Per chi vuole aprire un bar, e lavorare nel mondo del bancone, una forte competenza sui cocktails, il saperli fare bene è molto importante, almeno per due ragioni:
1 – Il mondo dei cocktail è diventato, con l’aperitivo, sempre più importante anche per il bar di quartiere.
2 – Il cliente, quando chiede un cocktail, trova divertente anche l’essere affascinato da tecniche innovative e spettacolari; costituiranno una parte importante dell’esperienza!
Per questo, per costruire la nostra professionalità, può essere importante prendere parte a corsi di barman e cocktail.
Ben conscia di questo, la nostra scuola partner, la Espresso Academy di Firenze, ha da anni creato un corso barman base full immersion, che in un solo intensissimo giorno riunisce tutti gli elementi necessari a chi vuol cominciare a lavorare nel mondo della miscelazione.
Questo programma di base può andare benissimo al piccolo bar di quartiere, o per chi sta cominciando, ma per chi vuole davvero costruirsi un futuro nel mondo del bartender può essere necessario ampliare e perfezionare la propria competenza con un corso avanzato, magari da unire al corso base, per una tre giorni pienissima di informazioni e di pratica!
Tre giorni, perchè in Espresso Academy sono riusciti a strutturare il programma del corso di bartender avanzato in soli due giorni, ma due giorni davvero ricchissimi, per capirlo vediamo infatti i vari capitoli del programma.
Cubetti, ghiaccio spezzettato, crushed e pilee, chunk, sfera… il ghiaccio può avere forme molto differenti, adatte a vari cocktail e perfino a diversi momenti di preparazione e servizio dei cocktails; durante il corso esploriamo tutti i vari tipi di ghiaccio.
Una sezione del corso full immersion a Firenze è dedicata al flair, al barman acrobatico, con un’approccio ai movimenti di base, movimenti che tutti possono imparare, e che daranno destrezza e eleganza al servizio.
Fare i drink che preparano tutti è importante, ma importantissimo può essere preparare cocktail inventati da noi. Per farlo però è necessario capire le regole di base degli accostamenti, quale distillato sta bene con quale succo, quale liquore con quale base analcolica, fino a capire come creare un cocktail equilibrato e accrescere la fama del nostro locale
Alcuni cocktail ufficiali hanno guarnizioni ufficiali e tanti altri cocktail possono essere decorati in maniera spettacolare e innovativa, per stupire il cliente e rendere ancora più spettacolare la sua esperienza nel nostro locale!
Come preparare gli shot e i cocktail stratificati
Shortino, cervelletto, rainbow e tanti altri, il mondo degli shots costituisce una categoria a parte nel mondo della miscelazione, una categoria che, al di la del gusto individuale, deve essere conosciuta e gestita con spettacolarità dal bartender!
Ultima parte del corso di barman avanzato è legato all’innovativo mondo della mixology, un’approccio che re-inventa in modo particolarissimo i drink, con tecniche come le infusioni in alcool, le affumicature, la sferificazione e…
Inutile, come in qualsiasi altro lavoro, l’esperienza serve a fare errori (sì, a questo) quindi a non ripeterli. L’esperto, dice il saggio, è semplicemente la persona che ha fatto molti errori in un campo molto ristretto.
Non avere esperienza quindi vorrà dire trovarci con ogni probabilità a fare molti errori, e in imprenditoria (quando si apre un bar si diventa imprenditori, niente da fare) gli errori possono avere pesi diversi.
In certi casi gli errori possono essere non gravissimi (una tazzina poco adatta, una scelta delle caramelle non azzeccatissima) in alcuni casi possono essere costosi (una grande vetrina per la pasticceria che ci accorgiamo poi essere inutile, ma che nel frattempo abbiamo già pagato cara) e perfino, in alcuni casi, drammatici e fatali per l’attività (una location sbagliatissima? Purtroppo ne abbiamo viste spesso e c’è davvero ben poco da fare che non chiudere e riaprire da un’altra parte…)
L’esperienza è quindi utilissima per evitare errori, e se dagli errori si impara, più esperienza avremo meno errori commetteremo. Tutto questo vale naturalmente anche per i locali, eppure, se nessuno di noi penserebbe di aprire una attività di meccanico o di calzolaio senza esperienza, in moltissimi pensano che non sia un grosso problema aprire invece un bar senza esperienza (a volte perfino un ristorante…).
Questa sottovalutazione è data da una parte da una errata percezione di facilità, dall’idea che questo lavoro non richieda grosse competenze, dall’altra dall’idea che il bancone sia il più classico modo per “reinventarsi” soprattutto se non più giovanissimi, con un passato in un’altro lavoro e con poco tempo e soprattutto poca “disposizione mentale” a rimettersi in gioco, a ripartire da quel “lavare i piatti” che è il classico inizio del percorso di chi lavora in ristorazione.
Così è, e poichè lo scopo di questo blog è quello di aiutare chi vuole aprire un locale, abbiamo cercato di riunire 10 regoline per aiutare anche chi, purtroppo, vuole (o deve) aprire un bar senza esperienza.
Sì, il miglior modo per fare esperienza per lavorare in un bar è lavorarci. Stare dietro al banco servirà ad un sacco di cose: a imparare a fare caffè cappuccini e il resto (anche se passare prima nell’ambiente protetto e strutturato di una scuola di caffetteria o di barman non sarebbe male) a imparare a fare caffè cappuccini e il resto con tre file di persone davanti (!) a controllare cosa ci porta davvero il fornitore di frutta e verdura, a fare le pulci alla fattura, a stasare la toilette che si intasa e (forse soprattutto) a rapportarsi con il cliente, con le sue paturnie e le sue maleducazioni. In parole povere lavorare al banco ci farà capire se è davvero questo il lavoro che vorremmo fare!
Come nella vita, più si viaggia più esperienza si fa. Nel nostro caso viaggiare ci farà conoscere realtà e possibilità diverse, ci darà spunti, ci farà capire che la grande idea che pensavamo di avere è già stata provata e non ha funzionato per niente (ascoltiamo questi campanelli d’allarme…) ci farà conoscere il prodotto o la tendenza che non conoscevamo, ci farà conoscere casi di eccellenza e anche grandi fallimenti (cerchiamoli, è importante conoscerli) ci farà perfino capire che tutto il mondo è (un po’) paese, e che quindi i problemi quotidiani del barista sono spesso gli stessi in ogni parte del mondo; vediamo come gli altri li risolvono
Qualcuno dice che leggere è come viaggiare, e mai come adesso c’è una immensa disponibilità di libri, pubblicazioni, riviste, siti internet e blog che ci raccontano prospettive e problemi del mondo dell’ospitalità. Leggiamo tutto, analizziamo e ragioniamo, la Gazzetta dello sport la leggeremo fra qualche anno…
Soprattutto con baristi, gestori, imprenditori; cerchiamo di conoscerne il più possibile, di entrare in rapporto con persone che fanno questo lavoro. Ci racconteranno il loro quotidiano, i loro problemi, il rapporto con i clienti e, fondamentale, ci racconteranno gli errori che hanno fatto loro, così magari riusciremo a non farli noi…
Mentre parliamo con questi baristi, magari anche quelli che saranno i nostri futuri competitors, cerchiamo di vedere noi stessi alle prese con gli aspetti che loro ci raccontano: vogliamo veramente alzarci prestissimo tutte le mattine? Siamo disposti a fare un’ora più tardi al bar per inventare il panino perfetto? Come avremmo reagito in quella situazione con quel cliente? Ci sentiamo buoni imprenditori, capaci di cogliere le richieste del mercato? Ascoltiamoci, e cerchiamo di farlo in maniera davvero consapevole, arriveremo alla apertura del nostro locale più preparati, e cerchiamo di non considerarci superiori agli altri (siiii, c’è un bar vicino al mio, ma non sanno fare niente…) a volte ci sono fattori imponderabili che…
Le fanno le grandi aziende, e non per perdere tempo, quindi dobbiamo farle anche noi! Passiamo tempo davanti al locale, per capire chi passa, a che ora passa, che bisogni potrebbe avere e come potremmo comunicare con lui (e quindi come costruire il locale). Passiamo tempo anche nel quartiere, per capirne tessuto sociale, dinamiche e flussi. Passiamo tempo dai concorrenti, per capire cosa fanno di buono e cercare le giuste strategie per batterli o le nicchie di mercato dove possiamo collocarci..
Forse questo consiglio andrebbe collocato all’inizio di questo percorso, ma più probabilmente è utile fare corsi di barman, di gestione bar, di caffetteria e di latte art quando siamo più vicini all’apertura del locale, per poi usare rapidamente le competenze che abbiamo acquisito.
Fare un corso, lo abbiamo detto al consiglio n.1, serve a imparare, bene, in un ambiente protetto; fatto il corso però non fermiamoci…
Ecco, non fermiamoci dopo il corso. Lavorare in un bar vuol dire fare una attività manuale sotto gli occhi dei clienti, quindi dobbiamo farla bene, con cura, stile, e perfino un pizzico di esibizionismo! Provate, anche solo con l’acqua, fino a che vi sentite sicure di poter salire sul vostro palcoscenico: il banco bar
E’ pensabile, anzi sperabile, che il nostro bar apra con successo e cresca bene, ma può succedere che prenda una strada, una tendenza che non ci aspettavamo. Diciamo che magari avevamo pensato ad una bella caffetteria, ma dopo un paio di mesi ci accorgiamo che le colazioni non decollano e che al contrario il pranzo va fortissimo. Ecco, a quel punto aver creato una enorme vetrina per la pasticceria potrebbe essere un problema, un freno al locale. Meglio quindi partire con vetrine (o work station per gli aperitivi) più piccole, se poi dovremo esporre più roba metteremo alzatine rimovibili sul banco…
Che ci piaccia o no, qualche errore in questo percorso lo faremo, e in questa società, per rimediare agli errori, serve qualche soldino. Cerchiamo quindi di non partire finanziariamente impiccati fin dal primo giorno, di lasciarci un pochino di margine e quindi di tranquillità. Stiamo attenti ad aver ossigeno per i primi giorni, quelli in cui stiamo ancora cercando clienti, tipologia e collocazione sul mercato.
In bocca al lupo!
The post 10 Consigli Per Aprire Un Bar Senza Esperienza first appeared on Aprire Un Bar.]]>Abbiamo intervistato, a questo proposito, Vittorio Sorge titolare di Sorgedil- Isolamenti Acustici: un’azienda storica nel campo dell’acustica che, da oltre vent’anni, lavora nel settore e, oltre ad interventi di insonorizzazione per case, aziende e operatori nel campo della musica, esegue valutazioni, relazioni acustiche e misure fonometriche per bar locali, esercizi pubblici.
R: Il rumore del dehor è prodotto, in via prevalente, dalle persone che lo occupano: le voci, le chiacchere e le risate sono abbastanza rumorose.
Si tenga presente che, mediamente, una persona che parla emette un suono pari a circa 60 deciBel: quando il numero delle persone che parlano aumenta o si unisce a telefoni che suonano, al rumore di tazzine che si appoggiano ai piattini o di forchette che cadono, è facile superare i 65-70 deciBel.
Se, poi, si aggiunge la musica all’aperto il livello di rumore si alza ancora.
R: La legge quadro sull’inquinamento acustico, L. 447/95, dà ai singoli comuni la possibilità di definire un proprio regolamento acustico. Questo significa che ogni comune ha delle regole proprie che definiscono i limiti di rumore, in termini di decibel, per ognuna delle aree in cui è suddiviso: in base all’attività prevalente che si svolge in ciascuna area, sono definiti i limiti acustici diurni e notturni. Non esistono, quindi, limiti di rumore assoluti che valgano solo per gli esercizi pubblici come bar, locali, ristoranti e loro annessi dehor. Ma il limite consentito è sempre funzione della zona in cui ha sede il bar o il dehor. Si tenga presente che man mano che ci si allontana dal centro storico, i limiti diventano via via meno severi e stringenti.
R: I regolamenti acustici comunali sono normative locali che regolano i livelli di rumore e i limiti di deciBel consentiti alle attività e agli esercizi pubblici come bar, ristoranti e dehor, suddividendo il territorio comunale in:
– aree protette, ovvero quelle in cui vige un limite di rumore più basso per salvaguardare il silenzio: questo vale per poli scolastici o ospedalieri;
– aree prevalentemente residenziali, dove il limite di rumore consentito è sempre abbastanza contenuto;
– aree miste, ovvero zone che sono residenziali ma ospitano anche attività produttive: in questo caso i limiti di rumore si alzano progressivamente
– e infine aree esclusivamente industriali: quelle che hanno limiti di rumore meno stringenti.
In questi casi vale la pena consultare il regolamento acustico del proprio comune, detto anche piano di zonizzazione, per conoscere i limiti di rumore per l’area in cui ha sede il proprio esercizio pubblico. Si tratta di un documento pubblico che chiunque può consultare e visionare, alcuni comuni lo pubblicano anche su internet. Ecco, qui, per esempio la Classificazione acustica del Comune di Milano.
R: Per misurare il livello di rumore generato da un bar o da un dehor non bastano le orecchie e, a dire il vero, non sono sufficienti nemmeno le app di tablet e smartphone. Per una misurazione accurata, che abbia una valenza di legge e sia opponibile a terzi, occorrono un fonometro e l’intervento di un Tecnico Abilitato Competente in acustica. Il nostro Studio esegue questo tipo di rilevazioni fonometriche per bar e dehor in tutta Italia.
R: Lo sforamento dei limiti di rumorosità per un bar o un dehor, ma anche per un ristorante o una pizzeria, significa, quasi sempre, conseguenze spiacevoli. Lamentele dei vicini, segnalazioni al comune, esposti alle autorità, uscite dell’ARPA; ma anche riduzione degli orari di apertura, obbligo di insonorizzare o di limitare l’accesso al dehor, per non parlare poi delle sanzioni amministrative, dei danni da risarcire e della possibilità di condanne, anche penali.
R: In genere, nell’ottica di prevenire piuttosto che curare, vale la pena – quando si hanno dei dubbi sull’intensità del rumore che si produce – non limitarsi ad un’autocertificazione di impatto acustico (dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà). Meglio muoversi in anticipo rispetto ai vicini o ad altri soggetti e far fare una valutazione di impatto acustico a firma di un Tecnico abilitato.
In sostanza si tratta di una valutazione del rumore generato dal proprio dehor: si basa su alcune valutazioni generiche (zona in cui è situato, distanza dagli edifici più vicini) e di misurazioni fonometriche con valore legale. Se da questa relazione emerge un sostanziale rispetto dei limiti di legge, vale la pena tenerla sempre pronta nel cassetto, da opporre a chiunque voglia lamentarsi o faccia intervenire le autorità.
Nel caso in cui emergesse che il dehor supera i limiti di rumore consentiti, ci si può muovere in anticipo e adattare da subito alcuni accorgimenti (o piani di bonifica se necessario) per limitarne la rumorosità.
D: Sì, ci sono dei piccoli accorgimenti per limitare il disturbo creato da un dehor troppo rumoroso e riuscire a rientrare entro i limiti di decibel imposti dalla legge.
Si tenga presente che se lo sforamento è ampio, nessuna delle strategie suggerite qui sotto potrà aiutare a ridurre il livello in modo considerevole. Se, però, lo sforamento è minimo, può valere la pena investire su alcune di queste soluzioni.
1. Ridurre il numero dei posti a sedere
Sembra una banalità, ma se nel dehor o nel bar i posti a sedere vengono ridotti, ci sarà anche un abbassamento del livello di rumore.
Non è detto che questo significhi perdere clienti, ma certamente avrà un effetto positivo sui calcoli ai fini della determinazione dell’impatto acustico del bar o del dehor.
2. Mettere un limitatore acustico alle casse per la diffusione della musica
L’impianto stereo potrebbe essere tarato e limitato perché non possa produrre suoni oltre un certo livello di decibel. Quando la musica è un sottofondo si noterà anche se diffusa ad un volume leggermente più basso; se la musica è dal vivo, basterà richiedere le necessarie deroghe.
3. Limitare l’accesso al dehor negli orari in cui vigono limiti di decibel minori
Per la legge nazionale gli orari individua 2 fasce di orari:
dalle 6:00 alle 22:00 vige l’orario diurno e i relativi limiti
dalle 22:00 alle 6:00 vige l’orario notturno.
Interdire ai clienti la possibilità di trattenersi nel dehor negli orari notturni potrebbe aiutare – almeno sulla carta – ad abbassare le emissioni rumorose del dehor.
4. Interventi di miglioramento dell’acustica del dehor
Tutti i seguenti suggerimenti, ovviamente, limitano le aperture di un dehor, dal momento che lo chiudono parzialmente, ma se la necessità è ridurre il livello di disturbo verso i vicini potrebbe valere la pena di attuarli.
Per ridurre le emissioni sonore di un dehor si possono chiudere le pareti laterali con superfici rigide e riflettenti: vetro o plexiglass si adattano bene allo scopo.
Un’altra idea potrebbe essere quella di aggiungere tende fonoassorbenti alle pareti laterali, magari in tessuti e tonalità adatti al contesto del dehor.
E perché non sollevare il pavimento del dehor creando una pedana sopraelevata? Una versione in legno, con doghe distanziate, per esempio aiuta a disperdere i suoni e i rumori verso il basso evitando che si propaghino verso l’alto e raggiungano le finestre dei vicini del piano di sopra.
Ultima strategia è quella di installare pannelli fonoassorbenti sulle superfici interne al dehor come anche delle isole fonoassorbenti sospese al soffitto. Esistono decine di versioni di questi elementi, colorate e di design che potrebbero avere anche una funzione di arredamento.
5. Interventi di insonorizzazione veri e propri
In casi di ampio sforamento, per ridurre il livello di rumore e di decibel in un bar rumoroso, invece, occorrono veri e propri interventi di isolamento acustico del bar e di insonorizzazione. Gli interventi potrebbero riguardare le pareti laterali, la facciata, la vetrina ma anche il soffitto se il rumore del bar disturba i vicini al piano di sopra in particolare. Sorgedil si occupa da sempre di questo genere di interventi negli esercizi pubblici, nei bar e nei ristoranti e può offrire una consulenza personalizzata.
Vittorio Sorge
SORGEDIL srl – Isolamenti Acustici
A pochi minuti da Loreto dove c’è una cattedrale visitata da milioni di turisti Il locale ha 200 posti interni e 200 esterno coperto Prezzo richiesto 250000 trattabili
Si può anche optare per affitto riscatto Per contatti [email protected] 3341062402
VENDESI di bar mobile per rendere indimenticabili ed esclusivi eventi di tutti i generi: dagli eventi aziendali alle inaugurazioni di locali ed esercizi commerciali, dalle feste private ai matrimoni, dagli addii al celibato e nubilato fino alle serate a tema e alle notti bianche; oltre ovviamente per partecipare agli street food con un chiosco unico e riconoscibile.
La sua struttura, unico prototipo di colore nero opaco prodotto in Italia, così come la sua accattivante forma e il suo moderno layout sono stati progettati in ogni loro dettaglio per catturare l’attenzione del cliente e fargli vivere esperienze uniche proponendogli un servizio food&drink d’eccellenza e qualità.
Il chiosco è dotato di gancio traino può essere utilizzato sia in modo itinerante che stazionare all’interno di un locale e fungere da bar esterno. Il rimorchio é targato e può facilmente essere trasportato
Già brandizzato e con sito internet dedicato (cedibile) insieme a logo.
Dispone di : 1 aperture lateralebanco di lavoro1 frigo sottostante i banchi Lavandino ad una vasca in Acciao Luci Rispetta tutti i requisiti tecnico sanitari vigenti sul territorio nazionale e necessita solo di attacco corrente con presa industriale 220 v.
Vendita 8000 €+iva Si valuta anche noleggio per stagione estiva
Per info e foto contattatemi tramite email –[email protected]
Simona 346 5269856
Il locale è situato nella via principale di Santa Maria nel prestigioso Patio Antigo, essendo stato appena aperto l’acquirente potrà dare la propria impronta originale. Licenza commerciale e contratti in regola.
Il locale è perfettamente funzionante, consta di 24 posti interni e 8 esterni, Bancone Bar con frigorifero, Macchina Caffè Cimbali, Birra alla spina, lavello e lavabicchieri. Inoltre frigorifero bibite e frizer gelati impianto wifi e televisivo, angolo cottura.
Oltre al bar si cede licenza societaria contenente un amplia gamma di servizi turistici.
Possibilità di abitazione con due camere, due bagni, salotto cucina, grande terrazzo, posta sopra al locale.
Assistenza iniziale assicurata per svolgere tutte le pratiche burocratiche iniziali.
Cedesi tutto a prezzo di realizzo, adatto a giovani coppie imprenditrici, o a chiunque voglia un’attività già pronta per trasferirsi a Capo Verde.
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Il locale però mi sembra particolarmente adatto all’apertura di una Bar. E’ all’interno della galleria coop, ha uno cortile privato e lo stabile è proprio davanti hai giardini pubblici di Porretta Terme.
Il locale è nuovo, ha una metratura di 94 mq commerciali (80 mq calpestabili), la corte privata misura 100 mq commerciali (90 mq calpestabili).
Il fondo commerciale si presta perfettamente ad uso negozio, ufficio, ambulatorio, laboratorio ecc.. Inoltre disponendo di una corte privata di 90
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Canone d’affitto di soli 700 Euro, davvero invitante per una location del genere (in galleria partono tutti dai 1000 Euro in su…).
Sarò lieto di incontrarvi per farvi vedere personalmente il locale, Antonio Biagiotti CELL 333 9332127
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All’estero è molto più facile trovare trovare locali fortemente specializzati in una sola preparazione o in un solo settore, a volte molto stretto e targettizzato, addirittura in un singolo piatto. In Italia invece il modello prevalente rimane quello del bar-caffetteria “da tutto il giorno” che serve con la medesima scarsa qualità dal caffè allo spritz, passando per i piatti del pranzo. Possiamo fare di meglio?
Noi di Aprireunbar.com ce lo chiediamo in questo video…
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