Licenze, REC, SAB e requisiti personali | Aprire Un Bar https://aprireunbar.com Come aprire un bar o un locale: informazioni, suggerimenti e segreti per diventare un gestore di successo! Fri, 02 Feb 2024 10:20:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.0.9 Regole delle Slot Machine nei Bar: Come Essere a Norma di Legge https://aprireunbar.com/2024/02/02/regole-delle-slot-machine-nei-bar-come-essere-a-norma-di-legge/ https://aprireunbar.com/2024/02/02/regole-delle-slot-machine-nei-bar-come-essere-a-norma-di-legge/#respond Fri, 02 Feb 2024 10:20:43 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20199 Il Settore delle slot machine continua ad essere un motore fondamentale per molti locali. Vediamo come essere a norma. L’Italia è il Paese dei Bar […]

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Il Settore delle slot machine continua ad essere un motore fondamentale per molti locali. Vediamo come essere a norma.
Come fare per mettere slot machine in un bar

L’Italia è il Paese dei Bar per eccellenza probabilmente. Non è un caso, infatti, che sia una delle attività commerciali più presenti sul territorio, anche perché quale concittadino rinuncerebbe mai ad un buon caffè durante la giornata, piuttosto che ad una colazione o ad un aperitivo in compagnia. Il bar è simbolo di distrazione, di relax, magari breve ma intenso. E, ovviamente, non c’è solamente la consumazione che permette al cliente di passare il tempo nel locale, bensì anche altre attività, come la lettura del giornale, una chiacchiera con gli amici o il gioco attraverso le slot machine. 

Questi apparecchi, che sono presenti in alcuni bar, devono però essere rigidamente regolamentati, in quanto soggetti a leggi stringenti. Quali sono, quindi, le norme da seguire per i gestori? Vediamole di seguito.

Slot da bar: le normative nazionali

Partiamo da una premessa: le slot machine non sono vietate in modo assoluto nei bar. Esse, quindi, hanno la possibilità di essere installate negli esercizi di questa categoria ma rispettando rigide condizioni, che sono in parte simili e altrettanto severe rispetto a quelle osservate dagli operatori di gioco in rete, i quali consentono di giocare sulle piattaforme di slot online, come quelle recensite da Nino Lucchesi, l’esperto di Truffa.net. Tra le regole più importanti spicca la Legge di Stabilità varata dal Governo Italiano nel 2015, la quale stabilisce che concessionari ed esercenti debbano pagare una maxi tassa da circa 500 milioni di euro complessivi annuali attraverso un sistema proporzionale. 

Quest’ultimo permetterà di ripartire in modo equo le spese tra le aziende fornitrici degli apparecchi da gioco e i titolari dei bar (o delle sale gioco) che decideranno di installarne alcune presso la propria attività. Nel 2020, poi, è entrata in vigore una seconda normativa che vieta l’ubicazione di attività che abbiano al proprio interno slot machine (AWP e VLT) entro una certa distanza da luoghi considerati a rischio, ossia sensibili. Parliamo di scuole, centri di recupero, oratori, Chiese e similari.

 Il caso del Piemonte, in questo senso, è piuttosto esemplare, dato che già nel 2016 l’amministrazione Chiamparino aveva emanato delle normative, poi riviste e ampliate con il decreto del 2021, che prevedessero proprio il divieto di installazione di apparecchi da gioco in locali ubicati entro 500 metri da luoghi sensibili. Inoltre, è richiesto ai titolari delle attività commerciali di controllare l’età del potenziale giocatore, che verrà sottoposta ad ulteriore verifica dall’apparecchio stesso tramite controllo della tessera sanitaria, per evitare l’utilizzo delle medesime da parte di soggetti minorenni. Infine, il barista dovrà fare attenzione a scollegare negli orari previsti dalla legge i macchinari, che dovranno risultare spenti in determinate fasce temporali nell’arco della giornata. Pena, sanzioni pecuniarie e penali piuttosto aspre per i trasgressori.

Slot fisiche di nuovo in ascesa nel 2023

Queste regole, che sono sicuramente più semplici rispetto a quelle previste per chi volesse aprire un bar negli Stati Uniti ad esempio, sono da seguire soprattutto ora che il gioco fisico, a differenza degli anni passati, è tornato a salire in termini di fatturato, come confermato dal Libro Blu 2023, con i dati riferiti all’annata 2022. 

Certamente l’online rimane avanti in termini di raccolta, anche perché rappresenta da qualche anno a questa parte una modalità di fruizione del gioco molto più gradita agli utenti, specialmente per il fatto di non dover raggiungere una sala fisica per giocare. Ma gli apparecchi AWP e VLT stanno tornando di moda, facendo registrare segni di ripresa un po’ in tutte le regioni italiane. Questo si traduce in un aumento delle slot presenti nei bar e della necessità di seguire il più pedissequamente possibile le norme in vigore, esattamente come accade per il mondo dell’online. Qui, a differenza del gioco fisico, le leggi prevedono altri tipi di restrizioni, per quanto l’organo competente sia lo stesso (ADM) e alcune norme siano praticamente identiche: il divieto di gioco per i minorenni, l’impossibilità di sponsorizzare il gioco, il controllo dell’entità dell’utente/giocatore e, relativamente al solo comparto slot, un payout dichiarato in anticipo, che renda consapevole il giocatore del possibile ritorno percentuale dei soldi spesi durante la sessione di gioco. 

Le differenze, ovviamente, riguardano le norme sui limiti di orario, inesistenti nel web, e nel controllo delle piattaforme, che devono avere determinate caratteristiche di trasparenza dell’informazione, il logo ADM apposto che certifichi il controllo da parte delle autorità competenti, servizi di pagamento leciti e riconosciuti dallo stato italiano, un sito totalmente italiano gestito da un operatore ubicato nel nostro territorio e limiti di puntata chiari e definiti.

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Tutti i Passi per Aprire (e Gestire) un Food Delivery https://aprireunbar.com/2023/01/09/tutti-i-passi-per-aprire-e-gestire-un-food-delivery/ https://aprireunbar.com/2023/01/09/tutti-i-passi-per-aprire-e-gestire-un-food-delivery/#respond Mon, 09 Jan 2023 16:14:36 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20120 Poca burocrazia, tante attenzioni al marketing. Vediamo i passi per aprire un food delivery, un settore in grande crescita. Come consegnare cibo a domicilio, a […]

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Poca burocrazia, tante attenzioni al marketing. Vediamo i passi per aprire un food delivery, un settore in grande crescita.
Come organizzare un servizio di consegne a domicilio? Con una location e una comunicazione giusta!

Come consegnare cibo a domicilio, a vedere le statistiche è un grande trend di questi anni, ma come possiamo farlo nel nostro locale? Quali sono i passi da fare?

A questo argomenti abbiamo già dedicato un post ben strutturato, questa piccola uscita è invece dedicata a segnalare il nuovo video dedicato a questo argomento, che trovate qui sotto!

A presto, e buona bici!

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Corso Sab: Cos’è e Quando si Può Saltare per Aprire un Locale https://aprireunbar.com/2022/10/17/corso-sab-cose-e-quando-si-puo-saltare-per-aprire-un-locale/ https://aprireunbar.com/2022/10/17/corso-sab-cose-e-quando-si-puo-saltare-per-aprire-un-locale/#respond Mon, 17 Oct 2022 18:02:56 +0000 https://aprireunbar.com/?p=20062 Abbiamo trasferito in video uno degli argomenti più ricercati e discussi sul nostro blog: cos’è il corso SAB, cosa si studia, quanto costa e, soprattutto, […]

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Abbiamo trasferito in video uno degli argomenti più ricercati e discussi sul nostro blog: cos’è il corso SAB, cosa si studia, quanto costa e, soprattutto, si può evitare di farlo per aprire un locale?
Si deve fare un corso SAB per aprire un bar? A volte no…

Fra i post “tecnici” quelli, diciamo, legati alla burocrazia e ai regolamenti del nostro sito uno dei più letti e commentati è quello che ha a che fare con il corso SAB, e soprattutto al come non dover passare attraverso questo corso per aprire un bar.

In questo post (ormai un po’ datato) parlavamo infatti di cos’è il corso SAB:

Mentre in questo parlavamo di quando si può non fare.

Trattandosi di un blog su come si apre un bar o un locale a questo argomento importante abbiamo dedicato molti post scritti. Ora però, con il nuovo canale video di Aprire un bar, non possiamo restare indietro, e le info che per anni avete trovate scritte le trovate adesso riassunte da Gabriele Cortopassi nel video qui sotto:

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Che Attestati Servono per Aprire un Bar? https://aprireunbar.com/2021/05/25/che-attestati-servono-per-aprire-un-bar/ https://aprireunbar.com/2021/05/25/che-attestati-servono-per-aprire-un-bar/#respond Tue, 25 May 2021 14:45:08 +0000 https://aprireunbar.com/?p=19116 Fra i molti requisiti richiesti per aprire un bar alcuni riguardano l’imprenditore. Vediamo che attestati servono per aprire un bar. Molte cose, viste da lontano, […]

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Fra i molti requisiti richiesti per aprire un bar alcuni riguardano l’imprenditore. Vediamo che attestati servono per aprire un bar.
Che attestati servono per aprire un bar? In Italia per esempio non serve quello per la vendita di alcolici, obbligatorio in molte altre nazioni.

Molte cose, viste da lontano, sembrano più semplici di quelle che sono. Non la burocrazia, che, a mio parere, è invece più complicata vista da fuori che da dentro. Una volta che si entra nel bizzarro “modo di ragionare” delle scartoffie, questa diventa più comprensibile. 

Questa regola vale, a mio avviso, anche guardando ai requisiti che servono per aprire un bar e risponde bene anche alla classica domanda: che attestati servono per aprire un bar? 

Bene: gli attestati necessari sono 3, ma forse anche solo 2, ma forse anche nessuno, 

Una risposta un po’ confusa (come la burocrazia quindi?) ma che in realtà parte dalla necessità di definire che tipo di attività apriremo e che ruolo vogliamo ricoprire nel nostro locale.

Chiaro che se leggiamo questo post il ruolo a cui puntiamo sarà quello di imprenditore, la nostra idea sarà quella di aprire un nostro bar ed esserne quindi capo supremo e responsabile in tutto e per tutto.

Anche da imprenditore si può però decidere (soprattutto se si hanno dipendenti) di delegare. Potremo decidere per esempio di essere o meno referenti per alcune aree del locale, come responsabile per area igienico sanitaria (HACCP) o per l’area antinfortunistica (responsabile Rspp). Sarà inoltre da vedere se vorremo essere il detentore dei cosiddetti “requisiti professionali” o se preferiremo avvalerci di un preposto.

Ma andiamo con ordine. I tre tipi di attestati che possono servirci per aprire un locale sono:

  • Requisito professionale (che spesso porta all’attestato SAB)
  • HACCP
  • Corso sicurezza sul lavoro

Vediamoli uno per uno

L’attestato SAB per aprire un bar

Uno dei passi fondamentali per l’apertura di un locale sarà la preparazione e l’invio al SUAP della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) il documento con cui dichiariamo che l’attività che ci apprestiamo ad aprire è conforme alle normative e che quindi può aprire; una autodichiarazione insomma.

Fra le tante voci, planimetrie e allegati che compongono la SCIA due voci ci riguardano da vicino, ci verrà infatti richiesto se abbiamo i requisiti morali e quelli professionali per aprire un bar

Ai requisiti morali (si, si chiamano così) abbiamo già dedicato un post. I requisiti professionali possiamo invece dimostrare di averli in diversi modi.

  • Avendo determinati titoli di studio
  • Avendo lavorato almeno 2 anni negli ultimi 5 nel mondo food
  • Avendo il vecchio REC
  • Avendo un preposto  (in questo caso non avremo bisogno di prendere noi questo attestato e non dovremo fare nessun corso)

A queste alternative abbiamo dedicato un post dettagliato.

Se non abbiamo tutto questo dovremo invece passare attraverso un corso per ottenere un attestato SAB

Questo attestato si ottiene partecipando ad un corso della durata di 120/150 ore e dal costo che sul mercato si aggira dai 500 agli 800€. Il corso è organizzato da numerose associazioni come Confersercenti, o dalle Camere di Commercio.

L’attestato HACCP

Se il corso SAB può essere evitato avendo studiato, lavorato etc, non potremo  invece evitare di prendere parte ad un corso HACCP. in realtà questo corso si può meglio definire come parte di un percorso, che ci accompagnerà in ogni giorno di vita del locale. 

In questo percorso l’attenzione è focalizzata sugli aspetti igienico/sanitari, quindi sull’evitare contaminazioni e pericoli dovuti a alimenti scaduti o scarse condizioni igieniche e di conservazione dei cibi.

Il corso e il relativo attestato lo dovranno prendere tutti quelli che nel locale hanno a che fare con il cibo, quindi anche il cameriere part-time. Si tratta ti un corso meno impegnativo di quello SAB. La durata è infatti di sole 4-12 ore, a seconda della mansione (e della regione in cui abbiamo il locale). Il costo del corso, che viene massicciamente proposto anche online, si aggira ormai in poche decine di Euro.

Attenzione però, se il SAB, come il diamante, è per sempre, così non è per il corso HACCP, che deve essere rinnovato ogni 2/ 5 anni, sempre a seconda dei regolamenti regionali.

Questo corso non può essere evitato, ma non è detto che il responsabile dell’area (che dovrà sostenere un corso più lungo e che sarà chiamato alle responsabilità del piano di autocontrollo) debba essere il proprietario. Negli alberghi, ad esempio, il responsabile è quasi sempre il direttore o il food and beverage manager.

La certificazione di partecipazione al corso HACCP nostra e di tutti i dipendenti andrà tenuta all’interno del locale e mostrata in caso di controlli.

L’attestato Rspp/corso antinfortunistico

Molto di ciò che abbiamo detto per l’HACCP vale anche per l’area di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Anche in questo caso il corso devono farlo tutti quelli che lavorano nel locale e va periodicamente “rinfrescato”.

La figura del responsabile, che anche in questo caso non deve essere necessariamente il proprietario, viene denominata RSPP, cioè “Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione”

Importante differenza rispetto all’HACCP, questa figura è obbligatoria solo se nel locale c’è almeno un lavoratore dipendente, o un lavoratore ad esso comparabile (un familiare o coniuge).

Il corso che porta all’attestato RSPP ha una durata di 16 ore (quando si parla di livello di rischio basso, il più tipico nel mondo dei bar/ristoranti. Questa durata sale a 32 o 48 ore nel caso di rischio rispettivamente medio e alto di solito legato ai locali che fanno intrattenimento, come le discoteche. 

All’interno del corso si lavoro per individuare e valutare i fattori di rischio, si segue (di solito con il supporto di un tecnico esterno) i programmi di formazione dei dipendenti e i piani di sicurezza aziendali.

Riguardo ai costi dei corsi per la sicurezza bar abbiamo fatto un po’ di ricerche in rete, trovando costi abbastanza vari, da 130 a 300€

Con questo corso termineremo la nostra formazione, e avremo completato tutti gli attestati che servono per aprire un bar. La nostra avventura può cominciare!

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Tutte le Norme ASL per Bar https://aprireunbar.com/2020/07/23/tutte-le-norme-asl-per-bar/ https://aprireunbar.com/2020/07/23/tutte-le-norme-asl-per-bar/#comments Thu, 23 Jul 2020 13:47:01 +0000 https://aprireunbar.com/?p=18330 Anche se queste possono essere leggermente diverse da una regione all’altra, vediamo quali sono le norme ASL per aprire un bar. Uno dei primi incubi […]

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Anche se queste possono essere leggermente diverse da una regione all’altra, vediamo quali sono le norme ASL per aprire un bar.
Molte normative per l'apertura locali in Lombardia e altre regioni ha per tema la cucina, zona di preparazione e quindi a maggior rischio di contaminazione.
Molte normative per l’apertura locali in Lombardia e altre regioni ha per tema la cucina, zona di preparazione e quindi a maggior rischio di contaminazione.

Uno dei primi incubi (ne seguiranno altri, sì) in cui si trova coinvolto chi vuole aprire un locale è quello dei molti uffici da visitare per adempiere a tutte le richieste burocratiche e le norme per l’apertura di un bar o di un locale.

In realtà, da qualche anno, molto lavoro è stato fatto dall’apparato burocratico per eliminare un po’ di ostacoli e un po’ di fatica, sopratutto con due innovazioni

  1. Digitalizzando le pratiche, che adesso possono essere inviate, in buona parte, per via telematica (cioè per mail) spesso con la PEC che apriremo nel momento in cui registriamo la nostra ditta, o con quella del tecnico che ci segue nel nostro progetto.
  2. Con l’istituzione dello sportello SUAP , l’ufficio a cui possiamo inviare (normalmente, appunto, per mail) tutti i documenti inerenti la nostra attività, che il SUAP provvederà smistare nei vari uffici interessati; per inciso, gli sportelli SUAP sono ormai presenti in tutta Italia, nei vari comuni.

Anche con queste semplificazioni, il rapporto con gli uffici per l’igiene ci darà alcuni grattacapi, sopratutto perché potrebbe non essere semplicissimo capire quali sono le norme ASL per l’apertura di un bar. Non semplicissimo, sia perché le norme per l’apertura di un bar in Lombardia possono essere diverse da quelli di un locale in Puglia, sia perché, anche all’interno della stessa regione e perfino dello stesso ufficio, diversi funzionari potrebbero avere diverse visioni, caso per caso, a proposito di quali siano i giusti requisiti igienico sanitari per l’apertura

Detto così sembra scoraggiante, come uscirne?

Cominciamo con il dire che non saremo noi a doverci destreggiare e capire come muoverci.  Lo farà per noi il tecnico che abbiamo scelto, un geometra o architetto. Questa figura, conoscendo a fondo i regolamenti, il tipo di locale e il tipo di offerta che vogliamo proporre ai clienti, prenderà la nostra idea e la trasformerà in relazione e planimetrie pensate, in base alla sua esperienza, per essere digeribili dalla ASL di riferimento, a cui progetto e planimetrie verranno presentate.

Il prossimo passo sarà della ASL, che esaminerà il progetto e rilascerà un “parere preventivo” vale a dire una analisi degli elementi del progetto che andrebbero modificati per avere il via libera dalla ASL stessa. Potrebbe ad esempio esserci chiesto di allargare la zona di preparazione in cucina, di migliorare il tiraggio della canna fumaria, di aggiungere una zona magazzino e così via.

Se alcuni di questi elementi saranno “interpretati” volta per volta altri sono normalmente richiesti, e sicuramente saranno considerati nel progetto preparato dal tecnico. Andiamo quindi qui sotto ad elencare quali sono le normative ASL per bar. Quelle che elenchiamo qui sotto, nello specifico, sono tratte dalle normative asl per bar lombardia, ma comparandole con le altri leggi regionali, abbiamo visto che sono valide più o meno in tutta Italia.

NORMATIVE GENERALI PER APERTURA BAR E RISTORANTI

Il layout, il progetto della cucina sarà importante per avere un parere preventivo della ASL
Il layout, il progetto della cucina sarà importante per avere un parere preventivo della ASL

Per cominciare, tutti i locali, sia di preparazione che di somministrazione (cioè aperti al pubblico) devono essere in linea con i seguenti aspetti generali. 

  • La superficie calpestabile del locale non deve essere inferiore a 8 mq.
  • Altezza dei locali di almeno 3 metri oppure di 2,70 metri se supportate da adeguati impianti tecnologici (controsoffittature con impianti di aspirazione)
  • Aerazione naturale (porte, finestre, lucernari apribili) pari ad almeno 1/8 della superficie del pavimento. Nel caso sia impossibile si potrà valutare un impianto di ventilazione forzata.
  • Deve essere possibile una illuminazione naturale e/o artificiale con particolare attenzione per i piani di lavoro e ai punti critici dal punto di vista della sicurezza sul lavoro.

Gli spazi destinati ad attività di somministrazione alimentare devono poi avere, salvo leggi e regolamenti speciali di diverse regioni, locali separati per:

  • Il deposito delle materie prime e/o alimenti confezionati, locali che andranno mantenuti alle temperature richieste dagli alimenti stoccati.
  • Un deposito delle sostanze non utilizzate per l’alimentazione (prodotti per pulizie etc)
  • Area per la eventuale produzione di piccole preparazioni gastronomiche qualora gli spazi lo permettano (un piccolo laboratorio/cucina)
  • Aree spogliatoio e servizi igienici separati per il personale
  • Area di somministrazione (le aree a cui il pubblico accede)

Tutti i locali della struttura devono essere:

  1. Sufficientemente ampi.
  2. Con adeguati sistemi di illuminazione naturale o artificiale.
  3. Con valori climatici e di controllo della umidità tali da garantire una condizione di benessere ambientale anche in relazione alle varie necessità di lavorazione.
  4. Naturalmente o artificialmente aerabili in modo da evitare la presenza di muffe, condense e microrganismi.
  5. Realizzati in modo da permettere una facile pulizia.

I locali, infine, devono essere adibiti esclusivamente agli usi a cui sono stati destinati, secondo quanto indicato nella planimetria allegata alla domanda di autorizzazione.

REQUISITI SPECIFICI DELLE VARIE AREE

Molti regolamenti per l'apertura di bar riguarderanno il bancone; punto di contatto fra cibo e clienti.
Molti regolamenti per l’apertura di bar riguarderanno il bancone; punto di contatto fra cibo e clienti.

Viste quali sono le regole generali, vediamo quali sono i regolamenti per le singole aree, come esse vanno strutturate per poter essere adibite a tali scopi.

NORMATIVE PER DISPENSA E MAGAZZINO IN UN BAR

  • Il locale magazzino o dispensa può anche essere posto in stanze seminterrate o interrate, purché salubri e con una altezza sufficiente. I magazzini possono anche essere posti in locali esterni al locale vero e proprio, in rapporto ad una valutazione generale dell’attività.
  • Le pareti devono essere lavabili  fino all’altezza di 2 metri da terra, di solito tramite piastrellatura o tinteggiatura con smalto.
  • Il pavimento deve essere realizzato in materiale impermeabile facilmente lavabile e disinfettabile. Nel caso vogliamo stoccare soltanto prodotti imbottigliati è possibile utilizzare un locale tipo cantina con pavimento facilmente pulibile (almeno in battuto di cemento) e pareti in buone condizioni di manutenzione ma senza i requisiti di lavabilità.

NORME DI LEGGE PER LA CUCINA BAR, O AREA DI PREPARAZIONE CIBI

  • Le aree destinate a cucina o alla preparazione dei cibi devono essere realizzati dopo una preventiva valutazione dei percorsi, in modo da evitare inutili tragitti e sopratutto possibili contaminazioni tra le varie tipologie di alimenti e fra alimenti e rifiuti.
  • Il pavimento di queste aree deve essere realizzato in materiale liscio, lavabile ed impermeabile, con angoli e spigoli arrotondati di colore chiaro e con inclinazione verso un tombino sifonato dotato di griglia.
  • Le pareti devono essere lisce, lavabili e disinfettabili. Devono avere un colore chiaro con angoli e spigoli arrotondati. Il tutto si può realizzare con piastrellatura o smaltatura con resine epossidiche, fino all’altezza di 2 metri da terra.
  • A seconda delle preparazioni che vogliamo proporre, sarà necessaria una cappa di  aspirazione provvista di uno sbocco sul tetto.

(quest’ultimo aspetto è spesso cruciale per un locale, per questo gli abbiamo dedicato un post più completo, che trovate a questa pagina).

NORME DI LEGGE ASL PER IL LOCALE BAR (aperto al pubblico)

  • Nel locale di servizio al pubblico, l’esposizione degli alimenti deve essere protetta, inoltre, nei casi previsti devono essere utilizzate vetrine condizionate dotate di termometro (caldo/freddo), in modo da rispettare le temperature di conservazione (su quest’aspetto vorremmo capire come ci si pone nei confronti del buffet da aperitivo, che non sembra rientrare in “esposizione degli alimenti” chissà perché…)
  • I frigoriferi e in banchi frigo devono essere adeguati per numero e capacità al tipo di attività e dotati di termometro esterno facilmente controllabile per le verifiche HACCP.

NORME PER I BAGNI PER I CLIENTI DI BAR E RISTORANTI

  • Predisposizione di un servizio igienico dimensionato ed accessoriato in modo che sia accessibile ai soggetti portatori di handicap.
  • In generale il numero dei servizi andrà valutato in rapporto alle dimensioni complessive dei locali (un post completo sull’argomento qui).
  • Preferibile la suddivisione per sesso, oltre i 50 posti, salvo diverse disposizioni regolamentari. delle varie regioni

A questi elementi generali se ne affiancheranno altri, inerenti gli equipaggiamenti, come ad esempio pentole e piatti, taglieri, strumenti da cucina, cesti rifiuti, accessori per i bagni e così via. Questo elenco è già stato trattato largamente, e trovate  qui il post inerente.

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Tutto sulle Autorizzazioni per Insegne Bar https://aprireunbar.com/2020/01/20/tutto-sulle-autorizzazioni-per-insegne-bar/ https://aprireunbar.com/2020/01/20/tutto-sulle-autorizzazioni-per-insegne-bar/#comments Mon, 20 Jan 2020 07:36:30 +0000 https://aprireunbar.com/?p=17382 Le insegne sono il biglietto da visita Importante per ogni locale, ma per installarle si devono seguire step burocratici. Vediamo quali sono le autorizzazioni per […]

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Le insegne sono il biglietto da visita Importante per ogni locale, ma per installarle si devono seguire step burocratici. Vediamo quali sono le autorizzazioni per le insegne bar.
L'insegna è sempre fondamentale per ogni locale. Scopriamo  come si ottiene l'autorizzazione per l'insegna di un bar.
L’insegna è sempre fondamentale per ogni locale. Scopriamo come si ottiene l’autorizzazione per l’insegna di un bar.

Gestire un’attività commerciale significa elaborare di continuo modi nuovi e originali di presentarsi alla clientela e ritagliarsi il proprio spazio sul mercato.

Uno dei metodi intuitivamente più efficaci per attrarre potenziali clienti e regalare, al contempo, uno stile unico al tuo nuovo locale è quello di dotarsi di un’insegna pubblicitaria

Non è sempre facile, purtroppo, acquisire dimestichezza coi vari procedimenti amministrativi ed è qui che entriamo in gioco noi: in questo breve articolo analizzeremo tutti gli step necessari ad ottenere l’autorizzazione per installare la nostra insegna per bar nel minor tempo possibile; ma andiamo per gradi! 

Step 0: Definizione: cos’è una insegna per bar.

La definizione di “Insegna” ci viene fornita dall’ 2-bis della legge n°75 del 24 aprile 2002, nei seguenti termini: 

la scritta in caratteri alfanumerici completata eventualmente da simboli o da marchi, realizzata e supportata con materiali di qualsiasi natura installata nella sede dell’attività a cui si riferisce o nelle pertinenze accessorie alla stessa.”

L’insegna dovrà essere, quindi, sempre installata nella sede dell’attività o nelle pertinenze della stessa, mai in luoghi distanti da questa

State pensando a come pensare e costruire questa insegna? Volete sapere quanto potrebbe costare? Andate a leggere questo post.

STEP 1: A chi dovremo rivolgerci per mettere una insegna per il bar?

Il rilascio dell’autorizzazione relativa all’affissione di targhe, insegne o installazioni pubblicitarie è materia di interesse comunale, ragion per cui sarà necessario recarsi presso gli sportelli comunali di pertinenza. 

Qui ci verrà richiesto di compilare un’apposita modulistica in cui andremo ad indicare:

  • Generalità del richiedente
  • Tipologia del manufatto 
  • Relative caratteristiche

La legge stabilisce che l’insegna dovrà rispettare, per dimensioni, forme e colori, le norme del codice della strada, in aggiunta a determinati parametri di sicurezza: non dovrà, ad esempio, essere d’ostacolo o pericolo per l’incolumità dei pedoni che intendano sostarvi nelle immediate vicinanze. 

Step 2: quali documenti dovremo allegare alla richiesta di insegna per bar?

Nelle nazioni sottoposte a tifoni, le autorizzazioni per le insegne dei bar comprendono stringenti regole per la sicurezza
Nelle nazioni sottoposte a tifoni, le autorizzazioni per le insegne dei bar comprendono stringenti regole per la sicurezza

Non esiste una normativa univoca a riguardo, poiché trattandosi di materia di interesse comunale ogni comune può avere un regolamento per le insegne diverso, e chiedere una documentazione differente.

Ciò nonostante, in linea di massima tutti i comuni tendono a richiedere i seguenti documenti per rilasciare l’autorizzazione per l’insegna di un bar: 

  • Modulo di richiesta indicante le generalità del richiedente, la tipologia del manufatto e le relative caratteristiche fisiche (che come appena visto è possibile ritirare presso gli uffici comunali o in alcuni casi, scaricare dal relativo sito internet)
  • Planimetria di zona, scala 1:200/1:1000 indicante la collocazione dello stabile di affissione dell’insegna
  • Progetto grafico a colori del manufatto, riportante le misure d’ingombro dello stesso
  • Fotografia a colori della sezione della proprietà presso cui s’intende installare l’insegna
  • Progetto grafico a colori della sezione dello stabile presso cui si andrà a posizionare la suddetta, che includa una simulazione del manufatto già installato 
  • Nell’eventualità di insegne a bandiera, su palo o su tetto, valutazione tecnica della sopportazione alla spinta del vento 
  • Nell’eventualità di insegne luminose, dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico ai sensi della legge n. 46/90

È opportuno inoltre ricordare che nell’eventualità in cui lo stabile non fosse di nostra proprietà, sarà necessario allegare un’autorizzazione controfirmata dal proprietario, corredata da una fotocopia della carta d’identità dello stesso. Se infine si tratterà di un condominio, il consenso dovrà essere prestato da tutti i condomini. 

Step 3: Qual è la procedura?

Una volta compilata la domanda, completa di tutti gli allegati sopra menzionati, procederemo alla consegna presso l’Ufficio Protocollo del comune di pertinenza. 

Sarà lo stesso comune, a questo punto, a procedere alla valutazione di conformità della richiesta alle norme estetiche ed urbane, pronunciandosi tramite parere scritto, positivo o negativo; in caso di parere positivo, il richiedente dovrà prendere contatto con l’ente preposto alle pubbliche affissioni che, relativamente alle caratteristiche e alla zona d’installazione dell’insegna, calcolerà e riscuoterà la relativa tassa prevista per legge. 

N.B. – Non tutte le insegne risultano soggette a tassazione: ne sono infatti esenti le installazioni di dimensioni inferiori a 5 mq, calcolati considerando “la figura geometrica piana che circoscrive l’intera insegna”, come avevamo visto il questo post.

La definizione acquista significato relativamente ai casi di insegne composte da figure polimorfe o irregolari. 

Sono previste maggiorazioni in caso di insegne luminose. 

Se infine la nostra insegna riporterà la sponsorizzazione di un marchio, ci sarà richiesto di versare un ulteriore contributo fiscale che, tuttavia, è generalmente coperto spontaneamente dall’azienda sponsorizzata. 

In molti casi è possibile ammortizzare i costi per le insegne dei bar
In molti casi è possibile ammortizzare i costi per le insegne dei bar
  •  Cosa fare in caso di parere negativo? 

Niente paura, gli uffici comunali provvederanno ad indicare le irregolarità cui porre rimedio, invitando al contempo il richiedente a produrre una nuova documentazione o ad integrare quella già proposta. 

  • Quali sono le tempistiche?  

La commissione adibita alla valutazione delle richieste e al rilascio delle autorizzazioni si riunisce una o più volte al mese. I termini, in ogni caso, sono fissati per legge e non possono eccedere i 60 giorni dalla data di protocollo della richiesta. Tale limite è suscettibile di estensione in caso di parere negativo da parte della commissione. 

  • È possibile accorciare i tempi? 

La risposta è: assolutamente sì! Esiste, infatti, un Procedimento di Autorizzazione Semplificata che prevede l’asseverazione da parte di un tecnico privato (e non comunale) per l’installazione degli impianti pubblicitari con il rilascio di una presa d’atto (o “Nulla Osta” provvisorio) da parte dell’ufficio, che consente al richiedente l’installazione del manufatto entro 120 giorni. Successivamente, si provvederà al controllo di conformità, finalizzato ad ottenere il rilascio dell’autorizzazione definitiva. 

Come potete notare, per quanto la procedura possa apparire macchinosa a primo sguardo, si tratta in realtà di un procedimento assolutamente lineare, del resto, difficile aprire un bar senza insegna, a meno che non vogliate aprire un circolo o uno speak easy….

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Tutte le Info e le Sedi per il Corso SAB a Milano https://aprireunbar.com/2020/01/16/tutte-le-info-e-le-sedi-per-il-corso-sab-a-milano/ https://aprireunbar.com/2020/01/16/tutte-le-info-e-le-sedi-per-il-corso-sab-a-milano/#respond Thu, 16 Jan 2020 07:31:34 +0000 https://aprireunbar.com/?p=17414 Nella capitale economica d’Italia i locali non mancano, e non mancano nemmeno le sedi dove fare il corso per somministrazione alimenti e bevande a Milano. […]

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Nella capitale economica d’Italia i locali non mancano, e non mancano nemmeno le sedi dove fare il corso per somministrazione alimenti e bevande a Milano. Vediamole.

Per qualcuno è ancora il corso ex Rec, per qualcuno si chiama per esteso: corso per somministrazione alimenti e bevande, qualcuno infine lo chiama con la sigla che lo identifica fin da quando è stato creato (nel 2010): corso SAB.

Anche in Lombardia per aprire un bar è necessario avere i requisiti professionali o un attestato SAB
Anche in Lombardia per aprire un bar è necessario avere i requisiti professionali o un attestato SAB

Nel nostro blog abbiamo dedicato molto spazio a questo corso obbligatorio per l’apertura locali; o meglio, difficile dire che è obbligatorio. Diciamo che la legge ci chiede di indicare sulla SCIA se noi siamo in possesso di requisiti professionali, cioè se siamo in grado di fare il mestiere che sarebbe inerente la nostra attività, se e come abbiamo imparato a farlo. Il possesso di questi requisiti può essere ottenuto in vari modi, perfino tramite altre persone. Abbiamo riassunto questi modi in un post che ne parla nel dettaglio e che trovate qui. Li abbiamo comunque riassunti anche qui sotto, che non fa mai male!

  • Avendo lavorato per almeno due anni anche non continuativi, negli ultimi cinque anni, presso aziende attive nel settore alimentare o della somministrazione in qualità di dipendente qualificato (spesso viene richiesto il 4° livelllo) come socio lavoratore o come collaboratore familiare (comunque iscritto all’INPS)
  • Aver conseguito un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea, anche triennale, o di altra scuola ad indirizzo professionale, purchè nel corso di studi siano previste materie attinenti la gestione, preparazione commercio e somministrazione degli alimenti.
  • Avendo un attestato ex REC, in pratica il vecchio SAB (al contrario dell’HACCP il REC/SAB dura per sempre)
  • Avendo (in alcune regioni è ancora possibile) un preposto,  diciamo un prestanome che ci “presti” i suoi requisiti professionali. 

Se non possiamo certificare i requisiti professionali in nessuno di questi modi, saremo chiamati invece ad iscriverci ad un corso SAB. Questi corsi sono strutturati con lunghezze variabili in Italia, per esempio, nel momento in cui scriviamo la durata del corso sab in ore è di:

  • 130 ore in Lombardia
  • 100 ore in Emilia
  • 120 ore in Lazio 

Qui sotto entreremo in maniera più diffusa sul programma di questi corsi, adesso entriamo però nello specifico del corso SAB in Lombardia. 

CORSO SAB A  MILANO: PROGRAMMA

Cominciamo innanzitutto a vedere i programmi richiesti dai corsi di somministrazione alimenti e bevande in Lombardia. Anche questi programmi, come la durata oraria del corso può cambiare da regione e talvolta perfino dalla zona. Quello che proponiamo qui sotto è inerente il corso SAB a Cremona, strutturato da ASVICOM, ma può essere considerato esemplificativo per tutta la regione.

  • Contabilità aziendale: fatture, scontrini, corrispettivi etc.
  • Tecnica commerciale: gestione delle varie forme di impresa e dell’area finanziamenti bancari e non. 
  • Gestione d’impresa: fornire elementi necessari ad analizzare l’andamento della propria attività imprenditoriale.
  • Marketing operativo: analizzare la propria azienda sul mercato di riferimento.
  • Normativa fiscale e tributaria: fornire informazioni in merito alle varie regole tributarie e ai vari adempimenti fiscali.
  • Contrattualistica del lavoro: regolamenti e leggi sul lavoro.
  • Il sistema pensionistico: fornire informazioni relative ai vari sistemi contributivi obbligatori.
  • Tecniche di Marketing.
  • Customer Satisfaction.
  • Customer Relationship Management.
  • Merceologia Alimentare.
  • Responsabilità civili, penali e amministrative relative al commercio di alimenti e bevande
  • La normativa alcoolici

Come vedete si tratta di un programma vasto e articolato su diverse aree, da quella contabile a quella finanziaria fino a quella del marketing trattato in maniera (sembra) molto approfondita e perfino al rapporto con i dipendenti e la loro TFR. 

Sorprende semmai che poco spazio venga dedicato al “saper fare” vale a dire allo sviluppo di quelle competenze e abilità che, da sole, dovrebbero portare un cliente ad entrare nel bar. Non dimentichiamoci infatti (sembra banale ma spesso succede) che un cliente entra in un bar e in un locale per mangiare e bere, anche se la qualità di cibi e bevande sarà solo una parte di una esperienza più vasta.

Esperienza a cui contribuisce moltissimo anche il saper fare. Se noi sappiamo fare un bellissimo cappuccino con la latte art il nostro cliente percepirà e ricorderà il nostro prodotto con molto più piacere rispetto al cappuccino del bar accanto, magari sormontato da bolle di latte enormi stile bagnoschiuma!

Purtroppo nel programma dei corsi  per attestato SAB pochissimo tempo viene dedicato al saper fare...
Purtroppo nel programma dei corsi per attestato SAB pochissimo tempo viene dedicato al saper fare…

In questi corsi SAB o ex REC invece non impariamo quindi a fare il cappuccino, e non impariamo a fare praticamente nulla; di fatto questa branca del mestiere, il “Saper fare” è ignorato in tutti i  corsi di questo tipo che abbiamo potuto valutare (forse perchè mancano le strutture attrezzate per fare pratica). 

C’è da dire però che nei programmi dei corsi che portano all’attestato ex rec si trova almeno la voce “merceologia” vale a dire le ore dedicate a conoscere i prodotti che dovremo poi valutare, scegliere e proporre ai nostri clienti. Sorprende anche in questo caso pensare che dovremo approfondire questa importante sezione senza poter cucinare, preparare e quindi assaggiare i prodotti di cui stiamo parlando, ma se così è…

CORSI SAB A MILANO: LE SEDI E IL COSTO

Una volta capito cos’è un corso somministrazione alimenti e bevande, chi deve farlo e quali sono i programmi, vediamo di capire meglio anche dove e come farlo, facendo una lista delle strutture che propongono il corso REC (nuovo SAB) a Milano nel 2020. Successivamente andremo a vedere anche le strutture che propongono di far ottenere l’attestato rec online.

Naturalmente prezzi e modalità dei corsi riportati qui sotto possono cambiare così come cambiano gli orari dei corsi, che talvolta sono proposti il pomeriggio o addirittura in mattinata e talvolta sono proposti in orario serale, per chi è impegnato durante il giorno. Suggeriamo quindi di controllare orari, prezzi e disponibilità dei corsi sul sito della agenzia formativa. La lista proposta qui sotto non è sicuramente esaustiva, e ci scusiamo con le strutture che non abbiamo incluso.

ENTE SEDECOSTO (a gennaio 2020)SITO INTERNET
Formaprof  Milano e monza450€www.scformaprof.it
ReconsultingMilano540€www.reconsultingsrl.
ICAFMilano792€www.istitutoicaf.it
Target SolutionMilano, Bergamo, Brescia, VareseN/Dwww.targetsolution.it
CorsidiaMilano792€https://corsidia.com/corsi-sab-milano
Risorse ItaliaMilano550€www.risorseitaliasrl.it
ConfesercentiMilano549€www.confesercentimilano.it
CAPACMilano552€www.capac.it
SFIAMilano700€www.sfia.it
Studio SanninoMilano480€www.studiosannino.it

E OTTENERE UN ATTESTATO REC ONLINE? 

All'estero non esiste un sistema come quello SAB, ci sono altri percorso professionali.
All’estero non esiste un sistema come quello SAB, ci sono altri percorso professionali.

Per alcuni (per molti) svolgere un corso rec così lungo in aula è complicato, la giornata è stretta le cose da fare sono molte e spesso più divertenti dello stare in aula. La soluzione potrebbe essere quella del corso REC (ex rec, SAB, Somministrazione alimenti e bevande) su internet, potendo così prendere l’agognato attestato sab online. Ma si può fare? 

Abbiamo fatto diverse ricerche sui regolamenti comunali delle varie aree della Lombardia; in generale viene evidenziato che il corso è valido se il partecipante è presente in aula almeno l’80% del tempo. In altri regolamenti, come questo documento del comune di Lodi, non è così chiaro se le ore previste devono essere spese in aula o di fronte ad un software che può verificare, tramite continui piccoli test, la presenza o meno dello studente di fronte al computer. Nel dubbio, come sempre, non resta che chiedere, alla Camera di Commercio della propria zona, se ritengono che sia valido il corso somministrazione alimenti e bevande online.

Se sì, mettiamo qui sotto una piccola lista, sicuramente non esaustiva, delle strutture che offrono il corso ex REC online in Lombardia.

ENTE DURATACOSTO (a gennaio 2020)SITO INTERNET
Corso
sab
online
120h (non sappiamo se valido in Lombardia) si tiene
in Puglia
510€corso-sab-online.com
Microdesign130h, parte in aula, parte
online, parte di tirocinio
380€ (ma promosso gratuito)https:/lnx.microdesign.tv
E-Skills130€N/Dhttps://private.e-skill.it/
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Licenza Somministrazione Alimenti e Bevande tipo C https://aprireunbar.com/2019/10/07/la-licenza-somministrazione-alimenti-e-bevande-tipo-c-per-i-locali/ https://aprireunbar.com/2019/10/07/la-licenza-somministrazione-alimenti-e-bevande-tipo-c-per-i-locali/#respond Mon, 07 Oct 2019 14:00:25 +0000 https://aprireunbar.com/?p=17162 Nel nostro progetto c’è l’apertura di un locale nel quale la maggior parte degli introiti arriverà da attività di intrattenimento? Abbiamo bisogno di una licenza […]

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Nel nostro progetto c’è l’apertura di un locale nel quale la maggior parte degli introiti arriverà da attività di intrattenimento? Abbiamo bisogno di una licenza di somministrazione di tipo C.
I locali dove si balla sono inquadrati, nelle vecchie normative, dalle licenze di somministrazione tipologia C

Dopo aver dedicato post alle licenze per la somministrazione di tipo a o b é adesso il momento, per il nostro blog, di andare a conoscere le licenze di somministrazione alimenti e bevande tipo C.

La tipologia C non è, come le categorie A o B, basata su cosa si può preparare, è basata invece sulle attività che si svolgono in un locale ma sono collaterali alla somministrazione. Questa licenza identifica infatti i locali che fanno dell’intrattenimento (musica dal vivo, eventi teatrali, karaoke…) la loro attività prevalente, sia come introiti che come superfici occupate.

La licenza di somministrazione tipologia C per i bar e locali viene definita dalla legge in questo modo:

“Locali in cui la somministrazione di alimenti e bevande viene effettuata congiuntamente all’attività di intrattenimento e svago. Questa tipologia di locali non sono assoggettabili ai limiti numerici circa il rilascio delle autorizzazioni, ma condizione indispensabile è che l’attività di intrattenimento e svago sia prevalente su quella di somministrazione di alimenti e bevande.

Nel caso contrario si è subordinati al parametro numerico (quindi ad eventuali vincoli sul numero di locali che può essere presente in una zona NDR). Per questo motivo, la Legge 287/91 individua due tipologie sostanziali di esercizi di somministrazione in cui vi è congiunta l’attività di intrattenimento e svago: 1) quella in cui è prevalente l’attività di somministrazione di alimenti e bevande su quella di intrattenimento e svago ( soggetta a parametro numerico); 2) quella in cui è prevalente l’attività di intrattenimento e svago su quella di somministrazioni di alimenti e bevande ( non soggetta a parametro numerico): l’autorizzazione relativa è stata sostituita dalla denuncia di inizio attività – art.3 comma 6 L.287/91 e art.19 L. 241/90. Circa la valutazione dell’attività prevalente si fa riferimento al criterio basato sul volume d’affari ovvero sulla superficie maggiore destinata a tale attività.”

Requisiti per la licenza di somministrazione alimenti e bevande al pubblico di tipo c

Torniamo ancora una volta su un mantra che conosciamo bene da anni: le licenze per l’aperture di bar e locali non esistono.
Sono scomparse, come concetto, alla fine degli anni ’90, e non esistono quindi più nemmeno le licenze di somministrazione di tipo C.

C’è da dire, che molti comuni mantengono ancora questa definizione, sopratutto per definire le attività in cui si svolge sì somministrazione, ma congiuntamente ad una attività prevalente. Prevalente? Per definirla tale, il regolamento del Comune di Prato, in Toscana, dice che:

“L’attività congiunta (quindi l’intrattenimento) si intende prevalente nei casi in cui la superficie utilizzata per il suo svolgimento è pari ad almeno 3/4 (tre quarti) della superficie complessivamente a disposizione per l’esercizio dell’attività, esclusi magazzini, depositi, uffici e servizi”

Nei regolamenti comunali che abbiamo potuto leggere, la legge non mette alcun vincolo alla grandezza (o piccolezza) dei locali. In pratica una licenza di tipo C può essere assegnata anche ad un buco di venti metri quadrati (chiedete sempre come sono i regolamenti nella vostra zona, ci possono essere differenze da comune a comune).

In ogni caso, un locale con queste caratteristiche avrà bisogno di spazio, magari per ospitare un palco e soprattutto per avere spazio libero per permettere di ballare, considerando anche che i 3/4 dello spazio dovranno essere dedicati all’intrattenimento, e quindi il banco bar dovrà stare in un’angolo…

Partendo da questo presupposto proviamo a ragionare. Come abbiamo visto diverse volte in questo blog e in diversi casi pratici, e soprattutto per chi è alle prime armi come gestore, gli spazi grandi sono spesso un rischio: investimenti iniziali più alti, maggior costo dell’arredamento e della ristrutturazione, maggiori costi in affitto e utenze, maggiori difficoltà a riempire il locale di clienti e ed di energia… per questo, sopratutto ai neofiti di questo campo consiglieremmo un po’ di attenzione, prima di pensare di gestire locali di dimensioni importanti, magari sopra i 180/200mq, Sono sfide complesse, che richiedono esperienza e visione.

Il parere dei vigili del fuoco per il rilascio delle licenze di somministrazione alimenti e bevande per bar di tipo C

I locali dove si fa Karaoke, sempre di grande successo in Oriente, sembrano non avere lo stesso appeal in Italia, ma possono funzionare in alcune serate.

Oltre a questo aspetto gestionale, gli spazi grandi significheranno anche un allungamento dei tempi di apertura. Oltre al normale percorso burocratico infatti, potremmo aver bisogno di chiedere il nulla osta ai Vigili del Fuoco.

Come abbiamo visto in questo post infatti, questi ultimi dovranno darci un nulla osta se il locale sarà più grande di 200mq, oppure/ovvero se avrà oltre 100 posti a sedere.

Le valutazioni che i Vigili faranno verteranno su:

  • Isolabilità dei locali dove potrebbe svilupparsi un incendio
  • Raggiungibilità, senza rischi particolari per i Vigili, dei locali dove potrebbe svilupparsi l’incendio
  • Evacuabilità del locale in tempi brevi e senza rischi derivanti dalla calca.

Queste valutazioni porteranno ad allungamenti dei tempi di apertura e a lavori suppletivi per portare tutto a norma.

Vale la pena di aprire locali di questo tipo? Sempre difficile dirlo, i modelli a chi riporta la licenza di somministrazione alimenti e bevande di tipo c, sembrano al giorno d’oggi funzionare in modo più episodico, magari solo d’estate (pensate agli eventi karaoke) o per certe serate, ma difficilmente in maniera continuativa, come la crisi delle discoteche dimostra.

Aprire un locale di questo tipo sarà quindi una scelta da valutare con molta attenzione, e in questa valutazione dovremo considerare anche la percezione che il cliente ha del nostro locale, difficile infatti collocare grossi eventi in un classico bar caffetteria… ma mai dire mai…

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I documenti per Aprire un Bar: la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) https://aprireunbar.com/2019/05/15/i-documenti-per-aprire-un-bar-la-segnalazione-certificata-di-inizio-attivita-scia/ https://aprireunbar.com/2019/05/15/i-documenti-per-aprire-un-bar-la-segnalazione-certificata-di-inizio-attivita-scia/#comments Wed, 15 May 2019 06:10:11 +0000 https://aprireunbar.com/?p=16858 Oltre ai requisiti per l’apertura di bar di carattere personale, fra i documenti richiesti anche nel 2019 c’è la SCIA, vediamo come funziona. Abbiamo visto […]

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Oltre ai requisiti per l’apertura di bar di carattere personale, fra i documenti richiesti anche nel 2019 c’è la SCIA, vediamo come funziona.

Abbiamo visto in post precedenti che fra i vari requisiti per l’apertura bar alcuni sono di carattere personale: stiamo parlando dei cosiddetti requisiti morali e professionali. Potete trovare in questo post una completa analisi di questo tipo di requisiti per l’apertura di locali.

Fra i requisiti per apertura locale nel 2019 anche la compilazione della SCIA…

Andando a parlare dei requisiti che deve avere il locale stesso dobbiamo dire che con la fine delle licenze e anche nel 2019 il passo fondamentale è quello della presentazione della domanda di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per attività di somministrazione di alimenti e bevande. Con questa legge (ex art. 19 L. n. 241/90 s.m.i. e regolamenti locali) il titolare o legale rappresentante della società in possesso dei requisiti soggettivi (i requisiti personali) per lo svolgimento dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande dichiara sotto la propria responsabilità, fra l’altro, che i locali possiedono i requisiti di legge in materia:

  1. igienico Sanitaria
  2. prevenzione incendi
  3. edilizia e urbanistica
  4. polizia urbana e igiene pubblica
  5. impatto acustico
  6. emissioni in atmosfera
  7. impiantistica

e di aver presentato D.I.A. per settore alimentare.

Alcune di queste dichiarazioni necessitano di attestazioni, asseverazioni ed elaborati tecnici redatti da un tecnico abilitato altre invece di certificazioni e/o autorizzazioni di enti pubblici oltre dichiarazioni e certificati di conformità.

Soffermandoci solo su uno di queste categorie dei documenti per scia commerciale da presentare, quella inerente gli aspetti edilizi urbanistici, il tecnico abilitato, dopo le necessarie verifiche presso gli uffici competenti e sopralluoghi, assevera sull’immobile:

  • la sua destinazione d’uso,
  • la regolarità della sua realizzazione in conformità alla concessione edilizia o permesso di costruire oppure la sua regolarizzazione d’uso in virtù di concessione edilizia in sanatoria (o la presentazione di regolare istanza ad oggi non definita),
  • l’avvenuto rilasciato del certificato d’abitabilità o agibilità anche parziale (ovvero domanda di rilascio dello stesso corredata di tutta la documentazione necessaria),
  • la conformità dello stato dei luoghi, e l’attuale destinazione d’uso, al
  • titolo edilizio indicato;
  • il non contrasto dell’attività con il regolamento edilizio vigente,
  • che l’attività non reca pregiudizio alla staticità dell’immobile.

Nel prossimo post verranno approfonditi alcuni aspetti qui accennati.

CLICCATE QUI per scoprire le date dei nostri PROSSIMI CORSI DI APERTURA E GESTIONE BAR E LOCALI e portate al corso i VOSTRI PROGETTI, LI ESAMINEREMO INSIEME!The post I documenti per Aprire un Bar: la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) first appeared on Aprire Un Bar.]]>
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Le Licenze Bar di Tipo B e la Distanza Minima fra Locali https://aprireunbar.com/2019/02/20/le-licenze-bar-di-tipo-b-e-la-distanza-minima-fra-locali/ https://aprireunbar.com/2019/02/20/le-licenze-bar-di-tipo-b-e-la-distanza-minima-fra-locali/#comments Wed, 20 Feb 2019 19:44:00 +0000 https://aprireunbar.com/?p=16523 Distanze minime fra esercizi commerciali e e le tipologie di licenze bar: questa volta, come Piero Angela, vi invitiamo a visitare un mondo che non […]

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Distanze minime fra esercizi commerciali e e le tipologie di licenze bar: questa volta, come Piero Angela, vi invitiamo a visitare un mondo che non esiste più!
Le licenze per l’apertura bar sono, all’estero, di solito legate ai permessi di vendere gli alcolici.

Questa volta scriviamo un post su qualcosa che non esiste più, ma che a quanto pare rimane ricercatissimo!
Certi passaparola sono duri a morire, e nonostante le licenze per l’apertura bar non siano più richieste dal 2006, sono ancora molte le query dei motori di ricerca che riguardano argomenti come il prezzo delle licenze bar, il funzionamento delle licenze per bar di tipo B e perfino la distanza minima fra un bar e l’altro.

Tutto questo, val la pena di ripeterlo, è finito, non c’è più, l’approccio è cambiato anche come filosofia (stiamo parlando sul serio) ma, per provare a chiarire una volta per tutte il concetto, proveremo a parlare del sistema delle licenze come se fossero ancora vive, resuscitate!

La distanza minima fra un locale e l’altro praticamente non esiste, e in molti casi non è mai esistita, nella maggior parte delle nazioni estere.

LA LICENZA BAR DI TIPO B E LE ALTRE LICENZE

Una prima cosa da spiegare e a cosa servivano le licenze. Essenzialmente a tre scopi:

  • Permettere ai Comuni di contingentare, di far aprire solo un determinato numero di locali in una certa area.
  • Garantire ai locali aperti una specie di “area di influenza” permettendo ai locali di aprire solo a determinate distanze l’uno dall’altro.
  • Definire, anche in base al concetto di “area di influenza” di cui dicevamo prima, cosa i locali potevano offrire alla clientela e cosa non.

In pratica, quando si voleva aprire un locale nuovo, non rilevando cioè uno già esistente (di cui avremmo acquisito la licenza, con possibilità e limitazioni) si chiedeva al Comune nel territorio del quale si voleva aprire di rilasciarci “Una licenza di tipo A, B, C o D” e il Comune, dopo le opportune verifiche sul numero di locali di un certo tipo presenti nella determinata zona e distanza fra gli stessi, decideva se rilasciarcela.

Le tipologie di locali erano, nel dettaglio, le seguenti

Licenza somministrazione alimenti e bevande tipologia “A”
Rientravano in questa categoria i locali in cui si consumavano cibi e bevande (ma sopratutto cibi) prevalentemente da seduti. Ad esempio ristoranti, pizzerie, trattorie, tavole calde (che adesso definiremmo bar-punto-pranzo) birrerie che servono cibo, self service e locali simili.

Licenza per l’apertura locali di tipo “B”
In questa categoria i classici bar e gli altri luoghi con somministrazione sopratutto “In piedi”, come pasticcerie, paninoteche da asporto, gelaterie e concetti simili

Licenza somministrazione alimenti e bevande tipo “C”
All’interno di questa categoria trovavamo locali della tipologia “A” e “B”, dove però la somministrazione di cibi e drink avveniva all’interno di attività di intrattenimento. I più classici locali erano le discoteche, i night e le sale da gioco (diciamo slot) ma perfino gli stabilimenti balneari

Licenza per l’apertura locali di tipo “D”
A comporre quest’ultima categoria i locali di tipologia “B” a cui era però preclusa la possibilità di servire bevande alcoliche di qualsiasi tipo.

Licenze di tipo A, B, C o D? Erano legate alle forme di consumo, di intrattenimento e di consumo di alcolici.

QUANTO COSTANO LE LICENZE PER L’APERTURA BAR?

O meglio, quanto costavano?
Niente, a parte alcune piccole spese per la presentazione della domanda, se a rilasciarcele era il Comune.
Il costo della licenza per bar era invece una voce importante se dovevamo acquistarla da un locale già esistente. I costi in questo caso erano legati alla redditività del locale stesso, e di solito partivano dall’idea che la richiesta di acquisto fosse legata, e congrua, al fatturato annuale del locale stesso. In pratica, se volevamo rilevare un bar che fatturava sui 100.000 Euro l’anno, potevamo ragionevolmente pensare che quella sarebbe stata la cifra che ci avrebbero chiesto e sulla quale avremmo trattato.

CLICCATE QUI per scoprire le date dei nostri PROSSIMI CORSI DI APERTURA E GESTIONE BAR E LOCALI e portate al corso i VOSTRI PROGETTI, LI ESAMINEREMO INSIEME!

Questo tipo di approccio è ancora largamente utilizzato nella compravendita dei locali, anche se i parametri hanno visto allargarsi notevolmente la forbice, in positivo e negativo. Su questo tema abbiamo scritto un reportage completo che speriamo vi sia utile.

LA DISTANZA MINIMA FRA UN BAR E L’ALTRO

Ecco un’altro paletto che il periodo delle liberalizzazioni, intorno al 2006, ha fatto cadere. Fino a quel momento infatti veniva riconosciuta come vincolante una distanza minima fra un esercizio commerciale e l’altro e il Comune non ci avrebbe rilasciato licenza se l’avessimo richiesta per un fondo commerciale troppo vicino ad altri bar o attività ristorative.

Queste distanze minime fra locale e locale non erano fissate con legge nazionale, ma decise a livello comunale e potevano essere diverse da zona a zona: qualche decina di metri in un centro storico o in una via dello shopping, chilometri in aperta campagna.

Chiaro che queste distanze minime erano considerate importantissime dai proprietari dei locali, ed erano maledette da chi voleva entrare sul mercato aprendo un nuovo locale. Difficile dire chi avesse ragione, dipende chiaramente da come la si guarda; quel che è certo che tutto il mondo è andato in questa direzione, basta pensare alle grandi città del Nord Europa, dove ci sono aree e strade in cui è impossibile trovare un cappuccino e altre i cui i locali si ammucchiano uno accanto all’altro.

In questi casi sarà il mercato a decidere, facendo sopravvivere (c’è da credere) i migliori.

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