Ultimo aggiornamento: 30 Aprile 2015
In questa intervista con un imprenditore, scopriamo percorsi, burocrazia e consigli per chi vuole aprire un ristorante, un bar o un locale in Thailandia.
Con il nostro staff andiamo a tenere un corso di latte art in Sardegna e, nella presentazione preliminare dei partecipanti scopriamo che vi prenderà parte una ragazza slovacca che, con il marito Italiano, che ha aperto un bar ristorante italiano in Thailandia, e che in questo momento è semplicemente in vacanza e ha deciso di partecipare al corso.
La sua storia è davvero bizzarra, e non possiamo non chiederle, alla fine del corso, una intervista sulla sua avventura Thai, che Michaela ci racconta con ironia e davvero molta consapevolezza.
Allora Michaela, avete aperto questo locale in Thailandia, perchè? Di che si tratta?
Si tratta di un piccolo ristorante/resort familiare e si trova a Kamala, nell’isola di Phuket, il tempio del turismo Thai. Lo abbiamo aperto 11 mesi fa e l’idea ci è venuta perchè volevamo cambiare vita e ci piace molto il caldo, in Thailandia poi avevamo già dei buoni contatti.
Bene, una volta decisa la meta quali sono stati i vostri passi? La burocrazia?
Per prima cosa abbiamo individuato una struttura da rilevare e abbiamo calcolato molto bene i costi. Gli affitti a Phuket sono altissimi e vanno ben valutati nel business plan. Oltre a questo è stato per noi fondamentale conoscere bene la burocrazia Thai, che non è per niente facile; nell’apertura di una società il governo thai è infatti molto attento a far innanzitutto gli interessi dell’economia locale. Per aprire una impresa infatti è necessario che il 51% delle quote sia detenuto da thailandesi e che per ogni straniero impiegato (i cui permessi di lavoro vanno rinnovati e pagati ogni anno) ci siano almeno 4 lavoratori locali. Per contro c’è da dire che le licenze per l’apertura sono molto facili da ottenere, anche se per mantenerle ogni anno ci sono alcuni controlli, inclusi quelli su un minimo di fatturato prodotto.
Come sono i costi di gestione?
Come dicevo gli affitti sono carissimi, e bisogna stare molto attenti; imprenditori stranieri aprono investendo somme ingenti pensando di lavorare senza problemi, e questo fa salire gli affitti, ma quando si fanno i conti bisogna considerare che i mesi forti saranno da 20 dicembre a tutto aprile, dopodiche, con la stagione delle piogge il lavoro cala molto. Per contro i costi dei dipendenti sono bassi.
Per dare qualche consiglio a chi volesse muoversi per aprire una attività in Thailandia?
Il primo consiglio è il più classico: trasferirsi per almeno 4/5 mesi prima di pensare di aprire una attività, per capire se davvero ci troviamo bene con la cultura e il contesto locale, una vacanza non basta. Detto questo si deve pensare che se Phuket è il luogo più famoso ci sono altre zone, come Krabi, non ancora così costose. Altre raccomandazioni sono più generali, ma molto importanti: richieste di pizzo, all’ordine del giorno in molte aree. Non scherzare con polizia:, la detenzione di droga è davvero pericolosissima, e si rischia facilmente l’ergastolo. Inoltre non fidarsi troppo dei connazionali che vivono sul posto da anni, spesso sono a caccia del novellino da abbindolare…
Dove possiamo venirvi a trovare? (… Magari…)
Il locale si chiama “Bianconero da Tuveri” (nessun riferimento al calcio) e lo trovate a questo sito, guardate le foto!
1 Comment
Ma come pizzo anche li😔