Al giorno d’oggi, quella di aprire un bar è un’attività che conta moltissimi format in Italia come all’estero (dal classico bar tabaccheria ai più moderni bio-bar e caffè letterari). Tuttavia, tra tutte le alternative disponibili spicca sicuramente il modello del franchising, il tipo di business più indicato per chi desidera mettersi in proprio per la prima volta o abbia una disponibilità limitata in quanto a risorse e mezzi iniziali. Per quanto riguarda il settore esclusivo dei bar, le tendenze sono moltissime e in costante mutamento, ampliandosi e variando anno dopo anno. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di illustrare i migliori tipi di franchising per bar del 2020, una selezione quindi del migliori modelli di bar franchising, quelli da tenere d’occhio!
Vediamo innanzitutto quali sono i motivi che spingono un gestore di bar a scegliere il formato del franchising per il proprio locale. Prima di tutto, il franchising comporta un tipo di investimento ritenuto meno rischioso rispetto a quello che comporta l’apertura di un locale ex novo, sconosciuto dai fornitori come dalla clientela. Affidarsi a un marchio già presente (e possibilmente stimato) all’interno del settore rappresenta infatti un’opportunità vantaggiosa per l’imprenditore, che in questo modo può fare affidamento fin da subito sul supporto di un’azienda diffusa e rinomata.
Alcune aziende offrono inoltre la possibilità di aprire un franchising a “costo zero”, ovvero senza richiedere il pagamento di una tassa di ingresso, né di royalties o di percentuali sul fatturato: in questo caso il guadagno della casa madre risiede in altri elementi, ad esempio sui prodotti o i servizi che fornisce alla sussidiaria.
Qui occorre fare una precisazione forse scontata, ma che è bene ripetere: l’apertura di un locale “solo bar” comporta sicuramente un costo e un impegno contenuti, perciò si addice soprattutto a chi entra nel settore per la prima volta e a chi dispone di un capitale piuttosto limitato da investire. Tuttavia, ciò non toglie che in futuro qualsiasi locale possa aggiungere nuovi spazi, servizi e prodotti all’offerta originale, nel caso in cui l’attività dovesse partire con il piede giusto e ottenere risultati soddisfacenti. Adesso però vediamo nel dettaglio quali sono le migliori caffetterie in franchising consigliati in particolare per il nuovo anno e per il prossimo futuro:
La storica azienda italiana propone una formula di affiliazione che richiede il versamento di una tassa d’ingresso (circa 25 mila euro) e il versamento di canoni periodici pari al 5% dei ricavi totali di vendita (netti + Iva/trimestrali). Per essere eleggibile di franchising, occorre poi disporre di un locale con una superficie di vendita pari ad almeno 80 metri quadri, collocato in aree densamente frequentate come aeroporti, stazioni ferroviarie, hotel, centri commerciali, outlet, centri città, musei o librerie.
Il contratto dura sei anni ed è negoziabile per altri sei, per un totale massimo di dodici anni di affiliazione. La fornitura dell’arredamento e dell’attrezzatura non è a cura della stessa Illy, ma viene provvista da aziende contractor selezionate. Insieme alla tassa d’ingresso, i costi stimati per l’apertura del locale si aggirano tra i 100.000 e i 250.000 euro. Si tratta di un investimento ingente e impegnativo da recuperare, ma che garantisce tutta una serie di servizi, tra cui la consulenza costante di un Franchisee Manager finalizzata alla progettazione del locale, alla definizione dell’offerta e dell’immagine, e anche all’attivazione di strategie di marketing e comunicazione; corsi formativi in collaborazione con l’Università del Caffè e corsi su richiesta relativi a temi specifici; formazione online per la preparazione della caffetteria; possibilità di training on the job presso uno dei punti vendita a gestione diretta.
Nella sua proposta di franchising, Segafredo offre una consulenza continua e rivolta ad ogni fase del business, dalla sua progettazione all’apertura. Sebbene il sito ufficiale dell’azienda non riporti cifre e numeri necessari a fare una stima dei costi relativi all’apertura di un locale sottoforma di franchising, è presumibile che si tratti di un investimento piuttosto ampio e a lungo termine. Inoltre, in aggiunta al processo di consulenza in previsione dell’apertura, l’azienda fornisce alle sue sussidiarie attrezzature professionali di alta qualità, materiale di merchandising, prodotti da bar esclusivi, consulenza in materia di marketing, attività di formazione e molto altro.
Il lato vincente di aprire un franchising con Segafredo risiede nella recente creazione di un nuovo concept, la cui inaugurazione è prevista proprio per il 2020: si tratta del marchio Segafredo Select, un locale arredato in stile minimale e che si rivolge ad una clientela di persone consapevoli, appassionate di caffè, attente alle nuove tendenze nel design degli ambienti come dei prodotti. Il concept propone caffè “di livello eccezionale”, spaziando dai classici italiani ai metodi di estrazione internazionali, ma include anche prodotti estranei alla tradizione “da bar” quali piatti di ristorazione artigianale, cocktail e gelato.
Si tratta di un franchising che ha un costo di 19.800 euro (che scende a 15.800 nel caso in cui il locale consumi più di un chilogrammo di caffè al giorno) e tra i propri servizi offre utilizzo del marchio, progettazione e arredamento del locale, assistenza e affiancamento nella fase di apertura e formazione del personale, a cui si aggiunge la pianificazione delle operazioni di marketing e pubblicità. La durata del contratto è di tre anni, mentre i requisiti necessari all’affiliazione sono: un locale da adibire a caffetteria, le autorizzazioni ASL/PDV, e una località con 20/30.000 abitanti. Apo caffè rientra inoltre tra le opzioni di franchising a costo zero, non prevedendo il pagamento di costi di ingresso, royalties o percentuali sul fatturato.
Square è un marchio di BMV, azienda che opera sul campo da ben 15 anni e che, con 9.900 euro, permette di aprire un locale adibito sia a bar che pasticceria. Tuttavia, è possibile aprire solo il bar pagando un costo di 7.900 euro, un prezzo molto contenuto possibile grazie al comodato d’uso: gli arredi e le attrezzature del locale (vetrina, banco bar e retrobanco, macchina da caffè, tavoli, pensili, frigorifero, refrigeratore, insegne, forno e registratore di cassa) vengono infatti forniti dall’azienda in comodato d’uso gratuito e pertanto non devono essere comprate. Inoltre, l’azienda fornisce il proprio servizio di consulenza alla sussidiaria dal momento della prima apertura fino alla completa gestione del locale.
Catena di caffetterie aperte da Oro Caffè, azienda storica nel panorama delle torrefazioni di caffè, presente sia sul mercato nazionale che internazionale, i locali firmati Adoro Cafè si distinguono per il loro design “italiano”, dall’atmosfera familiare, accogliente e rilassante. Oro Caffè fornisce a chi intende avviare un bar Adoro Cafè tutto il proprio know-how, seguendo congiuntamente al partner l’analisi commerciale della concorrenza e delle location, l’analisi di fattibilità e sostenibilità del risultato economico. Si tratta di un investimento di circa 50 mila euro, che però includono un servizio di assistenza costante anche dopo l’apertura del locale e la distribuzione esclusiva dei prodotti commercializzati, su cui non è previsto il pagamento di alcuna royalty.
L’ultimo franchising nell’ambito della gestione bar che sicuramente riscuoterà successo anche nel nuovo anno è La bottega del Caffè, franchising di caffetterie italiane lanciato da Cibiamogroup, una delle più solide realtà nel panorama della ristorazione veloce in Italia. La bottega del Caffè propone un concept di caffetteria italiana qualitativamente molto alto, offrendo miscele di caffè ricercate e declinate in vari modi (espresso, moka, microfiltrato ecc) oltre ad una selezione di caffè e cappuccini “speciali” o regionali. L’offerta del locale si completa con brioche farcite al momento, pasticceria selezionata e panini gourmet per un pranzo o una pausa veloce. Oggi i locali a marchio La bottega del Caffè operativi su tutto il territorio nazionale sono trentasette. Il costo stimato per la singola apertura è di circa 90 mila euro, in cui sono compresi: attività di formazione e affiancamento costante, con supporto completo dalla scelta della location alla realizzazione del locale con la formula “chiavi in mano”, fino alla consulenza pre e post apertura.
Le patatine fritte piacciono a tutti, ma conviene aprire un locale che le vende?
E’ uno dei grandi trend di questi anni, è calato dal Nord Europa (Inghilterra e Francia, ma soprattutto Belgio e Olanda) fino a diventare un’ondata travolgente, più o meno come quella, ai tempi, delle yogurterie o dei negozi di sigarette elettroniche.
Stiamo parlando dei piccoli locali, generalmente da asporto, che vendono soltanto, o quasi, patatine fritte. Le ragioni del successo di questo business sono facilmente spiegabili:
Come tutti i business però, bisogna fare bene i conti, e sapersi guardare intorno con attenzione, anche perché, in questo campo, la concorrenza fra marchi di franchising è davvero forte. Cominciamo a fare due conti.
Chi rinuncia alle patatine fritte? Ma un locale così incassa?
Come abbiamo detto molte volte, questa domanda vale un milione di dollari; una corretta analisi economica ha bisogno di dati più precisi possibili, e soprattutto legati ad una precisa location.
Naturalmente in questo nostro post ci riferiamo ad un concept, in generale, e non ad un locale definito, quindi il conto economico che riportiamo sotto non potrà essere che esemplificativo. In ogni caso, come vediamo sempre nei corsi di gestione bar (trovate il link a queste giornate che organizziamo con il nostro team in questa pagina) per l’analisi di un locale si comincia sempre dagli incassi.
Per valutare questo tipo di business siamo andati a visitare diversi locali di questo tipo, verso fine giornata e comprando il nostro bravo cono di patatine fritte (almeno senza maionese, altrimenti addio linea…) e a vedere, grazie al numero progressivo, quanti scontrini erano stati emessi.
In zone di centro e semicentro, in vari giorni della settimana, abbiamo trovato dati che variavano
da 48 a 112 scontrini emessi in una giornata
e, attraverso la valutazione dello scontrino medio (vedete cos’è questo importante parametro in questo post) abbiamo potuto ipotizzare come ogni scontrino porti ad un incasso medio di 3,31€
Quindi da 46.000 a 110.000 Euro all’anno (considerando un giorno di chiusura).
Da questo incasso dobbiamo sottrarre le spese. Proviamo, in questa nostra simulazione, ad elencarle:
La pensate come loro sulle patatine fritte?
Il totale dei costi in questo esempio di business plan va quindi da 52.100 a 66.200
Con un utile/perdita (ante tasse) di -6.100 o +43.800
Una volta fatto un po’ di conti in tasca ad un locale di patatine fritte, e deciso che la nostra location ci perterà a stare nella parte bella della simulazione (quella che fa utili!) potremmo cominciare a capire qual’è invece il marchio di patatinerie in franchising che fa per noi.
In questo sito abbiamo già dedicato un reportage completo agli elementi da verificare prima di aprire una attività in franchising. trovate il post in questa pagina, ma possiamo riassumere i punti fondamentali così:
Qui però siamo a parlare di franchising di patatine; siamo quindi andati a spulciare un po’ di siti dei vari brand che li offrono, per provare a compararli:
INVESTIMENTO | ROYALTY | LOCATION RICHIESTA | ||
FRY CHIPS | da 48.000 euro | 4% annuo. | da 35 mq, in zone centrali e di passaggio | www.frychips.it |
FRANCHISING CHIPSTAR | da 75.000 euro (attrezzature e arredamento, know-how) | 5%. | da 35 mq. | www.chipstar.nl |
AMSTERDAM CHIPS | 80mila-150mila euro. a seconda della location | 8% (+2% per comunicazione) | locali da 40-80 mq in città di almeno 35.000 abitanti | www.amsterdamchips.com |
CHIPSY AMSTERDAM | di 35.000 euro (attrezzature, arredamento e formazione) | 4% mensile (più 1% per la pubblicità) | strade principali, ad alta traffico pedonale. | [email protected] ? |
CHIPPSTER HOLLAND | da 25.000 euro (attrezzature, allestimento, know-how). | 5% mensili. | spazi anche piccoli, ma con grande passaggio. | [email protected] |
PATATA SHOP | da 35.000 euro | 300 euro al mese. | città di almeno 25mila abitanti | [email protected] |
I regolamenti per aprire una friggitoria, vediamoli
Aprire una friggitoria non è diverso, come percorso burocratico, dall’aprire un qualsiasi altro locale. Potremmo riassumerlo, passo per passo e inserendo i link che rimandano all’argomento, in questi step:
E… non mangiatene troppe!
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Una yogurteria in franchising?
Nel primo post di questo capitolo dedicato a come aprire un locale in franchising (trovate il post qui) abbiamo visto quando è utile e quando non è utile affiliarsi ad un modello di franchising. Vediamo invece, in questo post, cosa valutare a cosa stare attenti nella scelta di un modello, di un concept di gelateria, caffetteria, yogurteria o panineria in franchising.
IL CURRICULUM DEI RESPONSABILI
Innanzitutto un elemento che fa molto assunzione: chiedere curriculum dei responsabili del progetto, del concept. In fin dei conti si propongono a noi come degli esperti, e possiamo senz’altro chiedergli di mostraci come hanno maturato questa esperienza.
IL NUMERO DI LOCALI
Ogni concept di franchising si promuove, giustamente, dichiarando e acclamando quanti locali ha aperto con il suo modello, numero di aperture che dovrebbe significare successo di mercato. Aggiungiamo anche che maggiore è il numero di location aperte, maggiore dovrebbe essere l’esperienza maturata del franchisor (colui che ci vende il concept) e dal concept stesso.
Alcune considerazioni nella valutazione di questo dato. In quanto tempo sono state aperti questi locali? Un successo troppo repentino potrebbe dare difficoltà nel seguire questa forte espansione, anche semplicemente nel seguire le necessità dei singoli franchisee (le figure che acquistano il diritto di usare il concept, in pratica noi). Ancora, un numero alto di locali aperti, ma tutti in poco tempo, non ci dice se il modello di locale è in grado di tenere il mercato, o se è solo una moda improvvisa.
Altro dato importante è il numero di locali aperti e gestiti direttamente. Sopratutto in una fase iniziale questo dato ci dice quanto lo stesso franchisor investe e quindi crede, nella sua idea.
CAPACITA’ DI DIRE DI NO AD UNA LOCATION
Trovare la location giusta non è facile, non è un caso che Mac Donald fa aprire nuovi franchisee solo in location scelte e selezionate dalla casa madre (volete sapere come si apre un Mc Donald? Leggete qui). Un sistema di franchising che sa dire di no a location inadatte non è affamato di aperture solo per fare numero, a qualsiasi costo, e darà quindi maggiori prospettive di successo.
Ricordarsi che anche una location con un gran passaggio potrebbe essere inadatta ad un tipo di format (possiamo vendere tè pregiati ai binari di una stazione, per quanto grande?)
Ancora: non tutti i prodotti vanno bene nelle stesse aree geografiche, può darsi che un negozio di prodotti tipici liguri non abbia un grande appeal nelle Marche…
CI PIACE QUELLO CHE ANDREMO A VENDERE? CHE PRODOTTO E’?
Essere competente e entusiasta del prodotto che proporremo è un buon punto di partenza. E’ vero che un franchising si sceglie per il costo e l’assistenza finanziaria, ma se ci piace il prodotto che venderemo, lo apprezziamo e ci crediamo veramente, sarà più facile proporlo ed essere felici del nostro lavoro.
Ancora: abbiamo esperienza in questo prodotto? E’ vero che il franchisor ci dovrebbe aiutare, ma gli imprenditori siamo noi, e avere dimestichezza con quel prodotto sarà un importante vantaggio da mettere sul piatto!
Quel prodotto è una moda? Bisogna saper riconoscere i trend momentanei dai prodotti che possono assicurarci un’orizzonte temporale di business interessante.
VALUTARE I FINANZIAMENTI DAL FRANCHISING
Arriva anche il momento di parlare di soldi. Spesso i modelli di franchising, ben sapendo che quello del reperimento dei fondi è un problema fondamentale, propongono forme di finanziamento e rateizzazione.
Come sempre valutiamo sia il finanziamento sia la rateizzazione con un business plan corretto (vediamo come si compila durante il corso di apertura bar) e cerchiamo di capire se possiamo reggere, con gli incassi della nostra attività, la rata mensile…
PUBBLICITÀ E CONCORRENZA
Due elementi fondamentali che dobbiamo essere noi a valutare.
La concorrenza: chi ci propone il modello di franchising dovrebbe aiutarci a valutarla, anche con studi che ha già fatto, ma, una volta di più, gli imprenditori siamo noi stessi, e siamo noi a dover fare valutazioni critiche…
Pubblicità: la notorietà del marchio è uno dei motivi per cui si sceglie un franchising o un altro: quanto investe in promozione il nostro marchio? Come lo investe? La sua pubblicità ha una ricaduta importante sulla nostra zona/ nostro target?
come scegliere un franchising
La prospettiva è interessante: per chi vuole aprire un bar, una caffetteria, una gelateria o, in ogni caso, una attività nel settore dei pubblici esercizi, affidarsi ad un modello di franchising può essere interessante.
Quando si fa una scelta del genere si acquistano essenzialmente due cose: un format, un modello di business che è già stato collaudato e che funziona, e una esperienza, che noi non abbiamo o che abbiamo solo in parte , ma che dovrebbe essere vasta e strutturata in chi ci propone il modello di franchising.
Facile capire che sono due vantaggi non da poco. L’adozione di un format che già funziona bene ci evita i rischi di aprire un locale che non incontri il favore dei clienti, e l’adozione dell’esperienza di dirigenti già “smaliziati” ci può evitare molti degli errori e dei disastri che si commettono quando si intraprende una avventura senza averla ben valutata.
Tutto rose e fiori quindi? Naturalmente no. Affiliarsi ad un sistema di franchising è una scelta importante, e come tutte le scelte importanti andrà valutata con grande attenzione, dedicando a questa scelta tempo, impegno e buon senso.
HO BISOGNO DI AFFILIARMI AD UN FRANCHISIG PER APRIRE IL MIO LOCALE?
E’ la prima valutazione da fare, e non certo la meno importante.
E’ inutile dire che a non aver bisogno di un franchising sono coloro che hanno già una grande esperienza e competenza nel settore. Costoro potrebbero decidere di aprire una attività in franchising solo alla luce dei vantaggi finanziari che questa scelta può offrire.
Anche chi non ha per niente l’anima dell’imprenditore (se riesce a rendersene conto) farebbe bene a non relazionarsi ad aziende che offrono modelli di franchising. A parte i grandi nomi infatti, queste aziende sono a caccia di affiliati, chiunque essi siano, e raramente si pongono i problema di capire se la persona che gli sta davanti è davvero in grado di seguire un business, di fare l’imprenditore, oppure è solo un bravo ragazzo senza il bernoccolo degli affari. In questo caso lo sprovveduto gli pagherà le fee e poi si vedrà…
Attenzione però anche al pericolo contrario: pensare che aprire un locale non è poi così difficile e che possiamo tranquillamente far da soli (a fare un caffè che ci vuole?) ricordiamoci che più non si conosce qualcosa più questa sembra semplice, con risultati spesso disastrosi…
Se in base a queste valutazioni ci rendiamo conto di essere le persone giuste per aprire un locale in franchising, è il momento di capire quali sono i parametri per scegliere il giusto franchising. Lo faremo nella seconda parte di questo post, che trovate a questo link.
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Una caffetteria in franchising funziona? Difficilmente, a meno che l’azienda che lo promuova non investa moltissimo in comunicazione.
Diciamoci la verità, aprire un bar in franchising conviene?
Di solito no, o almeno non offre molti più vantaggi che aprire un normale bar.
Capisco bene che l’affermazione è forte, e che va bene argomentata, proviamo a farlo.
Dopo la grande esplosione degli anni ’80/’90, il franchising si è ormai strutturato come modello commerciale, con marchi che si sono affermati, altri che vivacchiano (se vivacchiano) e altri ancora che sgomitano per crescere. Come in molti settori del pianeta franchising, anche quello dei bar e locali ha assistito ad un proliferare dei concept (tanto il cibo trova sempre clienti…) e quindi ad una concorrenza che in generale ha portato ad alcuni trend: diminuzione delle dimensioni medie richieste, abbassamento (in molti casi sparizione) di fee e royalties e diminuzione degli investimenti richiesti in generale, fino ad una specie di pacchetto chiavi in mano con prezzi spot a volte strabilianti. Tutto questo, è chiaro, per andare incontro a un potenziale cliente con una scarsa capacità d’investimento e (spesso) una scarsa esperienza manageriale, magari con la necessità (questi tempi sono davvero bui) di reinventarsi un lavoro e una vita.
Se dovessimo riscrivere questo post diversi anni dopo averlo fatto la prima volta (una specie di “Aprire una caffetteria in franchising 2018″) potremmo affermare che nessuna catena Italiana o in Italia di caffetterie si è davvero affermata, tanto che la catena di caffetterie con il maggior numero di punti vendita rimane ben poco ben percepita dal consumatore: Mc Cafè.
In pratica non funziona, nessuna catena, delle decine che sono state inventate, che sono molte o che sono riuscite ad aprire alcuni punti vendita, riesce davvero a sfondare in Italia.
Ma se dovessimo pensare questo argomento dal punto di vista dell’imprenditore? Conviene affiliarsi ad una catena di bar? Si guadagna o è meglio fare da soli? Vediamone pro e contro!
Curiosamente sembra che sia Dunkin Donuts “quella delle ciambelle” la catena che vende più caffè al mondo…
C’è anche da dire che, per quello che vediamo in giro nella maggior parte dei casi, non si è puntato su quello che potremmo considerare, almeno nella filosofia di questo blog, come l’unico vero motivo (a meno che non si abbia una superlocation!) per cui un cliente frequenta un bar: la qualità, e questo proprio nella fase storica in cui certi prodotti, quelli con una più alta percezione della qualità, magari bio, chilometro zero, provenienti da piccoli produttori di sapienza artigiana, stano avendo un più forte riscontro.
In questo senso ancora quello che si legge sulla maggior parte delle schede franchising è una generica “corso prima dell’apertura e supporto in seguito” che dice davvero poco su cosa si impara e su cui, a richiesta di ulteriori spiegazioni, ci viene risposto in maniera rassicurante di non preoccuparci, visto che il corso, magari di formazione per aprire una gelateria in franchising, dura solo pochi giorni… pochi giorni? Ma noi sappiamo che i bravi pasticceri e gelatai (pensiamo al successo che hanno le pasticcerie artigianali) sono cresciuti in anni di gavetta e sono animati da una continua ricerca, analisi fatta di prove e tentativi e di continuo aggiornamento; non sarà che questi concept tendono a semplificare (per attrarre) un po’ troppo?
Fatte queste considerazioni, aprire un locale in franchising oggi vuol dire forse poter contare su qualche costo in meno, grazie appunto, alla concorrenza fra i vari concept, ma con una attenzione in più: prendere in considerazione, fra i fattori di scelta di un concept, quelli che spingono davvero l’acceleratore sull’offrire un prodotto eccellente, eccezionale, e che non si fidano più di un “plasticone brandizzato” che per anni è stato sinonimo di modello ripetuto e ripetibile, ma che spesso ha fatto rima con una qualità altrettanto banale e banalizzata.
Beh, questo articolo verteva sul “vale la pena?” abbiamo però scritto, e vi invitiamo a leggere, un reportage molto completo su come scegliere una caffetteria in franchising, vi invitiamo a leggerlo!!
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Quando, come in questi anni, si continua a parlare di ‘crisi’ – economica e di lavoro – occorre capire che per uscirne è il momento di ragionare diversamente e muoversi, senza aspettare soluzioni calate dall’alto. Per chi vuole lavorare nel nostro settore, può continuare a leggere le rubriche ‘offro lavoro’ anche con un occhio rivolto al lavoro nel franchising; aprendo cioè un bar sotto il cappello di un marchio affermato, ma agendo da piccoli imprenditori, di sé stessi e di chi potremmo o vorremmo far lavorare con noi. A volte non occorrono grandi investimenti, piuttosto serve una capacità imprenditoriale.
La capacità di far fruttare le risorse e combinarle tra loro, offrire un’immagine qualificata e curare il servizio al cliente sono le basi di tutti coloro che lavorano nel settore e che possono essere tradotte a livello imprenditoriale per entrare nel mondo ‘assistito’ del franchising. Per dare concretezza a questo argomento, trattato anche altrove nel sito, riportiamo tre proposte commerciali attuali, utili per cominciare a esplorare questa opportunità.
“Rossolounge”: i lounge bar sono la nuova dimensione del bar-pub e sono sempre più in trend positivo rappresentando il business del momento: l’arredo elegante, l’aperitiveria e l’antipasteria lasciano facilmente prevedere la potenziale fidelizzazione del cliente. Di tono e offerta diversa, invece, la proposta di “Billionaire”, lounge bar and caviar restaurant, dotato di brand e stile accattivante fortemente posizionato nell’immaginario collettivo nazionale. Il suo format di locale è: aperitiveria, antipasteria e ristorante; il posto ideale per chi vuole svagarsi oppure gustare una cena elegante e raffinata. Ultimo, ma non meno importante, “Il Caffè di Roma”; il bar che nasce dalla leadership della Lavazza. Un concept di caffetteria che offre un ambiente unico, oltre le mode passeggere, e caratterizzato dalle suggestioni delle caffetterie italiane di un tempo. Tutte le proposte citate sono corredate dal sostegno imprenditoriale delle case che le propongono. Una strada da valutare attentamente e che può dare vere soddisfazioni. f
The post IL BAR IN FRANCHISING: OPPORTUNITÀ DI LAVORO IN ESPANSIONE. first appeared on Aprire Un Bar.]]>Colgo, come occasione, un evento che si terrà nella mia città, a Firenze, il Il 03 dicembre 2011, quando avrà luogo la prima cena di Gala internazionale sul Franchising; fra l’altro, fra i personaggi presenti ci sarà anche il nostro esperto di franchising Federico Fiorentini, General Manager di BRD Consulting.
Colgo l’occasione, dicevo, per riparlare un attimo dell’idea di aprire un bar in franchising, scelta che in Italia, curiosamente, ha scarsissima popolarità.
Curiosamente ma non troppo, perché l’ apertura di un locale in franchising, bar, pub o ristorante che sia, in Italia viene sempre percepita come una gabbia, come una costrizione che ci impedirà di fare le nostre scelte (noi italiani siamo, ora e sempre degli individualisti).
Inseguendo le nostre scelte, fatte a volte senza la minima esperienza, non vediamo il buono del franchising, vale a dire la possibilità di lavorare con esperti che abbiano già, al contrario, una grossa esperienza cui attingere e la possibilità di costruire il nostro locale su un’idea forte, già testata e che viene continuamente (almeno dovrebbe) aggiornata.
Voi che ne pensate? Franchising si o franchising no? Aspettiamo i commenti! F
The post BAR IN FRANCHISING, ITALIA SÌ ITALIA NO first appeared on Aprire Un Bar.]]>Anche in italia comunque questo tipo di approccio sta lentamente cambiando. Lentamente perché in Italia l’idea di “saper fare da se” è ancora molto forte e non sempre giustificata; inoltre il franchising viene spesso come una gabbia di costrizioni a cui attenersi.
Eppure i vantaggi ci sono.
Per prima cosa all’interno di un gruppo serio non si lavora da soli. Spalla a spalla con noi ci sono grafici, architetti, cuochi, personaggi in grado di fare una corretta formazione e manager che possono guidarci nella scelta della location e nella sua strutturazione e comunicazione.
Un altro aspetto poi, almeno altrettanto importante, sarà il fatto di aver sposato un concetto che ha dato prova di funzionare bene anche in altre location, un idea forte che ha qualcosa da dire, da offrire e che è in grado di comunicarlo con efficacia.
Un gruppo di franchising ben strutturato dovrebbe avere alle spalle una azienda forte che lo supporti e persone davvero capaci di dare delle risposte (io gli chiederei un curriculum..) avrà dei business plan dettagliati, manuali e strutture di formazione. Attenti agli improvvisati (ce ne sono!) visitate l’azienda e gli altri punti!
Attenti infine a capire se l’offerta e la filosofia del gruppo (dovrebbe averne una! È importante) sia un po’ anche la vostra… dopo lavorerete fianco a fianco.