
Chi vive, o comunque è familiare con la toponomastica di Genova lo sa, Sestri Ponente è un quartiere semi centrale, piacevole. A caratterizzarlo la vicinanza con porto e aeroporto, e la storica Manifattura Tabacchi, oggi ristrutturata e sede di un auditorium, della grande biblioteca civica e di attività commerciali come la Manifattura Etica.
Ma non solo, la via principale che attraversa il quartiere, via Sestri, è stata negli anni quasi tutta pedonalizzata, diventando una specie di “centro commerciale naturale” fatto di piacevoli negozi e prodotti tipici.
Fra questi, un locale che si distingue è il Expresso Bar.

Espresso quindi, quindi caffetteria, ma non solo. Sì, perché il proprietario, il giovane Matteo Ferraro, ha due grandi passioni: la montagna, e sopratutto il lato sportivo della stessa (parlategli di Mountain Bike e trail running, diventerete immediatamente amici!) e la birra artigianale.
Quest’ultima passione, lo capite bene, è stata travasata nel locale, che rimane ancora una gran bella caffetteria di qualità, ma che ha saputo trasformare un bar di quartiere, un “bar dell’angolo” che vende i biglietti dell’autobus in un locale specializzatissimo in birra artigianale.

Ah, quanto contano le passioni! In progetti come quelli di un locale fanno davvero la differenza, danno energia, pepe e rendono straordinario qualsiasi luogo, qualsiasi location. Di quanto contino queste idee nel locale di Matteo lo capiamo dalla pagina Facebook del suo locale, piena di visite a cantine, a produttori e di eventi, a cui si prende parte o che addirittura si organizzano.
A questo punto vi invitiamo a guardare la bella video intervista a Matteo che trovate qua sotto; è davvero una miniera piena di idee per aprire un locale!
Anche separatamente vendesi importante gelateria caffetteria a Belluno
www.gelateriadolcidelizie.it
Per info contattare
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Se la birra non si può definire veramente parte della cultura italiana, anche le birrerie, come locali, non sono un concetto di ritrovo propriamente italiano. In effetti arrivano da noi alla fine degli anni ‘70 e quasi subito si impongono presso i ragazzi italiani con il nome inglese di Pub, nome che deriva dall’inglese pubblic house (casa pubblica) e che ci racconta qualcosa della filosofia di questo tipo di locali.
Il pub è il classico locale di intrattenimento serale: non vi si va per fare colazione, non vi si pranza (a meno che non abbia un offerta e non vi siano altri locali nelle vicinanze) e, normalmente, non vi si va nel pomeriggio. Il pub funziona la sera, quando vi si ritrova con gli amici.
È quindi un locale di godimento, e non di necessità, e come tutti i locali di questo tipo vive a volte di strane alchimie, che fanno si che pub bruttini siano superfrequentati mentre altri dall’arredamento strepitoso siano quasi deserti.
Come tipo di target i frequentatori di pub sono nella maggior parte dei casi ragazzi giovani, e le città frequentate da stranieri possono trovare in questo pubblico (per i quali il consumo di birra e la frequentazione di questi locali è normale) una parte importante della loro clientela.
Un pub non ha bisogno di una locazione di passaggio, se piace i ragazzi sono disponibili a prendere una macchina per andarci, e, come detto, vive spesso nella capacità di attrarre le “compagnie” di ragazzi. Pianificare una strategia per godere di questa attrazione è difficile; a volte a funzionare sono valori bizzarri come un gruppo di belle ragazze come cameriere o un barista particolarmente “cool” e in generale possono funzionare classiche attività aggregative quali le freccette, più in generale bisogna tener presente che il cliente non noterà un singolo dettaglio, ma sopratutto una “esperienza complessiva” fatta dalla percezione generale del contesto…
In questo senso c’è da dire che i pub hanno avuto una flessione negli ultimi anni, quando le pay tv per le partite, una volta presenti quasi solo nei locali, hanno cominciato a entrare anche nelle abitazioni, portando così i ragazzi a ritrovarsi più a casa di un amico che in un locale. Dei trend di andamento dei pub ci parla comunque questa bella intervista al proprietario di alcuni pub nonché responsabile Guiness; la trovate qui.
I pub che sembrano funzionare meglio al momento sono quelli che hanno piccole birrerie artigianali, capaci quindi di sfornare una birra fresca e percepita come genuina, e quelli che, offrendo (come nella tradizione tedesca) anche piatti e cucina hanno saputo diventare concorrenti dei ristoranti, diventando locali dove cenare a prezzi più bassi e in un contesto più informale.
The post APRIRE E GESTIRE UN PUB O BIRRERIA: MODELLI E TARGET first appeared on Aprire Un Bar.]]>Forse negli ultimi anni a togliere quote di mercato alla birra al bar sono stati i locali specializzati in questo tipo di prodotto, vale a dire, sopratutto i Pub. Non è però questo un buon motivo per farla sparire dal nostro menù, anzi.
La birra, sopratutto in estate ma anche all’ora dell’aperitivo rimane per molti clienti una godibilissima opzione. Sono molti i clienti che pensano un attimo a cosa ordinare per poi tornare sulla classica meraviglia bionda: la cerveza.
Quale tenere nel nostro bar? Spina o bottiglia? Come gestire al meglio la birra nel nostro locale?
Una versione sempre molto amata dalla clientela è quella della birra alla spina. E sicuramennte la verisone con più appeal (avete visto le spine competamente ricoperte di ghiaccio che propone, credo, la Heineken?) ma anche quella che comporta qualche problema in più. Innanzitutto le spine vanno montate, il che di solito comporta un contratto con una casa di birra, cosa che non tutti vogliono sottoscrivere. Poi i fusti di birra, una volta messi “sotto” tendono a perdere rapidamente gas e vivacità, andrebbero presi in linea con le proprie esigenze, fate conto che un fusto non dovrebbe rimanere attaccato alla spina per più di 3 /4 giorni.
Inoltre le spine vanno lavate periodicamente, altrimenti é facile trovare nel bicchiere di birra piccoli sedimenti che il cliente non gradisce (per lavare non si intende l’esterno della spina, ma le tubazioni, ed è un lavoro che va fatto dal tecnico).
la bottiglia naturalmente è molto più facile. È meno affascinante, ma si può rimediare offrendo una scelta non vastissima (che alla fine ci farà ritrovare con magazzini intasati di invenduto e roba in scadenza) ma con qualche chicca particolare che avremo cura di promozionare…. per
esempio, all’aperitivo, una bella birra artigianale.
…. e non dimenticate di portare qualche chips con la birra, ci sta bene.
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