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Licenza Somministrazione Alimenti e Bevande tipo C

Nel nostro progetto c’è l’apertura di un locale nel quale la maggior parte degli introiti arriverà da attività di intrattenimento? Abbiamo bisogno di una licenza di somministrazione di tipo C.

I locali dove si balla sono inquadrati, nelle vecchie normative, dalle licenze di somministrazione tipologia C

Dopo aver dedicato post alle licenze per la somministrazione di tipo a o b é adesso il momento, per il nostro blog, di andare a conoscere le licenze di somministrazione alimenti e bevande tipo C.

La tipologia C non è, come le categorie A o B, basata su cosa si può preparare, è basata invece sulle attività che si svolgono in un locale ma sono collaterali alla somministrazione. Questa licenza identifica infatti i locali che fanno dell’intrattenimento (musica dal vivo, eventi teatrali, karaoke…) la loro attività prevalente, sia come introiti che come superfici occupate.

La licenza di somministrazione tipologia C per i bar e locali viene definita dalla legge in questo modo:

“Locali in cui la somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata congiuntamente all’attività di intrattenimento e svago. Questa tipologia di locali non sono assoggettabili ai limiti numerici circa il rilascio delle autorizzazioni, ma condizione indispensabile è che l’attività di intrattenimento e svago sia prevalente su quella di somministrazione di alimenti e bevande.

Nel caso contrario si è subordinati al parametro numerico (quindi ad eventuali vincoli sul numero di locali che può essere presente in una zona NDR). Per questo motivo, la Legge 287/91 individua due tipologie sostanziali di esercizi di somministrazione in cui vi è congiunta l’attività di intrattenimento e svago: 1) quella in cui è prevalente l’attività di somministrazione di alimenti e bevande su quella di intrattenimento e svago ( soggetta a parametro numerico); 2) quella in cui è prevalente l’attività di intrattenimento e svago su quella di somministrazioni di alimenti e bevande ( non soggetta a parametro numerico): l’autorizzazione relativa è stata sostituita dalla denuncia di inizio attività – art.3 comma 6 L.287/91 e art.19 L. 241/90. Circa la valutazione dell’attività prevalente si fa riferimento al criterio basato sul volume d’affari ovvero sulla superficie maggiore destinata a tale attività.”

Requisiti per la licenza di somministrazione alimenti e bevande al pubblico di tipo c

Torniamo ancora una volta su un mantra che conosciamo bene da anni: le licenze per l’aperture di bar e locali non esistono.
Sono scomparse, come concetto, alla fine degli anni ’90, e non esistono quindi più nemmeno le licenze di somministrazione di tipo C.

C’è da dire, che molti comuni mantengono ancora questa definizione, sopratutto per definire le attività in cui si svolge sì somministrazione, ma congiuntamente ad una attività prevalente. Prevalente? Per definirla tale, il regolamento del Comune di Prato, in Toscana, dice che:

“L’attività congiunta (quindi l’intrattenimento) si intende prevalente nei casi in cui la superficie utilizzata per il suo svolgimento è pari ad almeno 3/4 (tre quarti) della superficie complessivamente a disposizione per l’esercizio dell’attività, esclusi magazzini, depositi, uffici e servizi”

Nei regolamenti comunali che abbiamo potuto leggere, la legge non mette alcun vincolo alla grandezza (o piccolezza) dei locali. In pratica una licenza di tipo C può essere assegnata anche ad un buco di venti metri quadrati (chiedete sempre come sono i regolamenti nella vostra zona, ci possono essere differenze da comune a comune).

In ogni caso, un locale con queste caratteristiche avrà bisogno di spazio, magari per ospitare un palco e soprattutto per avere spazio libero per permettere di ballare, considerando anche che i 3/4 dello spazio dovranno essere dedicati all’intrattenimento, e quindi il banco bar dovrà stare in un’angolo…

Partendo da questo presupposto proviamo a ragionare. Come abbiamo visto diverse volte in questo blog e in diversi casi pratici, e soprattutto per chi è alle prime armi come gestore, gli spazi grandi sono spesso un rischio: investimenti iniziali più alti, maggior costo dell’arredamento e della ristrutturazione, maggiori costi in affitto e utenze, maggiori difficoltà a riempire il locale di clienti e ed di energia… per questo, sopratutto ai neofiti di questo campo consiglieremmo un po’ di attenzione, prima di pensare di gestire locali di dimensioni importanti, magari sopra i 180/200mq, Sono sfide complesse, che richiedono esperienza e visione.

Il parere dei vigili del fuoco per il rilascio delle licenze di somministrazione alimenti e bevande per bar di tipo C

I locali dove si fa Karaoke, sempre di grande successo in Oriente, sembrano non avere lo stesso appeal in Italia, ma possono funzionare in alcune serate.

Oltre a questo aspetto gestionale, gli spazi grandi significheranno anche un allungamento dei tempi di apertura. Oltre al normale percorso burocratico infatti, potremmo aver bisogno di chiedere il nulla osta ai Vigili del Fuoco.

Come abbiamo visto in questo post infatti, questi ultimi dovranno darci un nulla osta se il locale sarà più grande di 200mq, oppure/ovvero se avrà oltre 100 posti a sedere.

Le valutazioni che i Vigili faranno verteranno su:

  • Isolabilità dei locali dove potrebbe svilupparsi un incendio
  • Raggiungibilità, senza rischi particolari per i Vigili, dei locali dove potrebbe svilupparsi l’incendio
  • Evacuabilità del locale in tempi brevi e senza rischi derivanti dalla calca.

Queste valutazioni porteranno ad allungamenti dei tempi di apertura e a lavori suppletivi per portare tutto a norma.

Vale la pena di aprire locali di questo tipo? Sempre difficile dirlo, i modelli a chi riporta la licenza di somministrazione alimenti e bevande di tipo c, sembrano al giorno d’oggi funzionare in modo più episodico, magari solo d’estate (pensate agli eventi karaoke) o per certe serate, ma difficilmente in maniera continuativa, come la crisi delle discoteche dimostra.

Aprire un locale di questo tipo sarà quindi una scelta da valutare con molta attenzione, e in questa valutazione dovremo considerare anche la percezione che il cliente ha del nostro locale, difficile infatti collocare grossi eventi in un classico bar caffetteria… ma mai dire mai…

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