Circoli, buoni pasto, gratta e vinci, tabacchi etc… | Aprire Un Bar https://aprireunbar.com Come aprire un bar o un locale: informazioni, suggerimenti e segreti per diventare un gestore di successo! Thu, 29 Jun 2023 07:24:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.9 Come Aprire un Circolo con Bar o Ristorante https://aprireunbar.com/2022/08/01/come-aprire-un-circolo-con-bar-o-ristorante/ https://aprireunbar.com/2022/08/01/come-aprire-un-circolo-con-bar-o-ristorante/#respond Mon, 01 Aug 2022 14:00:33 +0000 https://aprireunbar.com/?p=19821 Come Aprire un Circolo Ricreativo o Culturale con Bar o Ristorante. Norme da seguire per costituire un circolo e per somministrare alimenti e bevande. COS’E’ […]

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Come Aprire un Circolo Ricreativo o Culturale con Bar o Ristorante. Norme da seguire per costituire un circolo e per somministrare alimenti e bevande.
Come aprire un Circolo con Bar o Ristorante.
Scopriamo insieme come aprire un Circolo Ricreativo o Culturale con Bar o Ristorante.

COS’E’ UN CIRCOLO E COME SI ARTICOLA ?

Associazione di promozione sociale dei circoli ricreativi o culturali.
Come si costituisce un circolo? Introduzione alla struttura associativa dei circoli culturali o ricreativi.

Cos’è un circolo? Come si articola? Quali sono le norme da seguire?

Scopriamolo insieme in questo articolo!

Innanzi tutto un circolo è costituito da un’associazione di persone aventi alcuni interessi o una qualche attività in comune, che abitualmente si incontrano in un luogo per conversare, discutere, ricrearsi, ecc..

Il circolo si basa sulla struttura di un’associazione di promozione sociale (solitamente a scopo culturale, ludico e ricreativo). Essa in concreto è costituita da un gruppo di persone che, in base a delle regole da loro stabilite e servendosi di una solida organizzazione (non professionale), decide di perseguire una scopo comune, solitamente altruistico o a beneficio della collettività. Tutti i circoli solitamente hanno una sede dove gli associati possono ritrovarsi per svolgere le attività comuni. Spesso questa sede è provvista anche di un bar o di un punto ristoro, sempre a favore dei soci. In seguito visioneremo tutte le norme da seguire e i vari passaggi da rispettare.

QUATTRO PASSAGGI PER COSTITUIRE UN CIRCOLO

I vari passaggi per costituire un circolo ricreativo o culturale.
Come aprire un circolo ricreativo o culturale? Analizziamo i quattro passaggi fondamentali per creare un circolo ricreativo o culturale.

Come aprire un circolo ricreativo o culturale?

Scopriamo quali sono i 4 passaggi fondamentali da seguire per costituire un circolo :

  • 1) Definire lo scopo del circolo e la sua attività specifica. L’ente dovrà costituirsi come “Associazione di Promozione Sociale”, secondo la nuova normativa del Terzo Settore, e saranno necessari minimo sette soci fondatori.
  • 2) Stampare, in duplice copia originale, l’atto costitutivo e lo statuto del circolo, necessari per creare il circolo, inserendo tutti i requisiti previsti dal D.Lgs. 117/2017 (Codice del Terzo Settore. La differenza con gli enti del terzo settore in genere è che nella sede legale ovvero nel circolo è possibile gestire un bar che somministri alimenti e bevande, comunque riservato esclusivamente ai soli soci tesserati e previo svolgimento di un inter burocratico semplificato e il rispetti di determinati requisiti. I proventi derivati da tali attività non sono considerate di natura commerciale, quindi non sono fiscalmente imponibili. Questa agevolazione è concessa solo nel caso in cui il circolo sia affiliato a un ente di promozione sociale a carattere nazionale.)
  • 3) Registrare il circolo all’Agenzia delle Entrate (essa è indispensabile per ottenere i benefici fiscali previsti dal nostro ordinamento). E’ inoltre necessario richiedere l’attribuzione del Codice Fiscale, pagare la tassa di registro ed infine presentare l’atto costitutivo e lo statuto in duplice copia (la procedura è quella di “registrazione atti privati”).
  • 4) Iscrivere il circolo ad un ente di promozione sociale a carattere nazionale. Solo con tale affiliazione il circolo potrà svolgere determinate attività, ad esempio la somministrazione di alimenti e bevande ai soci, godendo dei benefici fiscali previsti dalla legge. Una volta che l’associazione sarà affiliata, avrete terminato la procedura per creare un circolo!

Ancora qualche dubbio? togliamocelo guardando il video del nostro canale “Aprire un bar in Video”

SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE NEI CIRCOLI

Somministrazione di aliemnti e bevande all'interno dei circoli. Circoli con bar o punti ristoro.
La somministrazione di alimenti e bevande all’interno dei circoli deve rispettare alcune piccole e semplici regole. Vediamole insieme!

É possibile somministrare alimenti e bevande all’interno dei circoli?

, è possibile ma seguendo alcune piccole e semplici regole!

Difatti, il circolo che vuole somministrare alimenti e bevande ai propri soci, deve presentare la documentazione necessaria : la SCIA “Segnalazione Certificata di Inizio Attività” al Comune di competenza. I locali nei quali si vuole somministrare alimenti o bevande, ovviamente, devono possedere determinati requisiti di tipo urbanistico/edilizio , sanitario/igienico (HACCP obbligatorio per tutte le attività di produzione, preparazione, vendita di prodotti alimentari) e di sicurezza necessari (stabiliti dal Ministero dell’Interno col D.M. n° 564 del 1992). Inoltre, il locale deve essere in possesso delle prescritte autorizzazioni in materia (art. 3, comma 2°, lettera d, DPR 235/2001). 

Si tenga sempre presente però che l’attività principale del circolo non può mai ridursi alla mera somministrazione di bevande, ma deve consistere l’attività prevista nello statuto (culturale, ricreativa ecc…). Tale somministrazione deve essere legata allo svolgimento delle attività dell’associazione o comunque deve risultare come attività secondaria e passare in secondo piano rispetto alle finalità istituzionali dell’associazione o del circolo, specificate nello statuto del circolo stesso.

LA SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITA’

La SCIA Segnalazione Certificata di inizio Attività per i circoli ricreativi o culturali.
La Segnalazione Certificata di inizio Attività conosciuta con la sigla “SCIA” è il documento indispensabile per cominciare l’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno dei circlori ricreativi o culturali.

La SCIA ovvero la “Segnalazione Certificata di inizio Attività” è il documento che dovrà essere presentato al Comune. In seguito l’attività di somministrazione potrà iniziare a partire dalla data della presentazione della segnalazione all’amministrazione competente o della ricezione, sempre da parte di quest’ultima, della dichiarazione stessa. Tenendo presente un termine di 60 giorni per verificare i requisiti richiesti.

Il Decreto del Presidente della Repubblica 4 aprile 2001, n. 235, prevede gli elementi che devono essere evidenziati da parte del legale rappresentante dell’associazione o del circolo nella segnalazione certificata di inizio attività.

Nello specifico è necessario dichiarare:

  • a quale ente nazionale avente finalità assistenziali aderisce l’associazione o il circolo;
  • il tipo di attività di somministrazione che si intende svolgere;
  • l’ubicazione e la superficie dei locali adibiti alla somministrazione;
  • che l’associazione rispetta i requisiti della democraticità della struttura associativa, la disciplina uniforme dei rapporti associativi, il divieto di distribuire utili, l’obbligo di devoluzione del patrimonio in caso di estinzione dell’ente, l’obbligo di presentare il bilancio annuale;
  • che il locale ove è esercitata la somministrazione è conforme alle norme e prescrizioni in materia edilizia, igienico-sanitaria ed ai criteri di sicurezza stabiliti dal Ministero dell’interno.

Il decreto impone che alla SCIA sia allegata una copia in carta semplice, non autenticata, dell’atto costitutivo o dello statuto dell’associazione, al fine di rendere più agevole la verifica da parte dell’ente locale e degli organi addetti alla vigilanza.

COME CREARE UN CIRCOLO CON BAR O PUNTO RISTORO

Costiruire un circolo ricreativo o culturale con Bar o Ristorante. Scopriamo tutte le norme da seguire.
Costiruire un circolo ricreativo o culturale con Bar o Ristorante. Scopriamo tutte le norme da seguire.

Creare un circolo con bar o punto ristoro è il sogno di molti, ma attenzione a seguire le normative in modo corretto.

Sappiamo che l’attività di somministrazione di alimenti e bevande da parte dei circoli privati è disciplinata dal Decreto del Presidente della Repubblica 4 aprile 2001, n. 235, (Regolamento recante semplificazione del procedimento per il rilascio dell’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande da parte di circoli privati), che integra le disposizioni riguardanti la disciplina generale in materia di somministrazione di alimenti e bevande ( art. 64 Decreto Legislativo 4 dicembre 1997, n. 460).

L’attività di somministrazione è esercitata dal legale rappresentante (il “presidente”) del circolo o dai soci rappresentanti di esso che risultano dall’atto autorizzativo (sempre la D.I.A. con allegati l’atto costitutivo e lo statuto oppure l’autorizzazione del Comune).

Il D.M. 564/1992 prevede che i locali di circoli privati in cui si somministrano alimenti e bevande siano ubicati all’interno della struttura adibita a sede del circolo, inoltre non devono avere accesso diretto a strade, piazze ed altri luoghi pubblici. All’esterno della struttura non possono essere apposte insegne, targhe ed altre indicazioni che pubblicizzino le attività di somministrazione esercitate all’interno. Infine, il listino dei prezzi e i documenti autorizzativi (la D.I.A. con allegata una copia non autenticata dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione oppure l’autorizzazione del Comune) devono essere esposti in luogo visibile.

I circoli in cui si somministrano alimenti e bevande non sono soggetti alla disciplina degli orari degli esercizi di somministrazione, ma sono tenuti a non arrecare disturbo alle occupazioni ed al riposo delle persone ai sensi dell’art. 8 della Legge n° 447 del 1995, la “Legge quadro sull’inquinamento acustico”.

Seguendo queste indicazioni ti auguriamo una buona fortuna per l’apertura del tuo Circolo!

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Come Aprire un Circolo Ricreativo con Bar https://aprireunbar.com/2021/09/15/come-aprire-un-circolo-ricreativo-con-bar/ https://aprireunbar.com/2021/09/15/come-aprire-un-circolo-ricreativo-con-bar/#respond Wed, 15 Sep 2021 14:41:11 +0000 https://aprireunbar.com/?p=19138 Quali sono i veri vantaggi di aprire un circolo? Cosa si può fare e cosa no? Tutto su come aprire un circolo ricreativo con bar! […]

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Quali sono i veri vantaggi di aprire un circolo? Cosa si può fare e cosa no? Tutto su come aprire un circolo ricreativo con bar!
Come aprire un circolo ricreativo? Ricordiamoci che in molti casi il bar interno non potrà avere un’accesso diretto dalla strada, come quello che vediamo in questo caso.

Periodicamente ritornano. Periodicamente ai nostri corsi di gestione bar arrivano studenti con una domanda ben precisa: ha senso aprire un bar all’interno di un circolo ricreativo, come associazione privata? Quali sono i vantaggi di questa forma di associazione? Quali gli svantaggi? Come si apre un circolo ricreativo con bar?

A indirizzare queste persone verso l’idea di apertura di un locale in forma legale di circolo è il miraggio dei forti sgravi fiscali di cui godono questi locali, sgravi fiscali che sono però loro consentiti proprio perché non devono essere dei locali, dei bar propriamente detti, ma solo delle strutture accessorie di supporto ad un’altra attività.

 Complicato? Cominciamo dall’inizio.

Cos’è un circolo associazione culturale

Prima di vedere come si apre un locale in un circolo vediamo di capire cos’è veramente un circolo. Esso può essere definito come segue:

Un circolo associativo è una struttura che non ha per scopo una attività commerciale, di profitto o di lucro, ma solo la divulgazione, la pratica e la condivisione fra i suoi soci di una attività benefica, culturale o di carattere sportivo, da cui non viene ricavato alcun profitto.

E il bar? Il bar, o qualsiasi struttura destinata a creare introiti avrà solo la funzione di finanziare il vero scopo del circolo, quello culturale o correlato. Per fare un esempio pratico, in un circolo di musica jazz i proventi del bar andranno a pagare il cachet della serata al sassofonista che viene a suonare, chi gestisce il bar lo farà solo per amore della buona musica.

Per legge i circoli associativi possono essere inquadrati in tre macro categorie:

  • Circolo Ricreativo o Circolo Culturale. Sono i più numerosi, anche perché è la tipologia più generica, meno definibile. In circoli di questo tipo si svolgono attività di tipo, appunto ricreativo, ad esempio artistiche, gastronomiche (associazione per la salvaguardia del peperoncino calabrese) musicali (il circolo del jazz di cui sopra) e così via…
  • Circolo Sportivo. Nel nome c’è tutto. In circoli di questo tipo si promuovono attività dilettantistiche di sport riconosciuti. Sono per esempio moltissimi i club di calcio ad avere un bar o pizzeria che contribuisce al finanziamento della squadra e alla campagna acquisti!
  • Circolo di Promozione Sociale. In circoli di questo tipo, che godono di vantaggi ancora migliori, lo scopo è quello di migliorare la qualità di vita o l’impegno sociale (talvolta politico) in determinate aree (per esempio una città o un quartiere) oppure di determinate minoranze.

Quali vantaggi fiscali ha un circolo

Le associazioni che promuovono la musica jazz hanno aperto negli anni diversi circoli ricreativi

I circoli che rientrano nelle categorie che abbiamo elencato sopra hanno effettivamente diversi vantaggi rispetto ad un normale bar o ristorante aperto “per scopo di lucro”. Infatti, in considerazione delle finalità benefiche per cui sono aperti lo stato consente loro uno “status privilegiato”. Fra i più importanti vantaggi:

  • Esenzione dal pagamento dell’IVA sulle attività di bar
  • Esenzione dell’imposta comunale sulle insegne per attività sportive e ricreative. Di questo abbiamo parlato in questo post. E’ da notare però che l’esenzione è applicata sulle insegne inerenti lo scopo “da statuto” del circolo. Se scriviamo sull’insegna “bar” o “Pizzeria” vi pagheremo quindi la normale tassa.
  • Possibile esenzione IMU in caso di locazioni di proprietà 
  • Possibilità di poter svolgere le attività sociali in qualsiasi destinazione d’uso. Il locale non dovrà quindi essere necessariamente aperto in una “particella catastale” destinata alla somministrazione.
  • Riduzioni sulla tassa sui rifiuti

Ancora, è spesso possibile ottenere convenzioni sulle piattaforme Tv come SKY o Dazn e facilitazioni dalla SIAE.

Tutti vantaggi che fanno sicuramente gola. E che fanno gola lo sanno anche i funzionari addetti ai controlli, che staranno molto attenti a verificare che il circolo sia tale, e non soltanto un bar travestito. Per i loro controlli verificheranno sia le tessere associative degli avventori, sia le attività del circolo sia i libri contabili e lo statuto.

Ma perché allora aprire un circolo privato con bar?

Se non posso guadagnarvi nulla, perché dovrei aprire un circolo con il bar? Vero che amo la musica e il mio quartiere, oppure che sono un grande tifoso della squadra di pallavolo della mia zona, ma devo pur vivere di qualcosa no?

Il fatto che un circolo sia aperto senza fini di lucro non vuol dire che non vi si può guadagnarvi da vivere. Nello statuto potremo infatti dichiarare che i soci che vi prestano la loro opera potranno avere un compenso, uno stipendio che risulterà come “uscita” dal bilancio del circolo. L’importante sarà che eventuali utili di bilancio vengano riversati sulle attività dell’associazione.

Come aprire un circolo privato associazionistico?

Dal sito Cosmopolitan il Berghain club di Berlino, un circolo che fa della esclusività la sua bandiera. All’interno è vietato fare foto.

Un circolo non si apre quindi per fare soldi, se non per il compenso, il motivo (sociale, culturale, sportivo) per cui lo apriamo sarà quindi il primo elemento che dovremo chiarire per avviare la procedura di apertura di un circolo, sia a noi stessi sia alle autorità.

Per definirlo chiaramente e per spiegarlo alle autorità dovremo preparare uno statuto, un documento che illustra in maniera dettagliata lo scopo del circolo e le attività che porterà avanti.

Potete trovare un fac simile di uno statuto, a cui fare riferimento per scrivere il proprio, a questo link.

Questo statuto dovrà essere accompagnato da un atto costitutivo. I documenti dovranno anche individuare un presidente della associazione e il nome di almeno altri 6 soci fondatori (una associazione deve essere, è chiaro, un gruppo di persone che condividono uno scopo).

Con questi documenti ci recheremo alla Agenzia delle Entrate dove registreremo la associazione. In questa sede richiederemo anche il codice fiscale e pagheremo la tassa di registro. E in questa fase che incontriamo gli unici veri costi per aprire un bar in un circolo:

  • 200 Euro per la tassa di registro
  • 16 Euro ogni cento righi scritti nell’atto costitutivo e nello statuto (cifra che di solito arriva ad un’ottantina di Euro).

Sarà anche necessario, o perlomeno molto utile, affiliarsi ad ente nazionale di promozione. Fra questi l’ARCI è sicuramente la più nota.  Questa affiliazione (immaginatela come una specie di Confcommercio per i circoli) permetterà di godere di numerose convenzioni e vantaggi.

Se questi sono i passaggi per l’apertura del circolo altri sono i passi per l’apertura del bar interno, vediamoli nel prossimo capitolo.

Autorizzazioni per aprire un bar nel circolo privato

Come abbiamo visto, l’attività di somministrazione all’interno di un circolo può essere aperta senza il problema della licenza e ancora più importante, senza il vincolo della destinazione d’uso; di fatto si potrebbe aprire un circolo anche in casa propria.

Si potrebbe, ma non è così facile, perché la legislazione che vige per un normale bar come per un circolo è quella sanitaria, e gli spazi dove si va ad aprire devono risultare perfettamente a norma come superfici, rivestimenti, attrezzatura e tutto quello che concerne l’HACCP.

Per l’apertura del locale dovremo quindi preparare una SCIA, che contenga tutte le informazioni di carattere edilizio, di sicurezza, di impiantistica, igienico sanitari e perfino legate ai requisiti personali. Trovate tutte le informazioni sulla SCIA in questa pagina.

Secondo diverse fonti poi, il bar interno di un circolo ha anche altre limitazioni: non può avere un accesso diretto alla strada, non può avere insegna e nella sua comunicazione l’attività di ristorazione deve sempre risultare in sott’ordine rispetto a quella culturale. Queste limitazioni hanno spesso delle deroghe di carattere locale.

Ultimo vincolo: tutti i clienti che entrano devono essere soci muniti della tessera rilasciata dal circolo stesso, altrimenti sono dolori, che possono arrivare fino alla chiusura del circolo.

Idee per circolo privato con bar

Anche se abbiamo detto che un circolo non è un bar o ristorante, di fatto un circolo E’ un bar o un ristorante; quindi dovrà confrontarsi  e fare (e subire) concorrenza con attività di questo tipo.

Poter aprire un circolo bar (o un ristorante) ci darà, è chiaro, subito un certo vantaggio competitivo, visto che avremo una tassazione più favorevole che potremo usare per abbassare i prezzi di vendita dei prodotti.

Di per contro, dovremmo poter accettare solo i clienti che hanno la tessera del nostro circolo, e dovremmo accettare diverse limitazioni in promozione e pubblicità.

Continuo ad usare il condizionale, perché in realtà vediamo spesso circoli, magari aperti anni prima, che le attuali limitazioni fossero introdotte, che hanno accessibilità e visibilità da attività vera e propria.

Come ultima considerazione diciamo che chi si reca in un circolo spesso si aspetta (ed è disposto ad accettare) un servizio più “alla buona” (a meno che non sia un circolo ufficiali!) ma di solito si aspetta anche prezzi un po’ più bassi della media. Teniamone conto, la percezione vuole la sua parte!

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GLI SPEAKEASY, I LOCALI SEGRETI https://aprireunbar.com/2014/05/21/gli-speakeasy-i-locali-segreti/ https://aprireunbar.com/2014/05/21/gli-speakeasy-i-locali-segreti/#respond Wed, 21 May 2014 06:14:46 +0000 http://aprireunbar.com/?p=7166 Potremmo chiamarli circoli privati, ma non si può negare che abbiamo più fascino. Sono gli speakeasy, i locali segreti, e nascosti da altri locali…   […]

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Potremmo chiamarli circoli privati, ma non si può negare che abbiamo più fascino. Sono gli speakeasy, i locali segreti, e nascosti da altri locali…

 

please-don-t-tell-pdtIl passato torna sempre, perfino quando questo stesso passato era nato per necessità, per sfuggire alla legge. La legge del proibizionismo, nel caso specifico, che portò gli americani, negli anni ’20 a non poter più bere alcool. La necessità aguzza l’ingegno naturalmente, e gli statunitensi dell’epoca dei gangster cominciarono a creare locali invisibili, nascosti da una porta segreti e con ingegnosi sistemi, e in cui si entrava con una parola d’ordine. Erano i locali “Speakeasy”, termine che letteralmente significa “parlare tranquillamente” e tipologia di locali tornati di moda, trovando i suoi campioni, per fare qualche nome, nel “Please don’t tell” di NewYork, nell’East Village, un locale a cui per accedere si deve andare in una specie di paninoteca, il “Crif Dogs” in St.Market Place, entrare nella cabina telefonica e dire alla cornetta la parola d’ordine.

L’Italia non ha conosciuto il proibizionismo, ma ha cominciato, recentemente a conoscere gli speakeasy, come ad esempio il “1930” di Milano, in cui si entra da un piccolo alimentari e che riporta, in tutto e per tutto negli anni ’20, con mobili d’epoca e drink , classici si, ma anche super innovativi

Aprirne uno? Visto che il locale è nascosto potremmo davvero optare per la formula del circolo culturale, che come sappiamo non deve avere un ingresso diretto dalla strada (vedi post), altrimenti potrebbe essere la stanza più o meno nascosta (più è nascosta più ci si diverte) di un locale normale, anche per sfruttare cucina e bar per tutt’e due le facce, quella pubblica e quella privata, privatissima, segreta… date un occhiata al video sotto, e acqua in bocca!

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COME INSTALLARE UNA RETE WI FI NEL PROPRIO BAR https://aprireunbar.com/2014/03/12/come-installare-una-rete-wi-fi-nel-proprio-bar/ https://aprireunbar.com/2014/03/12/come-installare-una-rete-wi-fi-nel-proprio-bar/#comments Wed, 12 Mar 2014 06:12:24 +0000 http://aprireunbar.com/?p=6757 Ormai è molto semplice, e sono sempre più i bar italiani che offrono ai loro clienti una connessione Wifi, ma come istallare una connessione internet […]

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Ormai è molto semplice, e sono sempre più i bar italiani che offrono ai loro clienti una connessione Wifi, ma come istallare una connessione internet per i clienti nel proprio locale? E conviene?

 

17oyrpb04wtc5jpgMolta confusione per una cosa semplicissima. La tecnologia a volte mette davanti a curiosi paradossi, cresce così rapidamente da costringere le normative ad inseguire, quasi sempre in grave ritardo rispetto alle realtà che cambiano velocissime. Caso eclatante è internet, o/e meglio il wi fi nei locali pubblici. All’inizio dell’era net era una impensabile  chimera, poi una complicata realtà fatta di malfunzionamenti e sopratutto di regolamenti bizantini, di registrazioni, di documenti da firmare e di carte d’identità da portare in questura. Meccanismi in grado di scoraggiare chiunque, infatti erano pochissimi i locali che affrontavano questo terribile iter per fornire ai loro clienti l’accesso alla rete, e i confronti con le meraviglie di semplicità che si trovavano all’estero erano sempre impietose. Anche nel nostro blog abbiamo avuto difficoltà a seguire questo percorso, e a leggere questo post di un paio d’anni fa, pare sia cambiato il mondo. Sì, perché poi è cambiato tutto.

Oggi offrire questo servizio nel proprio bar è diventato semplicissimo, e i locali che propongono internet ai loro clienti, seduti al tavolo, sono ormai numerosi anche in italia, e crescono ogni giorno. E se vogliamo essere fra questi, e mettere un wifi nel nostro locale come facciamo?

Per cominciare ci rivolgiamo ad un operatore telefonico uno dei vari tipo Infostrada, Tre, o moltissimi altri anche più piccoli e a sviluppo locale (ma molto spesso saranno loro a rivolgersi a noi, magari chiamandoci al telefono alle 9 di sera). Importante sarà la potenza della linea, i tecnici consigliano, per un locale pubblico dove ci saranno numerosi utenti collegati, almeno 20 mb… Una volta firmato il contratto (prezzi? non si scostano molto da quelli da casa, abbiamo trovato offerte da 20 a 40€ circa…) ci viene portato un router. questo andrà connesso alla rete elettrica, ricordatevi di posizionarlo dove non ci siano pareti spesse o altre apparecchiature che possano interferire con la vostra rete (non nello stanzino delle pulizie). a questo punto, con un computer (e forse un tablet) si passa alla installazione, che è molto semplice. Si inserisce il codice di attivazione in un’apposita finestra web e il servizio Hot Spot sarà subito disponibile.

A questo punto sarà necessario mettere una password, non tanto per il rischio di truffe o altro, ma perchè più saranno i computer collegati e più lenta sarà la linea, quindi per evitare che altri “succhino” la nostra rete…  una scritta potrebbe invitare i clienti a chiederci la password, oppure, se il locale è molto affollato e per evitarci il fastidio di sillabare, potremmo, semplicemente scriverla su un cartellino ben visibile.

Adesso starà a noi decidere la modalità con cui il nostro cliente usufruirà del servizio. Quella sicuramente più simpatica e attuale è “nessun limite” in cui non si paga e si sta connessi quanto vogliamo. In altri casi si puo far pagare dando poi un codice numerico che permette di navigare per un certo tempo, oppure possiamo farlo libero ma con un limite di tempo (come in molti alberghi), che si connette da una pagina internet o ancora, come sui treni, tramite sms.

Per molti gestori il limite è ancora dato dalla convenienza di questa operazione, non dal costo, che è basso, ma dal valutare se vale la pena trovarsi i tavoli occupati da persone (ormai non più solo ragazzini) con il computer. In generale potremmo dire di si, che ci piaccia o no, è davvero ormai un servizio basilare, quasi come la toilette, e non averla potrebbe tagliarci davvero una fetta di mercato. A proposito, nel momento in cui l’abbiamo, una bella vetrofania in bella vista o una scritta all’esterno sarà molto utile! A chi non serve? Sopratutto ai ristoranti, luoghi dove si va quasi sempre in gruppo, e al massimo si chatta con il cellulare (che, se non sono stranieri, funzionerà anche senza Wifi. Non serve, beh, anche a quei gestori a cui non piace vedere un locale pieno di persone incapaci di interagire con altri esseri umani semplicemente parlando, ma questa è un’altra storia…

 

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APRIRE UN BAR CON UNA COOPERATIVA https://aprireunbar.com/2012/12/03/aprire-bar-con-una-cooperativa/ https://aprireunbar.com/2012/12/03/aprire-bar-con-una-cooperativa/#comments Mon, 03 Dec 2012 14:42:50 +0000 http://aprireunbar.com/?p=4545 Una cooperativa come mezzo per aprire un bar con meno tasse e meno adempimenti? Con le recenti normative no, semmai un mezzo per portare avanti […]

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Una cooperativa come mezzo per aprire un bar con meno tasse e meno adempimenti? Con le recenti normative no, semmai un mezzo per portare avanti obbiettivi etici e sociali, potendo godere, se davvero in gamba, di finanziamenti ad Hoc.

Dal sito http://affaritaliani.libero.it

Capita abbastanza spesso che ci venga chiesto se decidendo di aprire un locale scegliendo, come forma societaria, una cooperativa, porti vantaggi sia in fase di apertura sia di tassazione; lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Anna Lyford, della cooperativa sociale “Anni Versati”, che ha aperto a Milano la polpetteria Ciccilla, locale davvero carinissimo a cui abbiamo dedicato un post pochi giorni fa.

Una cooperativa, cosiddetta di tipo sociale, è una struttura societaria che ha senso quando si perseguono obbiettivi etici e di servizio sociale, ci spiega la dottoressa Lyford. Questo tipo di cooperative si dividono in due categorie. Il tipo A si propone di operare nel mondo dei servizi sociali, quali asili nido, assistenza a persone anziane ed altro. Nel tipo B invece si può perseguire qualsiasi tipo di attività, compreso un locale, ristorante o bar, ma a patto che al proprio interno ci sia almeno il 30% di soci lavoratori svantaggiati, integrandoli così nel mondo del lavoro. Neinte vieta che una cooperativa possa essere sia di tipo A che B.

Detto questo una cooperativa, con le norme che hanno cambiato questo mondo negli ultimi anni, non ha alcun vantaggio di tipo fiscale, continua la dottoressa Lyford; quale può essere quindi la convenienza di aprire una attività con una coop?

Pur volendo tralasciare l’aspetto etico (chiaro che si dovrebbe aprire una attività di questo tipo quando si crede in un certo tipo di valori) il vantaggio di queste attività è quello di poter attingere ad una serie di bandi di finanziamento dedicati proprio al mondo della cooperazione.

Se per quello che riguarda la costitutzione di una coop, dal punto di vista legale, vi possiamo rinviare a questa pagina.

A margine, e riguardo al “caso Ciccilla” possiamo segnalare, dopo la chiacchierata con la Dottoressa Lyfor come sia stato possibile, con un business plan molto ben costruito e una idea davvero originale, ottenere il sostegno di Ikea, che gli ha arredato il locale, e quello di Cariplo, che ha contribuito sostanziosamente al bellissimo progetto.

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COME METTERE LA MACCHINA PER RICARICHE TELEFONICHE E GRATTA E VINCI AL BAR https://aprireunbar.com/2012/01/30/mettere-la-macchina-ricariche-telefoniche-gratta-vinci-al-bar/ https://aprireunbar.com/2012/01/30/mettere-la-macchina-ricariche-telefoniche-gratta-vinci-al-bar/#comments Mon, 30 Jan 2012 16:01:03 +0000 http://aprireunbar.com/?p=3458 Nei bar è sempre più consueto poter pagare bollette, ricaricare telefonini e addirittura fare il bollo per l’auto. Come funzionano i terminali da servizi? Come […]

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Nei bar è sempre più consueto poter pagare bollette, ricaricare telefonini e addirittura fare il bollo per l’auto. Come funzionano i terminali da servizi? Come si possono installare nel proprio bar e quali guadagni possiamo aspettarci?

sisalpaybollettaÈ ormai normale andare nei bar per sbrigare commissioni che fino a qualche tempo fa non ci saremmo sognati di affiancare a caffè e cornetti. Ricaricare il cellulare, pagare bollette del gas o dell’acqua e bollettini postali vari, ricaricare il digitale terrestre della TV, validare schede telefoniche internazionali (servizio quanto mai fondamentale per i molti stranieri che vivono nel nostro paese) e addirittura fare il bollo dell’auto.

Oltre a questo tipo d’interventi, diciamo di utilità sociale, questo tipo di terminali trovano un grande campo di utilizzo nella gestione di servizi e vincite legati a Lotto, Sisal e Gratta e vinci. Nuove aree d’uso sono spesso associate a questi apparecchi, che si trovano ormai a poter svolgere oltre settanta diverse servizi.

Per erogare questo servizio nel proprio locale è necessario rivolgersi a uno dei gruppi che installano i terminali e i servizi connessi, le due società più importanti in questo senso sono SISAL e Lottomatica LIS. Sui loro siti si trovano i formulari da riempire (Lottomatica offre anche un call center con numero verde 199.777.007). La richiesta viene processata in maniera abbastanza rapida e nel caso la risposta sia positiva (scelta di solito legata al volume d’affari del bar) viene richiesta una fideiussione bancaria e viene piazzato il terminale.

Una volta fatta l’installazione il sistema è molto semplice. L’assistenza è a carico della società che ha installato l’apparecchio e ogni materiale di consumo, ad esempio i rotolini di carta, sono gratuiti. L’apparecchio è di uso molto semplice e oltre ad offrire i servizi detti serve anche a mettere “in carico” i Gratta e vinci, cioè a effettuare la registrazione dei tagliandi, che solo da quel momento avranno un valore (prima sono semplice carta).

Quali guadagni offre al barista questo tipo di macchina? I Gratta e vinci e le lotterie offrono un buon margine, dell’8%, mentre sulle ricariche telefoniche non si sale oltre l’uno/due per cento. Come nel caso delle sigarette non è da sottovalutare l’effetto traino di questi servizi, vale a dire i molti clienti che verranno a ricaricare il cellulare e finiranno per prendere anche un caffè.

Notizia di questi giorni, visto che siamo in tema, è quella della nuova tassa del 6% sulle vincite oltre i 500€, tassa bizzarra, visto che i giochi in realtà sono già tasse su cui il governo italiano incamera fior di miliardi; in pratica una tassa sulla tassa.

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IL NOSTRO BLOG INTERVISTATO DA VOGLIOVIVERECOSI.COM, COSA FARE PER APRIRE UN LOCALE ALL’ESTERO https://aprireunbar.com/2011/11/22/il-nostro-blog-intervistato-da-voglioviverecosicom-cosa-fare-aprire-locale-allestero/ https://aprireunbar.com/2011/11/22/il-nostro-blog-intervistato-da-voglioviverecosicom-cosa-fare-aprire-locale-allestero/#comments Tue, 22 Nov 2011 09:49:19 +0000 http://aprireunbar.com/?p=3284 Aprire un bar all’estero è un sogno nei sogni. Il nostro blog è stato intervistato da un sito specializzato nel raccontare storie di attività aperte […]

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Aprire un bar all’estero è un sogno nei sogni. Il nostro blog è stato intervistato da un sito specializzato nel raccontare storie di attività aperte da italiani all’estero.

Il blog voglioviverecosi.com è nato e cresciuto per raccontarci storie di chi, ad un certo punto, ha deciso che l’Italia gli stava stretta, e a deciso di andare a far fortuna all’estero. Fra chi segue il nostro blog, aprireunbar, sono moltissimi quelli che stanno pensando di aprire un’attività, un locale o un ristorante, all’estero, e ai nostri corsi di gestione abbiamo avuto ragazzi (spesso giovani coppie) intenzionati ad intraprendere una avventura in Spagna, Germania, Brasile e Costarica (un classico), Australia e perfino Estonia. È chiaro che in queste nazioni molti elementi di burocrazia italiana, come la ex REC o le licenze, non hanno peso, ma è altrettanto chiaro che altri elementi di valutazione, come le analisi economiche, del target o del food cost, sono fondamentali, almeno come lo sono in Italia.

Fra le storie che possiamo leggere su voglioviverecosì troviamo la storia di Salvatore, che ha aperto una pizzeria a Bali, quella di David, che ha aperto una gelateria in Messico e altre ancora…

Il blog vogliovivere così ha recentemente intervistato Gabriele Cortopassi, cioè me, in seguito all’uscita del manuale “Aprire e gestire un bar” tratto dal nostro blog. Fra le questioni affrontate nell’intervista, ci sono: quali caratteristiche personali servono per aprire un bar all’estero, quali sono gli errori fondamentali da evitare e quali sono, invece, le ragioni che portano un nuovo locale a diventare una realtà di successo. L’intervista la trovate qui.

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COME AVERE E COME SI LAVORA CON I GRATTA E VINCI IN UN BAR https://aprireunbar.com/2011/07/05/avere-si-lavora-con-gratta-vinci-bar/ https://aprireunbar.com/2011/07/05/avere-si-lavora-con-gratta-vinci-bar/#comments Tue, 05 Jul 2011 06:38:35 +0000 http://aprireunbar.com/?p=2969 Dove si fa la richiesta per averli, quanto costano, come si pagano le vincite e qual è il guadagno per i bar dai Gratta e […]

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Dove si fa la richiesta per averli, quanto costano, come si pagano le vincite e qual è il guadagno per i bar dai Gratta e vinci. Tutto sui magici tagliandini da grattare che spopolano sul mercato.

0302_vIn un post precedente avevamo parlato dei gratta e vinci da vendere nei bar per sfruttare l’occasione di guadagno offerta da questi strumenti; ma è davvero una occasione di guadagno?

I gratta e vinci vengono concessi da Lottomatica, la società che li distribuisce per conto dello stato, ed è a loro che ci si rivolge per averli (qui il link). Fino a qualche tempo fa venivano concessi con facilità, adesso, con un’offerta vicino alla saturazione, la trafila è più complessa e le richieste più stringenti.

Innanzitutto i Gratta e vinci sono una grossa immobilizzazione finanziaria e un non indifferente investimento per un piccolo bar. Infatti, nel momento in cui Lottomatica ritiene il nostro locale adatto alla vendita dei tagliandini da grattare ci invierà una fornitura che va da 8 a 10 pacchi (dipende da come Lottomatica ha valutato il locale). Considerando che ogni pacco ha il valore di 300€ appare chiaro che dovremo sborsare subito dai 2000 ai 3000€. Viene inoltre richiesta una fideiussione di alcune centinaia di euro, a copertura di eventuali perdite.

I pacchi contengono gratta e vinci di valore assortito, da 1 a 20€, e possono essere considerati vera e propria moneta contante, quindi è assolutamente meglio, la sera, metterli via come si fa con l’incasso.

In genere, ogni 15 giorni c’è un riordino obbligatorio, che anche in questo caso dipende dalle vendite del bar, ma che comunque va da 1 a 5 pacchi (quindi 300/1500€). I “grattini” si pagano ogni 10 giorni (dovrebbe essere il 10, 20 e 30 di ogni mese) e la cifra che si corrisponde a Lottomatica è del valore dei tagliandi acquistati meno le vincite eventualmente pagate e meno l’8%, che rappresenta il nostro guadagno.

Ecco, le vincite, come si trattano? Il bar ha l’obbligo di pagarle immediatamente se di valore fino a 500€. Per le vincite di cifre più elevate il pagamento può essere rimandato alla stessa Lottomatica, ma alcuni bar scelgono comunque di pagarle per esibire la matrice originale di una grossa vincita, che, come tradizione vuole, si suppone possa portare più giocatori all’interno del bar “fortunato”.

Abbiamo detto che “l’aggio” il guadagno netto della vendita dei gratta e vinci è dell’8%, vale la pena venderli? Sembrerebbe di sì: i due bar che abbiamo intervistato, bar periferici di piccole dimensioni, parlavano di introiti, dai grattini, di 5000/6000€ all’anno, un buon arrotondamento dell’incasso e reso ancora più attraente dai consumi “laterali” vale a dire dalla birra venduta insieme al gratta e vinci o del caffè sposato al pacchetto di sigarette.

È chiaro che i guadagni da gratta e vinci verranno sommati al guadagno netto del bar e saranno soggetti alle tasse sull’utile. Di come si compone un bilancio considerando anche questi elementi ne parliamo nei nostri corsi di gestione.

I cartelli dei bar che vendono i gratta e vinci. Miele per i giocatori, e un buon business per il bar.

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Installazione Slot Machine in un Bar. La Normativa e Quanto si Guadagna https://aprireunbar.com/2011/06/22/mettere-quanto-si-guadagna-con-le-macchinette-nei-bar/ https://aprireunbar.com/2011/06/22/mettere-quanto-si-guadagna-con-le-macchinette-nei-bar/#comments Wed, 22 Jun 2011 14:59:02 +0000 http://aprireunbar.com/?p=2934 Quanto rendono e quali sono le procedure per installare le macchinette per giocare nel proprio locale? Vediamo se e come procedere alla installazione di slot […]

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Quanto rendono e quali sono le procedure per installare le macchinette per giocare nel proprio locale? Vediamo se e come procedere alla installazione di slot machine nel bar.
Vediamo quali sono le normative per slot machine nei bar
Vediamo quali sono le normative per slot machine nei bar

Fenomeno dei tempi? Piaga sociale? Semplice divertimento? Fra i metodi per aumentare il fatturato in un locale quello delle slot machines, o, in generale, delle macchinette da bar, è sicuramente quello che più fa discutere e crea nette polarizzazioni di pareri.

Polarizzazione di pareri ma soprattutto di clientela, perché molto spesso i bar che con le macchinette davvero tendono spesso ad attrarre un certo tipo di clientela per allontanarne un’altra. Questo almeno nelle grandi città, perché almeno nei piccoli centri, dove forse tutto è vissuto in maniera “più sana” e dove forse il contesto sociale è meno stratificato.

Ma, senza fare considerazioni sociologiche andiamo a vedere come funzionano le slot machine per bar. Innanzitutto la maggio parte del mercato è rappresentato dalle Slot machines. I vecchi flipper o calcio balilla sono ormai presenti solo nei lidi al mare o nei bar per nostalgici; sono invece vietati i video poker che tanto hanno fatto discutere i giornali.

LA NORMATIVA PER LE SLOT MACHINE NEI BAR

Le macchinette sono istallate da varie ditte, che le danno in comodato d’uso in cambio, naturalmente di una percentuale sugli incassi. Queste ditte sono molte e spesso offrono un servizio su base provinciale, visto che le macchine in comodato, l’assistenza e la manutenzione continua non permettono di servire locali troppo lontani dalla propria base.

Queste ditte pensano di solito anche a gestire le normative per mettere slot machine nei bar, anche se, recentemente, i bar sono tenuti a presentare certificazioni antimafia contro la possibilità che le macchinette siano usate per operazioni di riciclaggio. L’istallazione della slot è quindi gratuita, ma è anche legata alla metratura del locale: una macchina sotto i 50mq di superficie, 2 fra 51 e 100mq, tre fino a 200mq etc. Spesso le ditte di comodato chiedono anche l’istallazione di un allarme, per evitare i fin troppo frequenti furti, e in questo caso spesso scalano il costo dell’istallazione dalla parte destinata al gestore.

Una volta istallata la macchina si mette dentro circa 800€, (spesso messe da chi ha dato la macchina in comodato) per coprire le eventuali prime vincite, che in teoria potrebbero arrivare anche subito, e si comincia a giocare.

Ma qual è la parte del gestore? Quanto guadagna un bar con le slot machine?

Se stiamo pensando alla installazione di slot machine nel bar, e stiamo pensando al ritorno economico, diciamo che su 1000€ che l’avventore ha infilato nella fessura della macchinetta, quello che va allo stato sono circa 600€, il resto viene diviso fra proprietario della macchina e gestore del bar, a volte in base ad un accordo economico fatto al momento. Quindi possiamo immaginare la nostra quota intorno ai 200€ che andranno messi sul registro dei corrispettivi (senza IVA) e che quindi influiranno sul bilancio del bar e su cui, quindi, pagheremo le tasse sull’utile.

Lo stato è molto presente, e la macchina è collegata in rete, è questo il modo in cui lo stato, ogni 15 giorni, ritira la sua parte.

Incassi? Bar che vanno bene (con le macchinette almeno) arrivano a guadagnare (dopo le divisioni) sui 500€ al mese, ma sono molti anche quelli a cui arrivano solo poche decine di euro, tanto che a volte il noleggio di videogiochi si riprende le macchine, che danno troppo pochi utili.

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APRIRE UN BAR TABACCHERIA https://aprireunbar.com/2009/08/10/aprire-una-tabaccheria/ https://aprireunbar.com/2009/08/10/aprire-una-tabaccheria/#comments Mon, 10 Aug 2009 08:35:39 +0000 http://aprireunbar.wordpress.com/2009/08/10/aprire-una-tabaccheria/ Avere i tabacchi può portare, in certi casi, a raddoppiare gli incassi di un bar, ma come si può ottenere la licenza per vendere, oltre […]

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Avere i tabacchi può portare, in certi casi, a raddoppiare gli incassi di un bar, ma come si può ottenere la licenza per vendere, oltre ai caffè, anche le sigarette? Vediamolo in questo post.

 

02Vendere le sigarette all’interno del bar o in una tabaccheria è sicuramente un ottimo mezzo di richiamo per la clientela. Anche in questo caso, come in quello dei gratta e vinci. Anche nel vendere tabacchi il ricavo della vendite è in proporzione abbastanza modesto, ma le sigarette e i tabacchi attraggono clienti che coglieranno l’occasione per prendere anche la colazione della mattina, il caffé o il panino. tutti questi elementi vanno accuratamente valutati e pesati in un business plan: questo tipo di analisi è l’elemento centrale dei nostri corsi di gestione bar e bar management.

Le licenze per tabacchi vengono assegnate soprattutto in base alla presenza di altre tabaccherie in zona. Nel momento in cui si compila la domanda, che va inoltrata all’ufficio regionale dei monopoli di stato (l’ AAMS), devono infatti essere indicate anche le tre tabaccherie più vicine, segnalandone il numero di licenza (che si trova scritta sulla mitica insegna a T).

Nel momento in cui si comincia a lavorare con i tabacchi la gestione è abbastanza semplice. L’ordine viene fatto una/ due volte a settimana anche on line. Il pagamento è alla consegna, soprattutto nei primi tempi. Generalmente, dopo un po’ di tempo e quando la gestione ha dato prova di affidabilità e serietà si arriva a pagare “il vecchio per il nuovo.

Forse non tutti sanno che si può diventare anche subtabaccai e vendere le sigarette (in maniera legale) senza la licenza. Il mezzo è il cosiddetto patentino dei tabacchi. In questo caso sarà un tabacchino già presente (di solito il più vicino) a richiedere per noi, ai monopoli di stato, questo patentino. Esso ci permetterà di vendere sigarette e tabacchi anche senza la licenza e la T. La controparte dell’accordo è di solito finanziaria. Il titolare della licenza tratterrà per se una parte dell’aggio, ovverosia della percentuale del prezzo di vendita che spetta all’esercente sui tabacchi e gli altri generi di monopolio. Ad esempio. Se l’aggio è dell’8% il titolare della licenza potrebbe trattenere il 5 per lui lasciando al “subtitolare” il 3%. Una percentuale bassa, ma che, come dicevamo all’inizio, potrebbe funzionare come richiamo.

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