Aprire Un Bar https://aprireunbar.com Come aprire un bar o un locale: informazioni, suggerimenti e segreti per diventare un gestore di successo! Fri, 02 Feb 2024 10:20:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.9 Regole delle Slot Machine nei Bar: Come Essere a Norma di Legge https://aprireunbar.com/2024/02/02/regole-delle-slot-machine-nei-bar-come-essere-a-norma-di-legge/ https://aprireunbar.com/2024/02/02/regole-delle-slot-machine-nei-bar-come-essere-a-norma-di-legge/#respond Fri, 02 Feb 2024 10:20:43 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20199 Il Settore delle slot machine continua ad essere un motore fondamentale per molti locali. Vediamo come essere a norma. L’Italia è il Paese dei Bar […]

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Il Settore delle slot machine continua ad essere un motore fondamentale per molti locali. Vediamo come essere a norma.
Come fare per mettere slot machine in un bar

L’Italia è il Paese dei Bar per eccellenza probabilmente. Non è un caso, infatti, che sia una delle attività commerciali più presenti sul territorio, anche perché quale concittadino rinuncerebbe mai ad un buon caffè durante la giornata, piuttosto che ad una colazione o ad un aperitivo in compagnia. Il bar è simbolo di distrazione, di relax, magari breve ma intenso. E, ovviamente, non c’è solamente la consumazione che permette al cliente di passare il tempo nel locale, bensì anche altre attività, come la lettura del giornale, una chiacchiera con gli amici o il gioco attraverso le slot machine. 

Questi apparecchi, che sono presenti in alcuni bar, devono però essere rigidamente regolamentati, in quanto soggetti a leggi stringenti. Quali sono, quindi, le norme da seguire per i gestori? Vediamole di seguito.

Slot da bar: le normative nazionali

Partiamo da una premessa: le slot machine non sono vietate in modo assoluto nei bar. Esse, quindi, hanno la possibilità di essere installate negli esercizi di questa categoria ma rispettando rigide condizioni, che sono in parte simili e altrettanto severe rispetto a quelle osservate dagli operatori di gioco in rete, i quali consentono di giocare sulle piattaforme di slot online, come quelle recensite da Nino Lucchesi, l’esperto di Truffa.net. Tra le regole più importanti spicca la Legge di Stabilità varata dal Governo Italiano nel 2015, la quale stabilisce che concessionari ed esercenti debbano pagare una maxi tassa da circa 500 milioni di euro complessivi annuali attraverso un sistema proporzionale. 

Quest’ultimo permetterà di ripartire in modo equo le spese tra le aziende fornitrici degli apparecchi da gioco e i titolari dei bar (o delle sale gioco) che decideranno di installarne alcune presso la propria attività. Nel 2020, poi, è entrata in vigore una seconda normativa che vieta l’ubicazione di attività che abbiano al proprio interno slot machine (AWP e VLT) entro una certa distanza da luoghi considerati a rischio, ossia sensibili. Parliamo di scuole, centri di recupero, oratori, Chiese e similari.

 Il caso del Piemonte, in questo senso, è piuttosto esemplare, dato che già nel 2016 l’amministrazione Chiamparino aveva emanato delle normative, poi riviste e ampliate con il decreto del 2021, che prevedessero proprio il divieto di installazione di apparecchi da gioco in locali ubicati entro 500 metri da luoghi sensibili. Inoltre, è richiesto ai titolari delle attività commerciali di controllare l’età del potenziale giocatore, che verrà sottoposta ad ulteriore verifica dall’apparecchio stesso tramite controllo della tessera sanitaria, per evitare l’utilizzo delle medesime da parte di soggetti minorenni. Infine, il barista dovrà fare attenzione a scollegare negli orari previsti dalla legge i macchinari, che dovranno risultare spenti in determinate fasce temporali nell’arco della giornata. Pena, sanzioni pecuniarie e penali piuttosto aspre per i trasgressori.

Slot fisiche di nuovo in ascesa nel 2023

Queste regole, che sono sicuramente più semplici rispetto a quelle previste per chi volesse aprire un bar negli Stati Uniti ad esempio, sono da seguire soprattutto ora che il gioco fisico, a differenza degli anni passati, è tornato a salire in termini di fatturato, come confermato dal Libro Blu 2023, con i dati riferiti all’annata 2022. 

Certamente l’online rimane avanti in termini di raccolta, anche perché rappresenta da qualche anno a questa parte una modalità di fruizione del gioco molto più gradita agli utenti, specialmente per il fatto di non dover raggiungere una sala fisica per giocare. Ma gli apparecchi AWP e VLT stanno tornando di moda, facendo registrare segni di ripresa un po’ in tutte le regioni italiane. Questo si traduce in un aumento delle slot presenti nei bar e della necessità di seguire il più pedissequamente possibile le norme in vigore, esattamente come accade per il mondo dell’online. Qui, a differenza del gioco fisico, le leggi prevedono altri tipi di restrizioni, per quanto l’organo competente sia lo stesso (ADM) e alcune norme siano praticamente identiche: il divieto di gioco per i minorenni, l’impossibilità di sponsorizzare il gioco, il controllo dell’entità dell’utente/giocatore e, relativamente al solo comparto slot, un payout dichiarato in anticipo, che renda consapevole il giocatore del possibile ritorno percentuale dei soldi spesi durante la sessione di gioco. 

Le differenze, ovviamente, riguardano le norme sui limiti di orario, inesistenti nel web, e nel controllo delle piattaforme, che devono avere determinate caratteristiche di trasparenza dell’informazione, il logo ADM apposto che certifichi il controllo da parte delle autorità competenti, servizi di pagamento leciti e riconosciuti dallo stato italiano, un sito totalmente italiano gestito da un operatore ubicato nel nostro territorio e limiti di puntata chiari e definiti.

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L’alba delle Slot Machine nei Bar, Come Sono Nate ed Evolute https://aprireunbar.com/2023/11/26/lalba-delle-slot-machine-nei-bar-come-sono-nate-ed-evolute/ https://aprireunbar.com/2023/11/26/lalba-delle-slot-machine-nei-bar-come-sono-nate-ed-evolute/#respond Sun, 26 Nov 2023 15:21:09 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20194 Croce e delizia di molti bar, eppure con una lunga storia alle spalle. Come sono nate le slot machine che troviamo nei bar? Al giorno […]

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Croce e delizia di molti bar, eppure con una lunga storia alle spalle. Come sono nate le slot machine che troviamo nei bar?
Qual’è la storia delle Slot machines nei bar?

Al giorno d’oggi esistono moltissimi modi per potersi divertire: dal guardare un film o una partita di calcio, dal giocare ai videogiochi o nei casinò online. Gli utenti hanno letteralmente l’imbarazzo della scelta, specialmente se si tratta di gioco digitale. Il settore, in questi ultimi anni, ha visto un vero e proprio boom, con tantissimi giochi ritornati sulla cresta dell’onda, come nel caso del blackjack di NetBet oppure delle slot machine.

Proprio quest’ultime sono al centro del nostro articolo, poiché si tratta del vero pilastro del settore, il primo gioco che viene in mente quando leggiamo la parola “casinò”. Possiamo definirle delle icone, con alle spalle una storia secolare che inizia verso la fine del XIX secolo. Questi apparecchi hanno attraversato diverse epoche, evolvendosi da semplici meccanismi meccanici a sofisticate piattaforme digitali. La storia delle slot machine è un viaggio intrigante attraverso innovazione, cultura popolare e cambiamenti tecnologici.

La nascita delle slot machine: Liberty Bell

Probabilmente non ci siamo mai domandati com’è nata la slot machine, anzi molte volte diamo per scontato la sua esistenza e il suo funzionamento, senza renderci conto che in realtà c’è stata una lunga lavorazione dietro, attraversando diverse fasi che l’hanno portata a essere come noi la conosciamo. 

La storia delle slot machine inizia nel 1895 con l’invenzione di Charles Fey, un meccanico di San Francisco. Fey creò la “Liberty Bell”, una macchina semplice e geniale: al suo interno c’erano tre rulli con al di sopra simboli colorati che poi sarebbero divenuti iconici e presenti in ogni slot, come campane, cavalli, cuori, picche e diamanti. 

La Liberty Bell divenne immensamente popolare. La sua facilità d’uso e la gratificazione immediata dei premi in contanti attirarono un vasto pubblico. Nonostante le restrizioni legali sul gioco d’azzardo in molti stati, Fey non riuscì a soddisfare la domanda per la sua macchina. Questo successo portò alla rapida diffusione delle slot machine in tutto il Paese, soprattutto nei bar, dove divennero un passatempo comune.

Dagli anni ’20 agli ’60, il successo delle slot

Proprio nei bar le slot machine trovarono la loro diffusione negli anni ‘20, anni in cui si fecero notare da una buona fetta della popolazione. Inizialmente erano meccaniche, quindi al suo interno c’erano degli ingranaggi che permettevano di azionarla tirando la leva. Con l’avanzare della tecnologia cambiarono anche loro, portando al suo interno elementi elettronici: addio alla leva e spazio ai pulsanti che azionavano i rulli e facevano comparire la combinazione vincente.

Ci fu, però, un evento che mise a serio rischio la loro esistenza: il Proibizionismo. Durante questo periodo furono bandite dai bar, poiché ritenute immorali e illegali. Per ovviare al problema furono create, le macchine “Fruit Machine” divennero popolari, utilizzando simboli di frutta e elargendo chewing gum o caramelle come premi. Negli anni ’60, con l’avvento della tecnologia elettromeccanica, le slot machine divennero più complesse e affidabili, con la capacità di offrire maggiori jackpot e una varietà di giochi.

L’entrata nell’era moderna, l’avvento delle slot online

Negli ultimi decenni, l’avvento della tecnologia digitale ha trasformato completamente le slot machine. Le classiche slot machine, presenti nei bar e nei casinò, lasciano spazio a quelle digitali, presenti nelle varie piattaforme online, così da essere accessibili a chiunque in qualsiasi tempo e spazio. Queste offrono grafiche colorate, suoni coinvolgenti, e una gamma di giochi e temi diversificati, come sui colossal del cinema fino ad arrivare al calcio. Insomma, si sono adattate ai tempi che cambiano, trovando una seconda linfa vitale.
Al giorno d’oggi le slot machine da bar esistono ancora e vengono ancora prese in considerazione quando si decide di aprire un bar, ma è inevitabile affermare che le slot machine online hanno rubato la scena, diventando quelle preferite dalle persone.

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7 Idee per Portare Clienti in un Bar Appena Aperto https://aprireunbar.com/2023/11/26/7-idee-per-portare-clienti-in-un-bar-appena-aperto/ https://aprireunbar.com/2023/11/26/7-idee-per-portare-clienti-in-un-bar-appena-aperto/#respond Sun, 26 Nov 2023 15:12:22 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20188 I primi giorni di vita di un locale sono fondamentali per il suo successo. Vediamo 7 idee per portare clienti in un bar nuovo! Facile […]

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I primi giorni di vita di un locale sono fondamentali per il suo successo. Vediamo 7 idee per portare clienti in un bar nuovo!
Un bar nuovo, ancora vuoto, ma che con le nostre idee per lanciare un nuovo bar si riempirà presto!

Facile capirlo, i primi giorni di un bar sono decisivi. I clienti ci concedono una sola chance per permetterci di mostrare loro i nostri punti forti, la qualità dei nostri prodotti e l’esperienza che possiamo offrire loro. Sarà poi la soddisfazione di questi primi incontri ha creare la base per una clientela fedele e appassionata.

Lanciare quindi al meglio il locale nuovo è fondamentale, andiamo a vedere sette idee, di varia natura che possono esserci utili nei primi giorni, e perfino nei primi mesi di vita del nostro locale.

1—– Il Primo Cliente è un VIP 👑:

Lo abbiamo appena detto: trattate il vostro primo cliente come un re! Lasciategli una esperienza indimenticabile, che gli lascerà un’impronta duratura. Un caffè strepitoso, un sorriso caloroso e il giusto modo per raccontare la nostra qualità, il nostro valore aggiunto, renderanno il primo cliente il vostro miglior ambasciatore, pronto a diffondere il verbo del nuovo angolino delizioso in città!

2– Passaparola Magico 🗣:

Una volta conquistato il cuore del primo cliente, il passaparola farà il resto. Li vediamo già, i clienti soddisfatti, raccontare al vicino di ufficio o alla mamma dell’amichetto di quel nuovo bar che…  Avete capito perchè il primo cliente è un VIP?

3– Socializziamo su Social Media 📱:

Fare promo sui social per portare clienti in un bar nuovo può essere un lavoro, che richiede i giusti strumenti

Oh mamma, ancora i social! Si, essenzialmente per il loro ruolo amplificatore, perchè quello che abbiamo detto nel punto 1 (raccontare qualità e valore aggiunto) può essere raccontato in maniera forse meno efficace, ma sicuramente ad un pubblico più vasto, attraverso i social. Quindi sfruttate al massimo i social media per creare hype. Foto accattivanti, storie coinvolgenti e anteprime esclusive faranno brillare il vostro bar prima ancora che le porte si aprano (si, cominciate prima della apertura, servirà a cacciare followers e a creare aspettativa…)

4– Sconti Strategici e Offerte Irresistibili 💰:

Giocate d’anticipo con offerte di lancio! Uno sconto sul caffè del mattino per gli uffici vicino, un pacchetto colazione speciale o un happy hour unico  per i primi 30 clienti della scuola di fronte…

5– Eventi a Tema per Coinvolgere la Comunità 🎉:

Sopratutto se il locale ha un taglio più serale organizzate eventi a tema per creare un legame con la comunità. Una serata di musica dal vivo, una degustazione di caffè pregiati o una serata di giochi a quiz – l’obiettivo è far sentire il vostro bar parte integrante della vita locale.

6– Collaborazioni con Influencer Locali 🤝:

Anche gli influencer possono avere un ruolo per lanciare un nuovo bar, ma sceglieteli bene!

E beh, il mondo va così… se vi capita trovate influencer locali e invitateli a provare la magia del vostro bar. Sappiamo bene che sono molti gli arruffoni più o meno simpatici che cercano di appiccicarsi addosso il titolo di influencer e i relativi regali e premi, per cui date un’occhiata ai loro canali: sono davvero in grado di intercettare una bella fetta del target che ci interessa? Se si (ma solo se sì) le recensioni e le foto che condivideranno avranno un impatto notevole sulla visibilità del vostro locale. 

7– Programma Fedeltà Premiante 🌟:

E’ un vecchio tema, ma può ancora avere il suo (piccolo) impatto. Lanciate un programma fedeltà che premi i clienti abituali. Timbri sulle carte fedeltà, sconti speciali o addirittura l’inclusione in una forma di  esclusivo “Club Caffè” – non sarà l’arma segreta per il successo di un locale, ma tutto serve, sopratutto se si condisce con un pizzico di simpatia.

Con queste sette idee, sarete pronti a solcare le acque competitive del mondo dei bar. Ricordate, ogni tazza di caffè è un’opportunità di creare un legame duraturo con la vostra clientela. Forza e coraggio nell’avventura del vostro bar appena aperto!

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Slot Machine nei Bar: i Vantaggi e gli Svantaggi https://aprireunbar.com/2023/11/16/slot-machine-nei-bar-i-vantaggi-e-gli-svantaggi/ https://aprireunbar.com/2023/11/16/slot-machine-nei-bar-i-vantaggi-e-gli-svantaggi/#respond Thu, 16 Nov 2023 13:24:13 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20183 Le slot machine nei bar rappresentano un tema dibattuto, poiché generano nuove entrate economiche ma sollevano anche domande legate al gioco d’azzardo e al tipo […]

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Le slot machine nei bar rappresentano un tema dibattuto, poiché generano nuove entrate economiche ma sollevano anche domande legate al gioco d’azzardo e al tipo d’immagine che si vuole dare al proprio bar. Vediamo più da vicino questi aspetti per comprendere se inserire le slot nel nostro bar può essere una mossa giusta.
Le macchinette nei bar sono utili alla attività? Vediamo…

I pro delle slot nei bar

L’aumento dei ricavi è un punto centrale. Le slot machine possono generare profitti significativi attraverso le scommesse dei clienti, contribuendo così a migliorare la redditività complessiva del bar. Questo denaro aggiuntivo può essere utilizzato per coprire le spese operative, investire in miglioramenti o aumentare i profitti netti.

Un altro vantaggio è l’attrazione dei clienti. Le slot machine, infatti, sono ormai un intrattenimento diffuso ovunque. Basti pensare a quelle piattaforme come https://casino.netbet.it/slots che attirano migliaia di utenti attraverso la vasta gamma di slot online. La possibilità di giocare dal vivo a queste macchinette può attirare persone in cerca di un intrattenimento diverso da solito, soprattutto grazie alla promessa di un possibile jackpot

Inoltre, questi clienti potrebbero diventare abituali del bar, aumentando le opportunità di vendita di altri prodotti come bevande e cibo. La presenza di slot machine può quindi contribuire a diversificare l’offerta di vendita, migliorando l’esperienza complessiva dei clienti. 

Un punto spesso trascurato è il supporto per la comunità. Alcuni proprietari di bar decidono di destinare una parte dei guadagni delle slot machine a organizzazioni benefiche del posto o eventi comunitari. Questo gesto può essere un contributo prezioso per la comunità locale, dando al bar un ruolo positivo nella società.

Accortezze ed errori da evitare

L’accesso facile alle slot machine può portare alcune persone con dipendenza dal gioco, con conseguenti problemi finanziari e personali, a frequentare il bar unicamente per le macchinette. Questo solleva domande etiche sul ruolo del bar nella promozione di comportamenti rischiosi. Avere delle slot nel proprio bar, dunque, significa avere un’attenzione maggiore verso la propria clientela. 

Un’altra sfida, sempre legata all’immagine, è la potenziale cattiva reputazione. Alcuni clienti potrebbero evitare i bar che offrono slot machine, questo potrebbe creare alienazione per alcuni tipi di frequentanti del bar. Soprattutto coloro che non frequentano o non preferiscono l’ambiente del gioco d’azzardo.

Una cosa alla quale fare attenzione, sono le regolamentazioni e le tasse. Le slot machine sono soggette a regolamentazioni governative e tasse sulle entrate. I proprietari di bar devono rispettare normative specifiche e pagare tasse, il che permette di avere tutto in regola e di poter procedere tranquillamente con la propria attività. Queste norme, però, così come i permessi per aprire un bar, variano in tutti i paesi.

Importante, con l’inserimento delle slot, è l’implemento della sicurezza. Maggiori sono i sistemi di sicurezza ed allarme, minori sono i rischi di frodi o furti all’interno del bar. Si tratta di investimenti aggiuntivi utili per proteggere sia le macchine che il locale.

Slot machine: sì o no?

Le slot machine nel bar potrebbero creare problemi di clientela, ma anche aumentare il fatturato…

La decisione di avere o meno delle slot machine nel proprio bar dovrebbe essere ponderata attentamente, tenendo conto degli aspetti finanziari, etici e legali coinvolti. L’inserimento di questa forma di intrattenimento è sicuramente un mezzo per aumentare la clientela e fornire ai frequentatori del bar uno svago in più. Tutto questo, però, va fatto nel rispetto delle regole e con consapevolezza verso le responsabilità che vanno assunte. Inoltre, è essenziale tenere a mente il tipo di bar che si vuole ottenere. Le slot non sono l’unica forma di divertimento che è possibile aggiungere nel nostro negozio, ci sono i tavoli da biliardo, i flipper oppure i giochi da tavolo. Il tutto è da prendere in considerazione anche in base al target verso il quale il bar punta. Va considerata l’età dei frequentanti, ciò che i clienti preferiscono e quello che non apprezzano così come va scelto se rendere la nostra attività un bar “senza barriere” ovvero accessibile a tutti.

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I Permessi Necessari per Aprire un Bar negli Stati Uniti https://aprireunbar.com/2023/03/25/i-permessi-necessari-per-aprire-un-bar-negli-stati-uniti/ https://aprireunbar.com/2023/03/25/i-permessi-necessari-per-aprire-un-bar-negli-stati-uniti/#respond Sat, 25 Mar 2023 20:32:53 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20168 E’ luogo comune dire che la burocrazia in Italia è asfissiante, ma anche per aprire un bar negli stati uniti si passa attraverso una serie […]

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E’ luogo comune dire che la burocrazia in Italia è asfissiante, ma anche per aprire un bar negli stati uniti si passa attraverso una serie di procedure e permessi da ottenere.
Quali permessi servono per aprire un bar negli Stati Uniti?

Se sei adulto, in America, probabilmente non sei estraneo a licenze e permessi. Hai bisogno di un permesso per guidare, uno per viaggiare all’estero e persino uno per sposarti. In generale, questi permessi e licenze esistono per aiutare a proteggere le persone, o meglio, il loro rapporto con la società.

Nessuna sorpresa, quindi, che ci sia bisogno di permessi per aprire bar, caffetterie, cafè o dine negli Stati Uniti.

Quali sono quindi le licenze che servono per aprire un bar in america? Andiamo a scoprirlo.

LICENZE, PERMESSI E CERTIFICAZIONI INDISPENSABILI PER APERTURA LOCALE NEGLI USA

Anche a causa della stringente regolamentazione americana sui liquori, ci sono numerosi requisiti obbligatori per aprire un bar negli USA; e ancora di più per servire bevande alcoliche. Ecco le otto licenze e i permessi di cui avrai bisogno.

#1. Numero di identificazione del datore di lavoro

Sebbene non sia una licenza di per sé, un numero di identificazione del datore di lavoro (EIN) è un pezzo indispensabile del puzzle per qualsiasi piccolo imprenditore. Questo perché, in qualità di datore di lavoro, sarai responsabile della presentazione delle dichiarazioni dei redditi di lavoro e non si potrà farlo senza un EIN.

Per richiedere un EIN, è possibile visitare il sito web dell’IRS e inviare una domanda.

Sarà sempre di un EIN che avrai bisogno per richiedere il tuo permesso commerciale federale dall’Alcol and Tobacco Tax and Trade Bureau (TTB). Richiedere l’EIN sarà quindi uno dei primi passi da fare per aprire un bar negli Stati Uniti, e, fortunatamente, il procedimento è gratuito.

#2. Licenza commerciale statale

Che tu apra un gastropub alla moda o un wine bar di fascia alta, stai aprendo un’attività. E per gestire un’attività rivolta ai clienti, avrai bisogno di una licenza dal tuo Stato (inteso in senso di stato degli Stati Uniti, Wisconsin, Dakota e così via…).

I requisiti e le tariffe variano a seconda dello stato e, come immaginabile, sono soggetti a modifiche. Anche le procedure possono variare da stato a stato. Alcune autorità statali ti chiederanno di rinnovare la licenza ogni anno, mentre altre le concedono per due o tre anni. La soluzione migliore è visitare il sito Web dello stato dove vuoi aprire per avere dati aggiornati ed essere sicuro di aderire a tutti i requisiti.

Può anche capitare che alcune contee e città richiedono una licenza commerciale separata. Assicurati di verificare con il tuo governo locale per confermare.

#3. Licenza statale per liquori

Mentre il TTB gestisce l’alcol a livello federale, ogni stato e territorio ha un dipartimento che regola la vendita di alcolici. Comunemente chiamati comitati di controllo delle bevande alcoliche, in breve ABC, queste autorità assicurano che i rivenditori di alcolici seguano le regole che mantengono il pubblico al sicuro.

In alcuni stati (come le Hawaii), le licenze per gli alcolici sono controllate anche a livello di contea o città.

Ci sono due modi per ottenere una licenza per liquori:

Acquista una nuova licenza direttamente dall’autorità emittente – In molti casi, acquisire una licenza per liquori è facile come fare domanda all’ABC del tuo stato. Il processo può richiedere alcuni mesi e può costare tra $ 300 e $ 14.000, ma di solito (almeno) non è una procedura troppo complessa.

Acquista una licenza esistente da un imprenditore: se tutti i permessi del tuo comune sono già stati richiesti, potresti dover attendere la chiusura di un bar nelle vicinanze o vendere e acquistare la licenza. 

Quando acquisti una licenza per liquori, tieni presente che di solito ci sono più tipi. Un tipo di licenza ti consente di servire solo birra e vino, mentre un permesso separato ti consente di vendere tutte le varietà di bevande alcoliche, incluso i superalcolici.

 In questo senso c’è da dire che, se non dovessi trovare il tipo di licenza giusta per il locale che immaginavi, puoi provare ad essere creativo, 

Caso abbastanza noto è quello di un locale chiamato Buddy, a San Francisco, dove i proprietari, non potendo avere la licenza per i superalcolici hanno dovuto ripensare la drink list, creando un nuovo concetto di drink “spirits free” divenuto molto famoso.

#4. Certificato di occupazione  (Certificate of occupancy)

Potremmo quasi definirlo “certificato antinfortunistico”. Il rilascio di questa certificazione deve infatti garantire che l’edificio, il locale, sia sicuro per il pubblico. Un certificato di occupazione informa i clienti che la tua attività è correttamente a norma.

Indipendentemente dal fatto che il tuo bar sia di nuova costruzione o stia cambiando di mano, dovrai richiedere la certificazione. Per ricevere il tuo certificato, probabilmente ti sottoporrai a ispezioni di:

  • Sicurezza generale degli edifici
  • Impianti elettrici
  • Impianto idraulico
  • Misure di sicurezza antincendio

Potrebbe essere necessario pagare una tassa per ogni ispezione o domanda di licenza; verificare con le autorità locali i costi aggiornati.

#5. Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro   (Workers’ compensation insurance)

La maggior parte degli stati richiede agli imprenditori di stipulare un’assicurazione contro gli indennizzi dei lavoratori. L’assicurazione contro i lavoratori copre le esigenze finanziarie dei dipendenti in caso di infortunio sul lavoro, tra cui:

  • Stipendi persi
  • Spese mediche
  • Appuntamenti di terapia fisica o occupazionale
  • Costi funerari

Di solito, qualsiasi azienda con uno o più dipendenti deve avere un’assicurazione. In alcune parti del paese però il numero minimo di dipendenti può variare: ad esempio in Georgia, la soglia è di tre dipendenti; mentre è di cinque in Alabama.

Assicurati anche di tenere conto di questa assicurazione nella valutazione di quanto costa aprire un bar negli stati uniti; puoi infatti aspettarti che l’assicurazione per la compensazione dei lavoratori costi circa $ 1 per ogni $ 100 spesi per il libro paga.

#6. Licenza servizio ristorazione  (Food service license)

Se hai intenzione di cucinare cibo al tuo bar, in generale avrai bisogno di una licenza per il servizio di ristorazione. Ogni stato ha il proprio codice del servizio di ristorazione che stabilisce gli standard che i proprietari di bar e ristoranti devono seguire. Potremmo in pratica definirla come la ASL Italiana.

Per ottenere la prima volta la tua licenza per il servizio di ristorazione dovrai fare domanda al dipartimento sanitario statale. Dopo aver fornito i dettagli necessari, un ispettore sanitario verrà al tuo bar per un controllo.

L’ispettore sanitario può anche visitare di tanto in tanto per assicurarsi che tu continui a soddisfare gli standard dello stato. Potrebbe anche essere necessario richiedere il rinnovo della licenza se la proprietà o l’ubicazione del bar cambiano. Il costo di ogni domanda di licenza e visita varia in base alla località, ma puoi aspettarti di pagare meno di $ 1.000 in totale.

#7. Autorizzazione per operatore alimentare  (Food handler permit)

Può essere paragonato alla nostra HACCP. Se infatti la licenza per il servizio di ristorazione copre l’attività nel suo insieme,  questa autorizzazine è relativa al tuo personale avrà bisogno di ottenere la certificazione di operatore alimentare a livello personale. Il corso che porta a questa certificazione fornisce le necessarie conoscenze di igiene e corretta conservazione degli alimenti.

Ogni stato ha requisiti separati per ottenere un certificato di operatore alimentare. Nella maggior parte dei casi, tu e i tuoi dipendenti potete sostenere un test online. Dopo aver superato il test, puoi richiedere il certificato.

#8. Permesso TTB

Torniamo a parlare di alcolici. Come dicevamo al punto 3, la vendita di alcolici è regolata a livello federale dall’Alcol and Tobacco Tax and Trade Bureau (TTB). Pertanto, qualsiasi azienda che desideri vendere birra, vino o alcolici deve prima registrarsi presso il TTB.

Per registrarsi è necessario compilare il modulo TTB 5630.5d. Grazie al portale di registrazione online, il processo è relativamente veloce e semplice. Anche la richiesta di un permesso TTB è gratuita.

Una volta ottenuto il tuo permesso TTB, devi:

  • Conservare un registro delle ricevute per tutti i prodotti alcolici
  • Conserva un registro di tutte le vendite di vino oltre i 20 galloni

AUTORIZZAZIONI CHE POSSONO ESSERE NECESSARIE IN ALCUNI SPECIFICI CASI

Oltre alle licenze e ai permessi necessari per aprire un bar, ci sono alcuni altri passaggi che il proprietario di un bar dovrebbe compiere. Se stai studiando come aprire un bar negli States, le seguenti licenze potrebbero essere utili.

Licenza musicale

La giusta colonna sonora può trasformare l’esperienza dei tuoi clienti da soltanto divertente a veramente fantastica. Ma per riprodurre musica nel tuo bar, dovrai acquistare una licenza da un’organizzazione per i diritti di esecuzione (PRO).

Tre grandi organizzazioni coprono i diritti degli artisti negli Stati Uniti:

  • ASCAPE
  • BMI
  • SESAC

Poiché gli artisti possono iscriversi a una qualsiasi di queste organizzazioni, vorrai una licenza da tutte e tre per assicurarti che l’intera playlist sia coperta… non vi ricorda la nostra SIAE? Tutto il mondo è paese…

Licenze di intrattenimento dal vivo (musica live)

Le organizzazioni di cui sopra controllano anche le esibizioni dal vivo e assicurano che gli artisti vengano pagati quando suonano. Se intendi avere musica dal vivo nel tuo bar, avrai bisogno di una licenza diversa dall’organizzazione per i diritti di esecuzione (PRO) che hai scelto.

Autorizzazione per segnaletica e insegne

Un segnale stradale ben progettato può attrarre innumerevoli clienti, in certi casi poi, quando ci si trova lungo strade di scorrimento automobilistico, può essere decisivo.

Negli Stati Uniti però, in molte aree, la segnaletica è limitata dal governo locale. Se la tua segnaletica coinvolgerà qualcosa di più di un display dipinto sulla finestra, c’è una considerevole possibilità che tu debba richiedere un permesso.

Le insegne che spesso richiedono, per essere esposte, permessi vari includono:

  • Segnaletica elettrificata
  • Pannelli sandwich
  • Insegne da parete
  • Banner di varia natura

È necessario ricercare eventuali requisiti di segnaletica prima di acquistare un edificio.Magari poi le restrizioni possono guidare le tue scelte creative. Ad esempio, quando Carl e Gavin Evans hanno aperto Stein a Leavenworth, Washington, hanno dovuto giocare con l’architettura in stile bavarese della città. Il risultato è un delizioso brewpub tedesco con vecchie insegne in legno da abbinare… la necessità aguzza l’ingegno.

Assicurazione responsabilità civile

Sebbene l’assicurazione commerciale non sia sempre un requisito legale, per la maggior parte dei proprietari di bar può valere la pena investire in una assicurazione che protegga da rischi verso terzi, staremo più tranquilli quando i nostri clienti cominceranno a godersi un po’ troppo i loro drink…

Registrazione del marchio

Trovare un nome per il tuo bar richiede un sacco di brainstorming. Una volta trovato finalmente il nome perfetto, non vuoi certamente che un’altra azienda arrivi e te lo porti via.

Per proteggere il tuo nome commerciale, puoi presentare una domanda di marchio all’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti. Il processo può richiedere diversi mesi, ma in certi casi può valere la pena

Insomma, la burocrazia, per aprire un locale negli USA, non è così poca come sembra quando si guarda dall’Italia, ma come sempre, è un percorso che può essere faticoso all’inizio, poi conteranno le idee!

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Incassa di più un Bar Normale o uno Specialty? https://aprireunbar.com/2023/03/20/incassa-di-piu-un-bar-normale-o-uno-specialty/ https://aprireunbar.com/2023/03/20/incassa-di-piu-un-bar-normale-o-uno-specialty/#respond Mon, 20 Mar 2023 19:04:28 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20165 Difficilissimo fare paragoni, troppe variabili, dalle dimensioni alle posizioni agli investimenti. Ma abbiamo provato a fare due conti: incassa di più un bar normale o […]

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Difficilissimo fare paragoni, troppe variabili, dalle dimensioni alle posizioni agli investimenti. Ma abbiamo provato a fare due conti: incassa di più un bar normale o un bar specialty

Il mondo del caffè sta conoscendo una importante evoluzione, al bar classico si affianca il modello specialty, che per alcuni va a rappresentare l’enoteca di alto livello o il ristorante “fine dining” del caffè. Ma dal punto di vista del portafoglio funziona? Incassa di più un bar normale o uno specialty coffee shop?

Per provare a riassumerlo siamo passati attraverso studi di settore, ricerche di mercato e tante, tantissime variabili.

Certo il problema è definire il concetto di caffetteria specialty (perfino la definizione SCA sembra abbastanza inadatta) ma partendo da qui, andiamo, nel video qui sotto, a capire quale modello incassa di più.

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Cos’è e Come si Prepara la SCIA per Aprire un Bar https://aprireunbar.com/2023/03/06/cose-e-come-si-prepara-la-scia-per-aprire-un-bar/ https://aprireunbar.com/2023/03/06/cose-e-come-si-prepara-la-scia-per-aprire-un-bar/#respond Mon, 06 Mar 2023 17:14:40 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20160 Un documento semplice semplice ma che ha bisogno di molto lavoro. Scopriamo cos’è, come si prepara la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività necessaria […]

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Un documento semplice semplice ma che ha bisogno di molto lavoro. Scopriamo cos’è, come si prepara la SCIA, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività necessaria per l’apertura di un locale, ristorante o bar.
Come si prepara la SCIA per aprire un bar? Quanto costa?

Il post qui sotto è la trascrizione del video sulla SCIA preparato per il nostro canale YT, e speriamo che sia quindi abbastanza leggibile. Chi volesse vedere il video può trovarlo qui:

Il nostro video su come si prepara la SCIA

La precisazione riguarda un pronostico su chi guarderà questo video o leggerà questo post:: pochi, perchè anche se il documento, e la procedura che ne consegue, cioè gli argomenti di cui parleremo oggi, sarà fondamentale per l’apertura della nostra attività, noi finiremo per saperne abbastanza poco, affidando tutto ad un tecnico, che al massimo ci chiederà, di riflesso, qualche informazione.

Come vi dicevo però è una procedura fondamentale, e riguarda il nostro progetto, il nostro sogno che diventa realtà, quindi seguiamolo con cura.

Filosofia, che poi è il terreno, l’humus dove nascono le leggi, i regolamenti.

La filosofia che guidò i passaggi che portarono alla SCIA si chiama semplificazione

Diciamo che da tempo immemore si dice come in Italia la burocrazia schiacci qualsiasi slancio imprenditoriale, e da anni si pontifica su quanti passaggi bisogna fare, quanti uffici bisogna visitare (e con cui bisogna discutere) per ottenere i permessi per aprire il nostro locale.

La politica della semplificazione, negli anni ‘90, ha portato, fra l’altro, a due sigle

  • SCIA Segnalazione Certificata di Inizio Attività
  • DIA  Denuncia di Inizio Attività

Ambedue i documenti erano e sono comunque delle autocertificazioni, dei documenti in cui l’imprenditore, colui che apre l’attività, dichiara, sotto la sua responsabilità, che può farlo, che il locale è in ordine, che tutte le normative sono state rispettate e che lui stesso ha i requisiti per aprire quella attività.

Agli enti preposti starò poi, entro un certo tempo, l’onere di controllare se quanto autocertificato corrisponde a realtà.

Semplificazione quindi nella autocertificazione e semplificazione nel fatto che, stando alla legge l’onere del controllo, l’imprenditore può andare avanti nel suo lavoro senza aspettare i tempi biblici dei controlli.

E’ comunque il momento di concentrarci sul tema del nostro video, cos’è sta benedetta SCIA? Normativa alla mano, è la dichiarazione che consente alle imprese e alle ditte individuali di autocertificare e comunicare l’inizio, la modifica o la cessazione di un’attività produttiva di tipo Artigianale, Commerciale o Industriale.

All’atto pratico è un piccolo documento, elettronico e scaricabile da internet dal sito del comune dove si vuole aprire l’attività, che dovrà essere compilato e corredato, ove richiesto, da allegati.

Diciamo che, pur essendo la SCIA, pur essendo una autocertificazione, è un documento che, esplicitamente, non è pensato per essere compilato dal imprenditore, ma da un tecnico che lo supporti (ingegnere, architetto, geometra, perito…) .

COME È COMPOSTA LA SCIA

Fisicamente parlando, la SCIA è un documento non brevissimo né lunghissimo, probabilmente è questione di percezione. Per darvi un’idea abbiamo trovato e usato per questa analisi due SCIA.

La prima è quella del comune di Torino, che consta di 26 pagine e di cui in descrizione  trovate dove è scaricabile.

Quella del comune di Viareggio, che consta di 23 pagine. Quest’ultima l’abbiamo scaricata dal sito www.impresainungiorno.gov.it/ su cui si può trovare la modulistica di molti SUAP Italiani, lo sportello unico attività produttive di cui parlavamo prima.

Innanzitutto vedremo che questi documenti sono spesso divisi fra zone non tutelate, a livello paesaggistico o ambientale, e zone tutelate, in questo ultimo caso, potrebbe essere anche il centro storico di una città d’arte, le norme saranno notoriamente più stringenti.

troveremo poi la sezione anagrafica, con i dati di chi presenta la SCIA, dichiarante fisico, ditta o azienda, eventuale amministratore delegato. 

Ancora una sezione “anagrafica” che richiede indirizzo, dati catastali e orari di apertura della attività. questi potranno essere variati in seguito presentando una “SCIA di variazione”. 

La sezione successiva ha a che fare con la eventuale trasferibilità dell’attività. Diciamo che io potrei rilevare una attività sita ad un indirizzo e spostarla ad un altro. Quest’ultima è una operazione a volte usata in aree dove non si possono aprire nuovi locali.

La sezione successiva è peculiare, perché non è focalizzata sul locale, ma sull’imprenditore stesso. Gli sarà infatti richiesto il possesso “sine qua non” dei requisti professionali e morali.

I requisiti professionali hanno a che fare con il corso SAB. non ne parliamo qui, avendoci già dedicato un video molto completo, che trovate in descrizione. I requisiti morali invece hanno a che fare con il fatto che chi presenta il documento non si sia macchiato di alcuni “reati” 

soprattutto di carattere finanziario o di frode alimentare, o ancora, non sia stato dichiarato “delinquente abituale”.

La sezione “altre dichiarazioni”  è piccola ma cattiva, ci chiede infatti se abiamo rispettato le varie norme, di carattere ambientale, edilizio o igienico, e andrà corredata da planimetrie e render che confermino la nostra dichiarazione. 

i Documenti da allegare, a corredo, sono elencati in seguito e, come vedete, sono molti e variegati, arrivando a richiedere anche i dati anagrafici dell’eventuale preposto, figura di cui abbiamo parlato nel video SAB di cui parlavamo in precedenza.

E’ in questa sezione che troviamo la richiesta che sia un tecnico, un professionista abilitato, a dichiarare la conformità tecnica della SCIA e dei suoi allegati.

Rispondere a questa sezione richiederà tempo, preparare gli allegati, richiederà tempo, e di fatto sarà il vero cuore della SCIA stessa.

Ancora, una sezione potrebbe essere, in alcune regioni, dedicata ai parcheggi, magari privati e riservati ai clienti

Alcuni altri elementi saranno legati a elementi vari e a volte bizzarri, come la presenza di fasciatoi, la presenza di cartelli che indichino la nocività dell’alcool la presenza di WI fi etc. Queste tipo di richieste fanno parte di quelle che una volta si chiamavano licenze a punti, licenze che venivano rilasciate, appunto, all’otttenimento di un certo numero di punti, che si acquisivano, appunto, anche mettendo a disposizione fasciatoi e wi fi..

Le sezioni finali sono dedicate a eventuale valutazioni sui vincoli architettonici o artistici e, ancora, sulle eventuali barriere architettoniche che potrebbero costiturire un problema per i disabili, e alle azioni messe in atto per abbatterle pedane di accesso, bagni con accesso facilitato etc.

Queste norme, in particolari casi che possono essere dichiarati nella SCIA possono essere derogate presentando la documentazione relativa.

QUANTO COSTA LA SCIA?

Il costo della SCIA in termini di diritti richiesti dal comune variano di molto, li abbiamo trovati in rete da 125 a 800€ a seconda di complessità, vincoli e tariffe del comune stesso.

Il costo maggiore però non sarà questo, ma quello del tecnico che ci seguirà nella preparazione di modulistica, planimetrie e certificazioni, Questo costo può variare, come è immaginabile, a seconda della complessità, ma difficilmente sarà sotto i 500/800€ in su.

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Ha Ancora Senso Aprire un Locale Come Starbucks? https://aprireunbar.com/2023/02/23/ha-ancora-senso-aprire-un-locale-come-starbucks/ https://aprireunbar.com/2023/02/23/ha-ancora-senso-aprire-un-locale-come-starbucks/#respond Thu, 23 Feb 2023 15:19:41 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20154 Se Starbucks continua a crescere in aperture e fatturato, molte catene che cercavano di imitarlo sono fallite. Perchè? andiamo a scoprirlo. Se Starbucks continua la […]

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Se Starbucks continua a crescere in aperture e fatturato, molte catene che cercavano di imitarlo sono fallite. Perchè? andiamo a scoprirlo.
Le aperture di Starbucks nel mondo, passate da 7000 a oltre 35.000 in 19 anni. Perché altre catene simili non ce l’hanno fatta?

Se Starbucks continua la crescita inarrestabile, almeno in termini di numero di locali e fatturato, le tantissime copie che negli anni hanno cercato di imitarlo non sembrano godere di buonissima salute, alcuni non c’è l’hanno fatta e altri, i più forti, hanno dovuto reinventarsi.

Questo è il tema del nuovo video del nostro canale Youtube, un video incentrato su una parabola, su una fase storica del mondo del caffè.

Dalla diffusione, alla fine degli anni ’90, di Starbucks moltissime idee imprenditoriali hanno cercato di avere successo copiando, a volte in maniera smaccata, banale, il colosso americano.

In realtà non ci sono riusciti; molti sono falliti, molti hanno dovuto reinventarsi, e in ogni caso i numeri sono rimasti molto molto lontano da quelli della catena di Seattle, che nel frattempo, continua a crescere e rinnovarsi.

Tutto questo nel nuovo video, che trovate qua sotto!

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Tutto, Proprio Tutto su come Scegliere un Macinacaffè https://aprireunbar.com/2023/02/06/tutto-proprio-tutto-su-come-scegliere-un-macinacaffe/ https://aprireunbar.com/2023/02/06/tutto-proprio-tutto-su-come-scegliere-un-macinacaffe/#respond Mon, 06 Feb 2023 17:21:07 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20150 Caffè già macinato, oppure hand grinder, macina caffè a mano o elettrico? Tutto, su come scegliere un macinacaffè! Scegliere il macinacaffè vuol dire scegliere una […]

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Caffè già macinato, oppure hand grinder, macina caffè a mano o elettrico? Tutto, su come scegliere un macinacaffè!

Scegliere il macinacaffè vuol dire scegliere una attrezzatura importante, forse la più importante, sia per la nostra postazione bar sia come home barista. 

Partiamo dal capire quali sono i parametri da  tener d’occhio nella scelta e andiamo a vedere tutte le soluzioni che offre il mercato!

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Come Aprire una Panetteria (e un Bakery Coffee Shop) https://aprireunbar.com/2023/01/23/come-aprire-una-panetteria-e-un-bakery-coffee-shop/ https://aprireunbar.com/2023/01/23/come-aprire-una-panetteria-e-un-bakery-coffee-shop/#respond Mon, 23 Jan 2023 18:04:05 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20136 Una attività antichissima ma in grande evoluzione; come si apre una panetteria? E come si apre un bakery coffee shop? Il video di questa settimana […]

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Una attività antichissima ma in grande evoluzione; come si apre una panetteria? E come si apre un bakery coffee shop?
Come aprire una panetteria? E un format più moderno? Come aprire un Bakery coffee shop?

Il video di questa settimana non era  in programma, ma ringraziamo Rossana Puddu, che ce lo ha suggerito. 

In questo post proveremo a vedere tutto il percorso burocratico da fare per aprire un panificio, ma anche proveremo a parlare di un modello di grande successo nel Nord Europa ma ancora poco diffuso qui da noi: quello delle panetterie con caffè, i bakery coffee shop.

Come sempre, se non volete leggere questo post, ma preferite vedervelo comodamente, lo trovate qui sotto in versione video:

CONVIENE APRIRE UN PANIFICIO?

Il concetto di panificazione e di vendita del pane è davvero antichissimo, Il pane è davvero, almeno in occidente, il padre di tutti i cibi, ed è davvero impossibile datare il momento in cui qualcuno impastò tre pagnotte in più e le portò a vendere al mercato.

Un prodotto così comune potrebbe anche essere banale, scontato, e quindi, come il caffè nella maggior parte dei bar, anche fortemente legato al prezzo, anche a discapito della qualità.

Eppure non è così, anzi, il mondo del pane, e l’immenso business collegato, è uno di quelli che più ha saputo rivoluzionarsi negli ultimi anni, fino a divenire un settore davvero trendy, e stiloso.

Eppure, il consumo del pane, in Italia così come in molte altre nazioni, appare in calo da decenni.

Come il consumo del pane è sceso in Italia negli ultimi anni

calo che però è assolutamente compensato dalla crescita di fatturato del settore, una crescita dovuta essenzialmente ad una nuova visione: non pane come alimento, come servizio, come puro accompagnamento, ma pane che diventa ingrediente, che diventa parte di una vera esperienza gastronomica. insomma, come alimento gourmet.

Questo salto di qualità è dovuto, alla fine, a due aspetti che negli ultimi anni hanno investito tutto il mondo del food and beverage:

  • Una rinnovata attenzione agli ingredienti
  • Una nuova attenzione alla relazione fra processi chimici e analisi organolettica

Per quello che riguarda gli ingredienti basta pensare alle attenzione alle farine, che dal sacchetto di farina 00, che praticamente monopolizzava il mercato fino a tutti gli anni ‘90 è passata a diventare un mercato in incredibile evoluzione, con farine delle più varie sfumature di integrali, rimacinate, di mais, di avena, di riso, di fagioli, proteiche, di cocco e chi più ne ha piu ne metta, fino a fortunati portali di vendita online e a prodotti che  qualcuno del settore ha descritto quasi come truffe mediatiche, come ad esempio  il kamut o i “grani antichi”.

I PASSI PER APRIRE UN PANIFICIO

Come aprire un panificio, una attività in grande crescita?

Bene, quindi, se sappiamo scegliere e valorizzare gli ingredienti, e se conosciamo e sappiamo raccontare i processi di lavorazione, ma come si fa? Quali sono i passaggi da fare?

  • Si apre una Partita Iva come per qualsiasi attività imprenditoriale
  • Come sempre si iscrive l’attività al Registro delle Imprese della propria provincia
  • Si apre la posizione INPS e INAIL per proprietario e dipendenti;
  • Nel frattempo avremo individuato la location migliore per il nostro panificio, in linea di massima nella zona residenziale di un centro urbano più o meno grande, 
  • A questo punto contatteremo un geometra o perito che ci supporti nella valutazione di fattibilità e in tutti i lavori di messa a norma.
  • Chiederemo al SUAP e alla ASL un parere preventivo
  • Alla luce di questo parere presenteremo la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune in cui si svolge l’attività entro 30 giorni almeno dall’inizio dell’attività:
  • A livello personale, nel frattempo, dovremo aver conseguito le eventuali certificazioni SAB e il HACCP
  • Eventualmente richiederemo al comune per tasse e permessi per l’esposizione dell’insegna;
  • Nel caso nelle aree di panificazione si superassero le 100.000 calorie (di solito succede) bisognerà inviare segnalazione del locale alla caserma dei Vigili del Fuoco

APRIRE UN BAKERY COFFEE SHOP

Cos’è una panetteria con caffè, un bakery coffee shop?

Se volessimo aggiungere anche il caffè? nelle sue molte varianti? diventerebbe un bakery coffee shop, modello super diffuso e di successo in Nord Europa e non solo che sta cominciando a farsi strada anche in Italia.. ha senso aprirlo? 

Cominciamo con il dire che cos’è un bakery coffee shop. Per definirlo si parte da una normale panetteria, ma:

  • Ci sarà una macchina da caffè, anche se di solito in posizione più defilata, meno in primo piano rispetto ad un bar (ma non sempre)
  • La maggior parte delle bevande erogate sono a base di latte
  • Ci sarà il pane, ma ci saranno molti panificati sfiziosi
  • Ci sarà pasticceria, ma più corposa rispetto a tipici prodotti da bar

Insomma, un format in equilibrio fra panificio e caffetteria, che troverà occasione di business sia in chi compra la baguette sia in chi si concede una bella colazione o una pausa dolce fra amici.
Aprire un format del genere però si scontra con un aspetto legislativo. la differenza fra ospitalità e somministrazione.

DIFFERENZA FRA OSPITALITÀ E SOMMINISTRAZIONE

Qual’è la differenza fra ospitalità e somministrazione? Importante capirlo in certi format.

Una panetteria non è tenuta a fare ospitalità, può limitarsi a vendere i prodotti che produce, come una gelateria o una pizzeria a taglio. In questo modo non sarà obbligata o tenuta a dotarsi di tutti quei servizi che contraddistinguono in concetto di ospitalità, come, tipicamente, i bagni a disposizione del pubblico o i tavoli.

Una caffetteria invece non vende prodotti del suo ingegno, si limita a trasformare chicchi di caffè in bevanda. Una caffetteria è quindi una attività di ospitalità, deve obbligatoriamente avere un bagno a disposizione del pubblico, e può, se vuole, avere posti a sedere.

Come si può quindi mischiare queste due attività?

La strada più semplice sarebbe quindi aprire, come bakery coffee shop, un coffee shop vero e proprio, avendo i bagni e potendo mettere a disposizione del pubblico anche i tavoli, ma questo comporterà maggiori costi, bisogno di maggiori spazi e lo scontrarsi, talvolta, con regolamenti locali che non permettono l’apertura di altre attività di ospitalità.

Sempre fra le strade semplici, ce n’è una molto battuta in contesti del genere, mettere a disposizione dei clienti una macchina da caffè a cialde o capsule, a quel punto saranno loro a prepararsi il caffè, noi non stiamo facendo ospitalità.

Mettere a disposizione dei clienti caffè in cialde e capsule permette di non fare ospitalità

E poi c’è il resto, coloro che vogliono salvare capra e cavoli, diventando un locale che fa caffè ma che non si adegui alle normative di chi fa ospitalità.

La necessità di regolamentare questa categoria nel mondo delle liberalizzazioni, di permettere comunque sbocchi lavorativi a contesti come questo, e nello stesso tempo di salvaguardare attività di bar, che vogliono mantenere il loro vantaggio competitivo in un mondo che cambia, ha portato, nel corso degli anni, ad una diatriba fatta di vari regolamenti più o meno fumosi, per distinguere le attività di ospitalità da quelle di pura vendita.

Fra le interpretazioni più varie che abbiamo trovato quella, per distinguere una attività di ospitalità dalle altre, di avere sedie e tavoli che non “si incontrano” insomma, di avere tavoli senza sedie per esempio una panca, o una mensola, ma non associate. tutto questo lo troviamo per esempio in queste parole, che abbiamo trovato sul sito “partitaiva24”

“ Nei locali degli esercizi di vicinato, per garantire le condizioni minime di fruizione è ritenuto ammissibile solo l’utilizzo di piani di appoggio di dimensioni congrue all’ampiezza ed alla capacità ricettiva del locale nonché la fornitura di stoviglie e posate a perdere”

“la disciplina in materia di consumo sul posto continua ad escludere la possibilità di contemporanea presenza di tavoli e sedie associati o associabili, fatta salva solo la necessità di un’interpretazione ragionevole di tale vincolo, che non consente di escludere, ad esempio, la presenza di un limitato numero di panchine o altre sedute non abbinabili ad eventuali piani di appoggio”

Rimangono interpretazioni, giocoforza dovremo quindi sentire il tecnico e gli uffici come il SUAP della nostra zona per capire come lui interpreta la norma…

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