Ultimo aggiornamento: 28 Aprile 2011
Italiani indietro nell’ultimo campionato di caffé e cappuccino a Londra. Una tendenza nazionale che fa perdere occasioni di business.
A risolversi con esito disastroso per i colori Italiani quest’anno non sono stati solo i campionati del mondo di calcio, anche il campionato mondiale di baristi tenutosi a Londra dal 23 al 25 giugno non è stato felice per gli azzurri.
La differenza fondamentale fra le due debacle (nel calcio e fra i baristi) è che se nel calcio siamo abituati a primeggiare alla macchina da caffé i nostri risultati sono sempre stati disastrosi.
I campionati si componevano di 4 competizioni. La gara di Latte art (cappuccini decorati soltanto versando il latte dal bricco) è stata vinta da un giapponese con il migliore italiano22°. La gara di cocktail al caffé è stata invece vinta da un belga con il migliore dei nostri 24°, nella gara di degustazione e riconoscimento alla cieca di miscele o origini del caffé la gara è stata ad appannaggio di un rappresentante del Guatemala con nessun Italiano qualificato. La gara, infine, della WBC, una sorta di competizione per baristi completi, ha visto trionfare un americano con il nostro rappresentante 18°.
Questi risultati non sono un caso. Nei bar italiani il caffé è considerato spesso come indegno di attenzione, e se è vero che all’estero spesso l’espresso e il cappuccino sono terribili è anche vero che in molte città si trovano veri e propri templi del caffé dove la conoscenza del prodotto e la capacità di manipolarlo sono perfette, professionali (davvero) e spettacolari.
È un peccato, perché nei bar italiani perdiamo un occasione per mostrare professionali e attivi e per distinguersi davanti ai clienti, esibendosi ancora in vecchie banalità come “se lo zucchero rimane sulla crema il caffé è buono”
Per vedere alcuni video della manifestazione vedete qui.