Ultimo aggiornamento: 27 Aprile 2021
Con l’epidemia di COVID le autorità hanno permesso di offrire servizio ai tavoli solo all’esterno. Per questo molti locali si sono trovati nella necessità di creare spazi con tavoli all’esterno e ci hanno contattato per avere notizie sull’occupazione suolo pubblico covid-19.
In questo senso possiamo dire che molti comuni hanno adottato normative diverse, più o meno permissivo, anche se in generale è stato reso molto più facile allestire spazi all’esterno con tavoli e sedie. In tutti i casi di nostra conoscenza questi spazi sono stati dati in concessione gratuita.
La trafila da fare e gli uffici da contattare per ottenere questo permesso di occupazione temporanea di suolo pubblico è ancora quella che descriviamo nel testo a seguire.
Uno spazio esterno può fare, nella bella stagione, la differenza fra la vista e la morte, e nella mia carriera di ristoratore ho davvero visto locali non riuscire a raggiungere bilanci sufficiente proprio perché la loro mole di lavoro calava moltissimo, d’estate, non avendo spazi esterni. La possibilità di mettere tavolini e di organizzare spazi di servizi all’esterno del locale, del bar o del ristorante, detti anche verande, giardini, dehor e strutture temporanee movibili, è generalmente regolamentata da ordinanze comunali, che possono essere leggermente diverse da comune a comune.
Il rilascio del permesso risponde in parte a regole precise ed in parte alla valutazione del singolo caso, ma in ogni caso le regole con cui vengono rilasciati i permessi di occupazione del suolo pubblico (che tecnicamente parlando viene definito come tutto ciò che viene appoggiato o che proietta la propria ombra a terra sul suolo pubblico) sono dettate dalla logistica e dalla sicurezza: intralcio o pericolo al passaggio di auto (e ambulanze, per esempio) ostacolo al passaggio pedonale, ostruzione di elementi che necessitano accesso (tombini) rischio di provocare disagio o pericolo al traffico etc…
Come per molta altra legislazione italiana, i regolamenti per la realizzazione di spazi esterni al bar sono su base comunale, ma se spulciamo i vari regolamenti ci rendiamo conto che vengono più o meno sempre richieste le stesse cose. Fra le regole più consuete:
Il percorso per avere l’autorizzazione per tavoli e sedie fuori dal locale si inizia portando al SUAP (Sportello Unico Attività Produttive, abbiamo visto di cosa si tratta in questo post) una serie di documentazioni. Per esempio, se andiamo a vedere andiamo a vedere cosa ci chiede il comune di Roma troviamo nel regolamento comunale richieste come:
A quel punto l’ufficio si prenderà tempo (di solito 30 giorni) per darci una risposta e, spesso, per chiederci delle modifiche, apportate le quali potremo strutturare il nostro spazio esterno o, semplicemente, mettere fuori i tavoli del nostro ristorante o bar.
La richiesta di occupazione del suolo pubblico per il gazebo che inoltriamo al SUAP costa, per quello che abbiamo visto nei siti dei vari comuni italiani, da 50 a 100€ di marche da bollo e richieste di autorizzazioni. A questo dovremo aggiungere l’onorario per il perito, geometra o quant’altro, che preparerà le relazioni tecniche. A questo punto, e a scadenza periodica, dovremo pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico (definita COSAP Canone Occupazione Suolo Area Pubblica), che può variare moltissimo da città a città e da area a area: per dare una idea di massima diciamo che va da 20 a 80€ a metro quadro per anno; per darvi però una idea di quanto possa essere complessa questa parte vi manderemo a vedere come regolamenta il comune di Milano l’occupazione del suolo pubblico nelle varie piazze, trovate qui il link.
Se abbiamo dedicato questo post agli argomenti burocratici inerenti la realizzazione degli spazi esterni per bar e ristoranti, su questo post vogliamo essere più divertenti, e abbiamo dedicato un post anche agli aspetti estetici (lo trovate qui) uno sui nebulizzatori per rinfrescare gli spazi esterni (lo trovate qui) e uno su come arredare un giardino urbano.
10 Comments
questo dovrebbe essere un appello da fare a molte amministrazioni comunali, le quali devono considerare gli spazi dei centri storici, adibiti per servizio esterno per i pubblici esercizi,ad un’attrattiva in piu’ per il cittadino ed i turisti in genere, in quanto nella citta’ o nel paese non si fermano solamente per visitare paesaggi, musei o fare shopping. Quindi di non cosiderare sempre i gestori a dei polli da spennare,che poi a sua volta certi costi sono costretti ripercuoterli sul consumatore finale. Mimmo.
perfettamente d’accordo bravo
Giustissimo, e devo dire che l’atmosfera delle sere d’estate fiorentine con i tavoli per strada é veramente piacevolissima; l’impressione è che i turisti la godano tantissimo, e anche noi!
[…] Fonte I TAVOLI NEGLI SPAZI ESTERNI DEI BAR By admin in Articoli .::. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site. […]
[…] 7 Novembre 2008 di gabriele Leggi l’articolo […]
[…] locale? Con quali regole? Qual è il ruolodel notaio? Quale società costituire? Mettere uno spazio all’esterno? Cosa sono gli studi di settore? Come lavorare con i familiari? I documenti fiscali, le […]
Se il comune mi rilascia l’autorizzazione per poter mettere i tavoli sul suolo comunale, dopo pochi giorni può decidere di farmeli togliere??
Ci sono delle normative da rispettare e se i tavoli vengono fatti togliere probabilmente non sono state rispettate.
Mi occupo per professione di arredo per esterno di bar e ristoranti. Negli ultimi anni sembra che le amministrazioni si stiano coalizzando per rendere complicata e dispendiosa la realizzazione e gestione di spazi esterni. A volte a scapito della vita e dell’economia di molti paesi che hanno visto morire piazze e luoghi di aggregazione per le assurde pretese e regolamentazioni che spingono i locali a chiudere questi spazi e a volte anche a chiudere il locale oppure a non aprire per mancate concessioni.
Fare un elenco delle pazzie richieste sarebbe lungo ogni comune ne inventa di nuove ad ogni stagione o cambio di amministrazione e mi chiedo se non sarebbe il caso che intervenisse lo stato a mettere qualche regola generale in modo da fermare questo modo di fare assurdo e antieconomico per tutti.
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