Il contributo a fondo perduto, come si intuisce dal nome, è una sovvenzione in denaro della quale non verrà richiesta la restituzione. Per cui è un tipo di agevolazione data dall’ente pubblico all’azienda e che non prevede nessun tipo di rimborso. L’ente ovvero: Regione, Comune, Camera di Commercio, Ministero… eroga il contributo senza chiedere niente in cambio. Per queste ragioni è un ottimo trampolino di lancio per chi vuole aprire una propria attività senza avere una grande liquidità.
Per aprire un bar è necessario presentare la domanda per il finanziamento e giostrarsi tra i vari bandi che lanciano enti statali ed eventualmente europei. Le opportunità per i giovani ci sono, ad oggi chi è interessato può rivolgersi al Ministero dello Sviluppo e richiedere dei finanziamenti per aprire un bar. Ovviamente gli saranno concessi solamente dopo aver superato determinati requisiti.
Quali sono i requisiti per richiedere un contributo a fondo perduto?
Una volta certi di avere tutti i requisiti richiesti si può procedere con la realizzazione del nostro progetto!
Perchè richiedre un finanziamento per aprire un bar? Per aprire un bar o un punto di ristoro, si parla di finanziamenti a fondo perduto che vanno dal 20% al 50%. La percentuale in questione può variare a seconda del tipo di soci che costituiscono la società e dalla società stessa. Detto ciò, se si vuole usufruire di un finanziamento a fondo perduto dobbiamo innazitutto controllare se esistono bandi regionali che fanno al caso nostro. Se così non fosse, bisognerà dare cercare tra i bandi nazionali ed europei. Optare per un finanziamento a fondo perduro elargito dalla regione, dallo Stato o dall’Europa vuol dire decidere di investire nel proprio futuro lavorativo e sulla propria carriera!
Solitamente è possibile ottenere i finanziamenti a fondo perduto attraverso la partecipazione a specifici bandi, dove occorre allegare i documenti richiesti e fornire all’ente erogatore un business plan chiaro e dettagliato. All’interno del programma si dovrà esporre in modo esaustivo il progetto che si vuole far finanziare. L’Agenzia nazionale a cui rivolgersi per le agevolazioni a fondo perduto con bandi nazionali è senza dubbio INVITALIA. Si tratta dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del Ministero dell’Economia. Scopri tutti i Bandi dei Contributi a fondo perduto e dei Finanziamenti agevolati erogati da Invitalia. (Per farlo, dovrai registrarti a Find UP, e inserire Invitalia nel campo ricerca bandi e contributi nella pagina di ricerca apposito.)
Ma quali sono le fonti di finanziamento a disposizione nel 2022 per sostenere queste iniziative imprenditoriali? Scopriamone alcune insieme! La Legge di Bilancio 2022 presenta molte novità sugli incentivi per gli investimenti delle imprese. Inoltre vi sono anche altri canali quali i fondi europei, regionali e comunali a sostegno di nuove realtà imprenditoriali. Scopriamo insieme quali sono i principali canali di finanziamento attualmente disponibili per chi decide di aprire una propria attività.
Se una di queste iniziative si adatta alle tue esigenze non esitare a partecipare subito al bando! In caso contrario, approfondisci le ricerche con le informazioni e gli strumenti che ti abbiamo fornito così da trovare un bando su misura per te e la tua attività !
Buona fotuna per l’inizio di questa tua nuova impresa!
The post Finanziamenti Per Aprire un Bar 2022 first appeared on Aprire Un Bar.]]>Il nostro progetto è aprire un bar, un locale; però, facendo due conti, ci rendiamo conto che i nostri fondi, i soldi che abbiamo da parte non basteranno per finanziare il progetto. Niente di strano, da che mondo è mondo gli imprenditori (e chi apre un bar è un imprenditore) hanno a che fare con prestiti, presentazioni di business plan, ricerca di bandi d’investimento, colloqui con direttori di banca, cambializazioni, ricerca di finanziamenti eccetera. Insomma: se la domanda è come trovare soldi per aprire un bar consoliamoci, chiunque fa business di solito ha bisogno di soldi, sia perché non li ha, sia perché (almeno in parte) non vuole lavorare con i propri capitali. Quindi cerca soldi per finanziare le proprie idee.
Idee appunto, perché siccome siamo a fare business e non a smuovere buon cuore, se vogliamo farci dare soldi dovremo mettere sul piatto qualcosa di appetibile: capacità di business, ottime idee appunto (di idee soltanto buone ce ne sono già anche troppe) e ottima capacità comunicativa. Ne abbiamo? Se sì, è il momento di cominciare a vedere come aprire un bar senza soldi (e su come usare al meglio i soldi che ci faremo dare)…
Pare strano, ma lo Stato, le regioni e perfino la Comunità Europea (oltre ad altri enti) riversano parte delle tasse che paghiamo sul territorio e sul supporto alle imprese. Per trovare soldi per aprire un bar con i bandi pubblici cominciamo con il dire che periodicamente escono bandi di finanziamento dedicati a varie categorie di persone, a vari contesti e vari progetti. Per esempio, andando a frugare su portali come Contributiregione.it potremmo trovare un bando di finanziamento (è solo un esempio! Non cercate questo bando) per giovani sotto i 28 anni della regione Basilicata, in cui vengono messi a disposizione 40.000€ per i costi di ristrutturazione e arredamento di una attività legata alla ospitalità e incentrata sui prodotti del territorio.
Per aprire un bar con finanziamenti agevolati dovremo quindi frugare fra i vari bandi fino a trovare quello che al caso nostro, in certi casi perfino modificando il nostro progetto per rientrare nei parametri richiesti dal bando. Attenti anche alle date di scadenza dei bandi, cercando magari agevolazioni per aprire un bar 2019.
In caso che il nostro progetto rientri più o meno nei parametri richiesti dovremo fare domanda di finanziamento, di solito corredandola di Business plan (scopri qui come scrivere un business plan per bar, anche in PDF) a quel punto avremo risposta affermativa o negativa in tempi abbastanza brevi (leggi un mese o due) e, se la risposta sarà positiva, verremo affiancati da un tutor, che ci seguirà nel percorso di istruzione della pratica. Spesso un titolo di vantaggio è la giovane età, che spesso viene premiata in questi bandi, e una buona chiave di ricerca potrebbe quindi diventare aprire un bar finanziamenti per giovani 2019.
I finanziamenti veri e propri arriveranno poi dopo diverso tempo (anche un anno) e comunque solo dopo che avremmo ottemperato ad alcuni passaggi (per esempio creazione della partita IVA aziendale. E nel frattempo? Mentre aspetto i soldi del fondo agevolato? Quello che di solito perfino i tutor consigliano di fare e di trovare i soldi per aprire un bar chiedendo in banca; a quel punto infatti saremo forti del progetto approvato dal fondo di finanziamento, e la banca sarà più disponibile a prestarci soldi, che gli restituiremo una volta avuto il finanziamento.
Gli enti di garanzia o Confidi, cioè consorzi di fiducia, sono enti, di solito posti all’interno di strutture di sindacato come Confesercenti, Confcommercio e associazioni artigiane che svolgono una funzione di ponte, di intermediazione tra le imprese e le banche.
Diciamo che mentre le banche decidono di finanziare un progetto o meno su modelli di rating soprattutto statistico e basato sulla persona che richiede il finanziamento (quindi per avere accesso ad un finanziamento dovremmo dare garanzie e rientrare in un “normotipo” finanziabile) i Confidi lavorano su parametri di conoscenza più diretta dell’impresa, diciamo che finanziano, un pochino di più, l’idea e la sua realizzabilità.
L’iter per aprire un locale con un finanziamento tramite Confidi parte dal presentare un business plan ad uno di questi enti (mentre parliamo risultano operanti circa 400 uffici Confidi in Italia). A quel punto il Confidi, se lo ritiene opportuno, garantirà il progetto ad una banca di riferimento, per una percentuale che può variare dal 5 al 100%. In alcuni casi per questo servizio pagheremo a Confidi una certa cifra fissa, e più spesso pagheremo invece una percentuale.
Per trovare i confidi in Italia vi consigliamo di spulciare la rete, alcuni potrebbero operare meglio nella vostra regione.
Voglio aprire un bar e non ho i soldi? Niente di male, chiediamoli alla folla, questo significa, in inglese, crowdfunding. Nome inglese e concetto molto inglese, ma con diversi esempi di successo perfino qui da noi.
Partiamo con il dire che per aprire un locale con il crowdfunding dovremo convincere a finanziarci coloro che (speriamo) diventeranno i nostri clienti, perché saranno anche i nostri finanziatori. Nostro importante lavoro sarà convincerli a regalarci/prestarci piccole cifre che moltiplicate per una folla di finanziatori ci permetteranno di dare una base monetaria forte al nostro progetto.
I passaggi da seguire saranno i seguenti:
Appunto, ma come il nostro progetto farà bene ai finanziatori? il mondo del crowdfunding distingue, in questo, due categorie distinte:
Un’altra forma classica di finanziamento per i locali, anzi, forse la più classica quando si parla di bar, è quella che passa per le aziende partner, le aziende fornitrici del locale stesso. Stiamo parlando soprattutto delle aziende di caffè, le torrefazioni, ma anche, in alcuni casi, delle aziende della birra se cerchiamo finanziamenti per aprire un pub o un locale serale, e persino aziende di gelati, se l’idea è aprire un chiosco sulla spiaggia.
Per capire come funzionano i finanziamenti tramite le torrefazioni cominciamo con il dire che queste ultime stabiliscono di solito un prezzo “con e senza macchinari” in pratica un prezzo comprendente anche una quota (mediamente 4 o 5€) che andrà ad ammortizzare, in un certo arco di tempo, gli investimenti che la torrefazione farà in attrezzature o in capitali per il bar.
A quel punto il barista, se decide di avere i macchinari dalla torrefazione (ma a volte l’opzione non gli viene nemmeno presentata) acquisterà il caffè con il prezzo comprendente il costo delle attrezzature; in pratica è come se avesse un “prestito” iniziale per comprare le macchine, prestito che poi restituirà un po’ alla volta sul prezzo del caffè.
Con questo meccanismo il barista difficilmente avrà più di qualche migliaio di euro, ma c’è da dire che alcune torrefazioni agiscono come vere e proprie “centrali di finanziamento “ con tanto di cambializzazioni. Se siete a caccia di questo tipo di finanziamento andate semplicemente a parlare con le torrefazioni della vostra zona, vi accoglieranno, nella maggior parte dei casi, a braccia aperte.
Abbiamo spesso detto che un bar, un locale può essere un “allargamento dell’anima” dove noi mettiamo la nostra passione, le nostre passioni (al plurale) il nostro gusto, le nostre specialità, la nostra musica, la nostra arte, insomma, sarà un po’ come se invitassimo i clienti a casa nostra.
Beh, forse anche Cristiano Ronaldo vuole “allargare la sua anima” mettendola in un locale, ma certamente non ha né tempo né voglia per gestire il locale: ecco quindi che noi potremmo aprire un bar senza soldi nostri usando quelli del calciatore, dell’attore, del dentista o del personaggio danaroso, che diventerà il nostro “socio di capitale”. Il locale probabilmente parlerà “anche della sua anima, ma noi godremo, con la clientela, dei suoi amici e della sua popolarità.
Detto così sembra un po’ ridicolo (che, Cristiano Ronaldo finanzia me?) ma se indagate un po’ vi renderete conto di quanti personaggi più o meno famosi sono proprietari anche di locali che non gestiscono direttamente, da di cui sono soci…
Si bello, ma io di calciatori e di personaggi ricchi non ne conosco, a chi propongo la mia bella idea? Le figure dei soci di capitale sono anche istituzionalizzate, e vengo definite business angels, gli angeli del business, pronti a sovvenzionare le idee davvero buone! Esistono diverse associazioni di business angels, anche in questo caso consigliamo di frugare la rete e proporre la propria idea…
Sì, capiamo bene che è un “non consiglio” ma, nella nostra esperienza, è il consiglio più prezioso quello più sicuro e che fa più affidamento su noi stessi.
Sicuramente abbiamo in mente il nostro locale ideale con uno stile, un’immagine, una eleganza che sentiamo nostra. Bene, partiamo da questa immagine, da questa sensazione che vogliamo dare e pensiamo a come possiamo ottenerla, a come possiamo renderla ai nostri clienti con i costi più bassi.
Insomma, raramente in un locale è l’immagine a fare la vera differenza, a farla saranno qualità, simpatia, passione e cura del cliente. I soldi non fanno mai, e dico mai, la differenza!
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Molti di voi avranno certamente già sentito parlare di crowdfunding, un termine inglese che identifica il finanziamento dal basso, molto probabilmente come mezzo di prevendita o come strumento per raccolte a scopi benefici. Il crowdfunding può essere anche un modo per trovare fondi per aprire un bar senza mutui e finanziamenti bancari; molti di voi poi avranno anche già letto il nostro lungo reportage sull’argomento, che trovate qui, torniamo però qui sull’argomento, per un post inviatoci dal gruppo WeAreStarting, che con il crowdfunding sta portando avanti un bel progetto legato al food, leggiamolo insieme.
Il crowdfunding si sta diffondendo come modalità per finanziare attività economiche. In cambio del proprio contributo economico, i finanziatori possono ricevere un interesse oppure diventare soci della società. Per raccogliere questi capitali dai soci, le imprese si affidano a portali autorizzati che pubblicano le schede delle società, raccolgono gli ordini dei sottoscrittori e verificano i versamenti.
L’Italia è stato il primo Paese al mondo a dotarsi, nel 2013, di un regolamento per l’equity crowdfunding, ovvero la tipologia di crowdfunding che permette agli investitori (da quello professionale al piccolo risparmiatore) di diventare soci attraverso una modalità interamente online. Non se ne è sentito molto parlare, perché inizialmente lo strumento è stato accessibile, per un lungo periodo di sperimentazione, solo alle imprese che riuscivano a qualificarsi come startup innovative, società ad elevato contenuto tecnologico. Più tardi è arrivata l’estensione ad altre tipologie di società e finalmente dal 3 gennaio 2018 è arrivata l’attesa apertura a tutte le piccole e medie imprese, che permette di lanciare una campagna per ricercare soci per una srl anche in assenza di qualsiasi requisito tecnologico, come nel caso di aprire un bar o di aprire un ristorante.
La raccolta a favore di realtà tradizionali è già molto diffusa all’estero. Si pensi che nel Regno Unito l’equity crowdfunding permette alle imprese locali di raccogliere centinaia di milioni all’anno e che lì il settore food&beverage pesa per il 10% circa delle cifre raccolte sui portali principali, con una presenza importante di catene di locali.
Il caso più significativo in questo settore è certamente quello del birrificio scozzese Brewdog, che, grazie a cinque campagne di equity, ha raccolto l’impressionante cifra di oltre 56 milioni di sterline coinvolgendo più di 78 mila investitori in meno di dieci anni, arrivando ad aprire 46 locali in varie parti del mondo. Nel frattempo, i primi investitori hanno visto il valore delle proprie quote crescere di 28 volte.
Come è facile intuire, non si tratta solo di soldi: le persone investono anche per sentirsi parte di un progetto e si crea un legame speciale tra le società e gli investitori, che spesso coincidono con gli investitori più affezionati, anche perché spesso le società scelgono di attribuire sconti e benefici per ricompensare le persone che hanno creduto in loro.
Tornando all’Italia, siamo ancora agli inizi di questo approccio molto giovane per aprire un bar senza soldi o con pochi soldi, e sono state lanciate solo cinque raccolte su PMI (piccole medie imprese) non innovative finora. Si è però già registrato il primo caso di raccolta lanciata da un locale. Si tratta della società che gestisce il Grand Pub Queen Makeda di Roma, che ha lanciato sul portale WeAreStarting.it una campagna di crowdfunding per coinvolgere decine di investitori e raccogliere il capitale necessario per aprire un locale gemello a Milano.
Alcuni operatori del settore dell’equity crowdfunding italiano hanno in previsione di spingere l’acceleratore sul finanziamento di attività dell’economia reale e non mancheranno i casi di locali che effettueranno una “mini-quotazione”.
Ovviamente raccogliere capitale online non è semplice e serve una proposta convincente, che includa un business plan, un team e una comunicazione in grado di convincere gli investitori a sostenere il progetto in questione. Inizialmente è facile attendersi che, salvo eccezioni, sarà più facile la raccolta per le realtà già esistenti che per le nuove aperture. Si tratta comunque di un promettente nuovo strumento in più a disposizione dei tanti piccoli imprenditori, ora aperto anche ai proprietari di bar e locali.
Per maggiori informazioni:
WeAreStarting
WeAreStarting S.r.l. è il gestore dell’omonimo portale di investimento in PMI e Startup autorizzato CONSOB dal 2014 (delibera n. 19082). Nel 2017 vince la ING Challenge (contest del gruppo ING e di H-FARM) e si classifica tra i 5 finalisti della Fintech Lombardia Competition indetta da Regione Lombardia. WeAreStarting.it è l’unico portale italiano realizzato con la Fintech canadese Katipult, società IT tra i leader mondiali nella fornitura di software per l’investment crowdfunding.
S.r.l., Ufficio Stampa
(+39) 035 38.33.124
[email protected]
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Nel precedente post, che trovate su questa pagina, abbiamo visto, passo per passo, che cos’è il crowdfunding, e come trovare fondi per aprire un locale tramite questa formula che permette di finanziare progetti “dal basso” vale a dire di dar vita alla nostra idea grazie a tante piccole somme messe a disposizione da molti piccoli investitori.
In questa seconda parte dell’articolo cercheremo di focalizzare alcuni aspetti del crowdfunding inerenti, più da vicino, il campo che ci interessa: bar e ristoranti, lo faremo nel modo che meglio di tutti chiarisce ogni aspetto: con esempi pratici di locali che sono stati aperti con questa formula.
Abbiamo capito come, nel crowdfunding, l’idea che promuoviamo deve risultare attrattiva, vincente, ed essere supportata da una comunicazione altrettanto brillante, cool o almeno molto simpatica e umana, che racconti la nostra energia e freschezza.
In questo senso abbiamo trovato la campagna di due ragazze americane che hanno raccolto 10.000 dollari circa di fondi per finanziare un progetto semplicissimo: una roulotte/coffee shop nell’area di Detroit.
Provando a spulciare meglio la campagna di queste ragazze (che trovate in questa pagina, a meno che nel frattempo non sia stata cancellata) vediamo come le ragazze si presentino piene di energie e di umanità; le vediamo intente a lavorare in falegnameria per costruire il loro sogno, quello di portare caffè in giro per “rifornire di energia” (proprio così scrivono) la zona dove viaggeranno con la loro roulotte.
Queste ragazze ci mostrano anche come impiegheranno i soldi che chiedono in finanziamento (una somma davvero modesta) e ci presentano i modi con cui ricompenseranno chi le finanzierà: da un simpatico “tieni tazza” in maglia fino a un servizio di catering per cinquanta persone (dai, quasi un matrimonio) per chi le finanzierà con una somma più ingente.
Su questa pagina trovate invece un più ambizioso progetto di apertura di una caffetteria nello stato di Washington, sempre negli States. In questo caso vedete come si metta l’accento più sugli aspetti “Business” mentre sia meno focalizzata la parte fotografica e umana. Anche il video che accompagna questa pagina, che troviamo qui sopra e che racconta il progetto, è un po’ povero di idee: vi vediamo lui che ci racconta la sua passione e la sua attenzione al caffè, ma poco altro.
Sarà un caso, ma, mentre le ragazze di prima hanno raccolto i loro 10.000 dollari, il nostro Matt (così si chiama) ha raccolto, nel momento in cui scriviamo, solo il 3% della cifra che gli serve.
Il ragazzo che lo racconta inserisce nel suo storytelling anche un elemento umano, sociale, vale a dire la rinascita dell’Ucraina dopo i recenti accadimenti, ma a quanto pare non riesce a “bucare” visto che ad oggi, luglio 2017, il suo progetto, che trovate in questa pagina, non ha raccolto nemmeno un dollaro…
Vero che non stiamo parlando dell’apertura di bar nel senso vero e proprio, ma alcuni progetti, legati al nostro mondo, riescono a volte a raggiungere cifre pazzesche.
E’ il caso di questo progetto per la realizzazione di un innovativo tavolo da bar, con cassetti refrigerati e bluetooth, che ha raccolto, per la sua realizzazione, la bellezza di un milione e 300 dollari (sempre a luglio 2017) vale a dire il 2500% del budget che aveva fissato come meta.
Onestamente come progetto non ci alletta molto, ma se volete provare a finanziarlo lo trovate su questa pagina.
Fino a questo momento abbiamo visto esempi provenienti dagli Stati Uniti, vera mecca per questi innovativi meccanismi di business, ma l’Italia non è, almeno in questo, del tutto ferma. Anche da noi vari progetti vengono finanziati dal Crowdfunding, a volte con interessanti risultati.
Uno di questi, che è stato capace di raggiungere il suo obiettivo di 40.000€ è So lunch (e su questo portale trovate altri progetti aggiornati al 2017) un sistema che mette in contatto chi cucina a casa con chi si trova, magari per lavoro, fuori a pranzo, ma non ne può più del panino al bar, come racconta il video sopra…
Una considerazione interessante che fanno alcuni siti specializzati: cercare di finanziare la propria idea con il crowdfunding permette anche di valutare quanto buona l’idea sia. Se vedremo che i finanziatori fanno la coda per portarci soldi, vuol dire che abbiamo fatto, sia come idea che come capacità comunicative, centro. Altrimenti potrebbe essere il caso di ripensarci…
Ecco, ancora, un’ultima considerazione: il crowdfunding può non essere l’unico metodo di finanziamento, magari può essere usato in tandem a prestiti bancari o a fondi di proprietà.
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Sono la maggioranza coloro che, volendo aprire un bar o un locale sono spaventati dalla burocrazia e dalle tasse. Altri, forse i più lungimiranti, sono spaventati dalla necessità di dover creare una idea davvero unica e distintiva per proporsi sul mercato. Per quasi tutti però la preoccupazione è la più antica e concreta del mondo: i soldi.
Il futuro, anche in questo segmento, avanza, e internet ha rivoluzionato anche il modo si cui si cerca di reperire fondi e finanziamenti per avviare la propria attività. Permette per esempio di confrontare finanziamenti e mutui dalle banche e di valutare più facilmente bandi di finanziamenti pubblici. Una delle grandi trasformazioni di internet in questi ultimi anni è stata però quella del mondo social, che ha creato una forma di finanziamento di impresa in piena linea con la sua filosofia “sharing”: la formula del Crowdfunding.
Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) termine che potremmo tradurre come “finanziamento collettivo” è una forma di finanziamento “dal basso” in cui, di solito sui canali on-line viene proposta una idea imprenditoriale, invitando a finanziarla con somme, di solito molto piccole, ma che, in un largo numero di investitori, diventano decisive per la nascita della nuova idea.
Il crowdfunding viene adesso diviso in due settori principali:
Il modello “Equity” è di solito legato a progetti con un forte tasso di innovazione, sopratutto tecnologica; sono quei progetti che, se comunicati molto bene (chi lancia queste idee spesso è un ottimo comunicatore, oppure ha uno staff di comunicazione che lo segue) possono raccogliere milioni di Euro su siti come Kickstarter
Per quello che riguarda il finanziamento del nostro sogno, del nostro locale invece, ci rivolgeremo al secondo approccio: quello Civic.
Civic come civico, perché quando si chiedono soldi sul crowdfunding c’è da considerare che noi non ripagheremo a chi ci finanzia soldi o interessi, ma restituiremo i soldi sotto forma di servizi e di qualità della vita per la nostra città, il nostro quartiere, la collettività; diventeremo insomma qualcosa di utile e piacevole per gli altri.
Non possiamo, a questo punto, non fare un esempio.
Le nostre città, purtroppo lo sappiamo, fra smog, pochi spazi verdi e molta frenesia, spesso non sono pensate per i bambini, e di conseguenza per le mamme, costrette a gestirsi in un ambiente troppo frenetico. Voler migliorare la qualità della vita di mamme e bambini vorrà quindi dire dare loro un contesto sereno e piacevole, tagliato a misura di bambino, dove ritrovarsi. Se questo contesto poi, oltre ad essere pensato per i bambini, sarà portatore di messaggi etici e valori positivi, ancora meglio, sarà il locale giusto per essere finanziato con il crowdfunding.
Aprire un locale ottenendo soldi con il metodo del crowdfunding non è diverso dal punto di vista burocratico e di regolamenti rispetto ad un qualsiasi locale, la vera differenza sta in come troviamo i soldi per l’apertura del locale. Per avere questi soldi non dovremo convincere direttori di banca o di vari enti di garanzia, dovremo convincere sopratutto coloro che (speriamo) diventeranno i nostri clienti.
Convincere possibili clienti vuol sempre dire comunicare, fare pubblicità, ecco,
Nel crowdfunding si comincia a fare pubblicità molto prima che il locale sia aperto, addirittura quando il locale esiste solo sulla carta, come progetto.
Riassumiamo quindi i passaggi per finanziare l’apertura di un locale con il crowdfunding:
Sui siti “collettori” che abbiamo detto, vengono dati sia un obbiettivo da raggiungere (la cifra da raccogliere per far partire l’idea) sia la data entro cui i fondi andranno raccolti. Se entro quella data non si è raggiunta la cifra necessaria il progetto sfumerà e i fondi messi “in attesa” non verranno effettivamente erogati tornando all’investitore.
Con questo metodo, anche in Italia, sono numerosi i progetti che hanno avuto importanti finanziamenti, fra essi, sul sito Corriere.it abbiamo scoperto ombrelli innovativi, giochi da tavolo, software, film e restauri di opere medioevali.
E per bar e ristoranti? Avrete capito che, in un sistema così fluido le cifre che si possono raccogliere dipendono molto sia dall’idea sia dalla nostra capacità di farla apparire davvero magnifica, di saper “bucare lo schermo” come si dice nel linguaggio televisivo (alcuni esempi di questo tipo di comunicazione li vediamo durante i nostri corsi full immersion di apertura bar) . Del mondo del crowdfunding applicato a bar e ristoranti, e sopratutto ad alcuni casi di locali aperti con questo modello di finanziamento, parleremo nel prossimo post, che trovate su questa pagina.
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Finanziamenti, periti che possono supportarci nell’apertura di un nuovo locale, corsi di formazione obbligatori; durante lo svolgimento del nostro corso di apertura e gestione bar spesso veniamo in contatto con associazioni di sindacato.
Queste si chiamano Confesercenti, così come Confcommercio e Confartigianato, e nascono per supportare si dal punto di vista sindacale, cioè per portare avanti, in una voce unitaria, i bisogni sociali della categoria, ma anche, e negli ultimi decenni sopratutto, per offrire servizio e assistenza ai nuovi e “non nuovi”imprenditori del mondo del pubblico esercizio.
In realtà strutture come Confesercenti offrono assistenza non solo a chi lavora nel campo della ristorazione, ma anche in altri campi del commercio e della piccola imprenditoria (per esempio il commercio ambulante). Questo blog però parla di bar e ristoranti, e oggi siamo andati ad intervistare Santino Cannamela, pasticcere e storico presidente della sezione “pubblici esercizi” della Confesercenti fiorentina.
D. Santino, potresti dirci cosa fa Confesercenti per i pubblici esercizi?
Confesercenti, è un’associazione di categoria che rappresenta le piccole e medie imprese italiane del commercio, del turismo e dei servizi, dell’artigianato e della piccola industria. E’nata nel ’71 e adesso conta oltre mille sedi in tutta Italia. La FIEPET (Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici) la sua sigla dedicata a baristi e ristoratori, che supporta sia come sindacato di tutela (ad esempio nella stesura e firma dei contratti nazionali) sia, sopratutto, di servizio, i locali dedicati all’ospitalità, ad esempio supportandoli nella apertura di locali, per contabilità e formazione e, negli ultimi anni, per accompagnare le start-up.
D. Poniamo di essere un giovane che vuole aprire una attività di ristorazione, come mi aiutate?
Per aprire la sua attività ci sarà innanzitutto bisogno di stendere un business plan, sia per fare i conti giusti sia per, eventualmente, presentarlo a strutture di finanziamento. Ecco, il nostro lavoro comincia nell’aiutarlo a preparare questo documento e prosegue con un supporto per i primi due anni con un pacchetto di consulenza attivo, dal punto di vista contabile e di marketing. Questo pacchetto è così rilevante che le banche concedono finanziamenti più facilmente finanziamenti a chi lo sottoscrive; una importante forma di garanzia insomma.
Ancora il nostro ragazzo può prendere parte, lui e il suo staff, ai corsi obbligatori a prezzi agevolati, e, ancora a livello di finanziamenti, può accedere a Confidi, la struttura di Confesercenti che si occupa di garantire, dal punto di vista finanziario, i mutui concessi ai suoi associati.
D. Come ci si iscrive a Confesercenti?
Niente di complicato, basta andare in una delle oltre mille sedi in Italia e associarsi con un tessera base a 140€, che sale eventualmente in funzione della complessità societaria dell’attività. E’ da notare come, appena associati, si gode subito di un pacchetto di convenzioni estremamente convenienti. Ad esempio la convenzione con SIAE permette di pagare a metà di quanto dovuto, recuperando quindi, in molti casi, il costo della tessera Confesercenti. Anche i pacchetti di tenuta contabilità e servizio paghe sono concorrenziali rispetto al mercato.
D. Confesercenti è nata però anche come struttura politica, per portare avanti istanze o bisogni comuni della categoria, come si relaziona adesso a queste tematiche?
Le porta avanti focalizzando la realtà dei nostri tempi, ad esempio schierandosi contro l’apertura selvaggia dei centri commerciali, non per demonizzarli, ma perché, sopratutto quando cominciano ad ospitare servizi come studi medici e poste, finiscono per svuotare la città stessa, togliendogli il suo ruolo storico di centro di aggregazione.
Le battaglie di Confesercenti però non sono solo di contrasto, ma anche di supporto alle amministrazioni, ad esempio nella lotta al degrado urbano o al contrasto dell’abuso di alcolici.
D. La vostra è una importante finestra sul mondo dei pubblici esercizi, cosa serve oggi ai giovani imprenditori?
Purtroppo tendono a improvvisarsi, pensano che il commercio sia facile, che basti aprir bottega per cominciare a guadagnare. Con queste convinzioni manca la voglia di formarsi adeguatamente, mentre il futuro si specializza invece sempre più, e sempre più avremo bisogno di formazione; ormai non basta più ‘esperienza fatta sul campo, magari nella bottega del papà. Il mercato cambia perfino in pochi mesi, mentre fino agli anni ’90 cambiava a cicli decennali. E’ necessario formarsi, e saper analizzare i cambiamenti del mercato
D. Come si può sapere di più su Confesercenti?
Sul sito http://www.confesercenti.it/ e agli sportelli dei nostri uffici dislocati in tutta Italia.
Sembrano chimere, sono difficili da ottenere e sono in molti a segnalare trappole, eppure esistono, e talvolta possono rappresentare un valido aiuto per il proprio progetto di apertura del proprio bar, pub o locale. Sono i finanziamenti pubblici, sia a fondo perduto che a tasso agevolato, erogati da vari enti, come la Comunità Europea o le varie Regioni Italiane.
Enti diversi, diverse finalità e diversi obbiettivi, e perfino diversi destinatari, questi bandi possono rappresentare, per chi li cerca, un piccolo rebus, e la prima cosa da fare per accedervi è armarsi di pazienza e leggerli con cura, fino a trovare quello che “ci calza a pennello”.
Per questo post siamo proprio andati a spulciare alcuni di questi bandi, per capirli meglio e per imparare a leggerli. Proprio per leggerli nella maniera corretta è importante cominciare subito a riconoscere quali sono gli elementi cardine di un bando di finanziamento, vediamoli insieme.
Detto questo cominciamo ad analizzare casi specifici. Il primo bando che analizziamo è finalizzato alla riqualificazione di bar, ristoranti ed esercizi commerciali nella regione Umbria. Questo bando è scaduto in gennaio, per cui non ne diamo il link di accesso. Il bando metteva sul piatto la possibilità di accedere ad un finanziamento del 60% a fondo perduto su lavori che, appunto, dovrebbero essere di riqualificazione. Ora, se leggiamo bene la lista delle “spese ammissibili” ci rendiamo conto che se fra esse ci sono voci abbastanza logiche come “ristrutturazione e trasformazione degli immobili” o come le spese di riconversione, altre voci sono molto più “allargate”, come acquisto di insegne, informatizzazione e perfino le spese relative al conseguimento di un marchio di qualità.
È da notare poi che, essendo il bando destinato alle attività commerciali, se un artigiano produce e vende un suo prodotto (per esempio una pizzeria a taglio) potrà utilizzare il contributo solo per le spese inerenti l’area vendita, e non la produzione.
Se alcuni bandi sono quindi molto vasti e permettono molti margini di manovra, altri possono essere minimali, e avere aree di intervento molto ristrette. E il caso di altro bando che abbiamo esaminato, emesso dalla regione Puglia e scaduto nell’ottobre del 2013. In questo caso erano ammesse tutte le imprese pugliesi operanti nel turismo e ad essere ammesse erano solo le spese determinate da nuove assunzioni, per un contributo abbastanza piccolo, solo € 1.500. E’ da notare che, essendo la dotazione del bando di 400.000€, gli aiuti sarebbero stati distribuiti a oltre 250 aziende.
Come ultimo bando preso in esame, ci siamo potuti affidare ad un professionista, con cui abbiamo la fortuna di avere a che fare da tempo. Si tratta di Fabio Centurioni di contributiregione.it che ci spiega benissimo questo fondo dedicato alla regione Marche, e le spese che vi sono ammesse, nel video sotto.
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Requisiti: Costituzione di nuova società di persone con metà dei soci non occupati.
SCADENZA : bando aperto 2014 fino ad esaurimento fondi
Agevolazione massima € 140.000 di cui il 50% a fondo perduto (euro 70.000 da non restituire), ed il rimanente 50% mutuo a 7 anni a tasso 0,3% (70.000 prestito a tasso quasi zero).
Questi sono alcuni consigli per rendere più semplice l’accesso al finanziamento a fondo perduto:
Occorre cioè elaborare un’idea unica, in cui il bar è il punto di partenza, che deve essere integrato con un servizio unico o originale nell’area geografica dove intenderai aprire.
Clicca qui per leggere la sintesi del contributo al 50%
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AGEVOLAZIONE N.1 : IMPRESE UBICATE IN PROVINCIA DI FIRENZE – Agevolazioni per mutui bancari superiori a 20.000 euro dalla Camera di Commercio di Firenze.
Agevolazione n.2 : Regione Umbria – Contributi pari al 60% per la riqualificazione delle imprese commerciali, bar e ristoranti
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Quando di cerca di accedere a finanziamenti pubblici è necessario pensare bene che, anche se a volte ci sembrano dei nemici ottusi e incapaci di capire le nostre idee, i tecnici chiamati a valutare i nostri progetti sono persone che cercano di usare i fondi a disposizione per i progetti che avranno più prospettive di successo (a volte riuscendoci a volte no). La classica domanda “perché vuoi aprire questa attività” ci sembra a volte stupida e capziosa (perché ho bisogno di lavorare, cavolo!) ma in realtà potrebbe essere riragionata così “come pensi che la tua attività abbia qualcosa di unico rispetto alle altre e abbia quindi possibilità di successo?” se questa semplice domanda avrà una risposta convincente saranno molte di più le possibilità di accedere ad un finanziamento.
Questo consiglio ci arriva dal dottor Fabio Centurioni, di ContributiRegione.it , specialista nel reperimento di bandi e di finanziamenti pubblici.
“Un altro consiglio che posso dare a chi cerca forme di finanziamento a fondo perduto o a tasso agevolato” Continua il dottor Centurioni “è quello di aprire un’attività più articolata e con più servizi, come ad esempio:
perché queste attività sono artigianali, e rientrano tra quelle prevalenti di produzione di alimenti che sono meglio finanziabili con contributi a fondo perduto per il 50% se almeno uno dei due soci è non occupato.
La Commissione valutatrice conosce le statistiche e sa che queste attività hanno maggiori probabilità di sopravvivenza negli anni perché offrono un servizio artigianale aggiuntivo: gelateria, pasticceria, birreria, pizzeria. Un valore aggiunto per il cliente disposto anche a spostarsi di parecchi chilometri per assaggiare un goloso super-bombolone alla crema o al cioccolato fondente che lo condurrà ogni mattina a far colazione nel vostro locale”
Aprire una gelateria o pasticceria di qualità, è chiaro, presuppone anche capacità tecniche e professionalità che sarà più che mai necessario acquisire (e per cui bisognerà avere passione!)
Ancora il dottor Centurioni “spesso è necessario costituire una società con una persona non occupata, che abbia almeno il 50% delle quote della nuova società. Non è facile trovare un socio affidabile, dopotutto l’impresa è come un matrimonio: ci devono essere i presupposti: condivisione di idee, fiducia, competenze, per fare il grande passo. Fai un sondaggio prima tra i tuoi familiari o amici intimi prima di rivolgerti ad altri.
Se questa strada risulta difficoltosa, allora puoi collegarti a questa pagina che aiuta a trovare potenziali soci, vicini geograficamente e con le qualifiche da te richieste, che potrai contattare”
Su aprireunbar.com pubblicheremo nei prossimi giorni bandi fruibili per l’apertura di bar, pasticcerie, gelaterie, birrerie artigianali e altre attività legate al mondo della ristorazione. Per avere intanto un’idea delle possibilità di accesso a bandi di questo tipo è intanto possibile inserire i propri dati, compreso una descrizione del proprio progetto e dei capitali necessari, su questa pagina.
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