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COME AVVIARE UNA ATTIVITA’ DI STREET FOOD

Nuovo format o nuova definizione? Andiamo a scoprire come si avvia uno street food, quanto costa attrezzare un truck food e quali sono i concept di street food di maggior successo…

 

Un festival anglosassone dedicato allo street food.

Un festival anglosassone dedicato allo street food.

Come concetto non è affatto nuovo, anzi, il cibo da strada, più o meno ambulante, più o meno attrezzato, è davvero il secondo mestiere più vecchio del mondo (anche il mestiere più antico del mondo è relato alla strada…) recentemente però ha cambiato nome, e quando un concetto comincia a definirsi in inglese (saremo noi italiani?) di solito comincia ad essere percepito come più figo, più carico di significati, di etica, insomma di riscoperta. Stiamo parlando dello street food, del cibo servito e spesso cucinato per strada; un concetto che negli ultimi tempi si è riscoperto, passando dal camioncino ambulante che serviva infimi panini al mercato ad un nuovo approccio, fatto di furgoni creativi, prodotti del territorio, itinerari tracciati con i social e sfrenati festival che attraggono più di quello di Sanremo.
Ma come si entra in questo mondo? Come si apre uno street food e quali sono le buone idee per farlo funzionare?

COSA SERVE PER APRIRE UNO STREET FOOD

In diversi post abbiamo descritto cosa serve per aprire una attività di chiosco ambulante, perfino un chiringuito ambulante e perfino una caffetteria ambulante in Sud Africa. Le regole per aprire una attività di street food sono le stesse.

  • Innanzitutto è importante capire cosa potremo fare con la nostra attività. Nel caso otteniamo dal comune quella che in molti comuni viene definita una licenza ambulante di tipo A, potremo avere un posto in un mercato fisso (di solito dopo partecipazione ad un bando, oppure acquistando un posto). Con la licenza ambulante di tipo B invece dovremo lavorare come ambulanti itineranti, vale a dire facendo sosta con il nostro mezzo per non più di due ore nello stesso luogo ed evitando comunque di sostare nelle aree comunali espressamente interdette al commercio itinerante.
  • A livello personale, nel caso si voglia aprire uno street food, o, per dirla in italiano, un commercio ambulante di prodotti alimentari, dovremmo avere i requisiti professionali, e sottostare al corso e al protocollo HACCP. dovremo inoltre avere i requisiti morali ed essere iscritti al Registro delle Imprese.
  • Una volta organizzate le nostre licenze personali è il momento di pensare alla costruzione del food truck, del mezzo, del furgone che ospiterà la nostra attività. Questi mezzi, in Italia, devono di solito avere un piano di lavoro rialzato (in pratica l’operatore non può avere i piedi sul terreno) e un sistema elettrico e di acqua corrente. In questa video intervista parlammo a lungo di come si costruisce un mezzo simile. Questi mezzi sono negli ultimi anni diventati molto grandi e molto belli, e i costi sono lievitati di conseguenza. Non è facile avere indicazioni su quanto costa un furgone per lo street food, ma frugando sui siti stranieri il costo sembra variare dai 40.000 agli 80.000€. All’estero vengono spesso convertiti in attività di slow food anche mezzi molto bizzarri, come la Wolkswagen qui a fianco…
    Uno street food in Wolkswagen..
    Uno street food in Wolkswagen..

 

IDEE E STRATEGIE PER LO STREET FOOD

Nell’autunno scorso abbiamo avuto modo di visitare a Firenze un evento che in realtà, nato a Milano, si svolge ormai in diverse città italiane; potete cercare la location del prossimo appuntamento digitando in rete “Foodtruck festival”.
Si tratta di una vetrina dei vari concept, dei vari marchi di street food italiano. Inutile dire che è una vetrina molto interessante, che permette di avere un quadro generale delle tendenze e delle idee di successo in questo settore, vetrina resa ancora più interessante dal fatto che molti marchi proposti sono dei franchising di street food, e possono quindi rappresentare uno spunto o un trampolino per la nostra futura attività.
Inutile dire che questo evento è una vetrina interessante anche per la nostra golosità, visto che, con la scusa di capire bene il concetto, si passa da una pizza napoletana ad un bel frittino di pesce fino all’hamburger di fassona piemontese…

Le tendenze che abbiamo potuto osservare in questa vetrina, quelle su cui sembrano polarizzarsi i modelli di successo sono:

  • Territorio: hamburger di chianina, pizza fritta napoletana, risotto milanese e gnocco fritto emiliano… Lo street food, come le comuni attività di ristorazione, sembra riscoprire i tradizionali prodotti e preparazioni di una volta, a volte mixandole con il fusion che avanza…
  • Territorio sì, ma internazionale. Anche in questo caso, come la ristorazione “da bottega” lo street food sì è buttato sui piatti dal mondo, dal classicissimo kebab ai nachos messicani fino ai piatti gourmet della cucina venezuelana…
  • Frittura e gustosità: a farla da padrone nello street food è il gusto all’ennesima potenza. Se state cercando prodotti dietetici e verdurine questo mondo non fa per noi. A imperare sono le fritture, i carboidrati in tutta la loro magneficenza e, spesso anche la carne, con il movimento vegetariano che, in questo caso, è messo un po’all’angolo…

 
P.S. nel nostro corso full immersion di apertura e marketing di bar e locali dedichiamo sempre una sezione a requisiti, costi e idee dello street food. Trovate il programma della giornata in questa pagina.

 

La cucina gourmet venezuelana di "El caminante"

La cucina gourmet venezuelana di “El caminante”

I "panuozz" fritti dei napoletani di "Bello e buono"

I “panuozz” fritti dei napoletani di “Bello e buono”

Cucina salentina con "La Puccia"

Cucina salentina con “La Puccia”

Lo street food gourmet di "Primo sapore"

Lo street food gourmet di “Primo sapore”

5 Comments

  1. Michele ha detto:

    Buongiorno, vorrei chiedervi alcuni chiarimenti. Avevo intenzione di aprire un food truck ma mi sembra di aver capito che non potrei mescere nulla ma solo vendere bevande, eventualmente anche alcoliche, purché confezionate e chiuse. Ho quindi immaginato di fare qualcosa di diverso. Di aprire un locale piccolo e poi gestire una postazione esterna (in una piazza in cui vorrei chiedere l’occupazione del suolo pubblico, la piazza è poco distante dal locale ma comunque abbastanza da rendere impossibile il servizio diretto dal locale) tramite food truck un po’ come fosse un “bancone di servizio da esterno” non so se mi sono spiegato, un qualcosa di simile allo supinatore che spesso i locali estivi posizionano all’esterno. Mi chiedevo, secondo voi è fattibile?

  2. Javier Garcia Aponte ha detto:

    Buongiorno,
    Avevo intenzione di aprire un food truck a Roma ma non so dove cominciare e come trovare i contributi a fondo perduto, cioe sono un pó perduto.
    Sono venezuelano ed é stato dificile trovare lavo perció ho bisogno di aiuto.
    Grazie.

  3. Daniele ha detto:

    L’esperienza del Food Truck è davvero interessante, soprattutto se si ha l’idea giusta!
    Secondo me è importante, però, segnalare che quando sia apre qualsiasi attività che ha a che fare con cucine, fuochi e clienti, sarebbe meglio seguire qualche corso per la sicurezza, tipo corsi antincendio o corsi per il primo soccorso.
    Meglio non sottovalutare alcun dettaglio!

  4. Mauro Bertucci ha detto:

    Salve se acquisto un furgone x fare pizzeria paninoteca . Posso metterlo in un terreno di mia proprietà o in affitto? C’è una legge che lo vieta?

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