Caffè e tabacco sono, lo sappiamo tutti, strettissimi parenti. Non solo perché per i fumatori la sigaretta è la classica conseguenza della tazzina, ma anche perché un bar che abbia anche i tabacchi può arrivare ad incassare, a parità di posizione, anche il 70% in più rispetto ad un bar che non offra anche Marlboro e Muratti. Stretti parenti dunque; stavolta però noi, che di solito parliamo di brioches e strategie da bancone, salteremo il fosso, e parleremo di come si apre una tabaccheria.
Per farlo prendiamo come spunto l’intervista a Max Pedrini, superDJ che, diversificando, ha aperto anche una tabaccheria.
Ciao Max. In un bar si cerca di valutare gli incassi, magari anche quelli ufficiosi, come si valuta una tabaccheria da comprare?
Nelle tabaccherie è tutto molto trasparente. La parola chiave è “aggi” termine che, come molti sanno, riporta al guadagno lordo che ha l’esercente sui generi di monopolio statale. Questi aggi ammontano al 10% sui tabacchi e all’8 sui giochi e gratta e vinci.
Partendo da questo punto darò un parere molto condiviso nell’ambiente. Sarebbe bene, per vivere seranamente, gestire una tabaccheria in due persone. Una persona in più è senz’altro utile il martedì, giovedì e sabato, quando si gioca a lotto e i tempi tecnici per effettuare la giocata possono creare code (peralto in quei giorni, per legge, non si può stare chiusi). Certo un aiutante si può prendere anche con i voucher ma bisogna anche considerare le molte ore di apertura e il fatto che in certi giorni non si può chiudere nemmeno se malati…
A questo punto bisogna considerare che una tabaccheria in grado di garantire un buon reddito a due persone è una che produce aggi per almeno 70.000€, quindi, se consideriamo al 9% gli aggi medi, la nostra tabaccheria dovrà incassare almeno 630.000€.
Detto questo, un riferimento di mercato: fino a qualche tempo fa si valutava la tabaccheria come gli aggi x 3 adesso, per la crisi, siamo in linea di massima a x 2,5, sia per le città grandi che per quelle piccole. Per tornare all’incasso di prima, una tabaccheria che incassa 630.000 e che produce aggi per 70.000 potrebbe costarci sui 175.000€
I dati sono quindi abbastanza evidenti, è comunque utile vedere i bilanci di tre anni per capire da dove arrivano gli aggi (giochi? tabacchi?).
Com’è la trafila burocratica, ci sono altri costi oltre l’acquisto?
Costi: argomento spinoso. In effetti, nell’acquisto di una tabaccheria il costo della licenza è solo una delle voci. Non tutti, ad esempio, sanno che una volta che si subentra su una licenza si deve pagare una tassa detta “novennale”, tassa pari al 50% degli aggi di tabacchi e lotto dell’anno precedente.
Questa tassa che, come avrete capito, può essere molto elevata, deve essere pagata entro l’anno, anche rateizzata ma entro 12 mesi. E’ anche da notare come questa tassa può essere ridotta al 20% in particolari casi, ad esempio all’interno di stazioni ferroviarie. Questa tassa viene poi ripetuta ogni nove anni (da cui il nome) ma al 10% rispetto agli aggi dell’anno precedente.
Oltre a questo ci sono le spese notarili, con il 3% dell’imposta di registro da pagare allo Stato e la parcella del notaio stesso, che si pone fra i 1500 e i 2000€.
Ancora, ci verranno chieste delle fideiussioni per l’acquisto dei generi di monopolio…
Tu hai rilevato una tabaccheria da due anni e sei felice della scelta, qualche consiglio a raffica?
In effetti lavorando si fa esperienza e si capiscono diverse cose.
Un consiglio prima di cominciare a lavorare: non partite impiccati, avete capito che i costi sono alti, ma è necessario partire con ancora le spalle finanziariamente coperte, le sigarette vanno pagate subito, e possono essere decine di migliaia di Euro, al primo insoluto ci arriva una multa pesante, al secondo si chiude, molta molta attenzione quindi!
Ancora: sconsiglio, a mio parere, le slot machines, aumentano gli incassi ma aumentano grandemente, con la fauna che portano dentro, anche le possibilità di rapina; ricordiamoci che in cassa possiamo facilmente avere migliaia di Euro.
Migliaia di euro non nostri: infatti, bisogna stare attenti, psicologicamente, anche al fatto che la sera ci troveremo per le mani molti soldi di quali non più del 7/ 8 % sarà nostro; pensate solo che quando vengono fatti trasferimenti di denaro in paesi esteri (classico delle aree con forte immigrazione) la nostra parte è solo di 1,20€, anche se sono centinaia di Euro che ci mettiamo in casa…
Ah, sconsiglio le slot ma una cosa che consiglio, invece, sono i distributori automatici e la caccia ai cosidettti complementari, gli articoli non di monopolio, come, per fare esempi classici, accendini e giochi vari…
Max, un’ultima domanda: mi dicevi che da quando hai rilevato la tabaccheria hai fatto aumentare gli incassi del 25%. Quali sono stati le armi per ottenere questo successo? Simpatia e complementari?
Sì, ho ampliato molto la gamma dei complementari ma soprattutto ho fatto molto marketing e pubblicità… ad esempio.ho deciso di regalare un accendino (che a me costa 10 cent e molte volte nulla in quanto regalato da fornitori) ogni 5 pacchetti di sigarette e sono così riuscito a prendere molti clienti dalla concorrenza. Tengo prezzi ottimi su molti articoli che compro da stock di fallimenti e che mi fanno da traino x attirare clienti in tabaccheria. Inoltre ho da poco rinfrescato il locale… nuovi colori e nuova disposizione della merce con nuovi espositori più accattivanti in plexiglass, che rendono più visibile la merce; ho anche cambiato l’illuminazione usando i led, che rendono il tutto più gradevole…
Bravissimo Max, davvero complimenti. i nostri lettori possono contattarti?
Certo, per mail a [email protected] e sappiate che molte info utili potete trovarle sul sito vendotabaccheria.it
Vendere le sigarette all’interno del bar o in una tabaccheria è sicuramente un ottimo mezzo di richiamo per la clientela. Anche in questo caso, come in quello dei gratta e vinci. Anche nel vendere tabacchi il ricavo della vendite è in proporzione abbastanza modesto, ma le sigarette e i tabacchi attraggono clienti che coglieranno l’occasione per prendere anche la colazione della mattina, il caffé o il panino. tutti questi elementi vanno accuratamente valutati e pesati in un business plan: questo tipo di analisi è l’elemento centrale dei nostri corsi di gestione bar e bar management.
Le licenze per tabacchi vengono assegnate soprattutto in base alla presenza di altre tabaccherie in zona. Nel momento in cui si compila la domanda, che va inoltrata all’ufficio regionale dei monopoli di stato (l’ AAMS), devono infatti essere indicate anche le tre tabaccherie più vicine, segnalandone il numero di licenza (che si trova scritta sulla mitica insegna a T).
Nel momento in cui si comincia a lavorare con i tabacchi la gestione è abbastanza semplice. L’ordine viene fatto una/ due volte a settimana anche on line. Il pagamento è alla consegna, soprattutto nei primi tempi. Generalmente, dopo un po’ di tempo e quando la gestione ha dato prova di affidabilità e serietà si arriva a pagare “il vecchio per il nuovo.
Forse non tutti sanno che si può diventare anche subtabaccai e vendere le sigarette (in maniera legale) senza la licenza. Il mezzo è il cosiddetto patentino dei tabacchi. In questo caso sarà un tabacchino già presente (di solito il più vicino) a richiedere per noi, ai monopoli di stato, questo patentino. Esso ci permetterà di vendere sigarette e tabacchi anche senza la licenza e la T. La controparte dell’accordo è di solito finanziaria. Il titolare della licenza tratterrà per se una parte dell’aggio, ovverosia della percentuale del prezzo di vendita che spetta all’esercente sui tabacchi e gli altri generi di monopolio. Ad esempio. Se l’aggio è dell’8% il titolare della licenza potrebbe trattenere il 5 per lui lasciando al “subtitolare” il 3%. Una percentuale bassa, ma che, come dicevamo all’inizio, potrebbe funzionare come richiamo.
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