Non possiamo ripeterci, ad aprire un bar in austria avevamo dedicato due anni fa un post molto ricco di informazioni e suggerimenti, lo trovate qui a questo link.
se torniamo sull’argomento è perchè abbiamo realizzato una bella intervista che trovate sul nostro canale video e che ha per tema proprio il come si apre un bar in Austria.
L’intervista con Antonio Cecconi, che da anni ha aperto una bella caffetteria/pasticceria a Bregenz, nel Voralberg, la regione austriaca vicina al confine con Svizzera e Liechtenstein, la trovate qui sotto e sul nostro canale Youtube!
In questa disgraziata primavera del 2020 in Italia c’è davvero molta incertezza; anche senza crisi sociali da Coronavirus saranno comunque molti di noi a sognare di aprire un piccolo chiosco sulla spiaggia in un paese tropicale. Lavorare in costume da bagno o poco più, mare infinito, palme come panorama, ritmi rilassati… difficile immaginare una vita migliore! Aggiungiamo la prospettiva di lavorare in una nostra attività, in cui possiamo riversare la nostra passione e le nostre competenze… Ancora meglio!
Per questo nostro progetto potremmo scegliere una una nazione che per il Centro America ha livelli incredibilmente bassi di criminalità e una eccezionale stabilità sociale: il Costa Rica. Vediamo quindi in questo post come aprire un chiosco in Costa Rica, magari il classico chiringuito da spiaggia, oppure qualcosa di più grosso o strutturato, come un ristorante.
Quando cominciamo a sognare un progetto come questo, le scartoffie e la pianificazione con cui avremo a che fare avranno poco spazio nelle nostre fantasie. In questo post frugheremo proprio lì, nei piccoli dettagli che si frappongono fra il sogno e la realtà, vedremo i passi per aprire un ristorante in Costarica.
Non è necessario essere residenti per avere diritti sulla proprietà di un’azienda in Costa Rica. Se comunque vogliamo, possiamo prendere la residenza in Costarica facendo un investimento in capitale di 200.000$, cifra che non è difficile raggiungere se il nostro progetto è quello di aprire una pizzeria o un ristorante, attività “grosse” che hanno bisogno di budget importanti; avere la residenza ci darà vantaggi, se non come imprenditore, sulla nostra vita di tutti i giorni in Costa Rica.
Per prendere la residenza ci sono anche altri modi, ma sono molti gli imprenditori che scelgono di rimanere “turisti perpetui” il che significa che ogni 90 giorni escono dal paese per rinnovare il visto. Nota: il numero effettivo di giorni concessi sul visto dipende dal paese di provenienza (i nordamericani e gli europei in genere ottengono stamps di 90 giorni).
È sempre consigliabile trovare un avvocato locale che ci guiderà attraverso i processi legali per avviare un’attività in Costa Rica. L’avvocato ci aiuterà nel processo di redazione dei documenti e delle procedure per la creazione di una società.
I costi di costituzione di una società variano, ma ci si può aspettare di spendere tra 800 e 1000 dollari per l’avvocato per registrare la nostra società in Costa Rica con il “Registro Publico”. Potete trovare info per individuare un avvocato consigliato dalla comunità Italiana in Costarica su questo sito .
I requisiti minimi per aprire una società sono.
Avere almeno due soci, ognuno dei quali possiede almeno una quota della nuova società. Uno di questi proprietari può essere (succede spesso) l’avvocato, che fungerà da “agente residente” dell’azienda. Il suo indirizzo diventerà la sede ufficiale dell’azienda.
La nuova società deve essere iscritta e debitamente certificata da un notaio, e la sua formazione deve essere elencata sul giornale ufficiale del governo, La Gaceta, dove tutti i principi di base della nuova società sono descritti e diventano di dominio pubblico.
Ciò detto diciamo che la struttura aziendale più comune in Costa rica si chiama Sociedad Anonima, tipo di struttura che offre molti degli stessi vantaggi e protezioni di una società nord americana o europea. Come suggerisce il nome, queste società sono di proprietà di vari azionisti che non sono necessariamente nominati. Questa è la piattaforma di business più flessibile e ampiamente utilizzata in cui gli azionisti sono responsabili solo per la loro quota di proprietà. Una nostra società di capitale.
Un’altra struttura commerciale molto usata è la Sociedad de Resposibilidad Limitada (nome facilmente traducibile). In queste società, la responsabilità dei proprietari è limitata al loro investimento originale, se non diversamente specificato dalla legge. Il loro nome deve includere le parole “Sociedad de Responsabilidad Limitada” o “Limitada” o le iniziali “S.R.L.” (esattamente come in Italiano).
In Costarica troveremo banche private come ovunque nel mondo, ma anche un certo numero di istituti bancari di proprietà statale. Le banche statali tendono ad avere tempi di risposta e di erogazione più lunghi, ma spesso anche condizioni più favorevoli. Fra le banche internazionali di riferimento in Costa Rica troviamo Citibank, HSBC e Scotiabank. Queste banche in genere hanno personale che parla inglese e ci danno risposte in tempi molto più brevi.
In ogni caso, incontrare i direttori di molte banche, chiarire le condizioni e usare tanto buon senso sarà la nostra migliore arma per scegliere la banca a cui affidarsi.
Per aprire un conto bancario in Costa Rica dovremo fornire diversi documenti, tra cui:
Tutte le banche del Costa Rica hanno requisiti minimi di deposito; di solito almeno $ 500.
Una volta creata la struttura aziendale e aperto il conto bancario, sarà necessario ottenere una licenza di operatore, denominata Patente Comercial. Questa licenza descrive la natura e i dettagli dell’azienda. Include anche una certificazione di richiesta denominata Certificado de Uso de Suelo o abbreviato in Uso de Suelo. Potremmo paragonare questo documento, presente in quasi tutto il Sud e Centro America, alla nostra SCIA.
A seconda del tipo di attività che abbiamo scelto di gestire, potremmo aver bisogno di altre licenze o brevetti. Visto che nel nostro caso la nostra attività avrà a che fare con il food in generale, avremo bisogno di un certificato del Ministero della Salute (e anche qui dovremo compilare l’HACCP!
Pagare le tasse e tenere il passo con i registri può essere complicato, anche considerato che abbiamo a che fare con una lingua e una società che non è la nostra. Per questo motivo, gli imprenditori stranieri si solito assumono un contabile, un commercialista costaricano. Il commercialista richiederà e archiverà tutti i documenti aziendali e gestirà la parte fiscale; anche per la ricerca di questa figura vi consigliamo di frugare il sito degli italiani in Costa rica di cui abbiamo messo il link allo step 2.
Occupandosi della parte fiscale, il nostro commercialista davrà farci pagare le tasse, che in Costarica adesso (2020) sono:
* Il reddito aziendale è tassato con un’aliquota del 30%. Tuttavia, la legge stabilisce norme speciali per le piccole aziende il cui reddito lordo non supera 106.835.000 costaricani (CRC). Per questa categoria, si applicano le seguenti tariffe:
10% per le aziende con reddito lordo fino a 53.113.000 CRC.
20% per le società con un reddito lordo superiore a 53.113.000 CRC ma non superiore a 106.835.000 CRC.
30% per le società con un reddito lordo superiore a 106.835.000 CRC.
Elemento che dovremo tener presente nell’aprire un ristorante in Costa rica è che non potremo lavorarci. Se lo facessimo porteremmo via lavoro alla manodopera locale e questo non è permesso dalla legge. Quello che potremo fare sarà seguire le attività amministrative e gestionali. Se avremo bisogno di una forza lavoro, di dipendenti, essi non potranno essere stranieri per più del 10%. Essi dovranno comunque avere una residenza legale e un permesso di lavoro che li autorizza a lavorare nel paese.
Da tener presente a questo punto il fatto che lo stipendio medio di un cameriere barista in Costarica è di circa 600/800 dollari al mese.
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In questo blog abbiamo già visto come aprire un bar, ristorante o caffetteria all’estero, cercando di offrire tutte le informazioni burocratiche per partire con una nuova scelta di vita.
Vi abbiamo raccontato come aprire un bar nella cosmopolita Berlino, come aprire un ristorante/caffetteria in una meta alla moda come le Canarie o in una molto esotica come la Thailandia. Siamo arrivati anche in Messico per scoprire come aprire una gelateria oltre che una caffetteria in Sri Lanka.
Tutti i post relativi all’argomento dell’apertura di un attività all’estero li trovate in questa sezione.
Questa volta ci spostiamo in una nazione più nordica, ma ugualmente, per molti motivi, affascinante: la Lituania.
I Paesi baltici sono in forte crescita, il PIL aumenta di anno in anno e la popolazione è giovane e cosmopolita. La pressione fiscale è minore rispetto alla nostra (corrisponde al 27% circa), il costo del lavoro è più basso ed è più facile trovare personale qualificato.
Dopo aver scelto la tipologia di società, la burocrazia appare snella: generalmente si tratta di firmare l’atto di costituzione, aprire un conto bancario, registrare dei documenti con nota pubblica e archiviare tutto presso il registro delle imprese.
Ovviamente tutte le nuove attività necessitano un business plan e la consapevolezza che avviarle è sempre complicato. Se vuoi incontrarci dal vivo puoi partecipare al nostro corso di gestione
La lingua è la maggiore difficoltà, anche se gran parte della popolazione – i giovani specialmente – conoscono l’inglese. Per superare questa difficoltà ci sono svariate agenzie che si occupano di assistere le nuove aziende nella fase di avvio dell’attività.
Ecco alcuni link utili
www.cci.lt Camera di commercio di Vilnius.
investlithuania.com Agenzia Lituana per gli investimenti stranieri.
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A spiegarci di più c’è Egle, una giovane imprenditrice venuta in Italia per un nostro corso di barista che si è gentilmente resa disponibile a raccontarci la sua bella esperienza nella nazione Baltica. Egle ha aperto, fra la costa della Lituania e la capitale Vilnius, tre caffetterie: un’esperta quindi!
Spotas – Il caffè di Egle in Lituania
Puoi dirci qualcosa dell’apertura del tuo primo locale/coffee shop?
Ho aperto il primo cafe 5 anni fa sulla penisola a Alytus vicino al mare. L’apertura è avvenuta in alta stagione. Inizialmente vendevamo caffe caldi e freddi, snack e gelati. La nostra posizione è strategica, a 100 metri dal mare, e i clienti potevano acquistare un caffè di alto livello, un buon gelato e gustarlo sulla spiaggia. E’ stata un’interessante novità e i clienti hanno cominciato a tornare ogni giorno.
La maggiore difficoltà sono state le tasse, circa il 30% senza sconti per le nuove attività.
Negli anni successivi hai aperto altre due attività: di che tipo sono?
Ho aperto un coffee shop nella città dove sono nata, Alytus. Uno spazio dove i giovani possono passare il loro tempo libero e guardare film, parlare, giocare e bersi un caffè di qualità o un buon gelato.
Il terzo, l’ho aperto a Vilnius, la capitale. Il locale non si trova nel centro della città che è costoso, ma si trova in una nuova area residenziale con molte famiglie e giovani coppie. In questo luogo servo molti caffè e molti succhi di frutta, il nuovo trend lituano.
Quali sono i costi del personale? Quanto costa un cameriere?
Un cameriere costa circa 500 euro al mese (tasse comprese)
E’ complesso aprire un bar dal punto di vista burocratico?
Come prima cosa devi aprire la tua società e ottenere il permesso di somministrare cibo e bevande (simile al nostro HCCP) oltre a quello per il suolo pubblico.
Se vuoi aprire adesso un locale/bar in Lituania, quali sono i trend? Cosa consiglieresti di aprire?
Penso che la cultura del caffè stia crescendo in modo esponenziale. In Lituania ci sono molti coffee shop ma pochi di buona qualità.
La parola d’ordine è specializzazione. Tra i trend in crescita c’è il cibo thai, i bagels e il caffè di alta qualità.
Suggeriresti ad un italiano di aprire un bar in Lituania?
Si, il made in Italy rimane un marchio di fabbrica. Si suppone che gli italiani preparino cibo e caffè di alta qualità.
E se avete voglia di andarla a trovare, per una vacanza al fresco del Baltico, andate intanto a visitare la pagine FB del suo primo locale, lo Spotas, e magari contattate Egle (in inglese) a [email protected]
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Ammettiamo che non è in testa alle località in cui vorrebbe trasferirsi chi vuol vivere tranquillo e sereno, Hong Kong però, anche se è davvero (ci siamo stati, possiamo garantirlo) uno dei luoghi più frenetici e convulsi del pianeta, è anche una città di grande opportunità e di un dinamismo commerciale senza paragoni.
Se questo è davvero utile a chi vuol lavorare come dipendente e trovare un’ “ascensore sociale” davvero velocissimo, cioè quel meccanismo virtuoso (e davvero poco italiano) che permette ai giovani abili e determinati di poter fare una rapida e dinamica carriera (abbiamo incontrato chef e Food & Beverage manager di trent’anni scarsi che guadagnavano gran belle cifre, e su questo argomento potete trovare questo nostro post su come trovare lavoro all’estero come barista) può essere una bella opportunità anche per chi vuole intraprendere una buona attività, in un mercato così dinamico e in una città così cosmopolita c’è spazio davvero per ogni buona idea!
A raccontarci come si apre un bar caffetteria ad Hong Kong ci pensano Wai e Sun, i proprietari di “My little coffee” un minuscolo ma piacevole negozio di caffè ad Hong Kong, capace di andare talmente bene da permettergli di aprire, recentemente, anche un piccolo coffee shop, una caffetteria vera e propria.
Abbiamo rimarcato un paio di volte come, entrambi i locali siano piccoli. Piccolo, ad Hong Kong, è la parola d’ordine, visto che tutti i fondi commerciali e perfino gli appartamenti sono minuscoli (dimensione media degli appartamenti: 34mq).
Piccoli e costosi peraltro. Secondo Wai (la signora) e Sun (lui) il vero unico grande problema per una caffetteria ad Hong Kong sono i costi degli affitti, che arrivano e superano facilmente i 10.000€ al mese anche per piccole locazioni, e perfino i 30.000€ mensili per location più grandi o nel “business district”, il quartiere degli affari nel centro cittadino.
A proposito di affitti: visto che lavorare a Hong Kong vorrebbe senza dubbio dire anche abitarci, anche il costo degli appartamenti è altissimo, capace di arrivare al doppio rispetto al costo medio degli appartamenti di Roma.
Se il costo delle location è alto il salario dei dipendenti sembra essere invece in linea con quello italiano. Lo stipendio di un cameriere o di un barista è infatti intorno ai 1200€ al mese per un full time di base, ma l’impressione è che la traduzione non ci permette di capire il costo globale, tasse incluse, per un dipendente. L’impressione è che sia più basso che in Italia.
Più basso anche per una tassazione molto favorevole, che una veloce ricerca su internet ci ha portato a valutare intorno al 17% del reddito, moooolto meno che in Italia e in Europa (ci vuole poco…).
Una interessante comparazione fra i costi della vita a Milano, Hong Kong e Londra. Dal sito Nicolifestyle.com
Se i costi degli affitti sono tali da far venire i pensieri anche ai più spregiudicati fra gli imprenditori, Sun e Wai ci mettono in guardia anche contro la burocrazia, che definiscono come un po’ ottusa (ah, allora in Italia non siamo soli!).
In pratica, ci raccontano, le licenze per somministrare cibo e bevande ad Hong Kong vengono concesse con regolamenti degli anni ’60, non in linea con la situazione attuale. Ad essere messo sotto accusa, anche in questo caso, sono le dimensioni che nei tempi andati erano meno strette; ma adesso, ci dicono gli imprenditori cinesi, come è possibile dotare una caffetteria di due bagni, quando si hanno a disposizione trenta metri?
Naturalmente queste sono chiacchiere polemiche, e abbiamo cercato di saperne di più andando a vedere il sito ufficiale della città di Hong Kong. Questo ci dice che ci sono diversi requisiti; innanzitutto per aprire un locale dove si vendono cibo e bevande, è necessario ottenere una “Licenza generale per il ristorante” dal dipartimento igiene alimentare e ambientale (FEHD). Ci sarà inoltre bisogno di ulteriori licenze se si prevede di vendere liquori nei locali, utilizzare un’area all’aperto, preparare prodotti da forno, ecc.
Una strada di Hong Kong, molto trafficata, ma per aprire locali ci sono specifiche normative.
Passaggio 1: incorporazione della società
Una volta deciso di installare un ristorante a Hong Kong, è necessario prima creare una società di Hong Kong e ottenere un Certificato di incorporazione dal Registro delle imprese di Hong Kong. Per dettagli su come impostare una società di Hong Kong, fare riferimento alla guida alla registrazione della compagnia di Hong Kong.
Passaggio 2: scegliere locali adatti
Una volta individuato la location, dovremo procedere all’applicazione per la Licenza di ristorazione generale. Si noti che non tutti i locali sono adatti per le licenze come ristoranti. I locali scelti devono aderire a:
Passaggio 3: richiedere una licenza per un ristorante generale
La maggior parte degli operatori di ristoranti di Hong Kong è tenuta ad ottenere una licenza di ristorazione generale dal dipartimento di igiene alimentare e ambientale di Hong Kong (FEHD) prima di iniziare le operazioni commerciali.La procedura di applicazione della Licenza per ristoranti generici prevede i seguenti passaggi:
1: invio dei seguenti documenti alla FEHD di Hong Kong:
Al ricevimento della domanda, il FEHD invierà una copia del modulo di domanda compilato insieme al piano di layout proposto per il Dipartimento degli edifici e il Dipartimento dei servizi antincendio per l’approvazione.
2: Il FEHD condurrà uno screening preliminare del piano di layout per garantire che sia conforme ai requisiti di base della FEHD prima che l’applicazione venga elaborata ulteriormente. I candidati saranno informati del risultato entro 10 giorni lavorativi.
3: il dipartimento FEHD, il Dipartimento degli edifici e i servizi antincendio condurranno ispezioni in loco separate per verificare l’idoneità dei locali proposti per il ristorante.
4: Una riunione del Pannello di valutazione delle domande tra i funzionari dei tre dipartimenti e il richiedente si terrà entro 10 giorni dopo le ispezioni del sito. Le aree problematiche, i lavori di riparazione e i programmi di costruzione / decorazione proposti dal candidato saranno discussi durante la riunione.
5: Sulla base del feedback ricevuto dal Dipartimento degli edifici e dal Dipartimento dei servizi antincendio, la FEHD emetterà una lettera di richieste di licenza al richiedente.
6: Entro 6 mesi dal ricevimento della lettera di requisiti per la licenza, il richiedente deve soddisfare tutti i criteri elencati e segnalare la conformità al FEHD per la verifica.
7: Entro 10 giorni dal ricevimento del rapporto di conformità da parte del richiedente, la FEHD condurrà una verifica finale dei locali.
8: Se la FEHD trova soddisfacenti i presupposti, emetterà la Licenza generale per il ristorante dietro pagamento di un canone di licenza prescritto dal richiedente, entro 7 giorni dalla verifica finale.
A questa procedura base è possibile dover aggiungere licenze addizionali, a seconda di cosa vogliamo servire nel nostro locale, per esempio per servire alimenti congelati, per fare pasticceria o panificazione, per vendere latte o per fare il popolarissimo Karaoke.
Per dare un’idea di come funzionano queste leggi addizionali possiamo riportare la procedura per vendere alcolici, che va richiesta alla Commissione per le licenze dei liquori.
La licenza può essere ottenuta presentando una domanda insieme alle copie dei seguenti documenti:
Tutte le domande andranno rivolte sia al Commissario di polizia che al Funzionario distrettuale. Curioso dire che viene perfino richiesto il parere dell’opinione pubblica, tramite annuncio su tre quotidiani.
Il richiedente dovrà anche partecipare a una breve intervista con il Liquor Licensing Board.
Se si prevede di conservare liquori non destinati al consumo immediato nei locali, si dovrà ottenere una Licenza per lo Stoccaggio o la Fabbricazione di Merci Pericolose dal Dipartimento dei servizi antincendio.
Eat.it è un noto ristorante italiano di Hong Kong
Anche se la cucina tradizionale cinese rimane il modello di riferimento, Hong Kong è una metropoli globale dove ogni format può avere successo. Il gran numero di persone benestanti, i molti stranieri che vi vivono per lavoro e la fama di “porta della Cina” fanno sì che Hong Kong possa offrire qualsiasi livello di target.
I ristoranti italiani non mancano e spesso sono di livello molto alto con ingredienti, anche di pregio, importati direttamente. Da quello che ci raccontano Wai e Sun, il mercato offre belle possibilità, con consumatori interessati ed aperti alle novità del mercato, non per niente sono venuti a fare alla nostra scuola un corso di tostatura e miscelazione del caffè (di cui trovate date e programma su questa pagina) e un corso di latte art, che sembra sia assolutamente indispensabile per un barista ad Hong Kong (trovate qui anche il corso sui cappuccini decorati…).
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82 mq interni su 2 livelli, 55 mq di terrazza , fronte mare , all’angolo della piazza principale del paese dove si svolgono i mercatini, zona di prima linea pedonale. Restaurato nel 2015 con impianti elettrico ed idrico nuovi. Ottimo per cocktail bar, ristorantino, pizzeria, fast food.
Ideale per una coppia. Prezzo traspaso (della vendita insomma) 40.000€
Per contatti:[email protected]
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E’ bastato un colloquio iniziale, per renderci conto che all’ultimo corso di latte art era arrivato un personaggio che molto poteva raccontarci. Si trattava di Claudio Ratti, un viareggino che vive però da oltre vent’anni alle isole Canarie, e che ha un punto di vista davvero privilegiato, essendo il rappresentante, con agenzie nelle varie isole, di Lavazza.
Partendo da questo punto di vista, che è si nel mondo dei locali e della ristorazione, ma che può permettersi di guardarlo da fuori (anche se Claudio ha gestito come ci racconta nella sua intervista, un locale) e sopratutto i molti anni di esperienza nell’arcipelago, abbiamo posto a Claudio diverse domande, che vi riportiamo nel file audio che potete ascoltare qui sotto.
Un file dove scopriamo che negli ultimi anni sono arrivati alle Canarie addirittura 12.000 italiani, che c’è stata però addirittura una “emergenza ambasciata” per rimpatriare quelli che alla fine della loro sfortunata impresa non avevano più nemmeno i soldi per i biglietti. Scopriamo anche che conoscere le lingue (anche l’inglese) è fondamentale, che gli alberghi si fanno fuori la maggior parte della torta, che le gelaterie sono un concetto italiano che spesso non funziona, e che si deve sì fare qualità, ma con un punto di vista internazionale…
Buon ascolto
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Le scogliere di Gozo, dove Davide ha aperto il suo locale, nell’arcipelago di Malta.
Stavolta, nel nostro girovagare virtuale, siamo finiti davvero vicino alla nostra Italia, ma non per questo in un luogo meno invitante e promettente belle prospettive: l’Isola di Malta. In realtà isola di Malta è un termine improprio, visto che si tratta in realtà di un piccolo arcipelago di tre isole: Malta, Comino e Gozo.
A proprio nel contesto rurale e sereno di Gozo che nel 2009 Davide Ravagli, partendo dal natìo Chianti ha aperto il suo bar/locale/pizzeria, il Piùtrentanove (beh, il prefisso internazionale dell’Italia) ed è Davide, che abbiamo potuto intervistare durante la sua recente partecipazione ad un corso di caffetteria presso la nostra scuola.
Davide, perchè Malta?
Per diversi anni ho lavorato per strutture che organizzavano soggiorni di studio all’estero, inoltre lavoricchiavo in varie strutture ricettive del Chianti, ed è stato unendo queste due cose che con alcuni amici (uno di questi è diventato mio socio) abbiamo scoperto l’isola di Gozo. Ci siamo stati diverse volte, in diversi periodi dell’anno, e man mano è cresciuta la nostra idea. A spaventarci, devo dire, non era la concorrenza, visto che era presente solo un localino che vendeva quasi solo birra, davvero maltenuto, che ha chiuso poco dopo.
Incubo di chi vuole aprire un locale in Italia è la burocrazia, com’è a Malta?
Fin troppo facile dire che è più semplice di quella italiana, non tanto per le normative, che non sono molto diverse dalle nostre, quanto perché l’isola, piccolissima, consente rapporti davvero “paesani”. All’atto pratico si trova una location, si presenta il nostro progetto alla ASL locale (che si chiama health departement) in rappresentanza della quale un perito viene a vedere la struttura e chiede eventuali modifiche (dalla canna fumaria all’accesso per disabili) una volta fatte le modifiche si torna a chiedere una verifica; se tutto va bene c’è il via libera finale. Il tutto in tempi molto brevi.
Gli affitti massacrano? i costi di gestione e di personale?
Gli affitti sono abbastanza bassi. Nel nostro caso paghiamo per un locale di 60mq (fra area al pubblico e preparazione) e una area esterna circa 1000€ al mese. Oltre a questo si paga un permesso annuo all’ufficio del turismo di circa 550€.
Decisamente basso è il costo del lavoro. Un dipendente a tempo pieno costa, tutto compreso (quindi con contributi e altro) circa 1400€ al mese, e sgravi importanti ci sono per le assunzioni part time e stagionali. Addirittura per le assunzioni sotto le 20 ore non ci sono contributi. La paga media è comunque di circa 5€ l’ora.
Consiglieresti di venire a Malta ad aprire un locale? Con quale spirito?
Inanzitutto bisogna tornare sulla differenza fra l’isola di Malta e quella di Gozo. La prima è senz’altro più affollata e con molto più concorrenza, con una vita più frenetica, mentre Gozo è davvero tranquilla e serena, per prima cosa deve quindi piacere lo stile di vita, e per capirlo credo proprio sia necessario venire diverse volte in momenti diversi dell’anno, per vivere Malta, diciamo, non come turisti.
In seguito a queste visite bisogna farsi delle idee chiare su cosa vogliamo fare, portando novità ma nello stesso tempo rispettando i gusti dei maltesi, senza pensare di essere gli Italiani (fra l’altro sempre più numerosi ad aprire attività nell’arcipelago) che vengono a portare il verbo divino.
Possiamo contattarti? Venirti a trovare?
Certo, potete senz’altro scrivermi a [email protected] , e per vedere il locale che abbiamo a Gozo potete cominciare dalla pagina Facebook.