ci si diverte) di un locale normale, anche per sfruttare cucina e bar per tutt’e due le facce, quella pubblica e quella privata, privatissima, segreta… date un occhiata al video sotto, e acqua in bocca!

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