Dopo la pausa estiva ripartiamo con i nostri post, e soprattutto con i nostri video post. Lo facciamo con una intervista che ha come punto focale uno degli step più complessi, noiosi e pieni di trabocchetti del percorso verso l’apertura di un locale.
Stiamo parlando dell’identificazione della location e il subentro nella stessa, in pratica della compravendita del locale, con tutti gli elementi da tener presente.
Una fase noiosa e perfino, dicevamo, pericolosa, con tanti annunci da leggere e valutare, tante persone, proprietari, gestori, commercialisti da incontrare, tante trappole da evitare, dalla parte debitoria (che rischiamo di ritrovarci addosso) fino alla stesura dei contratti e il cosa fare, dalla parte opposta, se chi ha comprato il locale non ci paga.
Per supportarvi nella delicata fase di acquisto di un locale, ma anche nella fase opposta e speculare, quella di vendita di un locale, siamo andati a intervistare un professionista, un agente immobiliare specializzato nella compravendita di locali, Lucio Ricci.
Lucio, persona preparatissima e quanto mai gradevole risponde nella nostra chiacchierata a tantissimi dubbi come:
Un sacco di argomenti fondamentali insomma, ma l’intervista con Lucio è talmente piena di brio e di simpatia da farci quasi dimenticare che sta parlando di un argomento a volte, come dicevo, un po’ indigesto e pericoloso.
Trovate il video qui sotto, ma prima di lasciarvi a Lucio ricci ancora una curiosità. Questo link
ci riporta alla figura di Francesco Datini, l’inventore della cambiale; ne parla Lucio, nella sua intervista.
Buona visione!
The post Il Ruolo dell’Agente Immobiliare per Comprare o Vendere un Bar first appeared on Aprire Un Bar.]]>
Non tutti sanno, e alcuni se ne accorgono con gran dolore, che quando si rileva, si compra o si subentra in un locale si rischia di ereditarne anche i debiti contratti da una precedente gestione più allegra, disattenta o perfino in malafede.
Infatti, in base ad alcuni meccanismi, come i contratti di solidarietà, i debitori possono provare a rifarsi con successo sulla nuova gestione del locale, perfino se nell’acquisto abbiamo creato una nuova impresa, non subentrando o rilevando la precedente società.
A spiegarci quali sono i rischi connessi e come evitarli è il dottore commercialista Massimiliano Basegni:
“Nell’acquisto di un locale” ci dice il dottor Basegni “sarebbe opportuno cercare di tutelarci riguardo quattro possibili forme di indebitamento che la gestione (o le gestioni) precedente, potrebbe aver contratto: verso dipendenti, verso il proprietario del fondo commerciale, verso il fisco e verso eventuali evasioni della plusavalenza di vendita.”
“Praticamente ogni locale ha un indebitamento verso i dipendenti, che, nel passaggio diretto del locale (cioè quando il venditore, magari per diminuire l’esborso decide di ereditare i dipendenti e i debiti loro legati) vengono tenuti anche dalla nuova gestione.
Oltre al debito fisiologico legato alla TFR, alla liquidazione, ai dipendenti potrebbero non essere stati pagati alcuni stipendi, e i dipendenti stessi, attraverso una vertenza, potrebbero provare a rivalersi sulla nuova gestione, che vedono più disposta a regolarizzare la situazione, per non partire subito con faticose grane.
Conoscere e quindi fronteggiare in anticipo questo problema non dovrebbe essere difficile rivolgendosi direttamente ai dipendenti, e magari facendosi firmare da loro una liberatoria in cui dichiarano di non vantare crediti con la gestione precedente.
Anche gli affitti non pagati potrebbero ricadere su un nuovo gestore, e il proprietario del fondo commerciale potrebbe darci la possibilità di aprire effettivamente il locale solo una volta saldate le mensilità lasciate in sospeso dalla precedente gestione(vedete in questo post come gestire l’affitto in un locale)
Sarebbe quindi importante, prima di firmare contratti di acquisto della attività, conoscere il proprietario del fondo commerciale e farci firmare un documento in cui attesta che i pagamenti sono in regola.
Più subdoli possono essere i debiti della gestione precedente verso il fisco; più subdoli, perché
magari dovuti a disattenzioni e ignoranze non ancora notificate dall’Agenzia delle Entrate e quindi sconosciuti al gestore stesso o addirittura perché contratti da gestioni ancora precedenti a quella che ci vende l’attività.
Casi classici possono essere l’IVA non pagata o mancati adempimenti di carattere comunale, magari nel frattempo cresciuti con il moltiplicarsi degli interessi
Per tutelarci da queste problematiche ci si reca ad una sede della Agenzia e si verifica che il fisco non abbia nulla a pretendere dalla gestione. Questo documento si chiede all’agenzia di comune accordo fra le parti e se non viene rilasciato entro 60 giorni significa che non ci sono posizioni pendenti. Nel caso che questi problemi fossero ancora sconosciuti alla Agenzia delle Entrate, sarà possibile farsi fare una liberatoria che svincola i nuovi proprietari da problemi delle gestioni precedenti.
Un altro aspetto fiscale è quello legato ad una eventuale evasione della plusvalenza, cioè della differenza che si determina calcolando la differenza fra prezzo di vendita del locale e il patrimonio che viene venduto. Questo è costituito dai beni strumentali, crediti e debiti, e viene calcolato al netto degli ammortamenti. La plusvalenza appunto, il valore positivo ottenuto verrà definito come avviamento e tassato a norma di legge.
Il fisco ha in questo caso due anni di tempo per contestare il calcolo, ed è per questo che, in caso di più cessioni ravvicinate dello stesso locale, il fisco potrebbe contestarci sanzioni dovute non a guai provocati da chi ci vende il locale (che probabilmente non ne sa nulla) ma ad una gestione ancora precedente.
Molti aspetti quindi, e molte possibili fonti di rischio, anche di difficile valutazione, ma come ci si tutela? “Una delle forme di tutela più classiche” dice il Dottor Basegni “è quella di lasciare degli effetti, delle cambiali, magari quelli dell’ultimo anno di rateizzazione, in deposito dal commercialista, e metterle in pagamento solo se nessun problema di carattere debitorio si è verificato nel frattempo.”
Il Dottor Basegni, commercialista in Firenze, fa parte del nostro team di esperti, e potete contattarlo a [email protected]
The post Come Evitare i Debiti Della Gestione Precedente nell’acquisto di un Bar o Ristorante first appeared on Aprire Un Bar.]]>
Quando il nostro obbiettivo è l’acquisto di un bar o di un ristorante, insomma, di una attività commerciale, uno delle preoccupazioni maggiori è cercare di saperne più possibile sull’andamento della attività, su suoi eventuali indebitamenti o, in generale, gli scheletri che potrebbero essere nascosti nell’armadio della gestione che ci vende il locale.
Non sono poche le persone che, magari intervenendo ad un nostro corso di gestione e apertura bar, hanno detto di voler far ricorso ad una visura camerale per vedere se l’attività che andavano ad acquistare era sana o no, ma con questo documento lo si può capire?
La cosiddetta visura camerale è un documento che si può ottenere dalla Camera di Commercio (ma in realtà sono molti i siti che, dietro pagamento di una piccola cifra, li rilasciano on-line) e che contiene informazioni su una ditta registrata (registrare la ditta è obbligatorio) in Camera di Commercio, sia che si tratti di una ditta individuale, di una società di persone o di capitali.
Questo documento contiene molte informazioni anagrafiche, ad esempio la ragione sociale, l’oggetto sociale (il motivo per cui la ditta è stata costituita) la sede, i nomi dei soci e le loro quote, i loro poteri (ad esempio chi è l’amministratore delegato) e le eventuali variazioni (nel caso di visura storica) che hanno subito le quote e la composizione societaria.
La Visura però NON contiene alcun dato riguardo l’indebitamento o la situazione patrimoniale, per cui resta fondamentale l’esame del bilancio, che è pubblico nel caso di società di capitali, e che va chiesto al venditore negli altri casi. Dalla visura non si vedono nemmeno eventuali debiti verso il fisco, mentre si possono vedere eventuali situazioni di fallimento.
La visura camerale resta uno strumento utile per capire con chi abbiamo a che fare, i nomi dei soci possono infatti portarci (magari con il supporto di qualche funzionario di banca di cui siamo clienti) a capire il loro trascorso e le eventuali criticità.
The post Cosa Permette di Verificare la Visura Camerale nell’Acquisto di un Bar o Ristorante first appeared on Aprire Un Bar.]]>
Inutile dirlo, comprare un ristorante o un bar o un pub, un locale insomma, è una scelta delicata, decisiva, a volte, per una fetta, una fase della nostra vita, per questo abbiamo deciso di riprendere un articolo che scrivemmo anni fa e di ripensarlo alla luce di alcune altre riflessioni.
Cominciamo con una considerazione “sentimentale”: di un locale non possiamo mai innamorarci, non possiamo mai pensare “ah, questo è il mio, mi aspettava da sempre” perché rischiamo, un po’ come in una vera storia d’amore con un’altra persona, e di rifiutarci di vedere in questa quei difettucci che purtroppo diventeranno decisivi nel seguito della storia.
Con questo approccio cominciamo a controllare:
Difetti di struttura: come in una abitazione, macchie di umido potrebbero ricondurre a problemi all’impianto idraulico, spostiamo anche frighi e mobili (soprattutto in cucina) per guardare anche dietro, indagate se in alcuni ambienti sentite puzzo di muffa. Fatevi spiegare, bene (esistono piantine) su come sono posizionate e dove scaricano le fosse biologiche, che nelle normative attuali devono sempre essere esterne al locale. Attenti al funzionamento delle canne fumarie, se presenti, tiraggio, pulizia e vibrazioni delle canne fumarie; anche per loro non è detto che un problema di questo tipo vi debba far abbandonare l’affare, ma un eventuale lavoro di pulizia o di risistemazione della canna potrebbe portarci a valutare se cercare di scalare il costo della riparazione sul prezzo finale. Attenzione anche, inutile dirlo, ad eventuali crepe sui muri, inutile dire che potrebbero essere segno di problemi strutturali davvero gravi.
Problemi di arredamento: soprattutto per le strutture più costose e complesse, come il banco bar e i frighi che alloggia: questi tengono la temperatura? Sono molto umidi? Dove sono i motori? In che condizioni sono?
Dopo aver controllato la struttura veniamo a la parte di documenti, di autorizzazioni che chi vuol cederci il bar deve mostrare, attenzione, ogni reticenza, ogni documento che, magari accampando scuse, ci si rifiuta di mostrare, potrebbe essere un pericoloso campanello di allarme…
Quest’ultimo passaggio ha un pochino il sapore dello spionaggio, e molto altro spionaggio andrebbe fatto prima di procedere ad un passaggio così importante. Camminate per il quartiere, cercando di scoprirne le dinamiche commerciali. Ci sono uffici? dove vanno a mangiare i dipendenti? Perchè vanno lì? (buona scelta? Buon rapporto con il proprietario? Prezzi bassi? e, in ultimo, potremmo noi competere con quei prezzi e con la qualità che loro sono in grado di offrire? Sapremo fare di meglio, creare un valore aggiunto su un elemento che abbia un reale interesse per la tipologia di clienti che la zona offre? Il caso dell’enoteca raffinata aperta in una grande stazione su cui torniamo spesso nei nostri corsi di gestione rimane emblematico.
Sempre di spionaggio, ma da fare in altra sede, è l’ultimo elemento: fate verifiche sulla situazione finanziaria del locale: ha una situazione debitoria particolarmente pesante? Non paga fornitori/dipendenti? Difficile chiedere direttamente queste cose al proprietario, ma alcune aziende (fornitrici o meno) come le torrefazioni, spesso, grazie ai loro agenti di commercio, sanno molto, moltissimo dei locali sulla piazza, e, visto che noi siamo per loro dei possibili clienti, avranno interesse a darci informazioni…
Certo, molte cose da controllare e da verificare, ma, come dicevamo all’inizio, stiamo facendo una scelta di vita fondamentale, e prima di spendere un solo Euro, dovremo spendere moltissime ore, energie, intelligenze e furbizie per far si che la nostra scommessa sia meno scommessa, sia un successo!
The post CONTROLLI E VALUTAZIONI DA FARE PRIMA DI COMPRARE UN BAR O UN RISTORANTE first appeared on Aprire Un Bar.]]>Per ulteriori informazioni: Laura <[email protected]
The post VENDESI BAR A MISANO ADRIATICO, PROVINCIA DI RIMINI first appeared on Aprire Un Bar.]]>Il locale da comprare lo abbiamo individuato, ci piace e sentiamo che calzerà a pennello la nostra idea. Stiamo attenti a non innamorarcene però, probabilmente, al momento della nostra prima visita al locale il proprietario ci avrà comunicato quale cifra richiede per cederlo e ora è il momento di contrattare. In amor come in affari, essere innamorato mette in situazione d’inferiorità tattica. Scusate il cinismo.
Essere un buon contrattatore, per molti, significa fare la faccia guardinga e la voce che prova ad essere decisa, un pò poco, non vi pare?
Un buon affarista, è vero, ha un sangue freddo e una spregiudicatezza innate, ma anche se non siamo dei giocatori di poker con buon senso e idee chiare si può fare molto.
Le idee chiare conviene averle su quattro punti:
Sarà avendo ben chiari questi parametri che potremo gestire una sensata contrattazione; contrattazione che potrebbe vertere non solo sul prezzo d’acquisto, ma anche sulle modalità con cui esso viene corrisposto. Il pagamento in contanti o rateizzato e l’eventuale accollo di debiti sono infatti elementi che rientrano spesso nelle dinamiche della contrattazione.
È evidente che il venditore del locale sia disponibile a concedere un congruo sconto a chi è disposto a comprarlo in contanti, sottraendosi così al rischio di future insolvenze, sempre possibili con la rateizzazione, per quanto garantita. Nella maggior parte dei casi si arriva ad un compromesso con il pagamento di una parte in contanti e la rateizzazione del rimanente.
Un altro sistema utilizzato per evitare un’esborso troppo alto all’acquisto del locale è il cosiddetto accollo del debito.
I debiti sono un fardello che praticamente ogni azienda si porta dietro, siano essi le TFR (le liquidazioni) dei dipendenti o debiti verso fornitori o, molto spesso, tutt’e due. La parte compratrice potrebbe scegliere di prendersi in carico parte di questi debiti diminuendo in proporzione l’esborso per l’acquisto. È chiaro che i debiti acquisiti dovranno poi essere gestiti.
The post BAR IN VENDITA: GESTIRE LA TRATTATIVA DI ACQUISTO first appeared on Aprire Un Bar.]]>La scelta fra comprare un locale o crearne uno nuovo di zecca spesso non si pone. In molte aree, vuoi per il contingentamento delle licenze con le vecchie leggi, vuoi per scelte urbanistiche o edilizie con le nuove, non è possibile aprire nuove attività di somministrazione e, se vogliamo far nascere lì il nostro progetto, comprare una attività esistente è l’unica soluzione. Detto questo la scelta fra comprare e costruire pone di fronte ad una serie di considerazioni su cui val la pena ragionare. Dal punto di vista economico non è detto che una scelta sia più economica dell’altra, non è detto che comprare un locale sia più oneroso che costruirlo e viceversa.
Costruire un locale ha comunque logiche di costi più evidenti. Si trova un fondo vuoto, si valuta se la nostra attività riuscirà a pagarne l’affitto e si passa a strutturarla (imbiancatura, decorazione) e ad arredarla. I costi di decorazione e di arredamento si preventivano bene con le ditte edili e di arredamento, e naturalmente dipendono dal grado di lusso e ricercatezza che vogliamo per il nostro locale. Comprare un locale invece non significa comprare un arredamento, ma una attività economica; questo pone di fronte a logiche di mercato del tutto diverse. Quello che paghiamo, in questo caso, sono le licenze (sopratutto se nella zona c’è una forma di contingentamento) e l’avviamento. L’avviamento è di fatto l’incasso del locale, e con ogni probabilità la cifra richiesta è in relazione con il fatturato dello stesso. Questo concetto può risultare antipatico a qualcuno, ma a ben pensarci è un elemento che possiamo definire “di sicurezza”. Uno dei maggiori problemi infatti, che si pongono quando si vuol costruire un locale nuovo, è lo stabilire quali saranno gli incassi, elemento fondamentale per strutturare un business plan realistico(date un’occhiata al capitolo dedicato). In un locale nuovo però questi incassi possono essere valutati solo approssimativamente, un pò “a naso” e questo può portare a pericolosissime sopravalutazioni. Questo problema, è evidente, non si pone con un locale già esistente, che con anni di bilanci alle spalle ha già uno “storico” su cui riflettere e fare i conti. Riflettere con giudizio, perchè non sono pochi coloro che fidando nelle proprie capacità di imprenditori pensano di riuscire ad aumentare gli incassi in maniera esponenziale. Ragionate su quello che c’è adesso, il resto verrà dopo. Costruire un locale nuovo ha dalla sua la logistica. Lo facciamo come vogliamo noi, e questo è un bene non solo perchè renderemo al meglio la nostra idea alla clientela, ma anche perchè decideremo e costruiremo come vogliamo noi i suoi impianti elettrici, di condizionamento, di refrigerazione, e sapremo bene dove intervenire in caso di problemi o guasti. Come ultimo punto i tempi. Se decidiamo di costruire prepariamoci a passare almeno due mesi fra arredatori, muratori, elettricisti e ritardi vari. Se invece lo compriamo e non facciamo modifiche (che spesso non si possono fare pena la rimessa a nuovo di tutto) è possibile, il giorno dopo il notaio, andare a tirar su la saracinesca.
The post MEGLIO COMPRARE UN LOCALE O COSTRUIRNE UNO NUOVO? first appeared on Aprire Un Bar.]]>Decidere di rilevare, di acquistare un bar o un ristorante già esistente, e di non partire dunque con un locale nuovo, è una scelta più semplice e permette anche qualche sicurezza in più sugli incassi visto che un bar già attivo offre una “storicità” nei suoi incassi.
Cominciamo a cercare il nostro locale, vediamo annunci di bar in vendita, contattiamo agenzie immobiliari o chiediamo direttamente ai proprietari di locali che ci fanno vedere gli esercizi; dobbiamo stare in campana, e, se il locale come prima impressione ci piace, cominciare a guardare i dettagli, a valutare coma bisogna controllare attentamente prima di comprare un bar.
Controllate le eventuali macchie di umidità, potrebbero rivelare problemi all’impianto idraulico che ci costringerebbero a spaccare muri. Spostate mobili e frighi per guardare anche dietro. Fatevi spiegare come sono posizionate e dove scaricano le fosse biologiche, se presenti; fate anche venire un vostro amico idraulico per valutarle. Guardate se riscaldamento e aria condizionata funzionano e non fanno rumori molesti o vibrazioni. Attenti a funzionamento, tiraggio, pulizia e vibrazioni delle canne fumarie. Non è detto che questo tipo di problemi debbano farvi abbandonare l’affare, ma potrete valutare se cercare di scalare il costo della riparazione sul prezzo finale. Attenti anche ad eventuali crepe, quelle sì che potrebbero essere segno di problemi strutturali mooooolto preoccupanti.
Ancora. Controllate l’arredo che volete tenere. il bancone del bar regge? I frighi tengono la temperatura? Sono molto umidi? Le eventuali celle frigo? E le attrezzature di cucina, ci sono segni di ruggine?
Fatevi dare (e guai se accampano scuse) le planimetrie e le certificazioni dell’impianto gas e elettrico. Verificate bene scadenze e revisioni. E’esame di questi documenti è argomento, fra gli altri, della nostra giornata di corso di Gestione bar e bar management, dove è possibile portare bilanci, piantine e altro materiale sul locale che stiamo valutando, per esaminarlo insieme al docente.
Fatevi mostrare i libri contabili per dimostrare l’incasso dichiarato. Talvolta potrebbe essere opportuno rimanere qualche giorno alla cassa con il proprietario del locale per fare ulteriori verifiche.
Gironzolate nel quartiere, cercate di scoprire i rapporti di vicinato, ma, se volete un consiglio, non dite che lo comprerete voi, fate i neutrali…
Fate verifiche sulla società di cui vorreste rilevare il locale. Ha debiti? Istanze di fallimento? cause con i dipendenti? Questi problemi potrebbero ricadere su di voi: e quando avete deciso che bar acquistare, iniziate a lavorare sodo: la vostra avventura inizia da qui!
The post COMPRARE UN BAR: COSA CONTROLLARE DI UN BAR O UN RISTORANTE IN VENDITA first appeared on Aprire Un Bar.]]>In una economia di mercato se non ci sono licenze la soluzione è intuitiva: basta comprarle. Non comprare il locale (lo si compra, ma per chiuderlo) ma la licenza.
Il metodo più classico consiste nell’individuare una attività bollita (la cosa più classica è la latteria del vecchino all’angolo) comprare la licenza per due lire (ma non sperateci troppo, anche i vecchini all’angolo si sono fatti furbi) e spostarla nel fondo dove vogliamo aprire il nostro locale. Tutto facile? Naturalmente no; ci sono tre considerazioni da fare.
Primo la zona. Ogni licenza viene data dal comune per una certa zona o quartiere e, anche se comprata, non può essere spostata in un altra area. In pratica non potete comprare una licenza nel quartiere 3 e poi aprire il locale nel quartiere 4.
Secondo punto i metri quadri. Nella maggior parte dei casi ci deve essere un rapporto fra il locale di cui compriamo la licenza e quello che andiamo ad aprire. In parole povere non si può comprare a licenza di una yogurteria di dieci metri quadri e trasferirla in un megadiscoristorante da quattromila metri con tre aree bar e la piscina interna.
Terzo e ultimo il costo; quanto costa una licenza? Risposta: dipende. Dipende dal mercato, dal fatturato del locale di cui compriamo la licenza (perchè di fatto comprando la licenza compriamo il locale) e naturalmente dalla richiesta e dalla trattativa che facciamo con chi la vende. Le agenzie immobiliari specializzate nel commerciale possono servire allo scopo, così come può servire allo scopo, con un po’ di culo, l’entrare in un locale che vi sembra cotto al punto giusto e chiedere.
P.S. con gli anni il mercato delle licenze è completamente cambiato, se siete interessati all’argomento, vi consiglio di leggere questo post.
The post IL MERCATO DELLE LICENZE: LA TRASFERIBILITÀ first appeared on Aprire Un Bar.]]>Quando si vuole acquistare un bar e comprare un locale, molto rapidamente, quando si va verso la fine della trattativa, si viene in contatto con la figura del notaio.
Il notaio è di fatto sia un libero professionista che un pubblico ufficiale, e da questo fatto derivano alcune considerazioni.
Essendo un pubblico ufficiale, chiamato a registrare atti ufficiali fra privati, di lui non si può fare a meno, diciamo che è un funzionario statale che deve certificare che c’è stato un passaggio di mano di un bene (una casa, un bar, una macchina) e che questo è stato fatto nel rispetto di leggi e nel pieno diritto di tutte le persone o le entità (società) coinvolte.
Il notaio però è, come tutte le figure pubbliche, un po’ al servizio del cittadino, oltre che dello stato. Quando redige l’atto di vendita esso deve essere attento a controllare le licenze, verificare che non vi siano vincoli alla cessione dell’attività e registrare le procedure in modo che non ci siano problemi in questo senso nell’affare che si va a concludere.
Nell’acquisto di un bar poi, come nelle sue altre funzioni, il notaio è anche un libero professionista, come dicevamo all’inizio, e per questo soggetto alla concorrenza.
Segniamo alcuni punti, la maggior parte dei soldi che si spendono dal notaio sono bolli, tasse e altre parti accessorie, su cui non si può agire in alcun modo. Il compenso notarile vero e proprio, però, può cambiare da notaio a notaio (spesso i notai più giovani praticano tariffe più basse) per cui, visto fra l’altro che il notaio deve essere scelto dalla parte compratrice, conviene telefonare ad un po’ di studi notarili (i numeri si trovano sull’elenco) e chiedere dei preventivi spiegando il tipo di compravendita che si vuole portare avanti. Attenzione, le differenze possono essere anche nell’ordine di mille euro. In questo senso il gruppo di Aprire un bar gode di alcune convenzioni con Agenzie e notai per ottenere trattamenti preferenziali, per un bar in vendita a Firenze o in toscana potete rivolgervi all’agenzia AC
The post LA FIGURA DEL NOTAIO PER COMPRARE UN BAR first appeared on Aprire Un Bar.]]>